Sgosh!

Se qualcosa può andar male lo farà.

 

 

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SENZA SANGUE

Post n°443 pubblicato il 28 Aprile 2008 da ausdauer
 

Ero certa che i miei dieci giorni da promoter avrebbero avuto delle conseguenze, anche se non sospettavo ancora quali fossero.

Stamattina mi reco di buon'ora in ospedale per il mio periodico prelievo del sangue. Non so bene quale arcano meccanismo sottenda tutto ciò, ma posso dire di non temere particolarmente i prelievi. Vado in panico per un'ecografia addominale esterna, o per misurare la pressione degli occhi, eppure l'ago nel braccio non mi sconvolge più di tanto. Misteri dell'umana psiche.

Arrivo con il mio libro, pronta a sfidare l'attesa a suon di fiabe, mi siedo e non tardo ad accorgermi che qualcosa non quadra. Le persone che entrano nell'ambulatorio ne escono soltanto dopo un tempo piuttosto discutibile, e con entrambe le braccia incerottate e doloranti. Un terribile presentimento si fa largo nella mia mente.

Dopo quasi un'ora giunge il mio turno. Entro. Porgo il braccio all'infermiera. Lei comincia a trapanarmi un braccio.
"Ahia" le dico.
"Strano, non viene su niente." e spinge ancora di più, girando l'ago come se dovesse scavare il traforo del Monte Bianco.
"Ahia" ripeto piuttosto infastidita.
"Ah, mi scusi, la vena è proprio bella, ma non c'è sangue."
Scusi?? Oh, beh, me lo sarò dimenticato a casa.
L'infermiera toglie l'ago e lo infila poco distante, con la stessa grazia che ha contraddistinto l'altro buco.
Dolore dolore dolore. Cristo.

"Ma ti senti bene?"
Mi sentivo benissimo, prima di venire qui a farmi trivellare le braccia da lei.
"Vuoi stenderti?"
"No, grazie. Sto bene". Stoica fino alla fine.

Nel frattempo, l'infermiere di fianco prende a cuore la situazione. "Le belle ragazze dovrebbero essere mandate direttamente da me, passala a me che ci penso io". Ma l'infermiera Hannibal non demorde.
"Fammi vedere l'altro braccio."
"Guardi, lì le vene non si vedono, lo so già." protesto io. Dopo una rapida occhiata conviene con me che lì non si può cercare nulla.
"E' strano, ma non c'è sangue."
Interessante caso, il mio. Ho le vene piene di aria, insomma. Che facciamo dunque, proviamo a gonfiare i palloncini?
"Mi spiace, ma devo ritentare in questo braccio. Mi faccia vedere."
Una vena grande come una casa stava lì, a salutare e a cambiare colore ad intermittenza per segnalare la sua presenza.
"Uh, qui ce n'è una."
Ma dai. E quella è pure piena di sangue, guarda un po'.

"Ce l'abbiamo fatta, mi scusi tanto".

La prossima volta che vado a fare le analisi del sangue prima faccio fare le prove su una controfigura, che qua m'hanno ridotta ad un colabrodo. Eccheccribbio.

 
Rispondi al commento:
Luke_Sky
Luke_Sky il 28/04/08 alle 18:35 via WEB
Brrr... gli aghi sono una delle mie paura più grosse. Non avrei dovuto leggerlo :S Ora sei responsabile di tutti gli incubi che avrò stanotte! Ciau
 
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