Creato da ottimistasempreecomu il 13/12/2006
di tutto un po' - «Chi è povero, essendo amato?» (O. Wilde)
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Reciprocità
Credo che il segreto di un'amicizia risieda nella reciprocità
Mi piaci quando taci (P. Neruda)
"...E' un giovane senza importanza collettiva...è soltanto un individuo..." (Louis Ferdinand Celine: "L'Eglise")
Una richiesta d'aiuto, che volentieri inserisco...
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Nei periodi di confusione, mi arrocco cercando protezione nei ricordi...basta un accenno, un lemma, ed eccomi proiettato indietro nel tempo e nello spazio...
Ieri ho sentito parlare di lucciole (non parlo di quelle povere disgraziate ai margini delle nostre strade e delle nostre coscienze, ma proprio degli insetti)...tantissimi non hanno avuto la fortuna di vederle, sono praticamente sparite...l'ultima volta che le ho viste era da mio fratello, nelle alture senesi, e per fortuna c'era mia figlia, che ha avuto modo di osservare questi strani esseri col lanternino...
Mi son riportato mentalmente all'infanzia, ad un periodo di tempo in cui stetti ricoverato in una clinica sita sui contrafforti del subappennino dauno, col mio inseparabile fratello...
Arrivarci, con le strade e le auto dell'epoca, era duro...era un viaggio in piena regola, ma noi due, sui sedili posteriori, sapevamo come ingannare il tempo... si partiva dal paese e si attraversava il tavoliere in una sorta di viaggio alla Kerouac su scala minore: una pianura che ci sembrava interminabile con distese di grano ingentilite dai papaveri...la natura ha degli accostamenti di colori straordinari, e quelle macchie rosse parevano non voler subire la sciacciante massa del giallo oro... Ci si avvicinava poi a quella che era il primo sembiante di montagna (in realtà una collina, ma nel panorana ci sembrava enorme) contrassegnata dal castello di Lucera, ben visibile sul costone, imponente e minaccioso...ed ogni volta che si passava di lì era una meraviglia...Superato un lago artificiale, si arrivava quindi a queste alture tondeggianti e bruciate dal sole, arroventate, in estate...ci si inerpicava su strade strette e spesso dissestate, dove non era raro fermarsi perchè la strada era bloccata da un carro tirato da muli, e si saliva, tornante dopo tornante, buca dopo buca...poi il paesaggio cambiava, i toni verdi e marrone cominciavano a prendersi la rivincita sul giallo, e qualche timido accenno di pineta faceva capolino...eravamo arrivati!
Era un vecchio casale che raccontava ancora storie di cacciatori a riposo durante la stagione di caccia, ingrandito ed adattato in modo da poterlo adibire a casa di cura, distante da qualsiasi centro abitato, isolato....Ricordo quel posto come un autentico paradiso per noi due, che sparivamo di continuo addentrandoci nella pineta sovrastante, fantasticando di cavalieri e spade, di sceriffi e banditi...eravamo la disperazione delle suore (che fungevano da assistenti)..
...e a sera, nel vialetto prospiciente l'ingresso, centinaia, migliaia di lucciole che ci divertivamo a prendere al volo (sono molto lente) per sbirciarne la luce e tentare di scoprirne i segreti nell'incavo delle due mani, per poi lasciarle andare e correre a catturarne un'altra
...Sono stato fortunato, in fondo: son vissuto in un'epoca in cui c'erano le lucciole...
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