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LA LEGGE DEL CONTRAPPASSO 

Post n°488 pubblicato il 06 Novembre 2008 da ausdauer
 

Qualche giorno fa mi sono resa davvero conto di una cosa: esiste davvero un principio che regola le pene dei rei affliggendoli con il contrario della loro colpa.

Dovete sapere che, un po' per natura e un po' per stampo familiare, sono sempre stata una persona piuttosto schiva. La mia riservatezza fu decatanta negli anni della scuola superiore talvolta come un pregio, altre volte come un difetto, ma è sempre stata una delle poche caratteristiche attribuitemi in quegli anni di sconvolgimento emozionale. Si sa che con l'adolescenza si acuiscono certi tratti del carattere, e talvolta si esasperano per un bisogno di manifestarsi chiaramente per qualcosa che rende forte il proprio carattere. Ebbene, a me era congeniale crogiolarmi nella malinconia senza proferire parola. Ma soprattutto, non mi si addiceva affatto l'abitudine consolidata delle mie coetanee di parlare di ciclo mestruale o rapporti sessuali come se si trattasse di racconti di pomeriggi trascorsi a guardare Bim Bum Bam. Inoltre, ho sempre avuto un'atavica avversione nei confronti dei contatti troppo intimi con persone non autorizzate: non ho mai sopportato chi mi parla a 2 cm dal viso, chi mi abbraccia senza aver prima stabilito un graduale avvicinamento, chi mi stampa baci di cortesia (aborro il bacio come forma di saluto tra conoscenti) e in alcuni eccessi adoloscenziali ho persino stabilito che non mi si potesse sedere a meno di una certa distanza da me approvata. Ho vestito di nero per anni per mimetizzarmi nell'oscurità e ho messo il mio primo costume a due pezzi a 19 anni. Inoltre, avevo una vera e propria fobia di tutti gli esami medici di tipo invasivo, tanto che non sopportavo nemmeno il semplice tampone faringeo. Insomma, tutto questo forse non è una vera colpa, ma mi accorgo che la sto scontando in pieno.

A 22 anni mi hanno diagnosticato l'endometriosi. L'endometriosi non è solo una malattia, con tutto quello che essa comporta, ma è, soprattutto, una patologia ginecologica. Per me è stato il colmo: anni e anni a ribadire quando mi facesse schifo l'idea di essere baciata/abbracciata da semisconosciuti, per poi ritrovarmi continuamente con gente che mi ravana tra le gambe. Rendiamoci conto.

In cinque anni ho subito:
- innumerevoli visite ginecologiche, più o meno truculente a seconda dell'incaricato, con annesse ecografie transvaginali tanto frequenti che, se un tempo la sola idea mi provocava crisi di ansia isterica, ora mi lascio fare con un'indifferenza pressoché totale;
- due interventi chirurgici, la cui preparazione non lascia spazio alcuno al pudore o all'imbarazzo poiché, tra l'altro, non è permesso portare in sala operatoria neppure mezzo pelo dal seno in giù (e c'è gente che controlla ogni anfratto per assicurarsi che tu sia liscia come un totano)
- l'inserimento di due cateteri, di cui fortunatamente uno rimasto solo per il tempo dell'anestesia totale;
- l'impianto di un bel tubo di drenaggio nella pancia che colava sangue in una saccoccia, che dovevo portarmi dietro ogni volta che mi alzavo per andare al bagno, con il terrore che mi si sfilasse. Se solo avessi saputo che per togliermelo avrebbero tirato e tirato fino ad estrarre non so quante decine di cm dal mio ventre, avrei pregato perché mi addormetassero per almeno un paio di giorni;
- un clisma opaco, ovvero un'amena sonda rettale che ti pompa aria e liquido di contrasto nell'intestino, mentre dalla cabina di controllo il medico ti osserva e ti dà le dritte per radiografarti da ogni angolazione. L'effetto è comico: mi sentivo un canotto in fase di gonfiamento, e già immaginavo la mia esplosione, con le mie frattaglie sparse per la stanza e sul vetro del cabinotto, con le infermiere che accorrono gridando all'errore umano che ha provocato tutto ciò.

Inoltre, come fai a spiegare la tua condizione medica ad amici, o peggio, datori di lavoro, mentre ti pieghi in due dai dolori e sul certificato medico appare un insulso "dismenorrea", che ti fa sembrare la piagnona di turno affetta da poca voglia di lavorare?

Questa è proprio la legge del contrappasso, ve lo dico io. Così imparo a fare la schizzinosa.

 
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