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Solidarietà: Santa Maria della Scala

Post n°1687 pubblicato il 14 Maggio 2010 da ottimistasempreecomu

Edificato di fronte alla cattedrale di Siena, il Santa Maria della Scala costituì uno dei primi ospedali europei, con una propria organizzazione per accogliere i pellegrini che andavano a Roma percorrendo la "via Francigena"e sostenere i poveri e i fanciulli abbandonati.
 
La sua istituzione si deve ai canonici del Duomo, anche se una leggenda medievale senese parla di un mitico fondatore, tale Sorore, calzolaio, morto nell'anno 898. Funzionava grazie ai lasciti, alle elemosine, ad un particolare tipo di tassazione, come dimostrano gli affreschi presenti all'interno.

Uno degli esempi più prestigiosi in tal senso è il Pellegrinaio,  oggi fulcro centrale dei percorsi museali del Santa Maria, che costituisce non solo una significativa occasione per una lettura storico-artistica di un ciclo quattrocentesco di grande originalità e suggestione, ma anche un'opportunità per ricostruire puntualmente la storia e le funzioni svolte da questo millenario edificio. 
È possibile cogliere una delle principali funzioni del Santa Maria, quella dell'accoglienza dei bambini abbandonati, nel primo degli affreschi che fu realizzato da Lorenzo Vecchietta, raffigurante la Storia del Beato Sorore (ca. 1441). I figli dell'ospedale, a partire dalla metà del Duecento, venivano sistematicamente registrati al momento del loro ingresso al Santa Maria. In genere erano abbandonati di notte nella piazza dell'ospedale o, dal XIV secolo, in un'apposita pila, successivamente sostituita con la ruota.Per la maggior parte provenivano da Siena ma anche dal territorio circostante, in particolare nei dintorni delle grance, le proprietà terriere gestite dall'ospedale. Quasi tutti i bambini abbandonati recavano un segnale di riconoscimento (una medaglietta spezzata, un cartiglio con il nome o con il luogo di nascita o una scritta con la giustificazione dell'abbandono), in modo da non far perdere completamente ai genitori la speranza, quasi sempre vana, di poterli riprendere quando le condizioni economiche o sociali lo avrebbero consentito.
Quasi per assurdo gli esposti erano considerati dei privilegiati, in quanto potevano contare su un tetto, sul cibo e su un'assistenza vera e organizzata.
Come gli oblati e il rettore del Santa Maria, i gettatelli indossavano una divisa con una scala gialla sul petto. Ma l'aspetto forse più interessante era la possibilità loro concessa di ricevere un'istruzione e di imparare un mestiere.
A partire dagli otto anni infatti, a seconda delle loro attitudini, venivano avviati al lavoro; alcuni addiritura, se dotati per la musica, venivano educati appositamente per entrare a far parte del gruppo dei musicisti della chiesa della Santissima Annunziata.

Alle ragazze veniva garantito un matrimonio dignitoso e fornita una dote spesso costituita da biancheria, mobili, farina e grano, collane e vestiti, in genere di colore azzurro, marrone, bianco o rosso, tessuti all'interno del Santa Maria della Scala e cuciti e ricamati da loro stesse e dalle loro compagne.

I maschi, intorno ai vent'anni, dopo aver appreso un mestiere, lasciavano l'ospedale con il guadagno del lavoro svolto fino ad allora e, talvolta, anche con una piccola somma donatagli dal Santa Maria. Non erano comunque completamente abbandonati a se stessi, continuavano infatti ad avere rapporti con l'ospedale che restava per loro un riferimento primario.

I senesi, circa 1000 anni fa. avevano capito che la solidarietà rappresentava fonte di ordine sociale e di ricchezza collettiva!

 
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