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Post N° 1230

Post n°1230 pubblicato il 23 Ottobre 2008 da ottimistasempreecomu

Ho sentito le parole del nostro Presidente del Consiglio (ma perchè si ostinano a chiamarlo Primo Ministro, figura di tutt'altro genere che non esiste nel nostro ordinamento?), e mi è corso un brivido nella schiena! Mi sono scorse davanti le immagini e la memoria di Valle Giulia (chi ha la mia età, ricorderà a cosa mi riferisco)

Ma analizziamo un po' la cosa: ha detto (o almeno io ho sentito) testualmente: ho convocato il Ministro degli Interni ed ho dato istruzioni per bloccare i tentativi di sabotare le lezioni - impedendo l'ingresso a coloro che non aderiscono agli scioperi o sgomberando con la forza coloro che attuano occupazioni - anche usando le forze di polizia...(ecc.).

Alcune considerazioni:

Il Presidente del Consiglio dei ministri dirige la politica generale del Governo e ne è responsabile. Mantiene l'unità di indirizzo politico ed amministrativo, promovendo e coordinando l'attività dei ministri.
I ministri sono responsabili collegialmente degli atti del Consiglio dei ministri, e individualmente degli atti dei loro dicasteri (art. 95 della Costituzione).

E' evidente che vi è uno spazio di interpretazione in queste righe: ma a seconda di come la si interpreta, si capisce il carattere di chi le pronuncia! Un Presidente del Consiglio dal fondamento democratico, si limita ad "incontrare" il suo ministro per "stabilire una linea di condotta comune", mentre chi ha la vocazione ad un certo "piglio autoritario" "convoca" e "dà istruzioni" al proprio ministro: è un problema di cultura democratica! Da noi "convocava" il re, o il Duce, ma certo non De Gasperi o chi lo ha seguito!

Ma lasciamo perdere questo tipo di analisi, anche se importante! Perchè queste contestazioni? Ognuno tira la politica dalla sua parte, c'è chi dice che la sinistra "cavalca la tigre" c'è chi dice che c'è un'involuzione democratica a destra. Probabilmente sono vere ambedue le affermazioni, ma c'è un dato di fondo: questa "riforma" è stata approvata senza una sostanziale discussione in parlamento, senza coinvolgere l'opinione pubblica, senza insomma far partecipare la gente alla costruzione di un nuovo tipo di scuola. Ora, il decisionismo va bene su questioni pratiche ed immediate, ma un problema come l'assetto futuro della scuola, da cui dipende il futuro della nostra nazione, non può essere tracciato a tavolino, su di esso si può e si deve perdere tempo in discussioni anche accanite cui partecipino tutti, studenti inclusi.

Perchè, diceva Talleyrand: "un'idea che non trova posto a sedere, può fare la rivoluzione"

Non si può confondere la cultura politica con la cultura d'impresa!!!!

 
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