Raggio di Sole

deliri vari

 

AREA PERSONALE

 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 21
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

E TI VENGO A CERCARE

E ti vengo a cercare

E ti vengo a cercare
anche solo per vederti o parlare
perché ho bisogno della tua presenza
per capire meglio la mia essenza.
Questo sentimento popolare
nasce da meccaniche divine
un rapimento mistico e sensuale
mi imprigiona a te.
Dovrei cambiare l'oggetto dei miei desideri
non accontentarmi di piccole gioie quotidiane
fare come un eremita
che rinuncia a sé.
E ti vengo a cercare
con la scusa di doverti parlare
perché mi piace ciò che pensi e che dici
perché in te vedo le mie radici.
Questo secolo oramai alla fine
saturo di parassiti senza dignità
mi spinge solo ad essere migliore
con più volontà.
Emanciparmi dall'incubo delle passioni
cercare l'Uno al di sopra del Bene e del Male
essere un'immagine divina
di questa realtà.
E ti vengo a cercare
perché sto bene con te
perché ho bisogno della tua presenza.

(Franco Battiato, da "Fisiognomica, 1988)

 

AMANDOTI

Amandoti
Amarti m'affatica mi svuota dentro
Qualcosa che assomiglia a ridere nel pianto
Amarti m'affatica mi dà malinconia
Che vuoi farci è la vita
E' la vita, la mia
Amami ancora fallo dolcemente
Un anno un mese un'ora perdutamente
Amarti mi consola le notti bianche
Qualcosa che riempie vecchie storie fumanti
Amarti mi consola mi dà allegria
Che vuoi farci è la vita
E' la vita, la mia
Amami ancora fallo dolcemente
Un anno un mese un'ora perdutamente
Amami ancora fallo dolcemente
Solo per un'ora perdutamente

(CCCP-CSI)

 

GEORDIE

Geordie

Mentre attraversavo London Bridge
un giorno senza sole
vidi una donna pianger d'amore,
piangeva per il suo Geordie.

Impiccheranno Geordie con una corda d'oro,
è un privilegio raro.
Rubò sei cervi nel parco del re
vendendoli per denaro.


Sellate il suo cavallo dalla bianca criniera
sellatele il suo pony
cavalcherà fino a Londra stasera
ad implorare per Geordie

Geordie non rubò mai neppure per me
un frutto o un fiore raro.
Rubò sei cervi nel parco del re
vendendoli per denaro.

Salvate le sue labbra, salvate il suo sorriso,
non ha vent'anni ancora
cadrà l'inverno anche sopra il suo viso,
potrete impiccarlo allora

Nè il cuore degli inglesi nè lo scettro del re
Geordie potran salvare,
anche se piangeran con te
la legge non può cambiare.

Così lo impiccheranno con una corda d'oro,
è un privilegio raro.

Rubò sei cervi nel parco del re
vendendoli per denaro.

 

Fabrizio de André

 

ESCHER

immagine

immagineimmagine

 

I SOLITI IGNOTI

immagine

immagine


immagine


immagine


immagine

 

 

« Brunetta, la replica all...Animal Farm »

L'esercito delle matricole ignoranti

Post n°301 pubblicato il 20 Settembre 2009 da valnerina
Foto di valnerina

Le incredibili lacune nei test per l'università

Molti non sanno chi fosse l'autore di "Delitto e castigo" e dov'è la penisola istriana

Ai test di valutazione iniziale, le matricole partono col piede sbagliato. Alla facoltà di Lettere di Firenze più di uno studente su due non supera la prova: molti non sanno il significato di parole come "velleità" o "procrastinare".

Alla facoltà di Ingegneria di Genova è passato soltanto il 45% degli studenti, mentre a Bologna la stessa percentuale, se ci fossero i voti, non prenderebbe neanche una stringata sufficienza.

A Economia, a Genova, la maggioranza è andata in crisi su quesiti apparentemente facili come "cos'è la Cgil?" e "cos'è Finmeccanica?". A Firenze, sempre a Economia, una matricola su quattro non raggiunge la sufficienza. A Palermo nel test di Giurisprudenza il 26% delle matricole ha debiti formativi da colmare nei prossimi mesi, a Bari non arriva alla sufficienza poco meno del 40% dei candidati che si sono appena iscritti a Scienze agrarie, forestali e Tecniche alimentari, mentre nei tredici corsi di laurea di Scienze matematiche, fisiche e naturali la media dice che circa il 30% non raggiunge la soglia minima della sufficienza. Va meglio il Politecnico di Torino dove è risultato carente in matematica il 15% degli oltre 4mila neodiplomati, mentre a Economia quelli che non hanno superato la prova sono un decimo.

I numeri da soli non bastano a fotografare il problema dell'impreparazione: per capire su che cosa "cadono" di più i ragazzi bisognerà analizzare nel dettaglio le risposte. Ma i primi risultati già evidenziano l'allarme: le difficoltà si concentrano spesso sulla povertà lessicale e sulla comprensione dei testi. "Siamo preoccupati - dice la preside di Lettere dell'ateneo fiorentino - quello che proponiamo non è un test culturale ma sulla comprensione di un brano e sulla grammatica. Se le matricole oggi non sanno dov'è il Mar Nero, pazienza. Glielo insegneremo strada facendo. Ma se non sono in grado di seguire quando parla un docente durante una lezione perché non conoscono il significato di certe parole, allora è più grave". Racconta il preside di Lettere alla Statale di Milano: "L'anno scorso, insegnando ai primi anni a Filosofia, chiesi chi avesse letto Proust. Alzarono la mano tre studenti su cento, e quasi nessuno aveva idea di chi fosse l'autore di "Delitto e castigo"".

Non si stupisce della débâcle nei test di valutazione il presidente dell'Accademia della Crusca. "Da tempo diciamo che la formazione per l'italiano è carente. Oggi la lingua ha una sua complessità. La si usa per sms, chat, blog, ma anche per tesi, relazioni, saggi, oltre che per parlare. Bisogna attrezzare i ragazzi a una mobilità in spazi linguistici diversi senza demonizzarne nessuno". I risultati negativi dei test di valutazione delle matricole non sono dovuti a scarso impegno e leggerezze. Lo dimostra il fatto che le difficoltà sono trasversali alle facoltà. Ed emergono anche in altre prove cruciali, dove il risultato del test è determinante per l'ammissione. Ad esempio a Palermo, nel questionario per l'accesso a Scienze della formazione, i più non hanno riconosciuto l'errore nell'attribuzione della "Nausea" a Moravia anziché a Sartre e
non sono stati in grado di indicare il Paese dove si trova la penisola istriana

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 
 

INFO


Un blog di: valnerina
Data di creazione: 25/09/2005
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

vladimiromajakovskijluigimastellone1966SuperfragilisticJappoman_07marisa.mongardinomargot6540lo_snorkiverde_anticomarsyyvalnerinaJesus0adwalter_morganoianzanomatteo_2009gianpiero.forzinetti
 
 

ROBERTO SAVIANO


 

ANNARELLA

ANNARELLA

Lasciami qui
Lasciami stare
Lasciami così
Non dire una parola che
Non sia d'amore
Per me
Per la mia vita che
E' tutto quello che ho
E' tutto quello che io ho
e non è ancora
Finita
Finita...

(CCCP-CSI)

 

LA CURA

La Cura

Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie,
dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via.
Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo,
dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai.

Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore,
dalle ossessioni delle tue manie.

Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce per non farti invecchiare.

E guarirai da tutte le malattie,
perché sei un essere speciale,
ed io, avrò cura di te.

Vagavo per i campi del Tennessee
(come vi ero arrivato, chissà).
Non hai fiori bianchi per me?
Più veloci di aquile i miei sogni
attraversano il mare.

Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza.
Percorreremo assieme le vie che portano all'essenza.
I profumi d'amore inebrieranno i nostri corpi,
la bonaccia d'agosto non calmerà i nostri sensi.

Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto.
Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono.

Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce per non farti invecchiare.

Ti salverò da ogni malinconia,
perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te ...
Io sì, che avrò cura di te.

(Franco Battiato, da "L'imboscata", 1996)

 

CIRANO

Cirano
Venite pure avanti, voi con il naso corto,
signori imbellettati, io più non vi sopporto!
Infilerò la penna ben dentro al vostro orgoglio
perché con questa spada
vi uccido quando voglio
.


Venite pure avanti poeti sgangherati,
inutili cantanti di giorni sciagurati,
buffoni che campate di versi senza forza
avrete soldi e gloria ma non avete scorza;
godetevi il successo, godete finché dura
ché il pubblico è ammaestrato
e non vi fa paura
e andate chissà dove per non pagar le tasse
col ghigno e l'ignoranza dei primi della classe.
Io sono solo un povero cadetto di Guascogna
però non la sopporto la gente che non sogna.
Gli orpelli ? L'arrivismo ? All'amo non abbocco
e al fin della licenza io non perdono e tocco.

Facciamola finita, venite tutti avanti
nuovi protagonisti, politici rampanti;
venite portaborse, ruffiani e mezze calze,
feroci conduttori di trasmissioni false
che avete spesso fatti
del qualunquismo un arte;
coraggio liberisti, buttate giù le carte
tanto ci sarà sempre chi pagherà le spese
in questo benedetto assurdo bel paese.
Non me ne frega niente
se anch'io sono sbagliato,
spiacere è il mio piacere,
io amo essere odiato;
coi furbi e i prepotenti
da sempre mi balocco
e al fin della licenza
io non perdono e tocco.

Ma quando sono solo
con questo naso al piede
che almeno di mezz'ora
da sempre mi precede
si spegne la mia rabbia
e ricordo con dolore
che a me è quasi proibito il sogno di un amore;
non so quante ne ho amate, non so quante ne ho avute,
per colpa o per destino le donne le ho perdute
e quando sento il peso d'essere sempre solo
mi chiudo in casa e scrivo e scrivendo mi consolo,
ma dentro di me sento che il grande amore esiste,
amo senza peccato, amo ma sono triste
perché Rossana è bella, siamo così diversi;
a parlarle non riesco, le parlerò coi versi.

Venite gente vuota, facciamola finita:
voi preti che vendete a tutti un'altra vita;
se c'è come voi dite un Dio nell'infinito
guardatevi nel cuore, l'avete già tradito
e voi materialisti, col vostro chiodo fisso
che Dio è morto e l'uomo è solo in questo abisso,
le verità cercate per terra, da maiali,
tenetevi le ghiande, lasciatemi le ali;
tornate a casa nani, levatevi davanti,
per la mia rabbia enorme mi servono giganti.
Ai dogmi e ai pregiudizi da sempre non abbocco
e al fin della licenza io non perdono e tocco.

Io tocco i miei nemici col naso
e con la spada
ma in questa vita oggi non trovo più la strada,
non voglio rassegnarmi ad essere cattivo
tu sola puoi salvarmi, tu sola e te lo scrivo;
dev'esserci, lo sento, in terra in cielo o un posto
dove non soffriremo e tutto sarà giusto.
Non ridere, ti prego, di queste mie parole,
io sono solo un'ombra e tu, Rossana, il sole;
ma tu, lo so, non ridi, dolcissima signora
ed io non mi nascondo sotto la tua dimora
perché ormai lo sento, non ho sofferto invano,
se mi ami come sono, per sempre tuo Cirano
.

Francesco Guccini

 

LA STRANA COPPIA

immagine

immagineimmagine

 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963