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Messaggi del 22/07/2020

Isola di Albarella....

Post n°3204 pubblicato il 22 Luglio 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riportato dall'Internet
Isola di Albarella,turismo slow nelDelta del Po

Andiamo alla scoperta dell'isola di Albarella, piccola

oasi nel parco del Delta del Po all'insegna del turismo

slow, tra Chioggia e Comacchio, nel comune di Rosolina

in provincia di Rovigo.

Albarella, protetta dal caos e immersa nel verde, è una

dimensione ideale per vivere un'esperienza di totale relax,

in cui contatto con la natura, animali liberi e silenzio

regnano incontrastati.

Una volta approdati (tramite il ponte che collega alla

terraferma) la sensazione è quella di entrare in un altro

mondo, meravigliosamente differente dalla vita di tutti i

giorni: 528 ettari di macchia mediterranea, 2 milioni di

alberi e 150 specie arboree diverse, tra cui il pioppo bianco

(il "Populus Alba" da cui l'isola prende il nome).

Albarella è habitat naturale di daini, fagiani, lepri, aironi,

falchi di palude, cavalieri d'Italia e garzette, ed il 100%

della sua superficie (sia terrestre che acquatica) è sotto

stretta tutela ambientale; una riserva della biosfera dell'Unesco,

la cui pace è preservata da una barriera varcabile solo da

chi possiede un permesso, limitando così gli ingressi.

L'isola è meta ideale per famiglie e per chi predilige il turismo

slow: qui i bambini sono liberi di giocare in totale tranquillità,

grazie al traffico pressoché assente ed alla velocità moderata

dei mezzi.

Non mancano gli itinerari da percorrere rigorosamente in 

bicicletta: da provare il tour che attraversa le Valli, e che conduce

al giardino botanico di Porto Caleri, dove ammirare le ultime

dune litoranee venete.

Inoltre, percorrendo le viuzze interne, impossibile non lasciarsi

conquistare dalla sua anima sportiva: campi da tennis, da

calcio, da golf, da beach volley, un centro ippico, piscine, un

campo per il tiro con l'arco, scuola di vela, windsurf e molto

altro.

Ma ciò che rende l'isola speciale è il progetto elaborato da

Augusto Zanella e Cristian Bolzonella, ricercatori dell'università

di Padova che puntano a portare l'intera struttura a zero emissioni

di CO2; iniziativa che trasforma questo luogo in un grande

laboratorio naturale a cielo aperto, per un rilancio del turismo

post pandemia in cui la parola d'ordine è "rispetto", in primis

dell'ambiente.

 
 
 

Una scoperta eccezionale....

Post n°3203 pubblicato il 22 Luglio 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riportato dall'Internet
Cercano il mostro del lago ma

fanno una scoperta pazzesca

Un team di sommozzatori e di ricercatori ha scoperto nel Lago

di Van, in Turchia,  un misterioso castello sommerso; una

sorprendente fortezza di 3000 anni fa (conservatasi perfettamente

grazie all'acqua alcalina), proprio nel cuore del bacino d'acqua

considerato dimora di un mostro leggendario.

Ed è stata proprio la curiosità suscitata dalla creatura a spingere il

fotografo e video grafo subacqueo Tahsin Ceylan - della Van Yüzüncü

Yıl University - ad organizzare la fortunata spedizione.

Da tempo si vociferava che, sotto le acque del lago, potesse nascondersi

qualcosa; tuttavia, la maggior parte degli archeologi ha sempre smorzato

gli entusiasmi, convinta di non trovare nulla.

Secondo i ricercatori l'enorme castello era la capitale all'antico regno di

Urartu, che agli inizi del primo millennio a.C. ha proliferato dall'odierna

Siria fino al Caucaso; la città fortificata sorgeva, infatti, proprio sulle rive

del lago, il cui livello  è cambiato radicalmente nel corso dei millenni, sino

a sommergere il maniero.

Va detto che nel corso della storia molti popoli si sono stanziati nei pressi di

questo bacino, considerato un "mare superiore" profondo antro di tesori e misteri.

Sembra intanto che le sorprese non siano finite: oltre al castello, il team di

Tahsin ha metaforicamente "riportato alla luce" anche i resti di una nave

turca affondata nel 1948, tombe dell'impero selgiuchide di 1000 anni fa

ed uno straordinario pavimento di stalagmiti che si estende per ben 4 km.

 
 
 

Notizie tartarughesche....

Post n°3202 pubblicato il 22 Luglio 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riportato dall'Internet

DEPOSITATE LE PREZIOSE UOVA

Le tartarughe marine amano le spiagge del Cilento

Le tartarughe marine amano le spiagge del Cilento

Marco MastrorilliMARCO MASTRORILLI1 SETTIMANA FA

Arrivano buone notizie in questi giorni dalle spiagge

del Cilento, dove nel tratto di costa che va da Eboli

a Camerota le tartarughe marine Caretta carett

a hanno scavato diversi nidi (al momento 8) depositandovi

il loro prezioso carico di uova.

Si tratta delle spiagge di Ascea, Caprioli di Pisciotta, Eboli,

San Mauro Cilento e per ultima quella di Palinuro.

Il monitoraggio delle avvenute nidificazioni è affidato ai

volontari dell'Enpa in collaborazione con il Centro Ricerche

Tartarughe Marine di Portici.

Gli attivisti dell'Ente Protezione Animali seguono da anni la

situazione delle spiagge, sia per quanto riguarda le nidificazioni

delle tartarughe marine, sia per gli spiaggiamenti dei cetacei.

Il lavoro dei volontari è estremamente importante per impedire

che le Caretta caretta vengano infastidite nella deposizione

e i nidi distrutti.

Non è, infatti, raro che questi rettili marini rinuncino a risalire

la spiaggia per deporre le uova se avvertono, per esempio, la

presenza dei bagnanti.

Per scongiurare il disturbo diretto, anche accidentale dei nidi,

 i siti vengono messi in sicurezza delimitandoli con paline e

nastro bianco.

Uno dei nidi, quello di Eboli, era stato scavato a soli due metri

dalla battigia e pertanto è stato traslocato e messo in sicurezza

dai biologi del centro A. Dohrn, dai volontari di NaturArt e

di Enpa Salerno.

Ora non resta che attendere la schiusa dei siti riproduttivi e il

ritorno in mare delle piccole tartarughe, ricordando che la loro

nascita avviene mediamente dopo 45- 65 giorni in funzione della

temperatura della sabbia.

In un mare che soffre per l'inquinamento e per la presenza

diffusa della plastica sentire che le tartarughe si riproducono

ancora sulle nostre spiagge è meraviglioso e se volete seguire

l'andamento dei nidi potete iscrivervi al Gruppo Facebook

Tartarughe marine in Campania.

Se ci troviamo da quelle parti, prestiamo molta attenzione. 

In caso di avvistamento chiamiamo 1530 della Guardia Costiera

e, nel caso di tracce, il Centro Dohrn 334 6424670

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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