Creato da dolcesettembre.1 il 19/10/2010
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Alda Merini
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Messaggi di Ottobre 2019
Anche in Regno Unito Halloween fa paura, soprattutto all’ambiente: solo i costumi producono duemila tonnellate di plastica, l’equivalente di 83 milioni di bottiglie di Coca Cola, più di una a testa per ogni persona che vive in Uk. Lo dice uno studio – riportato dalla Bbc – svolto dalle due organizzazioni di beneficenza Charities Hubbub e The Fairyland Trust, che hanno esaminato 324 capi d’abbigliamento venduti da 19 piattaforme online al dettaglio, fra cui Amazon, Ebay, H&M e Zara.
Risultato: nell’83% dei casi, il materiale dei vestiti è costituito da plastiche. Il più usato fra queste (69 %) è il poliestere. “È un mercato in espansione, perché il numero delle persone che festeggiano Halloween è in crescita”, ha detto Chris Rose di The Fairyland Trust. Secondo lo studio, sono oltre 30 milioni i britannici che il 31 ottobre decideranno di travestirsi. Spesso si tratta di un giro usa e getta: mentre il 90% delle famiglie prevede di comprarli, ogni anno 7 milioni di costumi finiscono nelle pattumiere inglesi. Il riciclo, poi, è quasi sconosciuto: riguarda solo l’1% dei tessuti d’abbigliamento. Lo dice A New Textiles Economy, una ricerca firmata nel 2017 da MacArthur Foundation.
Tra i materiali senza plastica, il più frequente è il cotone (10%), seguito dalla viscosa (6%). Ma poco cambia: secondo lo studio, se i rivenditori al dettaglio e i produttori non faranno qualcosa per incrementare l’uso di fibre alternative, la situazione non cambierà. È quindi necessario, dicono le organizzazioni, esplicitare con più chiarezza le etichette, dato che molti consumatori non realizzano neanche che materiali come il poliestere sono, di fatto, plastica.
Qualche modo per intervenire c’è. Chi è preoccupato per l’impatto ambientale, ma vuole comunque travestirsi per Halloween, può scegliere di comprare gli abiti dai negozi di beneficenza, ricavare nuovi travestimenti con costumi già esistenti, oppure crearli ex-novo con materiali diversi dalla plastica. Tuttavia, precisa lo studio, senza un atto normativo che limiti l’ingresso della plastica nella catena di approvvigionamento, una soluzione completa al problema sarà difficile da trovare. Secondo The Fairyland Trust, quindi, è necessario eliminare gradualmente le materie plastiche non essenziali dal mercato.
Dal canto suo, il gruppo si muove organizzando The Real Halloween, un evento plastic free dedicato alle famiglie che si è tenuto il 26 e 27 ottobre e che ha incluso una competizione per il più bel travestimento senza plastica. Hubbub, invece, fra le altre cose sta lavorando con il Gruppo parlamentare multipartitico del Regno Unito per dialogare sulla sostenibilità dell’industria della moda: “I rivenditori devono assumersi la responsabilità di offrire, per le feste stagionali, soluzioni che non peggiorino l’impatto ambientale provocato dai rifiuti in plastica, già preoccupante”, ha detto Trewin Restorick, amministratore delegato di Hubbub. Come sottolineano le due organizzazioni, gli stessi rifiuti in plastica in realtà hanno un peso molto maggiore rispetto a quanto emerge dallo studio, perché la ricerca non comprende tutto l’insieme di oggetti (dal packaging ai giocattoli) prodotti appositamente per Halloween.
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Amburgo città dai due volti. Se nei giorni scorsi la storica località tedesca era tristemente salita alla ribalta delle cronache internazionali per le inaudite violenze subite da scimmie all’interno di un laboratorio “lager”, lo stesso importante centro portuale della Germania settentrionale oggi è sotto i riflettori per una legge che farà piacere agli amanti degli animali.
Il Comune anseatico, come riferisce la Welt, lo scorso mercoledì ha stabilito che le dolci bestiole domestiche potranno riposare in pace accanto ai loro padroni. Il provvedimento è stato adottato dopo mesi di discussioni. “Molti oggi hanno un rapporto emotivo strettissimo con i loro amici a quattro zampe, i quali appartengono di fatto alla famiglia”, ha sottolineato Ulrike Sprar, rappresentante dei Verdi al termine del Consiglio comunale.
Animali come cani e gatti, e non solo, soprattutto per le persone anziane rappresentano un faro di luce gioiosa in una esistenza troppo spesso triste e buia fatta di solitudine. Provvedimenti analoghi sono stati presi anche in altre città tedesche come, ad esempio, a Jena, città extracircondariale della Turingia.
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«C'è un pilota a bordo?», è uno di quegli annunci che non vorremmo mai ascoltare mentre siamo in volo su un aereo. Vorrebbe dire che entrambi i piloti si sono sentiti male e non sono più in grado di far atterrare il velivolo. Dunque c’è bisogno che qualcuno ne prenda il posto. Eventualità molto remota e mai successa, spiega il comandante Giuseppe Vallone, pilota dell’Alitalia e responsabile del dipartimento tecnico dell’associazione nazionale piloti: «Per evitare di sentirsi male contemporaneamente, sia il comandante sia il copilota hanno l’obbligo di consumare pasti diversi e di non condividere le bevande».
Tuttavia, in una situazione del genere una persona normale sarebbe in grado di far atterrare un aereo di linea senza avere nessuna esperienza e formazione? «Teoricamente sì», aggiunge Vallone. «In casi limite gli aerei sono ormai in grado di atterrare quasi da soli, grazie al volo strumentale, ma occorre sempre che ci sia qualcuno in cabina».
Gli aerei di linea hanno sia il pilota automatico, che permette di raggiungere l'aeroporto, sia un sistema di autoland (atterraggio automatico) che "dialogando" con i sistemi di atterraggio strumentale (ILS) più sofisticati (quelli detti CAT III B) degli aeroporti, consentono di portare a terra il velivolo in modo automatico.
Ideati per guidare con precisione gli aerei in condizioni di scarsa visibilità, sono in grado di farli toccar terra con un errore di circa 20 centimetri dal punto esatto della pista in cui bisogna atterrare. E questo sistema, in caso di emergenza e in alcune circostanze, può essere sufficiente per salvare i passeggeri.
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Con un messaggio su Whatsapp 52 lavoratori sono stati licenziati: accade a Crotone, dove i dipendenti del supermercato Carrefour a località Passovecchio hanno visto avviata la procedura di licenziamento, per giunta un giorno dopo che la struttura era stata chiusa perché non c'era più elettricità. A dare la notizia ai dipendenti è stato il direttore del punto vendita crotonese dalla società Grande distribuzione lametina di Francesco Perri, da cui dipende la struttura.
Dal canto suo la società Carrefour Italia ha fatto sapere di non essere coinvolta nella vicenda, perché il punto vendita era gestito in franchising da «un imprenditore esterno all'organizzazione», e di condannare le modalità di licenziamento, il messaggino su Whatsapp appunto. «Pur non entrando del merito delle decisioni di business, che afferiscono unicamente a questo imprenditore terzo, l'azienda si dissocia fermamente dalle modalità con cui questa decisione, che impatta negativamente su un'intera comunità, è stata gestita e comunicata», si legge.
«Tali modalità, inoltre - aggiunge Carrefour Italia nel suo comunicato - sono profondamente contrarie ai principi etici di business che contraddistinguono il nostro Gruppo in Italia. L'azienda ha pertanto chiesto immediatamente chiarimenti all'imprenditore ed è pronta ad intraprendere ogni azione necessaria alla tutela e al rispetto delle proprie procedure e del proprio modus operandi».
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"Abiti in una casa popolare del Comune di Milano? L'ascensore non funziona e hai difficoltà a fare le scale? Chiama il numero verde,
sarai aiutato a fare le scale da volontari". Sembra di essere su Scherzi a Parte e invece siamo in una casa popolare in zona Piazza Abbiategrasso, che Palazzo Marino ha dato in gestione a MM-Metropolitana Milanese.
Uno stabile nel quale vivono molti anziani signori, anche disabili, che ha quattro scale, due da sette piani e due da dodici. "Servizio gratuito e attivo da lunedì a venerdì, dalle 8:00 alle 18:30, promosso dal Comune di Milano e MM, in collaborazione con Croce Rossa Italiana". Insomma, quando la toppa è peggio del buco. Ecco quanto si legge ancora nel volantino di avviso affisso vicino ai citofoni del condominio, in via Ulisse Dini. Un volantino (ora sparito) con il quale l'amministrazione meneghina di Giuseppe Sala sembra prenderli bellamente in giro.
"Nella mia scala un ascensore è rotto da mesi e l'altro funziona un giorno sì e l’altro no", ci ha raccontato un condomino, che si sente irriso dalle istituzioni. In sostanza, gli elevatori sono guasti e la soluzione, allora, non è aggiustarli, ma organizzare corsi di volontari per aiutare le persone a raggiungere il proprio appartamento. Però solo dalle 8 del mattino alle 6 e mezzo di sera, come se il sabato e la domenica, e in serata, l'ascensore non servisse (!).
La soluzione pensata per donne incinta, disabili e per chi ritorna a casa con un bambino in braccio e le buste della spesa dall'altra parte è chiamare il numero verde, aspettare che rispondano e che arrivino i volontari. Una genialata, targata Comune di Milano.
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Donna
Mentre urli alla tua donna
sappi che c'è un uomo
che dedidera parlarle all'orecchio.
Mentre la umili,
insulti,sminuisci,
sappi che c'è un uomo
che la corteggia
e le ricorda
che è una gran donna.
Mentre la violenti,
sappi che c'è un uomo
che desidera
fare l'amore con lei.
Mentre la fai piangere,
sappi che c'è un uomo
che le ruba sorrisi.
VIVA LE DONNE
MERAVIGLIE DELL'UNIVERSO!!