DarkSoul

La mia vita dopo la tossicodipendenza

 

ORA SONO LIBERO

Il mio passato ed il mio errore sono sepolti senza nome e senza ricordo.

 

PENTIMENTO

         

Io rimpiango

 

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Messaggi di Luglio 2018

Estate. Raccontiamo.

Post n°272 pubblicato il 30 Luglio 2018 da mygangsta

 

Giornate calde. Estate. Torna sempre, tutto questo torna sempre.

Raccontiamo ancora.

Sì, d'estate, nonostante il mio maestro, la meditazione, tutti i percorsi psicologici che ho fatto negli anni, la filosofia e tutto, io spesso soffro di attacchi di panico e ansia generalizzata.

La notte gli incubi diventano forti d'estate, all'improvviso spesso mi sveglio ricordando alcune scene del passato o sentendo sensazioni di quel passato.

Alla fine si lascia indietro il passato, si costruisce un presente diverso, migliore ma le cicatrici rimangono. Sì, mi sono rimaste delle cicatrici che conosco e sento soltanto io dentro di me, gli altri non le vedono e non le sanno (a parte mia moglie, un caro amico e i miei familiari tranne mio padre ovvio).

A volte sembra che io rida e scherzi addirittura ma dentro di me con questo caldo e luce vivida io sento un terremoto che mi riporta a sensazioni mai dimenticate.

Come scrivevo in questo blog anni fa, ogni agosto io fuggivo via dalla mia città natale verso la cara montagna che ora è finalmente casa mia. E questo perchè rivedere certe zone e certe vie con queste condizioni climatiche mi mandava ancora più in tilt. Ma non razionalmente, proprio a livello inconscio.

Ora vivo in montagna con mia moglie e la gente pensa che sia tutto magicamente risolto. Ovviamente sono molto più felice di prima ma non posso fingere di non avere panico e ansia in certe giornate calde e luminose.

Beh, una volta uno psichiatra mi disse che io ero diventato ormai una "persona speciale", che avrei dovuto aspettarmi ricadute nel panico e nell'ansia perchè i livelli cui ero arrivato non avevano certamente aiutato né il mio corpo né la mia psiche.

Le ricadute purtroppo fanno parte del gioco. Un anno dopo essere uscito dalla comunità mi sorpresi a fumarmene una. E fu una lotta continua per un bel pò di tempo per non ricascarci ancora, soprattutto nei periodi di forte stress o ansia. Ma ho tenuto duro e ora mai più lo rifarei.

Il panico e l'ansia invece sono rimasti e talvolta mi vengono a trovare, d'estate soprattutto. Sono la mia "saltuaria espiazione" per quanto combinato in passato.

E quanti attacchi di panico ebbi mentre mi facevo di quella roba... Finii a mangiare soltanto gelato per un'estate intera.

Ma lo racconto un'altra volta.

 

 

 
 
 

Raccontiamo ancora

Post n°271 pubblicato il 26 Luglio 2018 da mygangsta

 

Sì, raccontiamo ancora in questa calda sera dopo una calda giornata che mi ha messo duramente alla prova.

Raccontiamo di quando da ragazzino avevo tre amici, tre bravi ragazzi, e uscivamo insieme a fare due passi, serate e sano divertimento.

E poi quando io, l'estate fatidica, incontrai un ragazzo molto più grande di me e la sua banda di amici e, insieme a loro, incontrai anche qualcos'altro: le sostanze.

Bene, i tre bravi amici di sempre continuavano a invitarmi a uscire anche quell'estate. Ma io ero già altrove, già in un mondo parallelo e, insieme al benessere fittizio e momentaneo, provavo anche moltissime altre sensazioni non troppo esaltanti.

Io inventavo scuse, mi inventai un'esaurimento nervoso dovuto al troppo studio dei mesi scolastici e andavo dicendo che il troppo stress mi aveva causato un malessere che, speravo, sarebbe scomparso da lì a pochi giorni.

Avevo appena iniziato con le scuse e le bugie che avrei accampato per anni con chiunque. Vabbè, un pomeriggio decisi di farmi vedere comunque, mi domandarono se stavo bene, camminavo decisamente instabile e chiedevo spesso di sedermi. Me ne andai dopo appena un'ora con la scusa del caldo e dei postumi da stress.

Mi chiamarono ancora e io non c'ero mai. "Tu non fai più le serate con noi?" "No, vado a letto presto, ho sempre bisogno di dormire, sapete l'esaurimento..."

Andai un altro pomeriggio, dopo circa un mese. Mi guardarono strano, mi chiesero se l'esaurimento non passava, perchè fossi così "diverso" e nervoso. Non avevo voglia di parlare, rigiravo il bicchiere per sottrarmi a quella sensazione di "testa leggera", me ne andai di nuovo.

Quello non era più il mio posto. Smisero di chiamarmi e continuarono a vivere la loro estate spensierata mentre io vivevo la mia nel peggiore dei modi possibili.

Persi i contatti con loro ma poi quando, anni dopo, uscì fuori che ero entrato nel tunnel della dipendenza e stavo in comunità, uno di loro venne a trovarmi e rimase così scioccato da quella scoperta che mi disse che non voleva più avere niente a che fare con me, che non se lo sarebbe mai immaginato e che gli facevo paura.

Non biasimo lui come nessun altro. Non è stato facile all'epoca e non è facile adesso. Talvolta mi tornano ancora attacchi di panico a ciel sereno, soprattutto d'estate quando fa caldo e la luce è forte. E mi capita ancora, soprattutto d'estate, di svegliarmi la notte all'improvviso come se "una mano mi afferrasse all'improvviso".

Nessuno mi aveva detto che sarebbe stato facile, non dopo tutto ciò che ho fatto e assunto per anni e anni.

Ma questo lo racconto un'altra volta.

 

 
 
 

Raccontiamolo

Post n°270 pubblicato il 24 Luglio 2018 da mygangsta

 

Sì, raccontiamo.

Raccontiamo in queste calde giornate che mi riportano talvolta "indietro nel tempo" delle prime volte che assumevo sostanze e dovevo cercare lo stesso di fare la vita di sempre mentre dentro di me si scatenava, spesso, il "terremoto".

Un pomeriggio di agosto mio padre invitò degli amici al pomeriggio e avevano piacere di salutarmi, come di solito. Mi ero strafatto per bene e vedevo la stanza girare, avrei soltanto voluto starmene a letto ma lui mi chiamò e io gli dissi di no ma lui non ne capiva il motivo, gli dissi che stavo poco bene e allora disse di fare loro almeno un saluto veloce... Il caldo era feroce, io cercavo di reggermi in piedi tenendomi ai muri, arrivai in giardino, loro ridevano e scherzavano, io non riuscivo a sopportare la luce ne a vedere bene da lontano, vista sfocata... Mi sembrava di stare in un mondo lontano da loro, cercavo di salutare e sorridere mentre mi sentivo "cadere nel vuoto"... Fu davvero difficile resistere lì seduto per quei pochi minuti e dire qualcosa di sensato e mi sembrava strano ciò che prima era normale...

 

Un'altra volta mi coricai un pomeriggio e poi non riuscivo più ad alzarmi, se tentavo di alzarmi mi sentivo cadere nel vuoto e scivolare giù dal letto, vedevo la stanza girare e poi mi sentivo girare io mentre la stanza rimaneva ferma, insomma, un momento in un modo e un momento nell'altro... Riuscii ad alzarmi dopo 6 ore quando il malessere si attenuò quel tanto da poter stare in piedi appoggiandomi al muro.

Poi vabbè, non ha senso nasconderlo, appena prendevo una di quelle sostanze, mi davano anche sensazioni piacevoli, certo: l'illusione iniziale era sempre quella, relax, serenità, sorriso, caspita avrei spaccato il mondo... Risate, benessere, uao vedevo tutto rosa, che spettacolo!

Ma lo spettacolo durava poco e poi durava sempre meno e allora quelle terribili sensazioni venivano a trovarmi ed ero soltanto l'ombra di me stesso.

E allora meglio prenderne ancora, meglio prenderne di più ma a volte non erano subito reperibili e allora io stavo male, non riuscivo a stare in equilibrio, avevo un'ansia pazzesca e inventavo scuse su scuse per non farmi più vedere dagli amici di sempre, quelli bravi per intenderci.

Ma questo lo racconto un'altra volta.

 

 

 
 
 

Scritto sulla pelle

Post n°269 pubblicato il 08 Luglio 2018 da mygangsta

 

Ognuno ha i suoi metodi per elaborare situazioni difficili, traumi e via dicendo.

Tra tutti quelli che io personalmente ho sentito utili a me c'è stato anche quello di scrivere: "fiumi di parole" su fogli sparsi e blog, "fiumi di inchiostro" sulla pelle.

E' stato un modo come un altro per esorcizzare tutto quel mio tremendo vissuto quello di raccontarlo attraverso una serie di tatuaggi subito dopo la mia ufficiale uscita dal tunnel.

Non ci avrei mai pensato prima. Ma poi è diventato un modo per ricordarmi tutte le lezioni imparate nella sofferenza più forte e per ricordarmi che, in qualche modo, ne ero uscito. Un modo per ricordare quanto fatto ma anche quanto risolto.

E così c'è l'araba fenice sul braccio destro che risorge dalle ceneri: il mio primo tatuaggio. Molto grande e a colori, volevo che il messaggio risaltasse subito chiaro e forte.

Poi il mio motto "Only the braves".

Cinque "cicatrici" sul lato del cuore perchè ho voluto semplicemente rendere visibili quelle che davvero erano/sono nel mio cuore dopo l'accaduto.

Un cuore avvolto nel filo spinato con sopra la scritta "Why?", l'eterna mia domanda su quanto ho fatto.

Lo Yin Yang a ricordare l'equilibrio perduto, da ritrovare e (parzialmente) ritrovato.

Il geco a significare rigenerazione e capacità di sopravvivenza.

Due mani che si stringono a ricordare l'amicizia indissolubile con F.

Le due date simbolo della dipendenza: quella di entrata nel tunnel e quella di uscita.

E poi il più recente e ambizioso: la scritta "What have you done?" in caratteri gotici con un angelo gotico che sta piangendo. E questo rappresenta tutte le lacrime versate da me e da chi mi vuole bene per colpa di ciò che ho fatto.

 

La mia storia. Una storia che porto sempre con me. In tutti i sensi.

 

 

 

 

 
 
 

Luglio

Post n°268 pubblicato il 05 Luglio 2018 da mygangsta

 

"Non posso semplicemente tornare indietro nel tempo?
Perdona i miei peccati
Voglio solo rimboccarmi le maniche
E ricominciare da capo
So che ho sbagliato
Ripetutamente
Voglio solo rimboccarmi le maniche
E ricominciare da capo
"

 

Questo recita una canzone del momento.

Magari. Ora che siamo entrati nel mese che diede inizio al mio tunnel davvero vorrei tornare indietro, cambiare strada, dire di no, continuare la vita di un diciassettenne normale.

Eppure no, indietro non si torna. Sono passati vent'anni. Una vita fa. Ma ho scolpita nella mente una data di questo mese e gli stessi giorni sul calendario, la stessa luce vivida, lo stesso caldo torrido mi riportano con prepotenza alla mente certi momenti.

Mi chiedo se sia stato giusto provocarmi certe sofferenze. Ho passato cose che si ha difficoltà persino a raccontare.

Tra i miei tatuaggi annovero anche le due date: quella di luglio che 20 anni fa segnò l'inizio del mio ingresso nel tunnel e quella di febbraio di 13 anni fa che segnò l'uscita dal tunnel. Ma sono soltanto date: in mezzo e dopo è accaduto di tutto e io ho vissuto esperienze e deliri che segnano nel profondo e rimangono aggrappati alla mente.

Ho ricominciato da capo. Sono anche tornato a sorridere. Ma non posso nascondere che la mia storia viene sempre con me ed è con me, in un angolo della mente, qualunque cosa io faccia e ovunque io vada.

Accettare, questo è il segreto. Non semplice.

 

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: mygangsta
Data di creazione: 18/05/2008
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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