EXTREME SPORT ITALIA
I BLOG NASCONO COME DIARI DIGITALI TRAMITE I QUALI CONDIVIDERE PASSIONI E IDEE, CON GLI UTENTI DI TUTTO IL WEB O DELLA COSIDDETTA "BLOGOSFERA". IL TERMINE BLOG NASCE DALLA CONTRAZIONE DELLE PAROLE WEB E LOG (REGISTRO).IL FENOMENO NON E' NUOVO E RISALE AL 1997, ANNO IN CUI SONO APPARSI I PRIMI BLOG NEGLI STATI UNITI. NEL 2001 HA COMINCIATO DIFFONDERSI CON FORZA ANCHE IN ITALIA. NEGLI ULTIMI ANNI, LO SVILUPPO DELLE POSSIBILITA' TECNOLOGICEDI CUI SI E' DISCUSSO HA DATO QUINDI UN NUOVO IMPULSO A QUESTO MODO DI COMUNICARE IN RETE.
Post n°31 pubblicato il 30 Settembre 2019 da INFORMAZIONEITALIA
LE OBSTACLE RACE K1 CHALLENGE DI ENDAS NAZIONALE-ENTE DI PROMOZIONE SPORTIVA RICONOSCIUTO DAL CONI Un vero e proprio Campionato Italiano di specialità quello di Endas Nazionale che con le sue ASD Affiliate e con sei tappe nazionali ha portato alla ribalta un format prettamente militare dove centinaia di super atleti si sono sfidati in arene bootcamp nella distanza di 1 km con ben 20/30 ostacoli artificiali di tutte le dimensioni come: muri, tunnel, filo spinato, corde tirolesi, muri irlandesi, monkey bar, travi di equilibrio e molto altro. Il campionato italiano K1 OCR Challenge 2019 è cominciato a Genazzano in provincia di Roma, il percorso è stato realizzato su una pista da motocross dove sono stati collocati ben 40 ostacoli, poi a Piacenza in uno stadio da calcio con bosco adiacente e 30 ostacoli, la terza tappa ha visto Salerno protagonista nel circuito Spacca Ossa dove si sono tenuti anche i campionati italiani Fire Race, circuito per soli uomini dei vigili del fuoco, la quarta tappa ha fatto scalo a Roma nel Parco degli Acquedotti presso lo stadio del Rugby capitolino dei gladiatori dell'Appia Rugby, ben 30 ostacoli per questa tappa, mentre la quinta tappa si è svolta a Mandello del Lario su una montagna dove i 30 ostacoli e il dislivello hanno messo a dura prova tutti gli atleti. La finalissima del 13 ottobre a Poggiorsini Bari vedrà come scenario le colline della Murgia su un percorso estremo di 30 ostacoli dove alla fine della manifestazione si decreteranno i campioni nazionali di questa specialità (uomo/donna). Per chi si fosse perso questo campionato, l'organizzazione di OCR Endas Nazionale ha già pronta per il 2020 una nuova edizione con nove tappe nazionali che vedrà coinvolte nove regioni italiane dal nord al sud Italia. Per maggiori info sugli eventi K1 OCR Challenge potete seguire la pagina ufficiale Facebook OCR ENDAS NAZIONALE. |
Post n°30 pubblicato il 06 Febbraio 2017 da INFORMAZIONEITALIA
Domenica 9 Aprile 2017 sbarcano a Roma (Genazzano) i Contractors di Boot Camp Italia games in una emozionante corsa ad ostacoli militari, ben 20 ostacoli distribuiti su un circuito estremo di 5 km in una vecchia pista da motocross di proprietà della Procarni Genazzano (Pietro Ciani). Ci racconta Jean Freeman, l'ideatore di questa manifestazione: Sono anni che partecipo a corse definite MudRun o Obstacle Course Race, ma noi le definiamo semplicemente Corse ad Ostacoli Militari, nel nostro caso abbiamo scelto un nome tipico militare per definire la C.O.R. che sta per Contractor Obstacle Race, sarà una corsa per pochi eletti, 100 ContractoRun che si sfideranno in una gara con trama, ovvero, un gruppo di 100 paracadutisti viene catturato e portato in un campo di concentramento, la START Line simulerà tale luogo, tutti gli atleti avranno manette ai polsi, improvvisamente un esplosione distruggerà i reticolati del campo, quello sarà il segnale di partenza, correranno per 500 metri con le manette passando per un fiumiciattolo fino a quando si accorgeranno di aver lasciato a terra ferito allo Start un loro compagno, torneranno indietro, taglieranno le manette, caricheranno il ferito (zavorra da 10 kg) che dovrà essere trasportato per 1 km fino ad una stazione di scarico, li prenderanno una granata per creare un diversivo, sarà trasportata per un breve tragitto fino alla stazione di lancio, poi via di corsa verso l'Arena Centrale dove prima di entrarvi troveranno un arma e dovranno eliminare la sentinella che controlla l'accesso in ARENA fino a completare tutti gli ostacoli rimanenti, salendo sulle nostre skyline da 4 metri, il multi bar da 12 metri piramidale con trincea a piscina, il cargo spalash, muri, reticolati, tunnel e tutto quello che ispira ad un C.A.G.S.M. Circuito Addestrativo Ginnico Sportivo Militare, fino a tagliare il traguardo e scrivere il proprio nome in C.O.R. 2017 Questo è il programma trama della corsa ma nel pomeriggio i giochi continueranno con la tappa del campionato italiano di pentathlon games, campionato che ha visto Boot Camp Italia nel 2016 Leader indiscusso di questo tipo di giochi/attività sportive con ben 6 tappe in centro Italia (Terni, Rocca Priora, Nettuno, Cerveteri, Passo Corese, Monterotondo) muovendo oltre 1000 persone tra atleti ed ospiti, un vero successo per questi ragazzi che hanno preso ispirazione da metodologie del pentathlon antico, moderno e militare, il crossfit e vari metodi funzionali, attività di tiro con arco, carabina, sessioni crono individuali ad ostacoli, e molto altro, cosi da creare i Boot Camp Games. Ma quello che distingue queste manifestazioni sono il prezzo accessibile a tutti, 30 euro per un doppio evento, cifra molto distante dalle 100 euro che ci vogliono ad oggi per una gara che non è nemmeno la metà di un doppio evento del genere, lo sport prima dei soldi, solo questo basterebbe per paretecipare il 9 aprile a questa stupenda manifestazione. Per maggiori info sull'evento contattare Jean Freeman al 3478287216 o iscriversi nel gruppo ufficiale di Facebook "BOOTCAMP ITALIA GAMES ASD. Marco Gava (Informazione Italia Sport) |
Post n°29 pubblicato il 11 Agosto 2016 da INFORMAZIONEITALIA
I successi degli atleti italiani ai Giochi brasiliani non sono casuali, la Federazione ha investito su giovani e strutture, creando una “cantera” dove far crescere i migliori talenti del Paese. Lo avevano chiamato “Progetto Tokyo 2020”: i risultati sono arrivati con quattro anni d’anticipo Fijilkam: segnatevi questo strano acronimo, quasi impronunciabile. Significa Federazione Italiana Judo Lotta Karate e Arti Marziali e potrebbe diventare la Federazione italiana più vincente alle Olimpiadi. Vincente lo è già ora: i Giochi di Rio de Janeiro 2016 verranno ricordati soprattutto come l’edizione di Fabio Basile, con cui il judo è entrato nella storia dello sport italiano firmando l’oro numero 200 alle Olimpiadi. Ma è arrivato anche l’argento di un’altra giovanissima come Odette Giuffrida. E la terza medaglia di Matteo Marconcini è sfumata solo nello spareggio per il bronzo. Nonostante questa piccola delusione finale, è un’edizione straordinaria per la Federazione azzurra, seconda nel medagliere di specialità dietro alla potenza russa e davanti ai maestri del Giappone. E il futuro potrebbe essere ancora più roseo: questi successi non sono frutto del caso, ma dalla programmazione e dal lavoro; la Federazione ha investito su giovani e strutture, ha creato una “cantera” dove far crescere i migliori talenti del Paese. Lo avevano chiamato “Progetto Tokyo 2020”: i risultati sono arrivati con quattro anni d’anticipo. E in Giappone il conto delle medaglie potrebbe addirittura raddoppiare, con la piena maturazione di questi ragazzi e l’ingresso fra le specialità olimpiche del karate, altra disciplina di eccellenza azzurra. (fatto quotidiano) |
Post n°28 pubblicato il 11 Agosto 2016 da INFORMAZIONEITALIA
L'olimpionica azzurra resta fuori dal podio per 26/100 vinti dalla statunitense su Sarah Sjostrom e l'australiana McKeon 10 agosto 2016 - RIO DE JANEIRO (Bra) Fede, nooo! Medaglia di legno. Che disperazione. Una jattura, proprio così. Ma lo sport è questo: bisogna accettare il verdetto del cronometro, sommo giudice. Un quarto posto nella finale dei 200 stile libero pienissimo di rimpianti perché stavolta è mancato poco, pochissimo per tornare sl podio e completare la collezione: 26/100. Manca infatti solo il bronzo a Federica Pellegrini ai Giochi, un metallo alla portata e che va ancora, come nel 2012 a Londra, a un'australiana: non a Bronte Baratt ma a Emma McKeon, che tocca in 1'54"92. Ha perso Fede in 1'55"18": nel finale è mancata l'ultima bracciata per riprendere Emma. Ed è mancato lo slancio della prima vasca, più veloce ieri di questo 27"97: stavolta il recupero è stato più affannoso, risalire in una finale olimpica dal 7° e 8° posto nella seconda parte è tremendamente più complicato mentre le due più forti si ritrovavano pure spiazzate dalla corsia 7, quella in cui la McKeon ha potuto nuotare più indisturbata, facendo gara a sè. L'altro problema di Fede è stato in questo caso la corsia 3, da dove poteva vedere bene Katie Ledecky e Sarah Sjostrom che nell'ultima vasca hanno messo le gambe per l'accelerata vincente conclusa con il trionfo della Ledecky in 1'53"73, tempo che non si nuotava dal 2012 a Londra con Allison Schmitt e terzo tempo della storia, sulla svedese da 1'54"08. Gazzetta dello Sport |
Post n°27 pubblicato il 11 Agosto 2016 da INFORMAZIONEITALIA
Il 4 settembre si terrà a Cerveteri la quarta tappa del campionato nazionale di pentathlon games promosso da BOOTCAMP ITALIA, la nuova frontiera multidisciplinare sportiva a 360°. Abbiamo già seguito questi ragazzi promotori di questa iniziativa a Rocca Priora, Passo Corese e Nettuno, dove si sono cimentati in attività come corsa campestre, lancio del giavellotto, functional run, crossfit game, lotta, carabina e circuiti ad ostacoli militari. La tappa di Cerveteri si svolgerà in un nuovo campo di addestramento di ultima generazione gestito da FTP Functional Training dove gli atleti saranno chiamati a cimentarsi in gare a tempo individuali su circuito di 30 ostacoli di media ed elevata difficiltà come muri alti 3 metri, tunnel, pozze d'acqua, filo spinato, campo minato, travi d'equilibrio, reti d'arrembaggio, ponti tibetani e molto altro. Una vera e propria giornata vissuta come un militare ma con tanto fitness. Vedi evento su Facebook "FTP Bootcamp Oltre il Confine". (Marco Graziani) |
Post n°26 pubblicato il 20 Giugno 2016 da INFORMAZIONEITALIA
Fujio Mitarai, presidente del Comitato Tokyo 2020 (reuters) TOKYO - Baseball e softball, karate, skateboard, arrampicata sportiva e surf: sono queste le cinque discipline che gli organizzatori dei Giochi di Tokyo 2020 vogliono aggiungere al proprio programma olimpico. Secondo le nuove regole, le città ospitanti possono selezionare le discipline da inserire, ma l'ultima parola spetta al Cio, che deciderà nel prossimo agosto, in concomitanza con l'appuntamento di Rio. "Si tratta di discipline al contempo tradizionali ed emergenti e rivolte ai giovani, che sono tutte popolari in Giappone e a livello internazionale - spiegano in una nota gli organizzatori - Faranno da forza trainante per promuovere ulteriormente il movimento olimpico e i suoi valori, con l'attenzione rivolta ai giovani, e aumentaranno il valore dei Giochi coinvolgendo la popolazione giapponese e il nuovo pubblico mondiale e riflettendo la visione dei Giochi di Tokyo 2020". FONTE:repubblica.it |
Post n°25 pubblicato il 20 Giugno 2016 da INFORMAZIONEITALIA
Valentino Rossi (ansa)MUGELLO - "Che peccato, che delusione. È sempre così, quando ti devi arrendere per un problema tecnico. Ma proprio qui no, davanti alla mia gente. Il Mugiallo. E in un giorno in cui mi sentivo il più forte, il più veloce". Il motore è come esploso. "Incredibile. L'ultima volta mi era successo a Misano, nel 2007. Una vita fa. Abbiamo controllato i dati: forse la Yamaha dispone di una serie di motori venuti male: per errori di produzione, o nel montaggio. Possiamo intervenire, perché ne abbiamo ancora quattro "congelati"'". Anche quello di Lorenzo si è rotto. "Mi ero un po' preoccupato: però il mio era più fresco, con pochi chilometri. E poi ero così sicuro di me...". Al momento dell'incidente in testa c'era Jorge. "Stavo bene, avevo un gran passo, potevo superarlo e andarmene via: aspettavo il momento buono. Ci avevo provato al termine del primo giro, però ho frenato troppo a fondo. Poi sono andato largo, ma perché non mi è entrata la frizione. E l'ho ripreso subito. Questa era la mia gara. Invece l'ho pagata carissima". Lorenzo e Marquez già in fuga. "L'unica nota positiva è che ho avuto la conferma di essere molto competitivo. Sono più veloce dello Però è la seconda gara - su sei - chiusa a zero punti. "Ad Austin ho fatto uno sbaglio, è vero. Qui non posso rimproverarmi niente. Solo disperarmi". Tra due settimane rivincita a Barcellona. "Da ora in poi posso solo pensare a dare il massimo per stargli davanti. Io ci credo. Sempre". fonte:repubblica.it |
Post n°24 pubblicato il 20 Giugno 2016 da INFORMAZIONEITALIA
Il podista carpigiano Antonio Caponetto ha vinto gli assoluti nella categoria Over 85 nella competizione disputata tra Firenze e Faenza Antonino Caponetto, Ambasciatore dello sport carpigiano, ha vinto il Campionato italiano assoluto Fidal Master Over 85 nel corso dell’ultimo weekend, quando si è disputata la 100 chilometri del Passatore tra Firenze e Faenza. Caponetto, 85 anni a dicembre, ha alle spalle una carriera di assoluto prestigio anche a livello internazionale e si è classificato 797° su 2042 partenti, terminando la gara in 13 ore, 28 minuti e 41 secondi. Caponetto tra l’altro ha partecipato a 19 edizioni della 100 chilometri, vincendone 18 nella sua categoria. “Caponetto non finisce di stupire – spiega il Sindaco Alberto Bellelli, che questa mattina lo ha ricevuto in Municipio – e siamo orgogliosi che la nostra città possa annoverarlo tra gli Ambasciatori dello sport, a dimostrazione che l’attività sportiva può essere perseguita a tutte le età…”. “Siamo partiti alle tre del pomeriggio da Firenze con 35 gradi di temperatura – spiega Caponetto mostrando la medaglia di Campione italiano - e dopo il 25esimo chilometro ho cominciato ad avere dei crampi che mi hanno dato fastidio per tutta la gara. Ma non ho mai pensato a mollare, non mi sono mai ritirato: anche perché volevo difendere il titolo…”. Antonino Caponetto è anche campione europeo di Maratona e campione mondiale sui 100 chilometri, nella categoria Master Over 80. FONTE:MODENA TODAY |
Post n°23 pubblicato il 20 Giugno 2016 da INFORMAZIONEITALIA
Il giudizio complessivo: bella, bellissima. Il percorso della "Amsterdam Marathon" è quasi completamente piatto (un po' movimentato nel finale, ma niente di particolare), estremamente panoramico e con buona partecipazione di pubblico. Sufficienti i rifornimenti, buona l'organizzazione. Sulla città naturalmente non ho niente da aggiungere rispetto a quello che tutti sanno. Nel dettaglio, si parte da dentro lo Stadio Olimpico (dalla pista per intenderci), raggiungibile con il tram numero 16 o con il 24 dalla stazione centrale, dove conviene prendere l'albergo. A poche centinaia di metri dallo Stadio Olimpico si trova anche l'expo (Sporthallen Zuid) per il ritiro del pettorale. La partenza, alle 10:30, è una delle più ordinate che si possa trovare. Se avete l'accortezza di arrivare con un po' di anticipo è possibile scegliere la zona di partenza in base al tempo che si ritiene di fare, senza troppe formalità (non ci sono colori o codici nel pettorale che vincolino ad accedere ad una particolare griglia). Come si usa in Olanda la scelta è lasciata al singolo, e ci si affida al suo senso di responsabilità e correttezza. È un sistema poco usato dalle nostre parti ma, curiosamente, spesso funziona. In questo modo è dunque possibile collocarsi nei pressi della linea di partenza, godendo dei primi chilometri senza eccessivi ingorghi nonostante l'uscita dallo stadio non sia molto agevole. Il percorso è tra i più belli. A differenza di quasi tutte le maratone, ad esclusione di New York che è un caso particolare, la parte più bella è quella fuori città, lungo il fiume Amster. Come ve lo immaginate il percorso ideale per correre? Sul bordo di un fiume, su un viale alberato, tra deliziose villette, con i cavalli sullo sfondo? O preferite i parchi naturali immersi nel verde? O i tracciati urbani in mezzo alla gente? Non importa, ad Amsterdam troverete quello che fa per voi. Giusto un po' di attenzione a dove si mettono i piedi, ci sono le rotaie del tram un po' ovunque. I rifornimenti sono puntuali e comprendono sali minerali, acqua, banane e spugnaggio. Niente di più, ma in fondo è quello che serve realmente. L'arrivo è di nuovo allo stadio olimpico, come a Monaco. Sono in molti ad avere un debole per i finali in pista anche se in questo caso l'ingresso nello stadio non è di straordinario impatto. Gli ultimi duecentocinquanta metri comunque non si dimenticano. Dopo il traguardo comincia qualche nota dolente. In generale ad Amsterdam a fine ottobre fa freddo. A volte il tempo è clemente regalando ai podisti una mattinata fresca e soleggiata, ideale per correre, ma all'arrivo la bassa temperatura si fa comunque sentire, soprattutto perché bisogna percorrere a piedi circa un chilometro per arrivare al ritiro della borsa passando per la riconsegna del chip (con conseguente dolorosa genuflessione) ed il banchetto-ristoro inspiegabilmente privo di bevande calde (ancora banane, arance, acqua e sali peraltro razionati). Recuperare la propria borsa non è agevolissimo, sono tutte nello stesso padiglione vicino allo stadio un po' alla rinfusa. Va ancora peggio a quelli che corrono la mezza maratona (che parte alle 14:30) che devono raggiungere lo Sporthallen Zuid per recuperare la borsa. Una volta raggiunta la fermata del tram ci si rende conto che, ovviamente, il traffico di superficie è bloccato (non sarebbe male che lo scrivessero da qualche parte nella documentazione di gara) per cui bisogna prendere la metro, la cui stazione più vicina si trova sopra un ponte (con lo stadio alle spalle, sulla destra). Si prende il numero 50, si scende dopo una fermata e si prende il 51 che porta alla stazione centrale. Quindi le occasioni per prendere ancora freddo non mancano. Un consiglio da dare sarebbe quello di lasciare una giacca in pile pesante alla partenza, dietro una delle barriere di metallo ai lati della pista e - cosa che per un italiano ha del miracoloso - sperare di ritrovarla. Dovrebbe essere possibile cambiarsi e fare la doccia allo Sporthallen Zuid. |
Post n°22 pubblicato il 20 Giugno 2016 da INFORMAZIONEITALIA
Parte il Campionato Bootcamp Italia Trail running, percorsi C.A.G.S.M (Circuiti Addestrativi Ginnici Sportivo-Militari), workout funzionali, tecniche di difesa personale, lancio del giavellotto. Il tutto all’aperto, ambientato in scenari campestri, tra prati e torrenti, acqua e fango. Queste le prove che caratterizzeranno le tappe della prima edizione del Campionato Bootcamp Italia, ai blocchi di partenza il 21 e 22 maggio a Rocca Priora (Rm). Dieci ore di attività multidisciplinare, veri e propri addestramenti militari a punti integrati alla pratica sportiva grazie alle prove tipiche del crossfit, come il tractor tire flips (rovesciamento pneumatici), log carry (trasporto tronchi), sandbag (sollevamento sacchi), box jump (salto box), wod in long Mix Body Circuit (circuiti misti a corpo libero). “Il Campionato Bootcamp Italia – ha dichiarato Jean Freeman, ideatore e promotore della manifestazione – è aperto a tutti coloro che amano sfidare i propri limiti, mettersi in gioco attraverso il superamento di prove che necessitano di un grande equilibrio tra corpo e mente. I bootcamp sono formule di addestramento che prevedono una serie di circuiti militari all'aria aperta e allenamenti funzionali al chiuso. Mentre indoor ci alleniamo sulle corte distanze, outdoor estendiamo il metodo sulle lunghe distanze inserendo tipologie di prove a ostacoli di difficoltà elevata, sfruttando il fattore corsa campestre. L’allenamento funzionale sui circuiti bootcamp serve per ottenere una buona forma fisica e atletica ma con finalità sportive e quotidiane, puntando su agilità, forza e resistenza. È una novità assoluta che invito tutti a provare”. Il programma delle tappe Questo potrebbe essere il programma di una delle 5 tappe: Le tappe del Campionato CONTATTI |
Post n°18 pubblicato il 23 Giugno 2012 da INFORMAZIONEITALIA
UN SORRISO PER TUTTI I BAMBINI DISABILI Poche ore fa su Facebook, centinaia di utenti si sono rivolti alla polizia postale on line per denunciare l'ennesimo gruppo contro i disabili. Li chiamano gli sciacalli del web e con i loro commenti infamano persone diversamente abili nei gruppi di Facebook. La denuncia è partita dall'associazione Disabili Italiani ed è stata inoltrata stamattina al comando della polizia postale di Roma. I responsabili di tale scempio hanno le ore contate.
Vai alla pagina incriminata cliccando il link: http://www.facebook.com/groups/156801794413891/#!/groups/122783767861522/ |
Post n°15 pubblicato il 21 Novembre 2011 da INFORMAZIONEITALIA
Molti utenti si sono accorti che poco fa l’ex ministro Renato Brunetta ha postato sulla sua pagina Facebook un link in cui pubblicizza la sua partecipazione all’iniziativa odierna “La Rete delle Libertà”. Il problema è che continua a millantare il titolo di Ministro. Se lo facesse un normale cittadino incorrerebbe nei reati di millantato credito e usurpazione di funzioni pubbliche. Abbiamo postato la foto sulla nostra pagina e a centinaia di stanno precipitando sulla bacheca di Brunetta chiedendogli di rimuovere quella qualifica dalla sua pagina Facebook o in alternativa crearne un altra. La rete non perdona. Collegamento alla bacheca di Brunetta.
http://it-it.facebook.com/renato.brunetta
Informazione Libera fonti: Letteraviola |
Post n°14 pubblicato il 20 Novembre 2011 da INFORMAZIONEITALIA
E Churchill inventò l' armata fantasma per beffare Hitler Come si fa a nascondere, in un' isola distante appena 20 miglia dalla costa continentale europea, quattro milioni di uomini e donne coinvolti nell' invasione con tutte le loro svariate migliaia d' imbarcazioni (cioè 6.047 navi da trasporto e 1.200 navi da guerra), decine di migliaia di carri armati, pezzi di artiglieria, camion e velivoli (1.100 aerei da trasporto, 800 alianti e 10 mila bombardieri e caccia)? E poi, come si fa a celare a un nemico che sorveglia attentamente il Muro Atlantico ultra-fortificato - nel quale 250 mila lavoratori forzati hanno versato 800 mila tonnellate di cemento ogni mese - il luogo e il momento di uno sbarco con 11 divisioni (290 mila uomini) nelle prime 36 ore? Per Churchill, l' ispiratore e spesso l' artefice di questi stratagemmi, «la verità è così preziosa che dovrebbe sempre essere attorniata da una guardia del corpo di bugie». Questo tornava utile soprattutto quando si aveva di fronte uno stato maggiore tedesco al quale il grande mentore del diciannovesimo secolo, Klaus von Clausewitz, aveva insegnato che «gran parte delle informazioni ottenute in guerra sono contraddittorie, una parte ancora più grande è falsa, e la parte di gran lunga maggiore è piuttosto dubbia». Era stato Churchill, come ministro degli Interni, a istituire nel 1910 il MI5 (controspionaggio) e il MI6 (servizi segreti oltremare). Da ministro della Marina, aveva radicalmente modernizzato la Royal Navy. Nel 1915 la sua brillante carriera sembrò finire con il fallimento del piano per uscire dal sanguinoso stallo della guerra di trincea forzando i Dardanelli, «nel ventre molle dell' Europa», per aprire con i Russi un secondo fronte mobile dal Mar Nero al Danubio. Fallì al prezzo di 252 mila vite alleate, dovuto principalmente al mancato coordinamento tra esercito e Marina, e all' assenza dell' elemento sorpresa. Gli insegnamenti tratti da questo fallimento sarebbero stati cruciali per la riuscita del più grande sbarco mai visto, in Normandia nel 1944. Ma intanto Churchill trascorreva notti insonni per il timore assolutamente ragionevole di un sanguinoso disastro sulle spiagge francesi. La prima lezione messa in pratica fu mettere l' azzimato ammiraglio Lord Mountbatten a capo delle Operazioni Combinate per integrare il comando di esercito, marina e aviazione, basilare per la riuscita dell' invasione. La seconda fu istituire nel 1940 la London Controlling Section, nove uomini e una donna il cui lavoro era orchestrare «Bodyguard», il piano diversivo senza il quale lo sbarco in Normandia sarebbe stato un suicidio. Un fallimento avrebbe costretto la Gran Bretagna a chiedere la pace, e l' America ad abbandonare l' Europa. «Bodyguard» doveva sviare Hitler sulle reali intenzioni degli Alleati nell' Eurasia nel 1944. Il piano lo avrebbe costretto a disperdere le sue forze in modo da non avere una concentrazione di truppe sufficiente a ripetere una Dunkerque, come sperava di fare Rommel. In secondo luogo, «Bodyguard» avrebbe ritardato la risposta di Hitler all' invasione, facendogli temere altri sbarchi imminenti. Bisognava far credere al dittatore tedesco sei bugie: 1) che gli Alleati erano convinti di poter vincere la guerra solo con i bombardamenti, e che se avessero invaso sarebbe comunque avvenuto in luglio. 2) che gli Alleati erano però pronti a invadere qualsiasi parte d' Europa dalla quale Hitler avesse ritirato le guarnigioni. 3) che un' invasione congiunta anglo-americana-russa della Norvegia avrebbe costretto la Svezia a unirsi agli Alleati per uno sbarco di paracadutisti sulla Danimarca. 4) che lo sbarco principale degli Alleati sarebbe stato nei Balcani, scelta notoriamente preferita da Churchill, con un attacco anglo-americano su Trieste, un' invasione britannica della Grecia e un' invasione anglo-russa dei giacimenti petroliferi rumeni. 5) che i Russi avevano accettato di non iniziare la loro offensiva prima della fine di giugno, impedendo quindi a Hitler di ritirare forze per difendere la Francia. La sesta e ultima bugia alla quale Hitler doveva credere, era che agli Alleati sarebbero occorse 50 divisioni per dare l' assalto al Muro Atlantico, e che né queste né le necessarie forze navali sarebbero state pronte fino a luglio, dopo l' apertura dell' offensiva russa. Tutto ciò rifletteva i pensieri di Hitler, che infatti abboccò. All' interno del piano generale «Bodyguard», i programmi Fortitude North e Fortitude South erano pensati per nascondere l' entità, il luogo e i tempi dello sbarco. Hitler era ossessionato dalla Scandinavia, dove aveva respinto l' invasione britannica della Norvegia nell' aprile 1940 e, come conseguenza di Fortitude North, lasciò inutilmente in Norvegia, fino alla resa alla fine della guerra, oltre 400 mila soldati scelti che invece avrebbe potuto usare per ricacciare in mare gli Alleati in Normandia. Ciò si dovette alla creazione di un' inesistente IV Armata britannica in Scozia, costruita grazie a notizie false diffuse via radio, annunci sui giornali locali (matrimoni tra le truppe, partite di football tra reggimenti) e messaggi di spie tedesche «ingaggiate» dal controspionaggio britannico, il tutto rafforzato da «Graffham», nome in codice per le minacce diplomatiche alla Svezia, principale fornitore di acciaio della Germania: gli Alleati erano pronti a mettere sulla lista nera internazionale l' industria svedese perché collaborava con la Germania, e a occupare aeroporti e ferrovie svedesi. Una missione militare russa giunse a Edimburgo per coordinare l' invasione congiunta della Norvegia, mentre veniva falsamente riportato che il ministro degli Esteri Eden si trovava a Mosca. I Tedeschi credettero a questa illusione fino a dopo il D-Day, quando la 4° Armata si spostò a sud per raggiungere l' altrettanto fantomatico Fusag (First US Army Group, di 150.000 uomini) di Fortitude South comandato dal vistosissimo generale Patton, che Hitler pensava avrebbe guidato l' invasione. Il finto Fusag, con il suo traffico radio, i carri armati gonfiabili, gli aerei di compensato, i camion e mezzi da sbarco costruiti dai Pinewood Film Studios sotto la direzione dell' illusionista teatrale Jasper Maskelyne e dell' architetto Sir Basil Spence, era basato nell' East Anglia di fronte al Pas de Calais, dove Hitler pensava sarebbe arrivata l' invasione principale. Quest' illusione veniva corroborata da agenti tedeschi passati dall' altra parte. A «Garbo», la spia più famosa, venne detto di preannunciare il D-Day quattro ore prima: comunque troppo tardi per organizzare una contromossa efficace, ma abbastanza per aumentare la credibilità personale di quell' agente. Hitler lo decorò subito con la Croce di Ferro. A quel punto le postazioni radar tedesche, debitamente manipolate dagli alleati, riportavano «che una grande flotta si stava radunando di fronte a Calais». «Bodyguard», la guardia del corpo di bugie, aveva catturato l' attenzione ma non la «preziosa verità» sul D-Day. Adesso le probabilità di successo erano 50 a 50.
Newbury Richard
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Post n°13 pubblicato il 12 Novembre 2011 da INFORMAZIONEITALIA
È accaduto a Desenzano, Brescia, dove un uomo ha seppellito vivo il proprio cane, che è rimasto per ben quaranta ore sotto i laterizi del terreno. Jerry il cagnolino, ha cominciato a guaire e fortunatamente un passante ha sentito i suoi lamenti, ed ha avvisato la polizia che arrivata sul posto, ha cominciato a scavare, per liberare la povera bestia. Ha cominciato a scavare a mani nude, tra la ghiaia, dove l’uomo aveva seppellito il cane, di razza bretone, di colore bianco e rossiccio, che è stato poi subito fatto bere.
Il cagnolino aveva gli occhi coperti da una benda ed era agonizzante oramai. Rintracciato il proprietario del cane, è stato denunciato per maltrattamento di animali. L’uomo, un danese, non ha avuto esitazioni nel confessare il suo gesto, ma si è giustificato dicendo che credeva che l’animale fosse già morto. Il cane sta bene, non rischia la vita, tra poco sarà affidato al canile di Desenzano. Il presidente nazionale dell’Enpa, Carla Rocchi, commenta l’accaduto come un avvenimento di una gravità inaudita, che fa capire come l’Italia debba fare ancora molta strada per ciò che concerne la protezione e la tutela degli animali. C’è molta ignoranza ma anche cattiveria nei confronti degli animali.
Fonte: SubitoNews |
Post n°12 pubblicato il 09 Novembre 2011 da INFORMAZIONEITALIA
Prove di comunicazione I rapporti tra esseri umani spesso falliscono e la maggior parte delle volte, se ci pensiamo, capita per non essere riusciti ad esprimere quello che volevamo dire e che sentivamo. Un rapporto è positivo solo quando è positiva la comunicazione che in esso avviene e perchè ciò avvenga dev’esserci un dialogo a cuore aperto.L’incontro infatti non è altro che una comunione tra due esseri legati da una comunicazione completa. Informazione Libera |
Post n°11 pubblicato il 05 Novembre 2011 da INFORMAZIONEITALIA
Post inviato in redazione da Roberta, una nostra amica di Facebook. Sicuramente ciò che sto per raccontarvi è una goccia nel mare..ma tutta questa situazione la sto vivendo sulla mia pelle e vi assicuro che è veramente difficile trovare strade e direzioni giuste..Vi espongo il mio problema..magari qualcuno di voi ha una risposta o un suggerimento da propormi.. Alcuni commenti dei suoi amici: Andrea Ustica Nessuna polizza r.c.a. raddoppia il proprio costo con un "piccolo" sinistro. In nessun caso. Antonello Carbonaro Oggi le r.c.a., se solo commetti un sinistro anche avendo ragione, ti sbattono fuori dalla compagnia oppure come accade nel caso descritto da Elfa, ti raddoppiano il premio. a me personalmente, nel giro di due anni, senza commettere nessun sinistro, mi è aumentato il premio del 20 %, detengo la 1° classe di merito per giunta. Assicurazioni e banche, meglio starne alla larga, sono dei ladri! kendy Filippo Io ne pago 400 l'anno. Mi sono fatta fare vari preventivi e li ho prensentati alla mia compagnia assicurativa, ottenendo uno sconto di 280 euro. Moira Mora Anche io avevo un problema simile, passando a Quixa ho risolto. Escludendo le auto d'epoca, non centra nulla quanto sia vecchia l'auto, perchè l'assicurazione del ragazzo pagherebbe i danni del sinistro e se il sinistro fosse un BMW appena uscito dal concessionario poco importa di che auto l'abbia creato. Vera De Nardo Cioé? Gli hanno praticamente raddoppiato la quota d'assicurazione? Ma sono veramente fuori di testa...e tutto ciò per un danno che ammontava circa 500euro? Che schifo... Prova sentire qualche altra agenzia...(magari SASA, hanno prezzi più normali) La Redazione risponde: NO COMMENT. Torna al blog http://blog.libero.it/codicealfa/view.php?reset=1&id=codicealfa |
Post n°10 pubblicato il 04 Novembre 2011 da INFORMAZIONEITALIA
QUI ED ORA. HERE AND NOW.
ore 14.53 inizio battitura Fino a qualche anno fa quando qualcuno mi diceva “vivi nel presente” pensavo fosse uno slogan pubblicitario tipo quel famoso “ carpe diem” che da ragazzina le mie coetanee ripetevano sempre e io non capivo... voglio dire ma se una cosa non m’interessa mica devo “carparla diem” per forza! no?
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Post n°7 pubblicato il 02 Novembre 2011 da INFORMAZIONEITALIA
Negli ultimi anni nei network sta crescendo enormemente il numero dei cosidetti fake ( profili finti). Dopo aver riletto tutte le risposte che mi sono state date ho notato che le motivazioni più forti sono la voglia di libertà nell’esprimersi, il bisogno di evasione dai problemi e un senso di solitudine che ci attanaglia. Ed è in quel momento che mi sono accorta ancora una volta che siamo tutti uguali in fondo, con gli stessi bisogni e le stesse paure e il desiderio umano di essere accettati ed amati per quello che siamo sia che si tratti di vita reale o fantamondo. E quindi la differenza dove sta? meglio fake o non fake? Informazione Libera Eva Adami |
Post n°6 pubblicato il 31 Ottobre 2011 da INFORMAZIONEITALIA
L'abbandono degli animali è l'intenzionale allontanamento di un animale domestico o d'affezione del quale si sia proprietari e che viene in genere rilasciato in luoghi dai quali si prevede non possa riavvicinarsi all'abitazione in cui era detenuto. L'abbandono, quando non fonte di incidenti stradali, può portare al randagismo ed alla conversione dell'animale alla vita selvatica. La pratica è ritenuta riprovevole e pericolosa da quote rilevanti di popolazione, in particolare da associazioni e movimenti animalisti, e negli ultimi anni si sono allestite strutture pubbliche (in genere locali) con compiti di sensibilizzazione e prevenzione del fenomeno, le proporzioni del quale sono stimate di stringente rilievo. L'abbandono non riguarda solo i cani ed i gatti, ma di recente ha colpito sensibilmente anche specie cosiddette esotiche (specie alloctone naturalizzate), la cui detenzione era stata sottoposta a regolamentazione severa comprendente il divieto di detenzione di talune specie e l'obbligo di denuncia di altre invece consentite. Anche al di là dei picchi di abbandono registrati subito dopo la regolamentazione, però, le specie esotiche sono anch'esse interessate dal fenomeno. Molti rettili sono abbandonati in giardini e parchi pubblici, o nei corsi d'acqua, e ciò può causare conseguenze negative alla fauna selvatica locale. In Italia l'abbandono è vietato i sensi dell'art. 727 del codice penale, che al primo comma recita: "Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l'arresto fino ad un anno o con l'ammenda da 1.000 a 10.000 euro.". La ratio legis per questa norma è stata rinvenuta da parte della dottrina nella tutela del sentimento umano, che è offeso dal maltrattamento o abbandono degli animali, e dal Consiglio di Stato nella diretta tutela, «adeguata all’evoluzione dei costumi e delle istanze sociali», degli animali «da forme di maltrattamento, abbandono ed uccisioni gratuite in quanto esseri viventi capaci di reagire agli stimoli del dolore». La Dichiarazione universale dei diritti dell'animale sancisce all'art. 6 che «L'abbandono di un animale è un atto crudele e degradante». Inoltre, secondo il Ministero della Salute italiano, «chi abbandona un cane, dunque, non solo commette un illecito penale (legge 189/2004), ma potrebbe rendersi responsabile di omicidio colposo», quando gli animali abbandonati provocassero incidenti stradali mortali. Lo stesso dicastero, a proposito delle ragioni dell'abbandono, esorta ad una più accorta gestione della fertilità dei propri animali d'affezione, cioè ad «operare un’attenta gestione della vita riproduttiva del proprio animale, per non incrementare il numero degli abbandoni determinati da cucciolate indesiderate e di difficile collocazione». Contro l'abbandono degli animali sono periodicamente realizzate campagne informative e di sensibilizzazione pubbliche o di associazioni e movimenti. Fonte: Wikipedia, l'enciclopedia libera Informazione Libera Ugo Capretti |
Post n°5 pubblicato il 30 Ottobre 2011 da INFORMAZIONEITALIA
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Milano, 05/10/2011 False pagine create solo ad ingannare l'ingenuità degli utenti che intendono rendere omaggio alle vittime dei più recenti fatti di cronaca, titoli apparentemente innocui, che nascondono però ogni sorta di volgarità ed illazione ai danni di persone scomparse, come l'ultima sulla tragedia dell'alluvione in Sicilia dal titolo; Dopo l'alluvione speriamo nell' Etna per farvi sparire. Ad aprire queste bacheche dell'orrore, i cosidetti “trolls”, individui registrati sotto falsi account, protetti da foto di personaggi famosi o immaginari, che imbrattano il muro disumano che passa dal reale al virtuale, con scritte offensive e crudeli, mortificando la memoria di chi non c'è più e la sensibilità dei tanti avventori che aderiscono alle loro pagine. Il loro intento è proprio quello di ledere l'immagine di persone comuni, che entrano su facebook solo per allegerire la mente, trovandosi di fronte ad un'armata di sciacalli del web. Ma andiamo a leggere alcuni commenti fatti da questi sciacalli: Ksenija Filipovic
Giulia Sempreinritardo Nardi Pazienza Edie Lie Andreij Ustascija Duško Tadić Concludo citando le parole del mio collega Ugo Capretti, scritte in precedente post: Condanniamo tutti i fatti di razzismo, diciamo NO a questi odiosi comportamenti, a tutti gli atteggiamenti di intolleranza verso persone identificabili attraverso l'appartenenza a razze o per il sesso, per la religione, la cultura, la nazionalità, la conformazione fisica o altro. Informazione Libera Silvia Anzaloni |
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