C'era una volta...
le fiabe sono solo dei ricordi d'infanzia o non sono piuttosto un codice da interpretare? Andiamo alla ricerca dei valori, dei miti, della storia profonda dell'umanità e dell'io che trasmettono.
Post n°127 pubblicato il 03 Giugno 2007 da regina_crimilde
Secondo l'interpretazione psicanalatica delle fiabe le relazioni familiari che esse rappresentano danno sfogo ai timori inconsci del bambino nell'affrontare e risolvere il complesso edipico.
La Fata come figura materna alternativa appare anche in Pinocchio, nel personaggio, appunto, della Fata Turchina che sviluppa le sue caratteristiche genitoriali solo nel corso del romanzo: all'inizio infatti viene presentata come una "bambina" e Pinocchio tende a considerarla una possibile sorella. Sulle FATE vedi anche il post Le fate oscure |
Spesso nelle fiabe c'è una contrapposizione tra la figura di una madre buona e una madre cattiva. Diventa quindi più facile separare nettamente le due facce della madre e inventarsi la MATRIGNA. E' il caso di Cenerentola - nella versione di Perrault - in cui la matrigna è sì negativa, ma opprime e asservisce la figliastra senza attentare alla sua vita. Quando si arriva a voler rappresentare il tentativo di figlicidio, allora anche la matrigna stessa si sdoppia, tanto grande è il tabù. Leggete anche gli altri post sulla figura della madre nelle fiabe:
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Post n°124 pubblicato il 13 Maggio 2007 da regina_crimilde
Le mille e una notte è indubbiamente il classico della letteratura araba più famoso e conosciuto in assoluto. E' un’opera vastissima, contenente fiabe, favole, novelle borghesi, racconti popolari di argomento fantastico o realistico, tutti inseriti in un racconto-cornice, elaborati in luoghi e tempi diversi ma che si collocano tutte all'interno del mondo islamico del Medioevo, con un riferimento costante alla città di Baghdad. Inizialmente tramandate oralmente, da un punto di vista temporale si ritiene che la prima stesura organica sia collocabile attorno al X sec. La raccolta viene fittiziamente inserita in un racconto-cornice che è una fiaba in sé stessa. |
Post n°123 pubblicato il 09 Maggio 2007 da regina_crimilde
Due curiosità tolkeniane: Qui c'è una scherzosa proposta di canonizzare J. R. R. Tolkien, con già santino incluso: La seconda: ho trovato on line la trascrizione della prima intervista a Tolkien del post precedente. La pubblico qui, per coloro che avevano curiosità di capire meglio le parole del grande scrittore circa la sua stessa mitologia:
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Post n°122 pubblicato il 23 Aprile 2007 da regina_crimilde
Segnalo a tutti gli appassionati che su YOUTUBE è possibile vedere alcuni filmati con interviste a Tolkien. |
Post n°121 pubblicato il 11 Aprile 2007 da regina_crimilde
Oggi voglio dedicarvi un post "leggero". Ariete: Cappuccetto Rosso Toro: Hansel e Gretel Gemelli: Pollicino Cancro: Biancaneve e i Sette Nani |
Post n°120 pubblicato il 07 Aprile 2007 da regina_crimilde
"Prendete una focaccia, un'arancia d'oro, un ranocchino, una serpicina, un uovo nero, tre anelli, e magari altre cose strane; portate tutte queste cose con voi e vedrete che da questi oggetti nasceranno mille fiabe e quando non ve ne verranno in mente altre allora procuratevi un mortaio. (Luigi Capuana) |
Post n°119 pubblicato il 31 Marzo 2007 da regina_crimilde
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Il dramma del figlio preferito che tanta materia ha fornito al mito e alla fiaba, probabilmente non dà conto solo di un problema delle relazioni familiari, ma di un conflitto sociale o, ancora più indietro nel tempo, tribale, legato ai meccanismi della trasmissione del potere da una generazione all'altra. La ereditarietà per linea diretta di sangue, infatti, non è un meccanismo riconosciuto come leggittimo da parte di tutte le società. Anzi, si pensa sia piuttosto una tarda acquisizione di gruppi sociali che tentano, attraverso un meccanismo ripetibile nel tempo, di superare conflitti e lotte sanguinose che si riproponevano ad ogni cambio generazionale. Dietro la preferenza di un figlio su un altro, quindi, si nasconde spesso la prevalenza di un certo sitema sociale o di un gruppo tribale su un altro. Caino è il primogenito, Abele il secondo, ma contrariamente ad una aspettativa di successione legata al maggiorascato, Dio preferisce Abele. E non c'è alcuna spiegazione di questa preferenza. Una vicenda che sembra ripetersi in quella di Esaù e Giacobbe, l'uno cacciatore e nomade, preferito dal padre; l'altro dedito ad uan vita stanziale e preferito dalla madre: Nelle fiabe che hanno una origine relativamente più moderna, invece, il contrasto nascosto sotto la preferenza di un figlio sull'altro sembrea rientrare in conflitti di potere all'interno di una famiglia in cui già il passaggio della erdità avviene per linea di sangue.
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A chi vorrà bene mio padre (o mia madre)? Questa sembra essere una domanda che perseguita la relazione familiare e di conseguenza anche quella sociale, dall'inizio della storia dell'umanità. Molte fiabe rispecchiano questa terribile rivalità, inconscia o conscia, fra fratelli. E questa terribile responsabilità da parte dei genitori, di accordare palese o nascosta preferenza ad uno dei figli. Ma anche nei grandi classici la rivalità di fronte ad un padre dispensatore di giudizio è rimasto un tema fondamentale: da Re Lear di Shakespeare, ai Fratelli Karamazov di Dostojevski. E non a caso la parola "beniamino" deriva dal nome di uno dei figli del patriarca Giacobbe, il più piccolo. |
Post n°113 pubblicato il 11 Febbraio 2007 da regina_crimilde
Spesso nelle fiabe ricorre i tema del sonno o della morte apparente. Rosaspina, la Bella Addormentata, cade nel sonno centenario dopo essersi punta con il fuso. In Cappuccetto Rosso c'è un'altra morte apparente, perché dalla pancia del lupo la bambina e la nonna riemergono intatte (secondo Perrault; per i Grimm invece sono morte e basta). Nella Bella e la Bestia, è da una quasi-morte dolorosa e tristissima che il mostro risorge in uomo. Ma anche in fiabe meno famose il sonno ricorre come stato di passaggio, tra due fasi della vita del protagonista. E che si tratti di un evento felice è dimostrato dal fatto che questo ritorno dalla morte non ha mai, nelle fiabe, i connotati del mostruoso o del "perturbante" come chiama Freud l'invasione del macabro nella vita quotidiana. |
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Il dossier di questo numero è dedicato a "Fiabe di ieri e di oggi".
C'è anche un articolo di Regina Crimilde sulla figura della madre: UNA MADRE DA FAVOLA
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