Creato da ciacii il 17/10/2007

La Ciaci

Le storie della Ciaci

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ANGELO

 

RESPIRO

Respiro la vita attraverso i tuoi occhi.
Bacio il tuo  cuore sulle tue labbra.
Vedo i colori del cielo con le tue mani.
Riposo sereno sul tuo seno.
Sento il mio amore con i tuoi occhi.
Amo la forza della tua vita
che mi fa vivere.
Dentro te.

(Guidopardo1)

 

TRUCCO

 
 

STUPIDA

Che stupida che sei
tu non impari mai
il tuo equilibrio è un posto
che tu passi e te ne vai
e più stupida di te
sappi non ne troverai

quelle tue paure inutili
non finiranno…
Ma che stupida che sei
stupida un’altra volta
che parli ad uno specchio
e mai alla persona giusta
e da stupida che sei
tu non farai mai niente
sei una persona tra la gente ma
la gente mente sempre
imparare da sempre
camminare da sempre
e non capirai niente
hai sbagliato da sempre
ed è inutile adesso
che ti guardi a uno specchio che non sa chi sei
a uno specchio che non sa chi sei.
Che stupida che sei
che non ti sprechi mai
le tue poesie sono coriandoli
che non seminerai.
Se poi per ironia
prendessi quota
partendo da un palazzo punteresti in alto
ma che stupida che sei
stupida un’altra volta
nuda di fronte a uno specchio
e mai alla persona giusta
e da stupida che sei
fai pure finta di niente
lui si riveste soddisfatto
e intanto sai che mente
sempre imparare da sempre
camminare da sempre
e non capirai niente
hai sbagliato da sempre
ed è inutile adesso
che ti guardi a uno specchio che non sa chi sei
a uno specchio che non sa chi sei
stupida
stupida…
Hai sbagliato da sempre
ed è inutile adesso
che ti guardi a uno specchio che non sa chi sei
a uno specchio che non sa chi sei…
una stupida.

 

COMMENTI

Post nr. 33: l'ultimo incontro

E' veramente notevole e viva la tua capacità di raccontare per sensazioni. Sicuramente tra le migliori cose che ho letto in giro per blog negli ultimi mesi

il_ramo_rubato

 

QUANTI SIAMO?

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...

Ogni medaglia ha sempre due facce, quella principale con il decoro e quant'altro e quella con la semplice scritta dell'evento. Noi ogni volta che guardiamo la medaglia ci fermiamo solo su quello che ci piace, ovvero solo sul decoro o solo sulla scritta. Spesso dimentichiamo che quella medaglia va oltre il decoro e l'evento. Quella medaglia quando ci è stata consegnata ci ha dato gioia. 

(Santiago2008)

 

ATTRICE DI IERI

camminavi al mio fianco e ad un tratto dicesti

"tu muori se mi aiuti son certa che io ne verrò fuori"

ma non una parola chiarì i miei pensieri

continuai a camminare lasciandoti attrice di ieri

(Battisti)

 

OHHH

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ancora profumi...

Post n°104 pubblicato il 17 Agosto 2010 da ciacii


Posso non sentirti.
Posso non vederti.
Posso anche emozionarmi per qualcun altro... per ore, giorni, mesi... ma sono solo istanti.
Con te ho conosciuto l'infinito, forse chiamato amore.
Con te ho conosciuto l'appartenenza... del cuore e dell'anima.
Quando chiudo gli occhi e sento il tuo profumo, il mio cuore si sente a casa.

 

 
 
 

Profumi di parole

Post n°103 pubblicato il 17 Agosto 2010 da ciacii


La notte è fresca e ispiratrice di versi.
Beatrice è curiosa, cerca e scopre l'essenza delle persone.
Cammina e osserva, fantastica e si compenetra negli sguardi, come un filo sottile si insinua nelle menti altrui, scorre nelle loro vene e raggiunge il cuore.
Si ferma, seduta come una leggiadra donzella in riva al fiume, intenta ad osservare il ritmo dello scorrere delle sue acque.
Il suo cuore è una spugna.
Ora assorbe gioia, ora dolore.
Non fa differenza, l'importante è emozionarsi.
Un lieve e debole canto di dolore si leva dal cuore di una bambina di un tempo.
Una sua amica, ora donna, che per la seconda volta è costretta a subire il dolore della perdita dell'amore.
La materia se n'è andata, l'anima resta e aleggia tra le sue giornate.
C'è chi crede che morire sia come sparire dietro una curva. I passi si odono ancora, solo non si vede la persona.
Beatrice riflette.
Per lei il contatto è fondamentale. I ricordi non bastano.
Un caldo e dolce profumo di gioia si sprigiona dal cuore di una bambina di un tempo.
Una sua amica, ora donna, sta vivendo la magia del corteggiamento amoroso.
Sguardi, contatti fugaci, mani che si sfiorano, piccoli brividi di piacere lungo la schiena.
C'è chi crede che l'amore faccia sentire vivi.
Beatrice riflette.
Per lei l'amore è un'entità indefinita, forse sconosciuta, ma l'innamoramento è vita, stimoli, linfa.
Beatrice si alza. Raccoglie una margherita, l'annusa, chiude gli occhi per qualche istante.
Immagina il profumo del fiorellino appena colto.
Sa che se aprisse gli occhi si preoccuperebbe di osservarne i petali, lo stelo e non si curerebbe del profumo.
Chissà a cosa serve questo fiore.
Alle api?
Chi se ne nutre?
Che sapore ha?
Che profumo ha veramente?
Beatrice apre gli occhi, abbassa la mano.
Tiene la margherita delicatamente tra le dita per non rovinarla.
Cammina scalza seguendo i suoi passi con lo sguardo.
Si muove lenta lungo la riva del fiume.
Non sa bene dove la condurrà la via e neanche se lo chiede.
Semplicemente cammina.
E sorride.
Una brezza leggera si è levata e le soffia tra i capelli.
Il vestito si alza fin sopra le ginocchia.
Sorride al pensiero di scoprirsi.
Continua a camminare sull'erba umida.
Quante altre margherite vi sono e quante ne calpesta.
Ma la sua margherita è sempre lì, tra le sue dita.
La sente, senza vederla.
La fa rotolare delicatamente tra l'indice e il pollice e sorride.
"Chissà come girerà la testa alla mia margherita!" pensa divertita.

L'innamoramento: nuovi stimoli, nuove passioni, nuovi profumi, linfa vitale.
L'amore: la passione, il tuo profumo, tu il mio fiore, io il tuo fiore.
Ho chiuso gli occhi e ho sentito il profumo.
E' il tuo profumo. Sei tu.
Non importa se me lo sono solo immaginato, da sempre.
In silenzio, da sempre, ti sono accanto.
In silenzio, per sempre, il mio cuore sarà tra le tue dita.



 
 
 

certe cose...

Post n°102 pubblicato il 01 Agosto 2010 da ciacii

...L'amore è bensì una nebbia sollevata con il fumo dei sospiri e se questa si dissipi è un fuoco che sfavilla negli occhi degli amanti e se sia contrariato non è che un mare nutrito dalle lacrime di quegli stessi amanti. E che cos'altro può mai esser l'amore se non una follia molto segreta, un'amarezza soffocante e una salutare dolcezza...William Shakespeare

 

Imcomprensibile, difficile, complicato... come una frase lasciata cadere leggera su un foglio pregno di insulse parole, di stupidi giochi, di sensi mancati.

Tra le righe.
Lèggere tra le righe è il segreto della comprensione, apparentemente incomprensibile ai molti, ma chiara e lampante a chi deve, dovrebbe, dovrà capire.

Soffici come nuvole di panna, immobili, ma sempre in movimento, impercettibili mosse, corse al rallentatore verso il punto di incontro, così le parole scorrono nelle mie vene.
Le tue parole, le sue parole, fatte tue, per gioco, così come per gioco e giocando ci siamo incrociati, amati, assaporati, vissuti, confusi e fusi.
Le nostre anime, i mostri cuori, le nostre menti.
Noi, segreti, soffocanti, dolci e amari.

Ora è ancora adesso, è ancora ieri e sarà ancora domani, nel fuoco della passione, nella nebbia dei sospiri, nel mare delle lacrime...che si trasformeranno in diamanti.

Certe cose le si capiscono.
Certe cose le si sanno.
Certe cose le si son sempre sapute.

 

 



 
 
 

del senso, dei sensi

Post n°101 pubblicato il 09 Maggio 2010 da ciacii



Francesca sfiora il foglio con le dita.
Sente l'energia delle parole entrarle dentro le vene.
Correre all'impazzata fino a giungere al cuore.
Ha gli occhi chiusi e respira profondamente.
Riesce persino a percepirne il profumo di un campo in fiore.
E vola. Vola da lui.
Le sue parole vivono, sono calde, dolci, leggere e profumate.
Cosa non fa la mente!
Le stesse parole scritte da chicchessia non sortirebbero in lei lo stesso effetto.
Ma le sue, oh le sue parole sono magia pura.
Inebriata, si stende sul letto, il foglio appoggiato sul petto, all'altezza del cuore.
Fissa il soffitto bianco. Il battito del cuore accelera.
Vorrebbe piangere, ma non riesce. Non una lacrima righerà il suo volto finchè gli occhi resteranno aperti.
Francesca lo sa che se li chiude è la fine.
Quelle parole si impossesseranno di lei e comincerà a sognare.
Sognare di essere tra le sue forti braccia, di lasciarsi andare, di affidarsi al quel giovane uomo, custode del suo cuore.
Un cuore prigioniero della razionalità, delle mille paure, delle sbagliate priorità.
Non ci son catene più resistenti di quelle che pone la mente.
"Vorrei, ma non posso" quante volte si è ripetuta questa sentenza?
Quante volte si è nascosta dietro questa scusa?
E il tempo passa, corre inesorabile verso la vita che non c'è.
La vita si sgretola fra le sue mani come un castello di sabbia lasciato asciugare al sole.
I desideri si spengono, i sogni sono solo ricordi lontani di una gioventù passata a sognare di vivere una vita piena.
Tante vite, diverse vite.
Sognare di fare così o cosà.
Sperare di incontrare questo o quello.
Desiderare di ottenere tanto e più.
Porsi diversi obiettivi e mutarli in base al corso degli eventi.
Una vita confusa, indecisa e paradossalmente razionale.
Cosa cambia se chiude gli occhi e piange?
Francesca lo sa che realizzerebbe solo un sogno.
Il sogno di un sogno.
E una volta riaperti gli occhi, tutto sarebbe come prima.
Fuori e dentro di lei regna l'immobilità, la staticità degli oggetti, degli esseri viventi, degli organi vitali che le permettono di respirare, camminare, lavorare, ridere e piangere, ma che non le permettono di raggiungere il suo sogno.
Incatenata, pesante e vuota, Francesca si alza dal letto, si siede al tavolo in cucina, posa il foglio sul tavolo, lo guarda con tenera pietà e lo piega in più parti.
Persino gli sorride e quasi si sente sciocca.
Con le mani lo appiattisce, accarezzandolo con forza, in un gesto meccanico.
Schiaccia, preme e comprime il foglio, come se volesse che le parole perdessero tutta la loro magia, il loro effetto su di lei.
Incatena anche il foglio e, con lei, lo fa ripiombare nell'oscurità, nelle tenebre di una vita vissuta in parte, sprecata a dare un senso senza usare i sensi.
Si accende una sigaretta, accende il computer e ritorna ad essere la Francesca di sempre.
Cosciente che su un foglio, da qualche parte, è scritta la sua vera vita, riprende a recitare la sua sopravvivenza e a fingere di essere chi non è mai stata e sarà per sempre.



 
 
 

delle promesse non mantenute

Post n°100 pubblicato il 13 Aprile 2010 da ciacii


Mi fermo e respiro.
L'affanno si è impossessato di me.
Il cuore batte all'impazzata.
Un brivido pervade il mio corpo.
Mi guardo intorno.
Qualcuno mi segue, ma forse è solo una sensazione.
Eppure è tutto così reale.
Lo sento vicino, ti sento vicino.
Il respiro si sdoppia.
Chiudo gli occhi e ascolto.
Sento il tuo respiro sul mio volto.
Il soffio del tuo desiderio di me.
Hai promesso a te stesso.
Ho promesso a me stessa e mi son ripromessa.
Sei dentro di me.
Sono parte di te.
Anche se non ci apparteniamo.
Ho promesso: ci avrei provato. Per te farei questo e altro.
E così non ho mantenuto la mia promessa.
Io no, ma il cuore....
Il cuore non ragione. Il cuore esegue, va... scrive.
Il cuore esprime il desiderio di vederti arrossire,
di percepire il brivido che pervade il tuo corpo nel leggere.
Il mio cuore desidera colmare il tuo, fosse anche solo per pochi minuti.
Nutriti di me e sogna.
Continua a sognare.
Io continuerò a non mantenere le mie promesse.

 

 
 
 

avrei voluto

Post n°99 pubblicato il 28 Settembre 2009 da ciacii

 

 

Avrei voluto avere scopi nella vita.
Avrei voluto sognare da bambina e lottare da grande.
Avrei voluto avere degli ideali in cui credere e per cui morire o semplicemente vivere.
Avrei voluto credere in Lui e avere la Fede.
Avrei voluto fidarmi di un uomo e affidarmi.
Avrei voluto vivere di notte, quando il cibo non mi interessa e le idee proliferano.
Avrei voluto trovare degli scopi nel prossimo, nell'essere umano.
Avrei voluto piangere di giorno e dormire la notte.
Avrei voluto avere degli stimoli per non sopravvivere fino al giorno dopo.
Avrei voluto avere la forza di accettare i miei difetti e riconoscere i miei pregi
Avrei voluto avere il coraggio di agire e non solo reagire.
Avrei voluto passare una giornata spensierata dopo tante di mille pensieri.
Avrei voluto saper ascoltare il silenzio.
Avrei voluto gustarmi la pace dell'assenza di suoni senza essere vigile in cerca di un rumore.
Avrei voluto non aspettare quel qualcosa che verrà.
Avrei voluto sapere cosa voglio e non cosa non voglio.
Avrei voluto avere un motivo per farla finita.
Avrei voluto prendere esempio dai miei genitori.
Avrei voluto donare gioia.
Avrei voluto avere la passione, per amare.
Avrei voluto avere la rabbia, per odiare.
Avrei voluto avere un cuore per soffrire.
Avrei voluto avere meno testa per pensare.
Avrei voluto giocare da bambina.
Avrei voluto fare cose senza senso.
Avrei voluto dire "mi piace la mia vita".
Avrei voluto non nascere, per vivere così.
Avrei voluto avere uno scopo nella vita, almeno uno.


 

 
 
 

se...

Post n°98 pubblicato il 13 Settembre 2009 da ciacii

 



Se quel giorno, nella città piu' bella del mondo, che vedi e puoi muori, B.S. Si fosse presentato alle 15,00, Eleonora sarebbe morta.
La morta sarebbe sopraggiunta istantanea, fulminea. Una morte purificatrice.
Gli occhi si chiudono, il respiro manca e il cuore cessa di battere.
Un primo vagito "ciao".
Un sorriso.
Un bacio.
Il bacio.
Quel bacio lungo un'attesa di quasi due anni.
Dapprima lieve. Le labbra di B.S. si posano su quelle di Eleonora e restano immobili.
Si respirano.
La quiete dopo la tempesta.
Il paesaggio surreale che vive in questo momento dentro di loro è come una fotografia.
Uno scatto.
Le braccia si muovono veloci intorno ai loro corpi e stringono con forza.
Le loro bocche premono l'una contro l'altra.
Sinuose le loro lingue si muovono e si snodano per raggiungersi, toccarsi, unirsi.
Erano così vicini.
Si sono annusati, respirati, sfiorati. Eleonora è riuscita persino a sentire il suo calore, il suo profumo.
Il profumo del suo desiderio.
L'ha riconosciuto perché era uguale al suo.

E' mattino presto. Il sole si è già svegliato e illumina il pallido cielo azzurro.
Dalla parte opposta del suo cielo vede la luna.
Le sembra una magia. Sole e luna, uno di fronte all'altra.
Si vedono, si guardano, ma non si toccano.
Al pensiero di questa apparente vicinanza, Eleonora si rattrista. La magia svanisce.
La fredda razionalità che caratterizza Eleonora, la riporta alla triste realtà.
Lui non c'è.
Lui non c'era.
Eppure non avevano desiderato altro che vedersi e incontrarsi.
Si sente come Persefone che fu rapita da Plutone, il dio degli inferi, che la portò con sé.
Per sei mesi all'anno poteva risalire in superficie e così era la dea agreste.
Per altri sei mesi ritornava a vivere negli inferi e si trasformava in donna cupa e fredda.
Eleonora è tornata negli inferi.
Con la tremenda sensazione di non tornare più in superficie.
Senza di lui non c'è luce, vita, neanche la luna.
Le rimane solo il buio e il rumore assordante del suo silenzio.



 
 
 

desideri

Post n°97 pubblicato il 12 Agosto 2009 da ciacii


Improvvisamente il sole prese a calare velocemente.
E il cielo si oscurò.
Piccole stelle cominciarono a brillare nella volta celeste.
Si accendevano una dopo l'altra.
Eleonora riuscì a distinguere persino la Via Lattea, poi il Grande Carro, la Stella Polare.
Il dolce suono di una musica faceva da sottofondo allo spettacolo, miracolo della natura, che si stava per verificare.
Una lacrima rigò il suo viso.
Una delicata brezza rinfrescava la sua schiena, come lievi carezze di un tenero amante.
Il collo le doleva, ma non voleva perdersi quella meraviglia nel cielo.
Eccola!
Puntuale arrivò una pioggia di Perseadi.
Quanti desideri poteva esprimere?
Quanti ne voleva esprimere?
Gli occhi non facevano in tempo a seguire la caduta di una e poi di un'altra stella.
Un vortice di pensieri le affollò la mente.
Non riusciva a ragionare.
Non riusciva a vedere.
Non riusciva a sentire.
Quanti desideri voleva esprimere, tuttavia si concentrava sul dolore al collo.
La posizione scomoda le impediva di parlare.
Le mani sotto il collo. La mano sotto il collo.
L'altra fuori uso, ingessata.
Il leggero russare di una bimba in braccio alla madre prevaricava il suono della musica.
Arianna e Teseo.
Plutone e Proserpina.
Keplero e Galilei.
Un intreccio di amori, morti e costellazioni.
Finzione e realtà.
Mitologia e Stelle.
Desideri e sogni.
Illusioni.
Giorni e anni che si ripetono.
La terra incontra la scia delle Perseidi in un lasso di tempo che va dal 10 al 14 di agosto.
Ogni anno.
Speranze e attese che si ripetono, ogni volta.
Che siano illusioni che durano un'ora, o poco più, o una vita intera, si ripetono, iniziano e finiscono.
La vita è un ciclo.
E' un'ellisse intorno al sole che si ripete.
L'amore è un'illusione.
Il desiderio di un sogno lungo una vita.
O il desiderio di una vita lunga un sogno.
Non importa se dura un'ora...
...sempre di rappresentazione si tratta.


 

 
 
 

La Ciaci

Post n°96 pubblicato il 09 Luglio 2009 da noraa66

 



Le parole della Ciaci fanno male.
Le parole della Ciaci fanno male prima di tutto alla Ciaci stessa.
Lei le scrive di getto, ma sono riflessioni sue.
A volte dedicate intimamente a qualcuno, spesso a se stessa.
La Ciaci fa aprire gli occhi.
La Ciaci fa riflettere.
La Ciaci insegna.
La Ciaci fa star bene.
La Ciaci fa star male.
La Ciaci soffre.
La Ciaci piange.
La Ciaci gioisce.
La Ciaci vive.
La Ciaci muore ogni giorno.
La Ciaci rinasce il giorno dopo.
La Ciaci non cerca nessuno... Forse solo se stessa.
Io la odio la Ciaci, la odio quando vuole interpretare tutto e tutti.
Quando vuole scrutare gli animi altrui.
Quando vuole sezionare i cuori altrui.
La Ciaci è una strega.
Una strega per amore.
Per tutti gli amori vissuti, mancati e giocati.
La Ciaci è il tutto e il niente.
E' il vuoto che colma.
E' il colmo del vuoto.
La Ciaci è l'esatta contraddizione della Ciaci.
Dolce e spietata.
Sensibile e dura.
Schietta e misteriosa.
Luce e ombra.
Santa e puttana.
La Ciaci è solamente la Ciaci.
Da amare o diare.
Prendere o lasciare....



 
 
 

le donne

Post n°95 pubblicato il 08 Luglio 2009 da ciacii

 

Le donne...
quelle che sanno
spiegarti l'amore
o provano almeno
a strappartelo fuori
e quelle che mancano
sanno mancare
e fare più male


Le immagini del concerto del Liga scorrono al buio della sua stanza.
E' notte e Eleonora è già a letto, gioca con il suo cellulare.
Ascolta, non guarda il televisore.
La finestra della camera è spalancata e la pioggia fa rumore.
Scende a scroscio, è un bellissimo temporale con lampi lontani che illuminano il cielo plumbeo.
Il Liga canta, Eleonora le conosce tutte le sue canzoni anche se non si è mai comprata un suo CD.
Nel buio della notte e del temporale, un puntino luminoso nel cielo attira la sua attenzione.
Si alza e corre alla finestra per vedere meglio.
Una stella.
In un cielo livido, cupo e minaccioso, una piccola stella brilla.
Eleonora allunga la mano incerta e la prende.
La tiene vicino al viso nei palmi delle mani, per osservarla meglio.
Pulsa, sembra morente, ma respira ancora.
"Piccola Stella, cosa ci facevi tutta sola lassù in mezzo a quei nuvoloni carichi di odio?"
La piccola stella dischiude le labbra, abbassa gli occhi, si sente in imbarazzo.
"Piccola Stella, non aver timore di parlarmi... Ti ascolto, puoi fidarti di me" la tranquillizza Eleonora.
La piccola stella muove le palpebre, le lunga ciglia nere, folte e soffici lasciano spazio a due occhi grandi.
Due occhi castani e verdi, che con la luce diventano ancora più verdi.
Sono anch'essi due stelle.
I loro sguardi si incrociano.
La piccola stella respira piu' profondamente, vuole dire qualcosa.
Eleonora la fissa. I suoi occhi si stanno riempiendo di lacrime anche se non sa bene perché.
Anche gli occhi della piccola stella si riempiono di lacrime.
Eleonora attende, non vuole sollecitare oltre una risposta.
Le lacrime rigano i loro volti, ma un sorriso nasce sulle labbra di Eleonora.
La piccola stella chiude gli occhi e un soave suono esce dalla sua bocca.
Una voce flebile e dolce, una carezza per le orecchie, nonostante il significato delle parole sia pesante come un macigno.
"Mi sono persa.... Tanto tempo fa. Sono una piccola stella, volevo brillare come tutte le altre e stare tranquilla nel firmamento, ma un giorno mi sono accorta che non avevo intorno altre stelle come me. Ero in mezzo a tante meteore. A sassi e rocce. Non erano stelle, non brillavano..."
"E allora cos'erano?" Chiede Eleonora stupita.
"Non lo so, ma non importa cosa fossero le altre... Io ho capito che mi ero persa, che non ero nel mio cielo..."
"Ma esiste un solo cielo, piccola Stella! Com'è possibile?" la riprende Eleonora.
"Non lo so! So solo che ho incontrato tanti pianeti, di tutte le forme e grandezze. Mi fissavano, mi scrutavano e mi seguivano. Io ero la loro guida. Li conducevo verso la luce grande, il calore, la vita.
E loro così imparavano la strada, mi salutavano e camminavano da soli, sicuri e forti...."
Eleonora ascolta con attenzione e la bocca dello stomaco comincia a stringersi.
"E poi?" chiede Eleonora.
"Poi ne ho incontrati altri, che ho cercato di guidare, di insegnar loro la via, ma erano senza speranza e così li ho lasciati andare per la loro strada..."
Eleonora comincia a respirare a fatica. Si sta agitando e esorta la piccola stella a proseguire nel racconto.
"Finchè un giorno mi son ritrovata da sola... Nessun pianeta, nessuna meteora, nessun sole. Solo il buio a farmi compagnia."
Gli occhi della piccola stella si aprono nuovamente, le lacrime scendono copiose.
Come se si stesse guardando allo specchio, Eleonora riconosce quegli occhi nei suoi.
Con un dito raccoglie una lacrima dal viso della piccola stella e la assaggia.
Ha lo stesso sapore delle sue lacrime.
Eleonora stringe la piccola stella fra le mani, come in un forte abbraccio.
"Non preoccuparti, piccola Stella, di non avere il tuo cielo, perché sei tu il tuo stesso cielo, il tuo mondo, il tuo universo.
Tu devi brillare e continuare ad attendere. Un giorno, vedrai, che passerà un pianeta che cercherà in Te la luce, la Tua luce e vivrà di essa.
Brillerà e ti donerà a sua volta luce, vita, calore."
Eleonora fa fatica ad essere convincente, ma la piccola stella la ascolta con attenzione.
"Vedi, ci sono stelle che brillano così tanto, volutamente per abbagliare e i pianeti ci cascano. Le vogliono, le desiderano, le prendono. Poi loro li usano e li abbandonano sfiniti.
E questi piangono e le rimpiangono. Ma in realtà piangono e rimpiangono solo gli abbagli..."
Eleonora è un fiume in piena, e prosegue
"Invece tu sei una piccola stellina guida, tu sai trasmettere, insegnare, condividere la luce... La Tua luce che a volte sembra strana, offuscata, o spenta, ma c'è, è reale."
Come per incanto la luce della piccola stella si fa più forte e calda.
Eleonora sente le mani bruciare, istintivamente le apre, e lascia cadere la piccola stella.
Sobbalza, preoccupata di averle fatto del male.
Un suono più forte proveniente dal televisore distoglie il suo sguardo, si gira di scatto.
Il Liga sta cantando un'altra canzone.
Piccola stella senza cielo.
Eleonora guarda verso il pavimento. Niente. La piccola stella non c'è.
Volge lo sguardo verso la finestra aperta e vede la pioggia scrosciare forte. Sembra ci sia la nebbia.
Ma nessuna traccia della piccola stella.
Ritorna a sdraiarsi sul letto, si infila sotto il lenzuolo, fissa il soffitto e piange.
Non sta piangendo per la perdita della piccola stella. Sta piangendo per se stessa.
Per non essere un donna che sa mancare e fare del male.
Per essere anche lei, una piccola stella senza cielo.


 

 
 
 

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...

Ti guardo con il mio desiderio
mentre dormi serena.
Senza svegliarti vorrei

odorare il profumo dei tuoi capelli,
lambire il candore dei tuoi seni,

passare la mia mano

nel tepore tra le tue gambe.

No, non svegliarti, ti prego!

Come potrei altrimenti,

confessarti che mi perdo

nella voglia di te?

Come potrei osare,

con le mie labbra sulle tue,

dirti che ti amo?

(Guidopardo1)

 

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Sulla tua pelle morbida
scivolano le mie parole
e come gocce stillano sul tuo seno.
La mie labbra vogliose
lambiscono il tuo ventre.

Le mie dita come ali

sfiorano le tue fragranti cosce.

Riveli a me ogni tuo mistero
finalmente aperta e indulgente.
Ti osservo intimorito:
tanta disponibilità

potrei ferirla con l’egoismo.
Ed io non voglio.

(Guidopardo1)

 

PICCOLA STELLA SENZA CIELO

Cosa ci fai
in mezzo a tutta
questa gente?
Sei tu che vuoi o
in fin dei conti non
ti frega niente?
Tanti ti cercano
spiazzati da una luce
senza futuro
altri si allungano
vorrebbero tenerti
nel loro buio.

Ti brucerai
piccola stella
senza cielo
ti mostrerai,
ci incanteremo mentre
scoppi in volo
ti scioglierai
dietro una scia,
un soffio, un velo
ti staccherai perché
ti tiene su
soltanto un filo, sai?

Tieniti su,
le altre stelle
son disposte
solo che tu a volte
credi che non basti
forse capiterà
che ti si chiuderanno
gli occhi ancora
o soltanto sarà
una parentesi
di una mezz'ora.

Ti brucerai
piccola stella
senza cielo
ti mostrerai,
ci incanteremo mentre
scoppi in volo
ti scioglierai
dietro una scia,
un soffio, un velo
ti staccherai perché
ti tiene su
soltanto un filo, sai?

(Liga)

 
 
 

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