Creato da ciacii il 17/10/2007

La Ciaci

Le storie della Ciaci

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ANGELO

 

RESPIRO

Respiro la vita attraverso i tuoi occhi.
Bacio il tuo  cuore sulle tue labbra.
Vedo i colori del cielo con le tue mani.
Riposo sereno sul tuo seno.
Sento il mio amore con i tuoi occhi.
Amo la forza della tua vita
che mi fa vivere.
Dentro te.

(Guidopardo1)

 

TRUCCO

 
 

STUPIDA

Che stupida che sei
tu non impari mai
il tuo equilibrio è un posto
che tu passi e te ne vai
e più stupida di te
sappi non ne troverai

quelle tue paure inutili
non finiranno…
Ma che stupida che sei
stupida un’altra volta
che parli ad uno specchio
e mai alla persona giusta
e da stupida che sei
tu non farai mai niente
sei una persona tra la gente ma
la gente mente sempre
imparare da sempre
camminare da sempre
e non capirai niente
hai sbagliato da sempre
ed è inutile adesso
che ti guardi a uno specchio che non sa chi sei
a uno specchio che non sa chi sei.
Che stupida che sei
che non ti sprechi mai
le tue poesie sono coriandoli
che non seminerai.
Se poi per ironia
prendessi quota
partendo da un palazzo punteresti in alto
ma che stupida che sei
stupida un’altra volta
nuda di fronte a uno specchio
e mai alla persona giusta
e da stupida che sei
fai pure finta di niente
lui si riveste soddisfatto
e intanto sai che mente
sempre imparare da sempre
camminare da sempre
e non capirai niente
hai sbagliato da sempre
ed è inutile adesso
che ti guardi a uno specchio che non sa chi sei
a uno specchio che non sa chi sei
stupida
stupida…
Hai sbagliato da sempre
ed è inutile adesso
che ti guardi a uno specchio che non sa chi sei
a uno specchio che non sa chi sei…
una stupida.

 

COMMENTI

Post nr. 33: l'ultimo incontro

E' veramente notevole e viva la tua capacità di raccontare per sensazioni. Sicuramente tra le migliori cose che ho letto in giro per blog negli ultimi mesi

il_ramo_rubato

 

QUANTI SIAMO?

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...

Ogni medaglia ha sempre due facce, quella principale con il decoro e quant'altro e quella con la semplice scritta dell'evento. Noi ogni volta che guardiamo la medaglia ci fermiamo solo su quello che ci piace, ovvero solo sul decoro o solo sulla scritta. Spesso dimentichiamo che quella medaglia va oltre il decoro e l'evento. Quella medaglia quando ci è stata consegnata ci ha dato gioia. 

(Santiago2008)

 

ATTRICE DI IERI

camminavi al mio fianco e ad un tratto dicesti

"tu muori se mi aiuti son certa che io ne verrò fuori"

ma non una parola chiarì i miei pensieri

continuai a camminare lasciandoti attrice di ieri

(Battisti)

 

OHHH

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amore...

Post n°84 pubblicato il 15 Aprile 2009 da bibbii



Non mi devi chiedere scusa per il tuo silenzio.


Ti amo troppo per non capire che hai bisogno di reagire così, come sei fatto.


Ti sono vicina col pensiero, col cuore e con l'anima, da sempre e per sempre.


 


 
 
 

chi tace...

Post n°83 pubblicato il 14 Aprile 2009 da ciacii


Eleonora entra, saluta calorosamente e si dirige verso la stanza che un tempo era la sua camera.
E' buia, la tapparella abbassata, per non fare entrare il caldo.
Posa la borsa sul letto, si toglie la giacca e i suoi occhi le cercano sulla mensola.
Le ha viste. Le foto di molti anni fa.
Com'era giovane e bella.
Oggi come allora non si sentiva bella. Ma allora lo era veramente.
La bellezza è un po' come la libertà. Ci si sente belli. Ci si sente liberi.
Di fatto non c'è un canone o una regola per la bellezza o la libertà.
Lei che ama definire tutto, dare una collocazione alle cose e alle persone, non è mai riuscita a definirsi.
Non ha mai saputo collocarsi. Fermarsi. Impegnarsi.
Provvisoria, transitoria, di passaggio.
Come se la sua vita non le appartenesse. Come se fosse sempre in attesa di un qualcosa o un qualcuno che non arriva mai.
Perché non esiste. O non lo vede.
O esiste ma non per lei.
Oggi come allora gli ha scritto.
Ha scritto a tante persone care e molte persone le hanno scritto.
Ma non lui.
Ogni messaggio arrivato non faceva altro che aumentare la sua rabbia.
Quando si ha voglia di cioccolato e si apre la dispensa per cercarlo, qualsiasi cosa che capita sotto mano, anche la più gustosa, perde di interesse.
Era tornato un Natale. Improvvisamente e inaspettatamente.
Il miracolo della Pasqua non si è avverato. Nessuna resurrezione, fino alla sera.
Questa sera lui si è fatto vivo.
Con un messaggio forte e chiaro, che non lasciava fraintendimenti: spero che anche per te sia stata un buona Pasqua.
Un avverbio. Un piccolo, banalissimo avverbio che fa la differenza.
Cambia il significato di una frase, di una vita, di una speranza, di un amore.
Come può essere stata una buona Pasqua se io non ero lì con te?
Ha pensato Eleonora e gliel'ha chiesto.
La sua risposta non è mai arrivata.
Chi tace, acconsente, si dice.
E muto resta il telefono.
Il cuore di Eleonora sembra non battere più.
E' in attesa.
Per anni ha atteso l'amore della sua vita. Ed  è arrivato.
L'uomo che di legami non ne vuole sapere, ma poi si lega d'istinto a chi gli dà fiducia.
Contraddizioni, incoerenza, espressioni tipiche di chi, egoisticamente fa quello che vuole.
Oggi c'è, dopo un minuto non c'è più.
La sua vita è piena di arrivi e partenza, di attese e scomparse.
Tutto sempre all'improvviso.
L'effetto sorpresa è una caratteristica degli eventi legati a lei.
Sa di averlo perso per sempre.
Sa di avere perso anche l'uomo col quale ha passato 9 anni della sua vita.
Non è successo nulla di particolare.
Se non una domanda che Eleonora gli ha posto:
"Perchè continuare a frequentarci se non va mai bene ciò che dico?"
Il tono era scherzoso. La realtà crudele e seria.
Eleonora non piange. Non stasera.
Il vuoto è ancora di attesa. Di speranza.
Forse domani, forse tornerà.
Forse torneranno.
Chi tace, acconsente


 

 
 
 

Smemorande

Post n°82 pubblicato il 08 Aprile 2009 da ciacii


Credo che non sia io la persona che cerchi.
Tu mi hai risposto semplicemente con un "Lo so".
Allora perché?
Perché vomitarmi addosso tutte le tue angosce?
Perché a me e non a qualcun altro?
Ho trovato le mie Smemorande. Le colleziono dall'81, o forse dall'82.
Molte di queste sono tutte rovinate. Erano in garage in un cartone, quando si è allagato.
Mio papà le ha lasciate asciugare, non le ha buttate via, anche se ora sono tutte mezze distrutte.
Le pagine accartocciate, incollate tra loro.
Le lettere si sono mischiate, l'inchiostro sbavato e le parole hanno perso il loro senso.
E' curioso come delle parole in un contesto abbiano un significato e fuori da quel contesto assumano il solo valore di lettere.
La mia smania di comprendere sempre il motivo, la causa scatenante mi ha portato a chiedermi spesso e volentieri:
Perché?
Le mie Smemorande sono piene di "Perché??" o di "Perché proprio a me??"
Sorrido.
Non mi ricordo per niente il perché dei miei tanti perché.
La mia domanda, rivolta a te ha lo stesso valore.
Non è importante sapere il perché. Anche se me lo hai spiegato.
E io curiosa ti ho domandato, anche oltre il limite.
E io sfacciata ti ho espresso la mia opinione, ti ho criticato, ti ho giudicato.
Colpevole.
Questa è stata la mia sentenza.
Irrimediabilmente colpevole.
Io amo la purezza di cuore, l'onestà dei sentimenti, l'unicità del rapporto, la lealtà verso la persona amata.
Non hai fatto niente per discolparti. Hai appena abbozzato una difesa, una giustificazione.
E poi hai cominciato ad essere te stesso.
Ho imparato a conoscerti.
Passo dopo passo hai aperto il tuo cuore:
La tua anima ha cominciato a volare leggera, trasportata dalle ali delle parole, dalle azioni.
La tua essenza mi arrivava forte, chiara e mi penetrava, mandandomi in estasi.
Ho aperto il mio cuore:
Mai avrei creduto di provare tutto questo.
Iniziavo a camminare sulle nuvole.
Ogni giorno con maggiore leggiadria.
Restavo sempre più ammaliata da te.
E aspettavo con ansia un tuo cenno.
Speravo che tu mi scrivessi parole dolci.
Percepivo ogni battito del tuo cuore.
Invece di abbandonarmi a te, a volte, per paura, ti respingevo.
Rimanevo immobile, spiazzata davanti alla tua forza, al tuo desiderio di me.
Osservo il tuo sguardo, le tue labbra, le tue mani, il tuo corpo.
Ti sento.
Impotente.
Attendo.
Devota.
Occhi chiusi.
Rassegnata davanti a te.
Odo chiare le parole del mio cuore che sussurrano un solo nome: il tuo.




 
 
 

delle equazioni

Post n°81 pubblicato il 04 Aprile 2009 da ciacii

 

 

Silenzio, vuoto, eco...
Aspettativa?
O solo attesa?
Ho aspettato e aspetto.
Non so ancora bene cosa.
Allora attendo, forse.
Aspettavo te, oggi.
Non sei arrivato.
Ma arriverai presto.
Attendo lui, da tempo.
So che arriverà, il tempo è l'incognita dell'equazione... O della disequazione.
Una disequazione irrazionale, in cui l'incognita compare almeno una volta sotto il segno di radice.
La radice che lo lega alla tua terra, la radice che lega il suo cuore alla sua testa.
Una testa irrazionale che comanda con lucidità i battiti del cuore.
Un battito, mi ama.
Un battito, non mi ama.
Mi sfoglia come una margherita, con le dita di un ragazzino in piena tempesta ormonale.
Mi stringe, mi strappa i petali con le dita di un uomo codardo, impaurito dalla delicatezza del fiore che tiene in mano.
Allora chiude il pugno, mi stritola, mi distrugge.
Sento la morsa. Soffoco. Ma con tutta la forza di cui dispongo, urlo.
La mia voce rimbalza contro il suo palmo e torna indietro.
Un'eco assordante che mi trafigge.
Sanguino, il mio cuore piange lacrime rosse e il battito rallenta.
Il corpo è debole, la testa gira, gli occhi si chiudono lentamente.
I miei petali stanno per appassire.
Improvvisamente sento il profumo dell'aria.
Sta aprendo la mano. Respiro.
Mi guarda con dolcezza, sorride.
Le sue dita accarezzano il mio volto, si soffermano sulle mie labbra.
Buongiorno amore. Come stai?
Lo guardo, sorrido e mi sciolgo.
Aspettavo lui e oggi ho aspettato te.
E presto arrivi, è solo un'attesa.
Ho atteso lui, e invece ho solo aspettato.
E' solo aspettativa.
Illusione.
Delusione = dis-illusione
Un'equazione, più che razionale.


 

 
 
 

come...

Post n°80 pubblicato il 31 Marzo 2009 da ciacii


Non sempre ciò che pare è come appare.
Essenza, apparenza, appartenenza.
Un cuore diviso in tante parti: piccole, grandi, informi.
Non è facile quantificare l'amore.
Non è sempre possibile qualificarlo.
Quanto mi ami?
Quanto ti amo?
E poi arriva lui.
Quanto lo amo?
Quanto mi ama?
E poi c'è l'altro.
Stesse domande.
Stesse risposte: nessuna.
Và dove ti porta il cuore.
Sogna.
Vivi.
Ama.
Vorrei amare un amore ricambiato.
Vorrei amare un amore unico, dedicato, devoto.
Vorrei amarti, donarmi a te completamente, appartenerti.
Vorrei...
Amore, l'Amore, la passione.
Poi penso.
Al come, al perché...
Poi ascolto.
Il cuore parla... Dovrebbe parlare.
Cosa dice?
Dice che non lo sa. Dice che non sta bene. Non si sente vivo.
Batte, pulsa... Pompa sangue.
Fa il suo dovere, per mantenermi in vita.
Soffre, ama, piange, gioisce.
No, batte, pompa sangue.
I brividi li prova, i sussulti gli vengono.
Ascolta parole, assimila, si riempie.
Riempie quei vuoti, che da tempo sono cellule anestetizzate, ma non morte.
La parte pulsante contiene passione.
Quella passione autoprodotta, sognata, fantasticata e inventata.
Che paradossalmente fa sentire viva la mente, il corpo.
La parte viva contiene Amore.
Quell'Amore provato e ricambiato.
Che fa sentire bene la mente, sazia, appagata.
Ma che fa venire fame.
Fame di un Amore passionale, di un Amore provato e ricambiato, unico e esclusivo.
Dove il cuore appartiene assolutamente ad un altro cuore.
Dove un altro cuore appartiene assolutamente al proprio.
Dove le anime sono in contatto.
Dove i corpi si fondono e si confondono.
Dove le gioie e i dolori dell'altro sono un tutt'uno con i propri.
Dove le due entità si completano.
Un castello in aria con tanti se e tanti ma.
Una vita terrena che monta e smonta.
Un sogno bello, grande, che non vale la pena sognare, perché non esiste.
E allora mi tengo stretto il mio cuore.
Lo cullo tra le mie braccia come fosse un bimbo indifeso, assonnato e affamato.
Lo accarezzo amorevolmente con tenerezza e lo osservo... E sorrido.
Sì, tesoro mio, adesso arriva da mangiare e da bere.
Saziati di questo misero pasto che ti posso donare.
E' solo un po' di Amore, ma ti sosterrà fino a sera e quando dormirai farà sentire bene il corpo.
E domani è un altro giorno, domani forse ne arriverà ancora.
Servirà per nutrirti, ma non ti farà crescere.
Tu rimarrai sempre il mio bambino da cullare.
Ma quando arriverà il vero Amore, allora saprò che ti avrò perso.
Perché tu diventerai grande, crescerai, camminerai e seguirai la tua strada.
Lontano da me, lontano dalle mie braccia sicure, protettive.
Di quella protezione che ti impedisce di soffrire, ma anche di camminare e volare.
Come i piedini di una Geisha.

 
 
 

a modo tuo, sempre

Post n°79 pubblicato il 25 Marzo 2009 da ciacii

 

 


Val quel che sono e non quel che fui.
Conosco ogni parola dei tuoi scritti. Rileggo i tuoi post ogni giorno.
Sono pochi. Ma intensi.
In ogni parola c'è una parte di te. Nulla avviene per caso, neanche un semplice pensiero scherzoso.
Davor mi disse un giorno che in ogni scherzo c'è mezza verità.
E tutto ciò che si posa sul tavolo è da dividere con le persone che vi stanno attorno.
Io so soltanto che ho giocato.
Mi incuriosivi. Mi interessavi. Ho cominciato a giocare.
Un gioco che ben presto mi è stato stretto. Perché tu mi cercavi, mi volevi.
E io, appena si sento pressata, scappo.
Sarà per paura, sarà perché non voglio impegni, sarà perché non cerco e non voglio veramente nessuno.
Nessuno che so già in partenza che non potrà prendermi, che non vorrà concedersi, totalmente.
Certe cose si sentono.
Io sentivo che tu saresti fuggito, non ci saresti stato per sempre.
L'hai scritto! Hai scritto come ti piacciono.
Hai lasciato una traccia di come sei e cosa vuoi.
Più che una traccia era una raccomandazione.
Ma allora non vedevo. Leggevo e non vedevo.
Ho giocato sempre meno, capivo che il tuo non era più un gioco.
Ti ho perso.
Il peso dei mesi di silenzio è stato insopportabile.
Stranamente insopportabile. Forse non avevo mai giocato veramente.
Forse avevi giocato tu e io credevo di giocare.
Torni, sì, torni spesso, per poi sparire nuovamente nel nulla, abbandonandomi in una landa desolata.
E il mio cuore si veste a lutto.
Per poi riprendere colore non appena sente la tua voce.
Ma luce che gli doni è sempre più fioca.
Il calore che gli infondi, oramai, non è sufficiente per farlo pulsare fino al giorno dopo.
La speranza di averti accanto è sempre più vana.
Sei completamente inaffidabile.
Sei decisamente infantile.
Sei tremendamente sfacciato.
Sei infinitamente dolce, tenero, forte, cucciolo e uomo.
E io, nonostante tutto e senza ragione, mi sento devotamente Tua.
Val quel che sono e non quel che fui.

 

 

 
 
 

L'Amore è unico...

Post n°78 pubblicato il 08 Marzo 2009 da ciacii


Francesca pensava di essere a casa sua, ma la stanza in piu' l'ha fatta confondere.
Roberto è arrivato da Roma, come le aveva promesso. Viene spesso a trovarla durante l'anno, per lavoro.
Si sono conosciuti 9 anni prima in chat. Per qualche mese avevano creduto di essere le due mezze mele che magicamente si erano incontrate.
Fremiti, battiti accelerati, i sensi che si perdono nel vortice delle emozioni, le dita che corrono veloci sulle tastiere, le voci inebrianti, calde, avvolgenti.
L'incontro, l'imbarazzo, il bacio. Un solo lunghissimo bacio. Il timore, la paura e la resa: "Non dobbiamo farlo... No".
Da quel momento sono rimasti solo ottimi amici, complici, confidenti, compagni di gite e serate spensierate.
Roberto sale in casa di Francesca e si mettono a chiacchierare, come al solito.
E' ora di andare a letto.
"Dove dormo?"
"Nella cameretta, c'è un lettino, puoi dormire lì... Adesso ti porto le coperte, fa freddo di notte..."
"Amore, dove sei?" la voce di Matteo proviene dalla camera da letto di Francesca.
"Arrivo, amore... Un attimo, vengo, devo anche prendere le coperte per... Per..." Francesca si blocca di colpo.
Matteo conosce Roberto, è a conoscenza del fatto che si vedono e frequentano. Non è geloso.
Non lo è di indole. Lui è il suo amore grande, unico,
lo spazio senza limite, l'armonia del cosmo e delle stelle, tutto.
Tutto e niente. La passione folle di un amore nato, vissuto e ancora da vivere in briciole di tempo, di telefonate, di incontri di qualche giorno appena, di condivisione di pensieri, parole, sentimenti, paure, gioie... Cuori e anime. L'amore avvolgente e travolgente che li unisce in un mondo non terreno.
Matteo è il suo paradiso, Francesca è la sua isola felice.
Fiducia, affidamento, devozione e complicità.
Tutto nell'immateriale, niente nel materiale.
Non chiedono e non pretendono, ma si appartengono.
Matteo non è geloso di indole.
Francesca lo sa, ma forse sapere Roberto lì in casa, sotto lo stesso tetto, potrebbe dargli fastidio.
Meglio non dire nulla.
Matteo è sdraiato a letto a guardare la tv. Francesca prende le coperte. Gli si avvicina e lo bacia dolcemente sulle labbra.
Esce dalla stanza chiudendo la porta dietro di sé.
Nel corridoio lo vede.
E' lì fermo in piedi con lo sguardo sognante e innamorato... I suoi occhi dolci sono pieni di amore, passione e desiderio.
Il corpo trema, le sue mani delicate e fredde le sfiorano il viso... "Eccomi, tesoro... Tutto per te... Ti adoro".
Paolo è arrivato, facendole una sorpresa, inaspettata.
Francesca rimane indifferente, fredda. Si muove meccanicamente in casa, per le stanze, il corridoio.
Prende lenzuola, coperte e pensa a dove far dormire l'uno e l'altro.
Con chi e dove dormirà lei?
Apparentemente calma e razionale, pensa.
La scelta si restringe su Matteo, il suo amore e su Paolo, il suo giovane e tenero amante.
Roberto è solo un amico e dorme da solo.
Elabora un piano: si addormenterà con Matteo e nel cuore della notte andrà ad abbracciare Paolo.
Paolo capirà. Davanti all'ufficialità della figura di Matteo, non può aver pretese.
Non deve, questi sono gli accordi presi.
La razionalità della follia.
La realtà del sogno.
La normalità della trasgressione.
Dice a Paolo di andare in sala.
"Dormirai lì..."
"Un bacio, tesoro, dammi un bacio... Lo voglio, ti voglio!"
Francesca lo bacia.
Nessun brivido di piacere, non come al solito quando si incontrano furtivamente e la passione li travolge.
Sensi di colpa. Timore per la situazione alquanto curiosa.
Voglia di trovare una soluzione, la meno dolorosa per tutti.
E' possibile far convivere l'irrazionale con il razionale?
E' possibile vivere più passioni intense, amori diversi per persone diverse?
L'Amore nasce nel cuore e il cuore è uno solo.
Se donato completamente al proprio unico grande amore, non può essere condiviso con altri.
Quindi un amore condiviso non è amore, per nessuno.
O sono piccoli amori per entrambi.
O amore per uno e passione per l'altro.
Francesca ha la testa che le gira. Preferisce non rispondere a queste domande.
Preferisce prendere ciò che le viene donato, senza chiedersi perché.
Entra nella stanza dove dovrebbe dormire Roberto.
Lo trova piangente sul letto non ancora fatto.
"Che è successo? Perché piangi??"
Roberto la guarda con occhi tristi e nel contempo rabbiosi.
"Perché loro sì e io no? E' 9 anni che aspetto... 9 anni che non desidero altro che il tuo amore!
Possibile che sei così cieca??"
L'inaspettato è piombato su Francesca come un macigno.
Rimane qualche secondo in piedi, ferma. Le forze le mancano di colpo. Lascia cadere le coperte sul pavimento e lentamente si avvicina a Roberto.
Si siede sul bordo del letto e comincia ad accarezzargli la testa.
Roberto continua a piangere, nascondendo il viso nel cuscino.
Il respiro di Francesca si fa affannoso, ansima, non se l'aspettava.
Non da Roberto.
Ora le sembra di essere in preda al panico.
Paolo li osserva sull'uscio della porta.
Matteo la chiama dall'altra stanza.
Roberto piange.
Non sa che fare.
Vorrebbe solo urlare e abbandonarsi ad un pianto liberatorio.
Le lacrime non escono. Ancora, inaspettatamente, le emozioni che le stanno nascendo nel petto non sono di amore, ma di rabbia.
La rabbia dei sensi di colpa.
La rabbia per avere tanto, ma consapevole della realtà del nulla.
Il nulla delle briciole.
Il respiro rabbioso la spinge verso l'unica soluzione possibile: scappare.
Francesca si alza di scatto, molla tutto e comincia a correre.
Corre verso la porta, verso l'uscita...
Via via viaaaaa. Devo andare via!
Raggiunge la porta, la apre e si sveglia.
Ansimante e sudata.
Si guarda intorno e sorride al mondo.
Un sogno, è stato solo un brutto sogno.
...o forse un bel sogno?
 

 


 
 
 

Ti prendo...

Post n°77 pubblicato il 01 Marzo 2009 da ciacii

 





Mi manchi?
No.
Ti penso molto, spesso troppo spesso.
Penso a come tu riesca a sciogliere la tua fisicità al punto tale di dileguarti.
A come tu possa arrivare ad amarmi e desiderarmi con tutto te stesso e poi... sparire.
Penso al domani.
E come dicesti tu: il domani non è domani, non lo è mai stato.
Sarà così.
E' così.
Il qui, il qua e il lì non ci saranno mai.
Penso.
Penso che la follia sia bella. La follia è passione. La follia è una voglia irrefrenabile di commettere un atto senza senso... logico.
Un impulso. E' un attimo. Un istante che fa fare cose che non si farebbero mai.
Perchè si sa che poi ci si pentirebbe.
Si sa che poi si direbbe: "lo sapevo che mi sarei fatta male..."
Ma come si può sapere cos'è il domani?
Il domani non esiste.
Esiste solo nella fantasia, nei desideri, nei sogni e nelle speranze.
Penso che tu mi faresti soffrire.
Penso che tu mi faresti felice.
Anzi, credo.
Non penso, credo.
Adesso però penso.
Perché penso veramente che tu sia un uomo speciale, un cucciolo speciale.
Perché sei un cucciolo.
Un cucciolo uomo.
Un essere speciale, dotato di un'intelligenza fuori dal comune.
Un'ironia unica e delle potenzialità che potrebbero portarti lontano.
Muoviti, vai, fai, agisci...
Esci.
Muovi il mondo e muoviti con esso.
Scrivi, hai un potere nelle tue dita.
Le tue magiche dita che sfiorano la mia pelle, delicate. Le tue dita sfacciate che solcano il mio corpo, abbracciano la mia anima e sostengono il mio cuore.
Batte. Impazzito. Tachicardico.
Lo stomaco è pieno di vuoti. Fame. Fame di te.
Della tua essenza ballerina, snodata.
Ora ci sei, domani non ci sei più. Poi torni, poi scappi.
E io ti prendo...
Ti prendo quando ci sei. Ti prendo anche quando non ci sei.
Ti leggo, ti rileggo.
Non mi faccio del male.
Rileggo il passato e sorrido del presente.
Ripenso a com'eri e a come sei e a chi potresti essere.
Non soffro nel rileggerti, gioisco... e mi si scioglie il cuore.
Mi rivedo nelle tue parole. Ci sono io.
Adesso ci sono io.
Ieri c'ero per te, ma non c'ero io per te.
Ora ci sono, io.
Tu c'eri. Poi non ci sei stato piu', oggi ci sei e forse non ci sarai, domani.
Domani non esiste e non mi importa.
Esiste l'oggi, l'adesso.
Ora ci sei, ti prendo... e sogno che l'adesso duri in eterno.
Con te, con le tue parole... con le mie parole, che solo tu riesci a farmi scrivere.

 

 

 
 
 

respiro

Post n°76 pubblicato il 24 Febbraio 2009 da ciacii

 

 


Svegliati, amore, svegliati!

Il mio bicchiere e' vuoto,

riempilo,

smuovi la notte

col respiro d'un canto




Tagore


 

 
 
 

Basta solo...

Post n°75 pubblicato il 08 Febbraio 2009 da ciacii


"Basta solo volerlo. Basta un biglietto del treno.... Qui c'è tutto: casa e me"
Parole trascritte a mano su un foglietto di carta rovinato, consumato dal tempo, che conserva ripiegato nell'agenda.
Quante volte Eleonora ha preso in mano quel foglietto. Lo ha accarezzato cercando di stirarne le pieghe.
Lo ha stretto tra le mani e appoggiato sul cuore. Quante volte ha compiuto questo gesto, come un rituale.
Anche adesso Eleonora chiude gli occhi e sogna.
Le lancette dell'orologio tornano indietro. Corrono veloci verso i ricordi di quel giorno di tanti mesi fa.
Il giorno in cui lei scrisse a Emanuele quel sms. Il giorno prima del loro incontro.
Il cuore batteva forte nel suo petto; il corpo vibrava al pensiero di lui che presto l'avrebbe stretta tra le sue braccia.
Finalmente era giunto il momento di dare un volto reale a quella voce con un accento del sud, di un ragazzo molto più giovane di lei, che
conosceva da un anno.
Emanuele era una voce, parole scritte in mails e in mille sms.
Lui era la passione, la voglia, il desiderio nascosti, tenuti segreti al mondo intero.
Un segreto mai svelato e un mistero di un mondo pericoloso, dove tutto scorre veloce e le parole ad effetto si sprecano.
Eleonora non era mai riuscita a spiegarsi perché questo ragazzo suscitasse in lei delle emozioni così forti e grandi.
Giramenti di testa, il cuore impazzito, la gioia di sentirlo, di pensarlo, l'eccitazione che nasceva dentro di lei al solo
Immaginare i loro corpi uniti, fusi in un'unica entità. Un solo cuore. Una sola anima. Un solo essere.
"Finalmente oggi ci incontriamo.." trema. Non credeva di aver la forza di guidare fino alla stazione centrale di Milano.
Lui finalmente stava arrivando da lei. Quante domande, incertezze, insicurezze.
L'attesa. Il dubbio se veramente lui fosse salito su quel treno, se non ci avesse ripensato, se non fosse scappato o sparito proprio come
aveva fatto 3-4 volte in quell'anno precedente. L'aveva abbandonata per qualche settimana e poi era ritornato da lei come se nulla fosse.
E come se nulla fosse lei ricominciava a sorridere. E dopo la gioia, ecco che la tensione si scioglieva e piangeva. Ma Emanuele sapeva come asciugare le sue lacrime.
Gli bastavano poche parole e lei si scioglieva. Virtualmente tra le sue braccia, realmente si perdeva nelle sue parole, nella musica della sua voce.
Lo ha visto uscire dalla stazione. Gli ha telefonato. Lui che si avvicinava alla macchina. Eleonora non era riuscita neanche  a guardarlo, tanta era l'emozione.
Sapeva che sarebbe diventata rossa. Sapeva che non avrebbe osato neanche sfiorare quelle labbra tanto desiderate, sognate.
Infatti si erano solo baciati sulla guancia, erano saliti in macchina e partiti per Monza.
Era una magnifica giornata, tiepida e trasparente.
Le montagne, le Prealpi, formavano un semicerchio di vette innevate e sembravano così vicine da poterle toccare allungando un braccio.
Era un giorno speciale. Ne era certa e gli inaspettati silenzi tra loro davano ad Eleonora la conferma che cercava.
Quei silenzi che non erano vuoto, assenza o mancanza. Quei silenzi erano pregni, venivano riempiti dal dolce suono della voce dei loro cuori.
La passione li ha accompagnati per tutti e due gli intensi giorni trascorsi insieme. Dove la notte diventava giorno e il giorno la notte.
Dove non importava chi erano, cosa facevano. Dove importava solo lo stare insieme e riempirsi a vicenda.
La strada verso la stazione centrale di Milano, il giorno della partenza di Emanuele, era pesante come un macigno sul cuore.
Eleonora all'improvviso si era ritrovata di nuovo sola in macchina. Il vuoto, il nulla davanti a lei, ma con la consapevolezza dell'appartenenza. Sarebbe solo un'altra attesa. L'attesa del prossimo incontro.
Una lacrima le riga il viso.
Apre gli occhi e fissa il foglietto che stringe tra le mani.
Il cellulare squilla. E' arrivato un sms. Prende il cellulare in mano e legge:
"Ho voglia di vederti"
Il cuore comincia a battere cosi' forte che sembra scoppiarle nel petto.
Risponde a fatica all'sms, le dita tremano vistosamente, il corpo freme.
"Basta solo volerlo. Basta un biglietto del treno.... Qui c'è tutto: casa e me"
"Mi adotti?"
"Sì...."
Eleonora straccia il foglietto e sorride perché da oggi la sua vita non sarà più la stessa.
 

 
 
 

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...

Ti guardo con il mio desiderio
mentre dormi serena.
Senza svegliarti vorrei

odorare il profumo dei tuoi capelli,
lambire il candore dei tuoi seni,

passare la mia mano

nel tepore tra le tue gambe.

No, non svegliarti, ti prego!

Come potrei altrimenti,

confessarti che mi perdo

nella voglia di te?

Come potrei osare,

con le mie labbra sulle tue,

dirti che ti amo?

(Guidopardo1)

 

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Sulla tua pelle morbida
scivolano le mie parole
e come gocce stillano sul tuo seno.
La mie labbra vogliose
lambiscono il tuo ventre.

Le mie dita come ali

sfiorano le tue fragranti cosce.

Riveli a me ogni tuo mistero
finalmente aperta e indulgente.
Ti osservo intimorito:
tanta disponibilità

potrei ferirla con l’egoismo.
Ed io non voglio.

(Guidopardo1)

 

PICCOLA STELLA SENZA CIELO

Cosa ci fai
in mezzo a tutta
questa gente?
Sei tu che vuoi o
in fin dei conti non
ti frega niente?
Tanti ti cercano
spiazzati da una luce
senza futuro
altri si allungano
vorrebbero tenerti
nel loro buio.

Ti brucerai
piccola stella
senza cielo
ti mostrerai,
ci incanteremo mentre
scoppi in volo
ti scioglierai
dietro una scia,
un soffio, un velo
ti staccherai perché
ti tiene su
soltanto un filo, sai?

Tieniti su,
le altre stelle
son disposte
solo che tu a volte
credi che non basti
forse capiterà
che ti si chiuderanno
gli occhi ancora
o soltanto sarà
una parentesi
di una mezz'ora.

Ti brucerai
piccola stella
senza cielo
ti mostrerai,
ci incanteremo mentre
scoppi in volo
ti scioglierai
dietro una scia,
un soffio, un velo
ti staccherai perché
ti tiene su
soltanto un filo, sai?

(Liga)

 
 
 

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