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Se qualcosa può andar male lo farà.

 

Messaggi del 22/11/2008

QUELLI CHE IL BESTSELLER

Post n°492 pubblicato il 22 Novembre 2008 da ausdauer
 

Da ormai un anno frequento assiduamente anobii, commentando libri, partecipando a gruppi di discussione e leggendo le opinioni altrui. Tutto questo sconvolgendo la mia già labile psiche disturbata.

Stamattina pensavo (sì, avete letto bene, non mi faccio mancare propri niente... peccato che questa attività mi abbia portato a perdere il cellulare nel tragitto cucina - sala e che abbia dovuto poi cercarlo per mezz'ora, finché non si è rivelato appoggiato sull'imbottita del divano) al passatempo preferito di un numero di lettori impressionante: il bistrattamento del beststeller.

Il bestseller è il libro che vende meglio nel breve periodo. Per questo motivo, a molti sta già sul gozzo ancora prima che venga letto, se non ancora prima che venga pubblicato, se non ancora prima che venga addirittura scritto. Il bestseller alcuni lo condannano a prescindere.

Perché? Perché non ci piace essere presi in giro dal business, certo. Il business ci sembra si il diritto di farci credere che tutto quello che ci propina è ciò che è giusto per noi. E vabbè, che sarà mai. Intanto però, critica critica la manovra commerciale, e magari siamo i primi a fiondarci a comprare l'I-phone perché fa figo.

Eppure c'è gente che si accanisce. Comincia a leggere "Il cacciatore di aquiloni" commentando a priori che lo fa con scetticismo, ma che sa già che sarà una delusione. Io a queste persone darei una badilata in testa. Te l'ha ordinato il dottore di procurarti della sofferenza gratuita? Ti hanno forse puntato un piatto di cappelletti davanti al muso senza poterli divorare se prima non ti sciroppi tutto "L'ombra del vento"?
La maggior parte delle volte lo scettico si difende dicendo chese lo è fatto prestare, perché sa già che non vale i soldi spesi e che lo fa solo per vedere se è tutto questo gran capolavoro di cui si parla. E sul fatto di non spendere 20 euro per una nuova uscita, posso anche assentire, ma che mi vogliano far credere che si sacrificano per il bene della letteratura no.

Immancabile poi la stroncatura finale. Lo scettico finisce il libro e commenta con astio di essere addolorato per aver perso tempo per della spazzatura simile. Ma la lettura non doveva essere un piacere? Non sei iscritto su un sito in cui decanti le meravigliose ore passate in compagnia dei libri? Non potranno piacerti tutti  libri del mondo, no? Se proprio vuoi andare sul sicuro, leggiti "I fratelli Karamazov" in 10 giorni e sbrodolati addosso tutto il tuo amore per la letteratura russa (a suo tempo, peraltro, bistrattata a sua volta dai contemporanei... questa storia non l'abbiamo già sentita?).

Personalmente, ritengo che il costo di 20 euro per un libro sia un'indecenza a prescindere dal genere, pertanto ben vengano i prestiti. Mi sono permessa di leggere "Il cacciatore di aquiloni", "L'ombra del vento" e "La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo" e di trovarli molto belli. Mi sono invece annoiata a morte con il libro rivelazione  dell'anno, "Firmino", ma non per questo ho maledetto tutti gli editori del mondo e tutti quelli che l'hanno apprezzato.

Come mai però, se io dico che "I promessi sposi" mi hanno fatto crescere una barba di sei metri, sono un'idiota, mentre chi si accanisce contro la saga della Meyer senza averla letta è un grande letterato? Misteri della vita.

 
 
 
 
 

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