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La nevicata del '56-Mia Martini

E' arrivato!

Lo attendevamo, con quel misto di impazienza e di apprensione con cui accogli i fenomeni antichi e sempre nuovi.... E' arrivato nella notte, facendosi annunciare  dalla voce del tuono, profonda e quasi gutturale...è arrivato dal nord, dalle coste della Dalmazia, da quei porti da dove, un tempo, partivano i pirati per saccheggiare le nostre coste...è arrivato dopo un lunghissimo viaggio...

Il "Burian", il vento della steppa, ci ha raggiunti anche quest'anno, facilitato dalla naturale alleanza con il mare che, come al tempo dei pirati, ne facilita il passaggio, e quasi ne indica la direzione...

Non so se, anche quest'anno, ci porterà la neve - qui da noi, intendo - o semplicemente congelerà ogni cosa, anche i pensieri...

Non è differenza di poco conto...la neve protegge, irrora lentamente e continuamente, ovatta...nelle civiltà contadine era vista (quella "di stagione") come una benedizione per i raccolti estivi...essa non era capace di mettere in ginocchio le persone, che avevano un rapporto diretto con la natura e ne sapevano trarre vantaggio, erano preparati al rallentamento dei ritmi...quasi lo assecondavano...

Quella neve non faceva solo barriera, faceva protezione...protezione del focolare domestico, della comunità, dei pensieri...era quasi protezione all'uomo, ne favoriva ed irrorava i pensieri, ne favoriva il futuro germoglio in vista della successiva fruttificazione....

Erano rassegnati ed assuefatti al ritmo delle stagioni, e le assecondavano, preparati, e non ne venivano sopraffatti...ma forse è questo il segreto della sopravvivenza: la rassegnazione, vista non come una resa all'ineluttabilità del caso, del destino, della natura o di qualsiasi altra cosa, bensì come un affiancarsi ad essi per dirigerli, conviverci, accettare le sconfitte - considerandole temporanee - per poi ripartire, dopo aver fatto riposare, aver protetto, aver irrorato il pensiero, i sentimenti...dopo aver trascorso un inverno della nostra vita protetti dalla neve....