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Post n°1555 pubblicato il 10 Marzo 2010 da ottimistasempreecomu

Sto leggendo un libro su Don Milani. Contiene le recensioni, gli articoli, i pensieri su questo sacerdote provenienti da Padre Balducci.

Detta così, da chi non conosce i due personaggi, sembra una normale qualsiasi opera di natura ecclesiastica...ma così non è.

I due, ciascuno nel proprio ambito, appartenevano alla schiera dei "sacerdoti scomodi", di quelli che - pur rimanendo nel loro ministero - rifiutavano di far parte del "coro", furono quelli che difesero l'obiezione di coscienza (subendo il carcere), e soprattutto si schierarono accanto ai poveri, agli umili, agli emarginati. Negli anni '50 don Milani istituì in Barbiana (dov'era stato confinato dalle autorità ecclesiastiche) una scuola popolare, per insegnare non a leggere e scrivere, ma a ragionare con giudizio critico sulla realtà, a rifiutare il concetto di autorità imposta, a prendersi cura di tutto ("I care" era il suo motto, ripreso decenni più tardi da Veltroni!)

"han fatto un bel progresso nel cercare di rispettare la persona dell'avversario, di capire che il male e il bene non son tutti da una parte, che non bisogna credere nè ai comunisti nè ai preti, che bisogna nuotare sempre controcorrente e litigare con tutti, e poi il culto dell'onestà, della lealtà, della serenità, della generosità politica e del disinteresse politico"..scriveva nel 1951.

Credeva nella laicità della scuola (e voleva che ne fossero tolti i crocifissi ... non sto scherzando, vi assicuro!), perchè la sua laicità - per dirla con P. Balducci - "...si esprimeva in due momenti: quello negativo del rigetto del cattolicesimo come ideologia e dei suoi processi di trasmissione che presuppongono o producono coscienze disposte all'ossequio, e quello positivo della coincidenza materiale e formale tra messaggio evangelico e presa di coscienza dei diritti dell'uomo..."

Beh, sono credente, e son felice di essere stato formato in un periodo storico in cui l'uomo, il suo pensiero, la sua capacità critica sono stati al centro di tutto. Certo, con epìgoni negativi, ma non è che oggi ce la passiamo meglio, direi!

 
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semprepazza
semprepazza il 10/03/10 alle 15:42 via WEB
E' sempre l'uomo, la personalità, che fa la differenza, in ogni contesto. E l'impegno, la passione per il proprio lavoro o la propria vocazione, l'umanità, poi, fondamentale, e la sincerità di sentite. Tutte cose rare.
 
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