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Se qualcosa può andar male lo farà.

 

 

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MALEDETTO SABATO...

Post n°111 pubblicato il 13 Agosto 2005 da ausdauer
 

Chiunque abbia una vita sociale normale aspetta con ansia il sabato sera per poter dar sfogo a tutta la sua repressa voglia di far festa, vedere gli amici, tirar tardi la sera, ubriacarsi, insomma: c'è chi vive tutta la settimana giusto per arrivare al sabato.

Io no. Io il sabato sera mi addoloro. Parto con  le paranoie, perchè mi rendo conto che forse mi manca qualche rotella, che sono stata creata con un groviglio di difetti malassortiti e data l'età probabilmente irrecuperabili.

Voglia di far festa? Madre Natura mi ha donato il brio di un celenterato (o forse non è stata lei, ma tant'è). O meglio: sarei la persona più felice del mondo se incontrassi qualcuno che mi proponesse qualcosa di originale, che ne so, una maratona di telefilm vecchi da riguardare, un gioco di gruppo originale o una chiacchierata seduti su un tappeto.  Andare in discoteca, al pub, spendere un sacco di soldi per bere io non la considero nemmeno festa, ma STRESS.

Vedere le amiche? Eeeeeehhhhh.... e lasciare i loro poveri uomini in balia di loro stessi durante il week-end? GIAMMAI!! No perchè le mie amiche si sono trovate delle piattole in formato umano e non c'è verso di staccarle. L'uomo Bostik non si schioda manco a prenderlo ad accettate: il sabato sera si sente solo, ha bisogno di coccole, è stanco e spossato da una settimana di lavoro e necessita della respirazione bocca a bocca quasi ogni dieci minuti perchè altrimenti sviene. Ora, se il problema fosse solo del sabato non sarebbe niente, ma che la simbiosi sia irreversibile in ogni sacrosanto giorno della settimana rende la situazione a stento sopportabile. Poi succede che finalmente qualcuno di loro decide di uscire, ma che fanno? "Dai esci con noi, siamo 16 coppie"... Che fortuna. E la casa, i fazzoletti da stirare, i prossimi mutui da pagare, i progetti di connubi familiari tra suoceri avversi, è tutto molto interessante e coinvolgente. Annuisco sempre con aria empatica, e mi chiedo perchè sono uscita con loro.

E poi tirar tardi la sera... mai capito perchè in discoteca si entri solo dalla mezzanotte in poi. Mai capito perchè la vita inizi solo dopo l'una. Mai capito perchè la gente prima delle cinque non vuole andare a dormire. Io fondamentalmente non capisco niente, ma sono sicura di avere un orologio in discordanza con il resto del mondo insonne e di solito alle dieci e mezza sono già pronta ad assopirmi.

E poi è vero che, forse per un innata tendenza all'opposizione, detesto il fatto che la gente esca perchè BISOGNA divertirsi. La maggior parte delle persone mi accusa di non sapermi divertire, perchè non amo tutto quello che solitamente riguarda il concetto "sabato sera mi diverto".

Tutte queste mie esaltanti caratteristiche fanno di me una persona piuttosto impopolare, la cui vita sociale rasenta l'ascetismo. Mi dicono che ho 24 anni e che non mi si recupera più ormai, che sono abituata alla solitudine e che visto che non mi piace nulla la situazione non cambierà mai.

Non mi piace nulla?

  • mi piacciono i prati, stare seduta sull'erba, gli alberi e il cielo da guardare.
  • mi piacciono le librerie, i libri da annusare, i negozietti dell'antiquariato, i mercatini e le festicciole di paese
  • mi piace stare seduta in macchina ad ascoltare la radio e a raccontare aneddoti bizzarri.
  • mi piace bere il succo di frutta alla banana e alla mela verde
  • mi piacciono le strade con le panchine in marmo, e i muretti del lungomare su cui sedersi.
  • mi piace anche a stare a casa a leggere un libro nuovo o a rileggerne uno vecchio
  • mi piace persino vagare a vuoto per le stradine di paese

e allora? Il giorno in cui troverò qualcuno che condivide il mio modo di pensare distorto e ha le mie stesse pessime abitudini, beh, andremo insieme dallo psicanalista oppure faremo in modo di procreare e diffondere la nostra mutazione genetica.

 
Rispondi al commento:
Labindo
Labindo il 14/08/05 alle 16:56 via WEB
Credi veramente di essere così sola? Spiacente di deluderti, soffri dello stesso male del quale sono afflitte tutte le persone che per propria scelta o per incompatibilità caratteriale, non si adattano al modo di vivere comune. Ritengo sia un problema legato all'intelligenza ed alla sensibilità individuale, due aspetti profondamente legati tra loro. Bada bene, non lo dico affatto con arroganza, per me il concetto di intelligenza ha un significato molto relativo, conosco un sacco di miei colleghi ritenuti molto bravi ad usare il cervello, che dal punto di vista umano sono delle vere chiaviche. Nel loro caso, si dovrebbe parlare di persone parzialmente intelligenti. Van Gogh era indubbiamente un genio, ma non ha mai scritto trattati di astrofisica (almeno credo... in effetti però anche lui dal punto di vista umano qualche problemino lo aveva). Anche Gandhi era geniale, ma non mi risultano sue opere esposte in una pinacoteca. Molto spesso mi è capitato di avere a che fare con persone che mi hanno rinfacciato, per vari motivi, miei comportamenti ritenuti asociali o scelte contrarie a quelle che adotterebbe un individuo "normale". Di regola queste considerazioni vengono fatte, quasi sempre in modo piuttosto aggressivo, da individui che a mio modo di vedere conducono una esistenza squallida, diciamo piatta. Per questo ritengo che i comportamenti socialmente orientati (concedimi la definizione, non so se ne esista una più corretta) sono una forma di reazione istintiva ad un modo di vivere fondamentalmente alienante come quello che siamo obbligati a condurre (od a subire come nel nostro caso) nella tanto osannata civiltà occidentale, modo di vivere che per molti aspetti è incompatibile con le esigenze di una pur sempre creatura sociale come l'uomo. Hai dubbi esistenziali? Non sai cosa fare della tua vita, ti senti depresso (termine ultimamente utilizzato parecchio a sproposito), non riesci a trovare un buon motivo per tirare avanti? Comportati come tutti gli altri, se non altro sarete in tanti a sbagliare e potrete consolarvi a vicenda... Non ti basta uscire il sabato sera per divertirti come tutti gli altri comuni mortali? Che vergogna, lo fanno tutti, ti credi di essere migliore forse? Migliori no, soli si. Soli anche se circondati da decine di persone che ti conoscono. Solo con te stesso, a cercare di darti delle risposte a domande sulle quali nessuno ti può aiutare. E' per questo che si cerca la compagnia di altre persone, anche attraverso forma di aggregazione che non ci sono consone per questioni di carattere, per trovare risposte. Il contatto umano superficiale però non basta mai, è troppo artefatto, non hai a che fare con l'individuo che ti sta davanti ma con il modo in cui lui ha imparato a presentarsi agli altri. Un contatto diretto è molto raro perchè comporta esporsi direttamente, cosa che facciamo mal volentieri perchè si rischia di essere feriti. Il bisogno di gettare la maschera a volte porta a cercare di scrivere di se su internet, dove l'anonimato concede pur sempre un senso di sicurezza, sperando forse in un'eco da parte di qualcuno che condivida gli stessi sentimenti. Nel migliore dei casi questa necessità spinge a cercare questo contatto in un'altro individuo, l'unico sulla faccia della terra con il quale essere veramente se stessi. Sono convinto che questo sia un ottimo motivo per stare al mondo e continuare a tribolare nel quotidiano. Nel frattempo, ognuno di noi ha bisogno di un'ancora di salvezza, di uno stimolo per andare avanti, il problema è trovare quale. Personalmente, mi ha dato un'aiuto incredibile ascoltare il teatro-canzone di Gaber (niente torpedo blu, diciamo dal signor G in poi), se interessa ti posso consigliare qualche brano a tema.
 
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