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Post n°2074 pubblicato il 01 Ottobre 2010 da ottimistasempreecomu

 

E' bello avere una mèta verso la quale viaggiare,

ma alla fine è il viaggio che conta

(Anonimo)

Ho sempre adorato viaggiare, ma non tanto per visitare quanto per la dimensione stessa del viaggio in sè...e mi piace il treno...veder sfilare davanti a te paesaggi, campagne, stazioncine piccole e grandi, vedere il paesaggio trasformarsi gradualmene e lasciare la pianura per affrontare i monti...

Lungo l'Adriatico, vi sono punti in cui la strada ferrata poggia quasi sul mare, come a volerlo baciare, o sfidare, a seconda che la si percorra d'estate o d'inverno...la monotona della pianura padana, in cui scorgi paesini lontani e ti sembra che da un momento all'altro il treno si fermi per far salire Don Camillo o Peppone...vedere quei punti all'orizzonte, immobili, a sfidare la ferrovia, mobile...

E ad ogni stazione, gente nuova con cui far chiacchiere... mondi nuovi, esperienze diverse... tanti universi che vanno e vengono...

Sui treni moderni ormai si è perso il tran tran tipico, ritmato, che le ruote facevano dulle rotaie...il tu-tum...tu-tum...che a sera ti cullava in una specie di ninnananna...son quasi spariti gli scompartimenti, che facevano di ogni 6 - 8 posti una specie di ambiente-cucina di casa popolare, in cui tutti erano contemporaneamente padroni ed ospiti...

E quando il viaggio era più lungo, quello diventava una specie di cartina geografica semovente...contadini pugliesi che cedevano il posto a commercianti marchigiani o allevatori padani, per tornare ai contadini sloveni o ungheresi...e ti accorgevi che, mutate facce e vestiti, fogge di cappelli o fazzoletti in testa, in fondo eravamo tutti la medesima cosa, e il contadino croato avrebbe fatto la sua figura nella piana di Foggia...

Si..adoro viaggiare!

 
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