"Il desiderio di te" al post nr. 37 "L'obitorio del mio cuore" al post nr. 38
"Beatrice" dal post nr. 41 al post nr. 40 "Andreas" al post nr. 42
"Rosa" al post nr. 43 "Chi sei??" al post nr. 45
"Lucrezia" al post nr. 46 "Tu come il vento" al post nr. 47
"Non sei solo" al post nr. 48 "Robert" al post nr. 49
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44) Il mio mare
51) Al bacio...
52) Al bacio, dal bacio
54) ...poi passa...
55) Delle frustrazioni
56) Deliziosa creatura
57) Tenerezza...
58) Un'eco lontana...
59) Piacevoli ritorni
61) Respiro
62) Eterna presenza
63) La salamandra
64) Non compleanno
65) Eventi
66) Ottobre
67) Splendore
68) Le differenze
69) Ventiquattro
70) Antonella
71) Mi ricordo...
72) Inferno o paradiso?
RESPIRO
Respiro la vita attraverso i tuoi occhi.
Bacio il tuo cuore sulle tue labbra.
Vedo i colori del cielo con le tue mani.
Riposo sereno sul tuo seno.
Sento il mio amore con i tuoi occhi.
Amo la forza della tua vita
che mi fa vivere.
Dentro te.
(Guidopardo1)
STUPIDA
Che stupida che sei
tu non impari mai
il tuo equilibrio è un posto
che tu passi e te ne vai
e più stupida di te
sappi non ne troverai
quelle tue paure inutili
non finiranno…
Ma che stupida che sei
stupida un’altra volta
che parli ad uno specchio
e mai alla persona giusta
e da stupida che sei
tu non farai mai niente
sei una persona tra la gente ma
la gente mente sempre
imparare da sempre
camminare da sempre
e non capirai niente
hai sbagliato da sempre
ed è inutile adesso
che ti guardi a uno specchio che non sa chi sei
a uno specchio che non sa chi sei.
Che stupida che sei
che non ti sprechi mai
le tue poesie sono coriandoli
che non seminerai.
Se poi per ironia
prendessi quota
partendo da un palazzo punteresti in alto
ma che stupida che sei
stupida un’altra volta
nuda di fronte a uno specchio
e mai alla persona giusta
e da stupida che sei
fai pure finta di niente
lui si riveste soddisfatto
e intanto sai che mente
sempre imparare da sempre
camminare da sempre
e non capirai niente
hai sbagliato da sempre
ed è inutile adesso
che ti guardi a uno specchio che non sa chi sei
a uno specchio che non sa chi sei
stupida
stupida…
Hai sbagliato da sempre
ed è inutile adesso
che ti guardi a uno specchio che non sa chi sei
a uno specchio che non sa chi sei…
una stupida.
COMMENTI
Post nr. 33: l'ultimo incontro
E' veramente notevole e viva la tua capacità di raccontare per sensazioni. Sicuramente tra le migliori cose che ho letto in giro per blog negli ultimi mesi
il_ramo_rubato
...
Ogni medaglia ha sempre due facce, quella principale con il decoro e quant'altro e quella con la semplice scritta dell'evento. Noi ogni volta che guardiamo la medaglia ci fermiamo solo su quello che ci piace, ovvero solo sul decoro o solo sulla scritta. Spesso dimentichiamo che quella medaglia va oltre il decoro e l'evento. Quella medaglia quando ci è stata consegnata ci ha dato gioia.
(Santiago2008)
ATTRICE DI IERI
camminavi al mio fianco e ad un tratto dicesti
"tu muori se mi aiuti son certa che io ne verrò fuori"
ma non una parola chiarì i miei pensieri
continuai a camminare lasciandoti attrice di ieri
(Battisti)
Post n°74 pubblicato il 27 Gennaio 2009 da ciacii
|
Post n°73 pubblicato il 26 Gennaio 2009 da ciacii
Francesca sorseggia lentamente il suo cappuccino. |
Post n°72 pubblicato il 18 Gennaio 2009 da ciacii
Quando ho smesso di sognare? Forse non ho mai smesso. O forse non ho mai cominciato veramente. Non so se la vita che vivo e che ho vissuto fino ad ora è un sogno e la realtà non esiste. Io so solo che mi ricordo precisamente quando mi sono svegliata. Ed è stato lì che è cominciato il mio sogno. Il sogno di poter fuggire da una vita di dolore, di sofferenza. Il sogno di poter far finta che non esista il tempo. Non esistano le cattiverie. Non esista la morte. E sono fuggita dalla realtà. Mi sono nascosta in cantina per quasi due mesi. Facevo finta di uscire per andare a scuola e invece scendevo all'inferno che per me era il paradiso. In un mondo dove non c'erano pensieri, ma solo distrazioni. In un luogo buio, dove mi rifugiavo poco prima che ritornasse mia madre dal lavoro. Per poi uscire, stare qualche minuto al freddo e rientrare con le guance rosse e il nasino freddo e rispondere: "Sì, a scuola tutto bene". Ma in quella scuola nuova non andava bene per niente. In un mondo a forma di ali, per poter volar via, lontano e stare così in pace. Finalmente senza dover vedere quelle brutte persone, senza dover subire umiliazioni, senza la mia compagna di banco. Cattiva anche lei che mi aveva abbandonata. Cattiva la signora nera che l'aveva rapita e portata in ospedale. Cattivi tutti. Seduta per terra a fissare uno schermo che trasmetteva solo immagini, senza suoni. Nessun rumore. Non toccavo niente in casa. Guardavo solo l'orologio. Aspettavo. Aspettavo il momento per dover sparire e scendere giù al buio e attendere. Aspettavo il momento che qualcuno si accorgesse di me. Muta, silenziosa, discreta... Fredda e calcolatrice. In attesa, sempre in attesa... Ma finalmente nel mio sogno di non essere dove dovevo essere. Ricordo perfettamente il giorno in cui presi la decisione. C'era la neve. Tanta. Quell'anno aveva nevicato molto, anche il giorno di Natale. Ero scesa in giardino la Vigilia dopo cena, con mio fratello. Eravamo andati al parco giochi condominiale. Nessun rumore. La pace. L'odore fresco della neve. L'insolita luce dovuta al candore della neve. Un mondo ovattato. Mi son seduta sull'altalena e ho cominciato a volare, sempre piu' veloce! Mio fratello correva, si rotolava... Io volavo. Ho chiuso gli occhi e mi son sentita finalmente bene. Ho pensato: "Voglio vivere così. Soffice, leggera, senza rumori, senza parole, senza volti. Io là non ci vado più." E invece ci sono andata ancora. Ma senza di lei, che mi aiutava, non era più possibile sopportare quelle persone. E senza di lei non mi restava più niente e nessuno. Io là non ci vado più. Ho provato un giorno a non andarci. E' filato tutto liscio. Allora non sono andata neanche il giorno dopo. E poi... E poi non potevo più andarci. Non avevo la giustificazione. Così per quasi due mesi. Fino alla scoperta. Non c'è stato nessun rimprovero, ma tante domande: "Perché? Cos'è che non va? C'è qualcuno che ti fa del male?" No, niente. No, nessuno. E' solo che non mi va. Volevo peggiorare le cose. Volevo che mi trattasse da lazzarona piuttosto che da problematica. Son seguiti colloqui col preside, coi professori, scelte sul da farsi, parole studiate a tavolino. Psichiatra. Non ne sapevo nulla di questi accordi. Tranne che dello psichiatra, poichè ci dovevo andare due volte la settimana. Sono tornata in quel posto orribile. Provavo una profonda vergogna. Perché nessuno doveva sapere in classe tra i compagni, eppure tutti sapevano, tranne me. Stavo male. Non volevo stare là, anche se avevo notato un'insolita gentilezza da parte dei professori. Dopo qualche settimana, la professoressa di inglese, che era stata assente fino a quel giorno, mi chiama alla cattedra e mi chiede con il volto preoccupato: "Ma come mai ha fatto una cosa del genere? Cosa c'è che non va che ti ha spinto a stare a casa da scuola di nascosto?" Mi son sentita morire. Se speravo ci fosse ancora qualche compagno di classe che non sapeva nulla, adesso era informato. Scena muta. Non so per quanto tempo non ho parlato con quella gente. Avevo il conforto di una bambina, la figlia della professoressa di matematica. Anche lei era molto amica di lei, quella che odiavo, quella che mi aveva abbandonata. Ci trovavamo spesso al pomeriggio a fare i compiti, prima. Dopo, la bambina si era offerta di aiutarmi a recuperare. "Vieni a casa mia pomeriggio che studiamo insieme..." Arrivo a casa sua e mi apre la porta sua madre, la nostra professoressa di matematica. Mi dice, restando sull'uscio, che era meglio se io non mi incontravo piu' con sua figlia, ché sono un cattivo esempio. Torno a casa. Senza emozioni. Decido solo che voglio tornare a volare, che voglio tornare nella mia realtà, perché quello era solo un brutto sogno. Dura poco stavolta. Arrabbiature, urla, sgridate. A me e ai professori. Al preside. Mi obbligano ad andare a scuola. I professori sono obbligati a fare come se non esistessi. Tiriamo la fine dell'anno. Finisce la scuola. Promossa. Inizia l'anno successivo in un'altra scuola. Alle superiori. Il tempo guarisce le ferite. I cambiamenti danno nuovi stimoli, nuove speranze. Nuove persone sono comunque diverse. E prima di voler fuggire da loro passa del tempo. E soprattutto che anziché fuggire si può semplicemente mandarle affanculo, le persone. E così ho imparato presto a non farmi mettere i piedi in testa. A farmi rispettare. A non soffrire più. A non affezionarmi veramente a nessuno. Anche se le mie passioni le ho avute. Ho sempre cavalcato l'onda dell'amore. Ho gioito e sofferto. Ho sperato e desiderato. E ho sempre voluto fare di testa mia. Ho sempre deciso io cosa fare e come. Se dare tutto o niente. Se aspettare o lasciar perdere. Se farmi amare o odiare. Se vivere nella realtà sognata o nel sogno reale. So con certezza che allora, come oggi, non sono problematica, ma voglio fare solamente come mi pare e piace. L'unico problema reale è che credo sempre di poter avere il controllo su tutto, prima o poi. E che non ho bisogno di nessuno, perché fondamentalmente nessuno ne è, secondo me, all'altezza. E a dire il vero i cattivi di allora a scuola erano solo dei gran deficienti. Lei una grande stronza. E lo psichiatra un gran coglione. E perché in fondo questa è solo una storia, come tutte le altre. Che sia una storia di vita vissuta o una storia di fantasia cosa cambia? |
Post n°71 pubblicato il 26 Dicembre 2008 da ciacii
Voglio mangiare il lecca-lecca. Ho mal di stomaco. Sento dei forti bruciori. Sicuramente causati dal mangiare. A Natale si mangia sempre tanto e si pasticcia. Son sempre stata una golosa e una pasticciona. Mi ricordo che quella sera avevo mal di stomaco. Ero seduta in cucina. In televisione scorrevano le immagini di un film per bambini. Ma io non lo stavo guardando. Il volume era basso, appositamente per non sentire rumore. Per strada non passavano macchine. Ero immersa nel silenzio della notte di un giorno di Natale. L'assenza di suoni e di rumori mi dava un grande senso di pace e tranquillità. Finalmente dopo diverse giornate trascorse intensamente per i preparativi. Ho preso una medicina per lenire il dolore. Se andavo a letto col mal di stomaco, mi sarebbe sicuramente peggiorato. Riesco ancora a vedere con gli occhi di allora. Provo ancora le stesse sensazioni vissute. Mi ricordo perfettamente i miei pensieri, lo stupore, le riflessioni, la sorpresa spiazzante. Il vento si era levato d'improvviso. Ho sempre avuto una grande passione per il vento. Forse perchè qui soffia raramente. Forse perchè riesce a trasmettermi la sua energia. L'odore dell'aria fresca mi dà la sensazione che sia pulita. Il vento lava, il vento spazza via. Il vento porta. Buone novelle o cattive notizie. Mi ricordo che è stata una bella sorpresa, quella che mi ha fatto. Mi sono arrabbiata "perchè non me l'hai detto" gli ho urlato al telefono. Rideva di gusto. Rideva come un bimbo compiaciuto dello scherzetto riuscito. Ma ero contenta per lui. Aveva deciso di sposarsi giovane senza dirmelo. Aveva fatto tutto di nascosto. Avrei voluto essere con lui per tenergli la mano. Per accompagnarlo verso la sua nuova famiglia. Verso la sua unica famiglia. Appena l'ho salutato il vento si è levato più forte. Mi ricordo che mi son sentita complice di questo vento ostile. Rubando la sua forza mi sono ritrovata immersa nel vigore delle sue folate. Ma era un vento rabbioso. Ce l'aveva con me. Voleva farmi agitare, forse solo scuotere. Mi ricordo che in un attimo mi è passata davanti agli occhi la mia vita. Avevo passato la vita a cercare di programmarla. Di studiarla. Di prevederla. Di impostarla. Avevo passato la vita a pianificare gli eventi. Non le giornate, non le ore, non gli anni, ma le grandi svolte. Decidendo precisamente non il da farsi ma ciò che non volevo fare. Questo no, quest'altro no. Adesso non è il momento. Non me la sento. Mi ricordo di non essermi mai lasciata andare veramente, nonostante io abbia pronunciato tanti vedremo, come per far intendere che io non sapevo bene cosa volessi o non volessi. Ma invece lo sapevo. L'ho sempre saputo. Ho sempre saputo che non avrei mai lasciato al caso la mia vita. Questo freno mi ha sempre dato la spinta per trovare certezze. Supposte certezze. La sola certezza che ho incontrato spesso è stata la conferma della mie supposizioni. Che non avrebbe funzionato. Ci ho provato, ho tentato a costruire la mia vita affettiva. Ma non ci sono mai riuscita. Come volevo io. Capitava sempre tutto ciò che io non volevo. Poi arrivava il vento a svegliarmi dal torpore causato dal senso di impotenza difronte agli eventi. Un vento rabbioso. Un vento purificatore. Un vento amico. Mi ricordo di aver deciso, quella sera, che non avrei continuato a condurre quella vita. Mi ricordo di aver deciso di lasciare al caso le decisioni importanti. Mi ricordo di aver deciso di scrivere come mi esortato tu, mio dolce cuore. Mi ricordo di aver deciso di essere contenta per lui che mi aveva detto che si era sposato, senza chiedermi di essere lì con lui a consegnarlo nelle mani della sua amata. Mi ricordo di aver deciso di mangiare il lecca-lecca. Il lecca-lecca che avevo nella borsa da quest'estate, che avevo deciso di non mangiare tutte le volte che ne avevo voglia, per conservarlo per un altro momento. Mi ricordo di averlo scartato e di averlo trovato tutto ricoperto di una patina biancastra e poco invitante. Mi ricordo di averlo guardato fisso, con delusione, per alcuni secondi e di averlo poi gettato nella pattumiera. E di essermi presa un cioccolatino per consolarmi così, prontamente. Mi ricordo di essermi chiesta se era il caso di mangiarlo, visto il gran mal di stomaco. Mi ricordo di aver pensato che non me ne fregava un cazzo: 'fanculo al mal di stomaco. Fanculo a questa vita trascorsa a pensare a cosa fosse meglio fare. Fanculo a tutto. Voglio scrivere. Voglio farlo perchè mi va e basta. Voglio scrivere la nostra vita, di me e te che sparisci e poi ricompari... e che poi non mi lasci più. Voglio scrivere di me che mi ricordo di quella sera, di questa sera. |
Post n°70 pubblicato il 21 Dicembre 2008 da satirodelfaggio
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Post n°69 pubblicato il 10 Dicembre 2008 da ciacii
Avrà avuto piu' o meno 80 anni. |
Post n°68 pubblicato il 23 Novembre 2008 da ciacii
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Post n°67 pubblicato il 20 Novembre 2008 da satirodelfaggio
Un filo di bruma sottile, Come la tua anima il mio cuore! Ma di pura luce (Leonardo Negri; ad Antonella) |
Post n°66 pubblicato il 30 Ottobre 2008 da ciacii
Qualche giorno fa e diciassette anni addietro, il giovane Davor Sefic moriva in guerra, a Dubrovnik (Eravamo uguali). Alcune settimane fa di cinque anni addietro, il mio amato cagnolino Like, ma soprannominato Cuti, lasciava un grande vuoto in casa. Ma oggi, si' oggi di vent'anni fa, era il 1988, mio zio moriva tragicamente in un incidente stradale (Non sei solo). L'ho saputo tornando a casa da Zagabria, dove avevo passato giorni spensierati con la mia amica del cuore, L. e dove avevo rivisto Davor. Ottobre e' uno strano mese. Non mi posso dimenticare di loro e non posso neanche dimenticarmi che al proprio destino non ci si puo' sottrarre.
Devo sbrigarmi a ricamare il fiocco.
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Post n°65 pubblicato il 18 Ottobre 2008 da ciacii
Sono solo trecento metri, forse quattrocento, che separano casa di Eleonora da casa dei suoi genitori. Eleonora è come in trance quando entra a casa sua. |
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...
Ti guardo con il mio desiderio
mentre dormi serena.
Senza svegliarti vorrei
odorare il profumo dei tuoi capelli,
lambire il candore dei tuoi seni,
passare la mia mano
nel tepore tra le tue gambe.
No, non svegliarti, ti prego!
Come potrei altrimenti,
confessarti che mi perdo
nella voglia di te?
Come potrei osare,
con le mie labbra sulle tue,
dirti che ti amo?
(Guidopardo1)
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.
Sulla tua pelle morbida
scivolano le mie parole
e come gocce stillano sul tuo seno.
La mie labbra vogliose
lambiscono il tuo ventre.
Le mie dita come ali
sfiorano le tue fragranti cosce.
Riveli a me ogni tuo mistero
finalmente aperta e indulgente.
Ti osservo intimorito:
tanta disponibilità
potrei ferirla con l’egoismo.
Ed io non voglio.
(Guidopardo1)
PICCOLA STELLA SENZA CIELO
Cosa ci fai
in mezzo a tutta
questa gente?
Sei tu che vuoi o
in fin dei conti non
ti frega niente?
Tanti ti cercano
spiazzati da una luce
senza futuro
altri si allungano
vorrebbero tenerti
nel loro buio.
Ti brucerai
piccola stella
senza cielo
ti mostrerai,
ci incanteremo mentre
scoppi in volo
ti scioglierai
dietro una scia,
un soffio, un velo
ti staccherai perché
ti tiene su
soltanto un filo, sai?
Tieniti su,
le altre stelle
son disposte
solo che tu a volte
credi che non basti
forse capiterà
che ti si chiuderanno
gli occhi ancora
o soltanto sarà
una parentesi
di una mezz'ora.
Ti brucerai
piccola stella
senza cielo
ti mostrerai,
ci incanteremo mentre
scoppi in volo
ti scioglierai
dietro una scia,
un soffio, un velo
ti staccherai perché
ti tiene su
soltanto un filo, sai?
(Liga)
Inviato da: girlspa
il 19/05/2023 alle 18:58
Inviato da: girlspa
il 19/05/2023 alle 18:56
Inviato da: callgirlnumber
il 14/05/2023 alle 21:59
Inviato da: Girlchandigarh
il 14/05/2023 alle 21:56
Inviato da: Devikabatra
il 14/05/2023 alle 21:55