Creato da ottimistasempreecomu il 13/12/2006
di tutto un po' - «Chi è povero, essendo amato?» (O. Wilde)
 

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Semplicemente grazie.
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Per essere l'uomo che non si č arreso mai.
Per essermi sempre cosģ vicino.
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Dolce Dany... 

 

 

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Messaggi del 31/01/2012

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Post n°3276 pubblicato il 31 Gennaio 2012 da ottimistasempreecomu

Avvertenza: l'amica della lettera è immaginaria....mi son permesso di ricorrere ad un artificio letterario abbastanza in voga nel '700, perchè ...beh, ognuno è libero di farsi un'idea, sul perchè...

Ciao, carissima...
sono sparito per un po' - o quasi - perchè mi son reso conto che sul blog stavo cominciando a starci male...
Purtroppo ho il pessimo vizio di farmi delle domande, cui non sempre so dare delle risposte...nella fattispecie il blog era diventato una specie di spazio vuoto, da riempire con una serie di luoghi comuni, frasi fatte e poco altro, ma non la sede per un confronto...
Tenuto conto che sono io a dirigere il mio blog, è evidente che sto sbagliando qualcosa: o voglio qualcosa che il blog non può dare, oppure sbaglio nell'impostazione, o chissà cos'altro...in ogni caso, così non può andare...c'è bisogno di un ripensamento...

Vedi, amica mia, quando decisi di aprire il blog, ero in un periodo travagliatissimo...appena separato da mia moglie, che adoravo letteralmente, allontanato dalla famiglia, che rappresentava tutto il mio universo, mi ritrovai senza un punto di riferimento...capivo solo che, senza una rotta, correvo il rischio di perdermi in una serie di avventure senza senso, che forse avrei anche potuto scambiare per amore....

Avevo, col tempo, abbandonato gli amici di gioventù, e quelli che ne avevano preso il posto finirono col disperdersi...sai, in una certa situazione diventa palpabile, alle nostre latitudini almeno, il senso di imbarazzo - quando non di commiserazione - di chi ti incontra e saluta: hai la netta sensazione che quello vorrebbe trovarsi, in quel momento, dall'altro capo della città... e d'altronde anche tu covi, in fondo, un senso di sconfitta....diventi una tartaruga che ritira il capo nel guscio...

Ero vulnerabile, e questa era la cosa più pericolosa, in questa società, dove invece è previsto che tu debba mostrarti forte...

Aprii il blog per prova, cominciai a fare le mie prime esperienze, incontrai le mie prime amicizie, e molte di esse sono tra le più forti, ancora adesso, nonostante non ci si parli più come un tempo...

La mia vita privata andava da schifo...non volevo, nè mi sembrava potere accettare la separazione...vivevo un po' da randagio, in una situazione di precarietà psicologica che mi sembrava poter compensare con una sorta di solidità caratteriale...assecondando in questo una mia naturale predisposizione a far da "chioccia"...

Ma il tempo passa, le situazioni cambiano, si modificano...morfologicamente diventano altro...noi stessi diventiamo altro, anche fisicamente...il vento, la pioggia, la neve modificano le cime dei monti, smussandone le asperità, rendendole più tondeggianti...i fiumi portano i loro detriti ai mari, colmandone piano piano le profondità... nulla rimane com'era...ho sistemato la mia vita privata da vari punti di vista (certo, continua l'assenza di una donna al mio fianco, ed ho la vaga idea che a questo punto rimarrà una chimera, anche perchè io non voglio una donna qualsiasi...chiamatemi pretenzioso, ma preferisco rimanere solo)...e a questo punto anche il blog ne risente...siamo al corto circuito: non può più essere quello che era, ma mi è impossibile modificarlo intellettualmente...è come se avesse acquistato vita propria, indipendente dalla mia volontà....ucciderlo mi è impossibile, è una mia creatura, mi è stata accanto tanti anni....

Vedi, carissima, la vita è costellata di snodi, a volte evidenti altre meno, ma sono tutti snodi che si susseguono su un'unica strada ferrata, che è il tuo carattere, la tua storia personale, la tua educazione, la tua cultura...tutto quanto fa di te quello che sei, pregi e difetti... A vederli a ritroso nel tempo, questi snodi, mi fanno rendere conto di quello che effettivamente volevo e quello che fingevo di volere, ma in realtà tenevo lontano...ho avuto occasioni per rifarmi una famiglia, ma me ne sono sempre tenuto abbastanza lontano, fingendo varie scuse con me stesso - ma senza mai illudere nessuna: sarebbe stato davvero una colpa imperdonabile, giocare coi sentimenti - e, in alcuni casi, inseguendo fantasmi di amori improbabili quando non impossibili, immagino per dare a me stesso un alibi...son rimasto, fondamentalmente, ancorato a me stesso, al mio passato, a ciò che mi è venuto a mancare...non ad una persona, bensì ad un mondo, ad una dimensione...Pian pianino, la scena sta cambiando, in maniera impercettibile....come quando vivi accanto ai tuoi figli, della cui crescita non ti accorgi nella quotidianità finchè, un giorno, ti si presenta davanti un qualcuno che è diverso da quello che avevi lasciato: in quel momento ti accorgi che il figlio è cresciuto, è diventato altro...

La favola di Pinocchio è una bellissima favola, che inizia con Geppetto che si fabbrica il figlio... chi l'avesse letta attentamente, scoprirebbe che padre e figlio si ritrovano solo dopo un lungo periodo di distacco, e si riconoscono istintivamente, sebbene siano diventati altro rispetto a quelli dell'inizio...il distacco è il periodo di trasformazione, la vita che continua a scorrere, magari facendoci correre pericoli ed avventure che mai avremmo immaginato all'inizio, provocate dalla curiosità della vita, ma sono quelle che trasformano i protagonisti, che si ritrovano, appunto, diversi - ma pur sempre uguali, nell'intimo di se stessi - alla fine!

Avrei tanto altro da dire, ma se continuassi mi sembrerebbe di riscrivere qualche romanzo russo dell'ottocento, quelli da un trilione di pagine...mi fermo qui, amica mia carissima...

 
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