Creato da ballolentodelcuore il 26/02/2008

ballo lento

il mio ballo

 

Post N°155

Post n°155 pubblicato il 04 Giugno 2009 da ballolentodelcuore

ragazza oceano

Facevamo due passi, sul fiume della vita. Avevi le mie mani tra le tue. Non mi lasciavi, non lo farei io.

Ci siamo incamminati sulla bella via del mondo. Ogni tanto è stato un incanto anche sentire il profumo di qualche fiore, ogni tanto mi giravo e tu eri, lontano.

Ho ricominciato a camminare.

Mi volto e tu sei lì. Ma come fai a non correre….correre…perché in certe cose si può solo correre. Vedi che sole mi si dipinge intorno e tubetti di tempera gialla verde e rossa cadono su me.

Mi porto un filo, un filo trasparente, legato alla schiena. Anche da cieco, anche dietro a vicoli e inciampando per terra, puoi sempre raggiungermi.

Sembrano le battute di un secondo atto in teatro.

 

La vita non si è fermata. E io, cammino.

Anzi, saltello. Mi ero dimenticata che nelle pause che c’accompagnano si vivesse.

Adesso, ricomincio.

C’è il presente che m’aspetta.

L’oggi è come un bagno al primo caldo d’estate. La pelle si scopre bianca, ma poi i capelli si nutrono di mare e quell’onda è troppo familiare, troppo fresca e sorprendente, per non uscire fuori dall’acqua, respirare a pieni polmoni con gli occhi chiusi e aprirli di fronte al Sole.

Aprirli e trovare, me.

 

 

Grazie A. Per avermi telefonato e avermi detto “Ti chiamo solo per dirti, che io ti capisco con Lui.”

So anche, quanto ti costa.

 
 
 

Post N° 154

Post n°154 pubblicato il 21 Maggio 2009 da ballolentodelcuore

Vivo tutto l’immenso delle mie emozioni, mi tramuto in loro. Ogni sconfitta è una discussione aperta con me stessa e subito dopo un ricordo, perché il dolore può ferire ma mai, stagnare. Ogni sofferenza può solo essere momentanea e quando le spalle saranno lontane, sarà dolce anche ridicolizzarla. Ogni vittoria, una culla di smeraldi in cui poggiare la testa e addormentarsi immaginando le stelle al di là della tenda. Sapendo che se ci sono è perché sono io che riesco  a vederle.
L’estate ha preso le mie mani come il mare il primo giorno di mare, quando metti i piedi dentro l’acqua e rabbrividisci nel freddo.
Il battito del mio cuore non smette di ricordarmi chi sono, e non appena la fede crolla arriva qualcosa a ricordarmi che i sogni, sono miei stendardi sulla nave della mia esistenza e oscillano tra un’onda di vita e l’altra senza mai smettere di danzare.
Sorrido al pensiero che non morirò mai e che se accadesse domani la mia vita sarebbe comunque meravigliosa.

 

Anche per te, che sei impresso come un tatuaggio sulla mia pelle. Nascosto, in mille gesti e parole che neanche posso dirti lasciandoti ancora la facoltà di scegliermi, dopo aver vissuto. E l’unico momento in cui qualcosa, un barlume o un raggio esce sconfinando la realtà è quando parlo di te. Quando gli occhi miei castani diventano dorati e il brillare, non compete più ai diamanti. Quando ti do la buonanotte prima di addormentarmi, anche se non puoi sentirla perché oggi il tuo scopo è non meritarla.

 

Anche per te, che mi hai sposata e che pensi a me come e quando lo vuoi tu. E non è distanza a rovinare questo rapporto, non è neanche il mio amore verso l’altro. Perché in te c’è la felicità di avermi e l’inconsapevolezza, nonostante le mie lotte, che non sempre il tuo modo d’amare sia amore. Ti devo ringraziare, nonostante questo, perché probabilmente è il massimo che pensi tu possa fare. Ti devo condannare, perché so che non è il massimo che tu possa fare. Lo so, ti ho visto dare altrove in un tempo che non era il mio, tutta la passione di cui mi e ti privi. Ti preoccupi di te come del tuo mondo in cui fanno parte tante cose, ma tutte in egual misura.


Forse perché è vero, le mie emozioni sono tutte l’esplosione di tutte, ma io sento premermi l’anima di una triste e dolce consapevolezza. Io sono qui e vorrei urlare.
Urlare che vorrei essere amata.
Come ho imparato ad amare me stessa.

 

Amandomi non sarò mai sola.
E amando chi porto dentro, non mi considererò mai nulla.
Queste sono le mie due leggi.

Solo l’una o solo l’altra, sarebbe un errore.

Vostra Bally.

 

 
 
 

Post N°153

Post n°153 pubblicato il 08 Maggio 2009 da ballolentodelcuore

piuma luminosa

“La vita è un viaggio, non importa quale sia la destinazione.” – dal film Cars

I baci sono tormenti squisiti. Rimangono indelebili, nell’anima. Quel giorno avevo questa frase a darti il benvenuto. E non sapevo che, la sera stessa, sarebbe stato di nuovo amore.

Sono passati quasi tre anni da quel giorno.
E oggi, sono qui.

Ho sempre pensato che la frase più importante fosse “Ti amo” .
Non è così. Non dopo averti detto “Ti aspetto”.
L’attesa è una sedia di fronte al giorno. È speranza di una nave in riva al mare. È dirti…cresci ama vivi piangi torna. Torna e mi troverai. È una promessa di vita proiettata nel futuro, molto più del ti amo. È una carezza tutte le notti, è dire fai il tuo porco comodo, è pensare che qualunque cosa succeda, il sole splenda sempre, per te.
Ma soprattutto, l’attesa non conosce tempo.

Attesa di una vita insieme. Del tuo amore. Dell’unione di due anime in una sola.

Poi però succede qualcosa e muore qualcuno. Succede ogni giorno.
Il destino ti chiede se sei capace di morire senza che la tua vita sia considerata da te, completa. Senza aver raggiunto quel che vuoi, avendo dato lotta, fatica, sangue, dolore e amore.
Ma alla fine, cosa cambia? È bello o no questo viaggio?

Certo che sì. E la completezza non è lì, ma in te stessa, in quel piccolo centro di luce che batte nel petto, e che è tuo, tuo e di nessun altro.
Lì ci sei te,  c’è la vita.
Prima di unirla, devi conoscerla, amarla.
È questo, che sto cercando di imparare.
Assaporare la via che mi conduce, a te.
Anche attraverso questi attimi passati insieme, che da sempre, sono un eterno.

 

Con la fede nel cuore.
Mi sono accorta che Dio mi ha perdonato tutto, tranne che il momento in cui ho perso la fede in lui.
E che ho riconquistato solo la notte prima che tu mi richiamassi, addormentandomi pensando semplicemente che la cosa più importante della vita è la vita stessa.

Penso questo. Penso che in quel “Ti aspetto” c’è una promessa. Che potrei anche non mantenere. Che potrebbe anche rimanere sospesa. Ma non è così. La mia è una frase che comprende che tu ci sarai, tu sei, tu presenzi in me. E che non debbo far nulla affinché ciò accada perché alcune cose accadono comunque. È la vita che ti ci porta.

 

Come quando mi chiedo, e se non mi fossi mai sposata? Invece no, dovevo farlo. Non avrei mai saputo come sarebbe andata con mio marito. Non avrei mai avuto recriminazioni. Ero io piena di sensi di colpa. E con quelli, ci si può morire.
Già allora, io t’aspettavo. Ma sapevo che hai più strada da fare di me e io nel frattempo, dovevo vivere. Anche vivendoti, certo, perché domani è una scheggia di vetro sempre in bilico e se una cosa è certa, è che la vita è incerta sulla sua durata.

Forse a quel tempo ho sbagliato. Perché ho aspettato senza chiedere.
Oggi so che la mia strada ha una stella, e io la seguo.

Così continuo, a vivere.
Vivo perché devo assaporarti, fino al momento in cui noi saremo noi.
E chissà che da lì non nasca un’altra vita.

 

“Goditi il viaggio!” -  Sempre dal film Cars.

Se quel giorno non l’ho scritto, lo scrivo ora.

 
 
 

Post N°152

Post n°152 pubblicato il 30 Aprile 2009 da ballolentodelcuore

 

Non ho freddo in questo pallido mare.

Non sento musica.
Non odo rompersi i vetri.
 
Prati fioriti

di rose di carta.

 

Solo le stelle sono fisse, lassù.

Ballo nel cielo il valzer della Luna.
Come piuma, m’involo.
Leggerezza mi è sorella.

 

Questo, è quel che ho nel cuore.
Il resto è dolore, domande, preghiere e scuse che ogni giorno chiedo a Dio.
Domande, pensieri e tempo che chiedo per trovarli poi, in me.
Ve le risparmio, rasentano la follia.

C'è una canzone che dice "Io un amico lo perdono mentre a te...ti amo"
Ora so che voi lo farete. Perdonerete quest'assenza.
E lui, no.
Ma è così che dev'essere. L'unica cosa che accetto, in fondo, è l'Amore.

Io mi devo scusare con ciascuno di voi per quest'assenza che protraggo.
Ho un semplice motivo: questa situazione è più grande di me.
Non so neanche chi sono, oggi.

E la fede...è la fede la cosa a cui trengo di più e forse l'unica salda ancora in questo oceano.
Sto vivendo solo con quella.
Per favore,capitemi.

Bally

 
 
 

Post N°151

Post n°151 pubblicato il 22 Aprile 2009 da ballolentodelcuore

amore nel vento

Le mie radici sono colori impressi nel buio terreno dei ricordi, sommersi di soffice manto verde presente che assolve le stagioni, e vive del nuovo delle cortecce aggiunte e nel vecchio di quelle passate. E quelle passate sono così, chiare come la giovinezza dalla quale traggono linfa, vive di vera essenza. Perché senza un principio non c’è mai stato il resto.
Bello è saperti vivo, e sapere che per noi nessun tempo è mai esistito. Difficile è per me, oggi, scegliere. Calda di emozioni, convinta dell’ora e adesso, ho sempre preso le mie vie. Oggi  no, oggi voglio ascoltare bene il mio cuore. Lui c’è, ma come
il vento abita sul mare e fa fremere la superficie dell'acqua,in questo modo si manifestano gli effetti visibili, dell'invisibile,
non si vede. Perché non vuol essere responsabile delle mie decisioni, perché non vuol essere la persona a cui addebitare, domani, un peso del genere. E nei suoi panni farei lo stesso. Perché un domani chi rimane accanto a chi lascia una parte di sè non debba mai chiedersi  “se io non ci fossi stato, però, lei cosa avrebbe fatto?”.
Così mi trovo qui. A oscillare come acqua di vetro da un’anfora all’altra.
A chiedermi se non faccia del male a mio marito a non lasciargli vivere la sua vita.
A chiedermi se questa sua felicità nell’avermi a tempo determinato, sia sinonimo d’amore.
A chiedermi se non siamo che fratelli, sempre uniti ma mai abbastanza.
A chiedermi se lo stare bene insieme potrebbe essere un castello di felicità domani. Ma non può esserci felicità laddove il mio pensiero vola altrove.
A chiedermi quanti treni ho perso. A dirmi che la persona che amo, l’ho saputa riconoscere.

A chiedermi se dopo la confessione del mio amore fatta a Lui, non debba prendere le mie responsabilità lasciando la mia posizione presente con mio marito.
E poi, un domani, un figlio. Avevo 20 anni un giorno, mi ero appena lasciata con mio marito (all’epoca eravamo solo fidanzati) e rividi Lui. Parlando con un mio amico, in bicicletta,  dissi solo una frase.

“Io credo mi sposerò con un uomo e farò un figlio con un altro”.

Un figlio….tante volte ci ho pensato, tante volte non ho saputo immaginare mio marito che non c’è mai, che mi abbandona col sorriso per il suo lavoro, come padre. Ho invece, da sempre, immaginato Lui, che mi abbandona pur sempre per la sua libertà. Ma io l’accetto, perché accetto la sua natura.
E giorni, a chiedermi se ci si lascia solo perché si ha un altro che ci ami. Conta davvero aspettare questo?

Non sono convinta. E penso il contrario. Perché su una cosa non mollo.

Ai sogni ci si arriva, quello, sempre. Perché non muoiono mai.

Ma i sogni ci sono già adesso. Ogni mattina, al risveglio.

Mi chiedo se sapendo dove dimora la mia vita, io non debba andar da lei. Tutti i momenti che mi separano da lei sono solo scie di vita che non ricordo. La vera vita è quella che è arrivata in tanti intermezzi dell’altra vita, quella che tutti i giorni passo e trascorro in quotidianità. La vera vita è quella che si è impressa nella mia memoria poetica, quella che ha avuto la mia verginità mentale, quella che ti rimane come un tatuaggio. Sono le radici a tenere forte quando il vento e la tempesta scrollano le fronde.
Io ho fede in quel Dio che da sempre, c’è. So che quel che amo, avrò.
Ma non per questo, è tanto semplice.

 

Ballerini miei, scusatemi se vi trascuro. Non lo farei mai se fossi in me, se fossi capace di gestire queste mie domande.
La mia testa balla di decisioni, riflessioni e quel che vorrei è solo ascoltare il mio cuore.
Fino in fondo.
So che la decisione spetta a me. Ma come faccio senza il vostro aiuto?
Vi prego, non lasciatemi sola, vi prego.

 
 
 

I NOSTRI BALLI

Ti ricordi...quando ci davamo appuntamento qui sotto...???

 

SE MI UCCIDI, TI UCCIDO

"Quell'uomo aveva ucciso la cosa che amava,
E pertanto doveva morire.

Eppure ogni uomo uccide la cosa che ama,
Che questo lo sentano tutti:
Chi lo fa con uno sguardo amaro,
E chi con una lusinga,
Il codardo con un bacio,
Il coraggioso con la spada

Chi uccide il suo amore da giovane,
E chi lo uccide da vecchio;
Chi lo strangola con le mani della lussuria,
Chi con le mani dell'oro:
I più pietosi usano un coltello, perché
I morti si freddano così presto.

C'è chi ama troppo poco, chi troppo a lungo,
C'è chi vende e c'è chi compra;
Chi compie l'atto con molte lacrime,
E chi senza un sospiro:
Perché tutti uccidono la cosa che amano,
Anche se dopo non tutti muoiono."

Ballata del Carcere di Reading - Oscar Wilde

 
 

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