Creato da ottimistasempreecomu il 13/12/2006
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« poesie | un ricordo... » |
Ieri si è conclusa (finalmente!) la tornata elettorale, a Bari ha trionfato il Centro-sinistra (ci ho messo il trattino), e personalmente ne sono felice. Si son sprecate le analisi, di tutti i tipi, generi e specie…ne azzardo una anch’io, limitatamente alla mia città (non conoscendo in maniera approfondita le altre realtà).
La mia è una città strana, l’ho detto mille volte, che nasconde – più o meno bene – un tratto anarcoide sotto una coltre di velleitarie pulsioni di “ordine e sicurezza”. Il barese medio mal sopporta l’idea che vi sia qualcuno dall’esterno a intrufolarsi in faccende che ritiene di riservato dominio (nessuno che sia privo dell’autorità riconosciuta può insinuarsi nella famiglia, nella città, nel posto di lavoro, ecc.), il barese medio “deve” avere il diritto di far quello che vuole e nessuno, che non abbia autorità dallo stasso riconosciuta, può proferire verbo. Il barese medio fa dell’indipendenza la propria bandiera, e nel corso dei secoli la città ha conosciuto momenti di ribellione (ai bizantini, agli Altavilla, ai tedeschi nel secondo conflitto mondiale) che hanno portato anche alla sua distruzione totale in sede di repressione (nel 1156). Chi ha tenuto conto di questo carattere, ha avuto le chiavi della città. Ben lo comprese, ad esempio, Federico II, che non amò mai Bari e i baresi, diffidando di loro, ma lasciandoli liberi, ben lo comprese il fascismo che concesse alla città una quantità impressionante di opere pubbliche che ne rifecero il volto ed un sostanziale autogoverno (eufemismo per indicare l’apoteosi dell’unione tra l’ordine apparente e l’anarchismo sostanziale: in pratica la parola d’ordine era “fate quello che volete, basta che non rompete le scatole al potere”). Fu un matrimonio che non è mai stato sciolto, se non in apparenza. (Piccola curiosità: pare che la nostra Università degli Studi, intitolata a Benito Mussolini, non abbia mai provveduto legalmente alla modifica dell’intestazione, dal punto di vista legale – anche se nella pratica il nome è scomparso dagli atti)
L’equilibrio, ora, è rotto: il barese non ha più il suo punto di riferimento nella destra tradizionale, ormai diluita in un più ampio contenitore, né sente la nuova destra come “propria”, bensì la avverte come catena di trasmissione degli interessi della Lega (che qui non ha mai avuto buona accoglienza).
Non sono – o lo sono stati in minima parte – le disavventure giudiziarie (e giornalistiche) del Presidente del Consiglio ad influire sul voto (qui la gente è abbastanza disincantata su determinati argomenti) quanto, ad esempio, il fatto che la riapertura del Petruzzelli, patrimonio di TUTTI i baresi, indipendentemente dal loro colore politico, sia stata ritardata – e tutti ne hanno ricevuto la sensazione (giusta o sbagliata, poco importa) che sia stato fatto per danneggiare l’amministrazione uscente. E la cosa non è stata digerita dalla cittadinanza intera.
Il sindaco uscente ha ben compreso questo nodo, invitando il governo a pensare in chiave nazionale e lasciare Bari ai baresi.
In ultima analisi, la sinistra e parte del centro si è sentita spinta a votare per il proprio candidato, la destra e la restante parte del centro si è sentita trattenuta dal votare chi era sentito come esponente e rappresentante di istanze e interessi provenienti dal nord.
Questo – e chiedo perdono per la confusione con la quale ho scritto – il mio pensiero.
Dimenticavo: la sinistra ringrazia sentitamente la destra per aver inviato l’on. Fitto a far campagna elettorale in Puglia!!!!
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