Creato da ottimistasempreecomu il 13/12/2006
di tutto un po' - «Chi è povero, essendo amato?» (O. Wilde)
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Reciprocità
Credo che il segreto di un'amicizia risieda nella reciprocità
Mi piaci quando taci (P. Neruda)
"...E' un giovane senza importanza collettiva...è soltanto un individuo..." (Louis Ferdinand Celine: "L'Eglise")
Una richiesta d'aiuto, che volentieri inserisco...
http://blog.libero.it/renepolicistico/commenti.php?msgid=11912325&id=399624#comments
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E' trascorso poco più di un anno...un anno che vale una vita...un anno di traversata dura, lunga, faticosa, in cui ho visto allontanarsi alcuni amici, persone a me carissime ancora oggi, nel dolce ricordo che ne ho, in cui ne ho ritrovati di antichi che ritenevo persi nelle pieghe del tempo...
Dicevo...è stato un anno pesantissimo, in cui mi è accaduto di tutto, ma la cosa che mi è pesata di più, che mi pesa di più, è stato l'allontanarsi di qualche amico cui tenevo davvero tanto...qualcuno che ha ascoltato quello che dicevo ma non è riuscito ad ascoltare le parole che non dicevo...
Non è colpa sua...sono stato davvero bravo a mascherare quanto mi stava accadendo, coprirlo con una coltre di fumo e di nebbia...sarebbe stato oltremodo difficile capire il senso della mia esistenza in certi periodi di questi ultimi dodici mesi trascorsi...
Ci sono tempeste che servono...puliscono l'aria e l'orizzonte appare più nitido: pulisci, sgombri le macerie, ricostruisci evitando gli errori di costruzione precedenti e riparti...perchè questo a me non è mai mancato: la voglia di ripartire...
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Ogni tanto càpita che mio fratello ed io andiamo al paese a trovare nostro padre, sepolto nel cimitero del paese che ha tanto amato...
Un paese come tanti, nella piana di Foggia...
Un paese anonimo, ai più...
Un paese le cui pietre, a chi è lì vissuto, raccontano attimi di storia e di storie.... le cui facciate si deformano nella tua fantasia sino a diventare foto di nomi, e di anime...è la fantasia del sentimento che si sforza di farti capire come quel mondo non sia affatto scomparso, ma faccia parte di te al punto da essere te stesso...pensi di cercarlo attorno a te, nel Gargano che spezza l'orizzonte quasi monumento al creato, negli ulivi e vitigni e grano che si sperdono nella pianura fino alle pendici del Vùlture, lo cerchi nel vecchio edificio scolastico in cui tu, bambino, hai imparato a leggere e scrivere..o nel plesso della vecchia scuola media, dove hai imparato a pensare...e non cerchi nell'unico posto in cui è possibile trovarlo, in te stesso...
Perché, in fondo, quegli orizzonti, quegli ulivi, quegli edifici, quelle pietre, sono io...
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Se ne è andato un altro "Grande"...
Ovviamente, mi riferisco a Pannella...
Ma....chi possiamo definire "un Grande"?
E quando?
Ho assistito in questi giorni ad un bestiario notevole, fatto di persone - politici e non - che si sono sperticate in lodi sul personaggio, un personaggio che, in vita, da molti era snobbato - quando non detestato oppure deriso...
Ed ho capito che una persona diventa "un Grande" solo ex-post...
Ha condotto - ed in alcuni casi con successo - battaglie memorabili, di cui godiamo i frutti, con un sèguito di persone straordinario, ma il suo partito non andava mai oltre percentuali di consenso da prefisso telefonico nelle competizioni elettorali...perché?
Eppure, chi ha la mia età sa bene quali stravolgimenti sociali abbia provocato la sua lotta perenne per i diritti civili!
Parlando con una donna che abbia un'età che non superi i 50 anni, si fa fatica a raccontarle cos'era l'Italia fino agli anni '70... Ora sembra tutto acquisito, normale...normale che una donna voglia essere libera, normale che una famiglia sia basata sul consenso comune e sul dialogo, normale la parità dei sessi, ecc. ...occorrerebbe spiegare, raccontare che in Italia vigeva il codice Rocco, che l'adulterio era un reato penale, che la polizia o i carabinieri dovevano vegliare sul comportamento sessuale delle signore....emblematico, a riguardo, il caso di Fausto Coppi e della cosiddetta "Dama Bianca"....qualcuno con la neve sui capelli ricorderà certamente!...e chi ricorda il "delitto d'onore"? Massimo tre anni al marito che uccideva per vendicare l'onore offeso!
E ancora...chi ricorda gli aborti clandestini? Le "mammane"...e le donne che morivano?
Chi ricorda le lotte per l'obiezione di coscienza? Il carcere per gli obiettori...e il delirio di un servizio di leva inutile che spesso provocava suicidii in caserma?
E potrei continuare...
Ecco...credo che "un Grande" sia qualcuno che abbia in mente una visione ideale del futuro, il sogno di una società diversa da quella in cui vive ed opera...e che persegua la realizzazione di tale sogno, con coerenza, con dignità, trasferendo tale coerenza e dignità a chi lo accompagna nel viaggio, pagandone di persona il prezzo...
...e qui c'è anche la spiegazione dello scarso sèguito elettorale...coerenza e dignità non sempre sono caratteristiche che "entusiasmano" gli italiani...
....basta guardare la nostra classe dirigente...
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Ieri ricorreva il trentesimo anniversario dell'incidente di Chernobyl...
Ai più giovani, questa data credo non dica molto...in me ha risvegliato ricordi forse sopiti, certo non negletti...
Avevo la bambina di due anni, eravamo spaventati ed angosciati dalle notizie della nube radioattiva che si stava espandendo per l'Europa intera...c'erano problemi seri nella scelta dei cibi...niente verdura a foglia larga, tutto doveva essere accuratamente vagliato e selezionato anche in base alla provenienza...
Ma quello che premeva di più era il latte: occorreva assicurarsi che fosse stato prodotto prima del 26 aprile, perché gli animali avrebbero potuto essersi cibati di erba radioattiva...
Ricordo che - non unico, ma assieme ed in concorrenza con tanti altri genitori - si batteva in lungo e in largo la città, per assicurarsi scorte di latte a lunga conservazione prodotte prima dell'incidente, omogeneizzati e tutto quanto potesse servire a preservare i bambini da ogni pericolo - o quanto meno a ridurli...
Il numero dei decessi causati da quell'incidente non è mai stato precisato, circolano cifre ballerine, ma tutte al di sopra dell'ordine delle centinaia di migliaia...
Era la prima volta che ci si imbatteva coscientemente in un problema simile...forse ce n'erano stati in precedenza, ma tali da poter essere nascosti o ignorati...per la prima volta ci trovavamo di fronte al problema di scegliere quale mondo consegnare ai nostri figli, quale eredità si sarebbero trovati a gestire...
Era un segnale, una voce che ci imponeva di pensare - e ripensare - al nostro modello di sviluppo, direttamente pensando alle fonti di energia, ma indirettamente pensando alla filosofia dello sviluppo...e, in ultimo, alla scala dei valori da gestire e consegnare alle generazioni future...
Incidenti nucleari e petroliferi seguenti, mi dicono che stiamo ancora pensandoci...
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