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Ieri mattina mi è venuto in mente di riprendere una mia vecchia passione, ormai da tempo messa in disparte per mancanza di avversari...il gioco degli scacchi...

Ho dato un'occhiata su internet per vedere se esisteva, nella mia città, un circolo scacchistico cui associarmi: ne esiste uno solo, e per di più con sede temporaneamente chiusa per finita locazione...ma non demordo!

Mi iniziò al gioco mio padre, avevo all'incirca otto anni, e mi affascinò subito...è un gioco - credo l'unico - in cui la fortuna non ha alcun peso, contano la capacità di analisi, mossa dopo mossa, la previsione dei comportamenti dell'avversario, lo studio continuo della situazione in costante evoluzione...

E' un gioco in cui si vince o si perde per capacità o incapacità propria o altrui, in cui contano gli errori di valutazione... un gioco in cui si applicano una strategia e delle tattiche...in cui ogni mossa avventata rischia di essere punita....Ricordo, da universitario, andavo spesso a trovare un mio amico, in un paese qui vicino...facevamo partite bellissime, 3 - 4 ore a studiarci sulla scacchiera e a chiacchierare praticamente di tutto...

La scacchiera mi ha insegnato una cosa importante: non è possibile vincere senza perdere qualche pezzo...meglio, allora, sacrificare quelli che son meno importanti, nell'economia del gioco, anzichè rischiare di perdere quelli cui tieni di più...

...anche se, poi, a volte, la tua valutazione risulta errata: il pedone che avevi sacrificato, ritenendolo inutile, era della massima importanza...

Cedere qualcosa per ottenerne altre: il difficile sta nel capire cosa cedere, anche nella vita....