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"Perché le donne sono in competizione con gli uomini?"
Non so voi... ma io lo vedo di continuo, tutte queste cose e molte altre. Quel che voglio dire e che non è negabile io credo che ci sia una "competizione" da parte della donna a fare e imitare i comportamenti dell'uomo, soprattutto nei comportamenti peggiori. Secondo voi perché? Io una mia ragione l'ho trovata e ne sono più che convinto... ma voi che ne pensate? Avete notato che la competizione della donna è soprattutto nei confronti dell'uomo e solo in maniera del tutto irrilevante verso il suo stesso sesso? avete anche notato che tale competizione "stranamente" non sembra esistere negli uomini?... Gli uomini non sono in competizione con le donne! anche se ovviamente la moda e la cultura ora sta spingendo in questa direzione e farebbe molto comodo al sistema commerciale. Tornando alla domanda iniziale... "Perché le donne sono in competizione con gli uomini?" chiediamoci anche perché gli uomini NON sono in competizione con le donne? ma anche perché lo donne non sono in competizione con le donne? (un pò comunque lo sono) e anche perché semplicemente sono in competizione??? Istintivamente quando penso agli uomini (essendone un loro rappresentante) mi domando "perché mai dovrei essere in competizione?" si vince qualcosa? qual è lo scopo? L'uomo per me non si mette in competizione perché si rende conto che c'è troppa diversità fra i generi, che quindi siamo semplicemente "diversi" e non ha alcun senso la competizione! (questo a prescindere dalla presunta superiorità o inferiorità di un genere su di un altro), ma soprattutto a ben chiaro (l'uomo) che esiste la diversità! non è solo una questione di "quantità" di diversità. Questa coscienza l'uomo c'è l'ha soprattutto perché non è confuso su chi e cosa è, quale il suo ruolo e come si dovrebbe comportare. Rifiutando il loro ruolo originale, cosa sono? cosa si sentono? istintivamente pensano di essere come gli uomini e tentano di dimostrarlo in ogni modo... ma non possono esserlo veramente! non possono imitare gli uomini nel loro meglio... perché non esisterebbe competizione evidente e il loro atteggiamento non verrebbe vista come una vittoria. Quindi per competere... la donna deve necessariamente fare il peggio dell'uomo! al punto che io vedo fare più porcherie alle donne che agli uomini. La loro competizione è una gara perdente già in partenza... è ovvio che non saranno mai degli uomini, ma solo delle penose caricature, irreali e negative dell'uomo. Tutto questo deriva dalla semplice perdita del loro ruolo... perché vista come una posizione perdente e negativa, mentre un ruolo non è questo... è la semplice divisione dei compiti dettati dalla natura e dalla società... gli uomini non possono fare figli (eppure ne sono per metà creatori) e questa è la parte della natura che non si può cambiare. altre cose si possono cambiare ma bisogna che tutti lo vogliano e desiderino. Se provare a guardare all'estero scoprirete quanto siamo diversi qui in Italia!
Per esempio "l'invidia del pene" è una cosa tipicamente indicata come una cosa maschile... ma il maschio c'è l'ha il pene! che cosa deve invidiare? piuttosto è una cosa tipicamente femminile. ;-) Alessandro de La Palme |
Post n°75 pubblicato il 24 Agosto 2008 da delapalme
Tempo fa parlando con una mia conoscente, le ho raccontato di come moltissime persone inconsapevolmente in un dialogo non ascoltano e al contrario usano le parole dette dall'altro per fare poi un monologo. Un banale esempio: se prendo una multa in macchina e lo dico a certe persone, mi possono rispondere in questo modo "una multa!? ehhh sapessi quante ne ho prese io! ma non per colpa mia... ma perché... (bla bla bla monologo infinito...)". La cosa "bizzarra" è che spesso chi inizia il discorso per sfogarsi a semplicemente bisogno di essere consolato e capito, ma la risposta apparentemente "incoraggiante" (dal senso "su dai che vuoi che sia... io ne ho prese tante") invece rivela delle cose opposte... perché? Perché in genere chi interviene per dire la sua in questo modo lo fa interrompendo chi sta raccontando il suo "problema o disagio", poi minimizza il problema di chi stava parlando, per infine esaltare se stesso facendo l'elenco di quello che invece è successo a lui/lei, per dire che lui (o lei) non si lamenta! ma spesso questo non è espresso in poche parole ma in monologhi molto lunghi. Spesso poi chi crede di aver "consolato" l'altro si stupisce se non reagisce in maniera positiva e lo classifica come un "lamentatore del proprio destino" o uno che non sa reagire alle difficoltà... La conoscente con cui parlavo tempo fa mi ha detto che questo è il comportamento che lei chiama "ciao, come sto" perché lei nota che molti chiedono proprio "come stai?" per poi ignorare la risposta ricevuta e fare un monologo su se stessi... che di base è lo stesso principio. Io credo che questo sia un problema reale che accade di continuo ogni giorno nella nostra vita, spesso lo subiamo ma altre volte lo facciamo... è come una sorta di "bisogno d'amore" o carenza di affetto... cerchiamo consolazione e di essere capiti, ma non lo siamo! perché a nostra volta spesso incontriamo persone altrettanto bisognose di affetto e consolazione. E' un pò come una sorta di "gara" dove si cerca di vincere prevaricando gli altri a farci ascoltare e a metterci in mostra... ci sono molti modi di mettersi in mostra... c'è chi senza fare troppo casino si mette in un angolo di una piazza e si mette a giocare con il frisbee o le palline da giocoliere (tutto sommato un modo discreto), c'è chi sbatte i pugni sul tavolo di un ristorante affollato di gente, come i bambini al Mc Donald, nella totale indifferenza dei genitori, altri inconsapevolmente interrompono chi parla per dire la loro e impedire a chi parlava di continuare, per mettersi in mostra... Sono credo dei bisogni da soddisfare, legati ai propri bisogni e al proprio passato... ma anche alla inconsapevolezza dei propri comportamenti. Saper ascoltare è un'arte per nulla facile... credo che implichi fra le altre il stare bene (non solo con se stessi)... e che pochi possono permettersi, ma ciò non dovrebbe compromettere l'aspirazione a provarci. Io come molti sto provando ad ascoltarmi da molti anni e inevitabilmente ascolto anche gli altri (perché fanno parte di me).
Voi cosa ne pensate?
Alessandro de La Palme. |
"Gentil sesso", no grazie...
In questi ultimi mesi mi sono successe moltissime cose, molte di queste cose mi hanno fatto riflettere sul termine "gentil sesso" per indicare le donne/ragazze... ma alla fine mi chiedo e vi chiedo: "è un termine corretto?" Io sono giunto alla conclusione che NON è un termine corretto per indicare le donne. Una idea che è maturata per ragionamenti e sulla ricerca del significato delle parole, ma anche e soprattutto sulle mie esperienze di questi mesi. Sul mio dizionario ho trovato un riferimento sotto la parola "gentile" a questo termine e dice che è riferito alla donna ma in un uso "scherzoso o ironico". Poi dopo aver riflettuto in questi giorni ho cercato anche la parola "Gentiluomo" che oltre al significato di persona di origini nobili, significa anche "persona di comportamento signorile o che agisce con rettitudine". Per scrupolo ho ovviamente cercato anche "gentildonna" per scoprire che questo significato gli manca (fa riferimento solo alla nobiltà).
Questa mia riflessione non è scaturita solo dalla mia ultima tormentata relazione sentimentale (fallita miseramente anche per questo problema), ma soprattutto per un fatto accadutomi in spiaggia... Mentre camminavo sulla passerella per uscire dalla spiaggia perché era l'ora di maggior calore ed era tutto troppo caldo per me (sabbia compresa), ho incrociato di fronte a me 2 ragazze intente a parlare fra di loro e che mi venivano incontro, loro non si sono degnate di guardare dove andavano, chi incrociavano, ne ("non sia mai") tanto meno di fare spazio a qualunque altra persona... così che ho dovuto scendere (istintivamente) dalla pedana per lasciarle passare... giusto il tempo di risalire e dopo pochi secondi incrocio altre due persone, però questa volta erano due ragazzi... che al contrario delle due ragazze di prima mi guardano e istintivamente si spostano mettendosi in fila indiana, cosicché possiamo passare tutti senza scendere dalla pedana! Un comportamento del tutto logico e comprensibile per me quello dei ragazzi, da persone abituate a essere gentili e a vedere degli altri che gli stanno attorno... abituati per indole ed educazione a pensare hai bisogni degli altri o comunque ad essere "gentili". Al contrario la "donna" (ora generalizzo un po', perdonatemi) non è abituata a fare questo... perché al contrario del uomo è "servita e riverita", nel senso che è circondata da uomini disposti ad omaggiarla con gentilezze e complimenti... quindi si è abituata a ricevere più che a dare! L'uomo invece è abituato a dare più che ricevere... infatti molto di rado (so di che parlo) riceve complimenti (anche se li merita) o gentilezze. Però non pensiamo come faceva il contadino che si lamentava (sconsolato) del sua asino che era morto dicendo: "proprio adesso che si era abituato a non mangiare, a non bere e a non dormire mi va a morire"! cioè... l'asino non si lamentava (sarà anche vero) però di sicuro desiderava mangiare, bere e dormire!!! Così anche l'uomo è abituato a non ricevere complimenti, ne gentilezze... ma questo non significa che non le desideri! e che non gli facciano piacere. Per anni ho regalato fiori alle mie ragazze e sognavo che un giorno qualcuna pensasse di ricambiare il gesto cortese... Alcuni mesi fa è successo... e quel singolo fiore è stato per un po' il simbolo del più bel regalo mai avuto ma fatto nel modo peggiore! Perché? ora ve lo racconto... ; un giorno vado a trovare la mia ragazza e vedo in sala da pranzo una piccola rosa rossa appoggiata in un bicchiere con dell'acqua, un po' in bilico (come ho scoperto dopo)... io curioso vado a vederla e rimettendola a posto dopo averla toccata cade rovesciando l'acqua (perché c'era troppa poca acqua nel bicchiere)... ovviamente le "sento" da lei che poi mi spiega che era appoggiato in quel modo perché non stava in piedi (quindi se si spostava anche solo un po' cadeva)... io a quel punto le chiedo "e la rosa?" immaginando che fosse un regalo di qualcuno (purtroppo a lei i corteggiatori non mancavano)... e lei mi risponde : "ma è per te... no?" (come a dire che sono scemo per non averlo capito subito)... sul momento sono stato molto felice di ricevere il mio primo fiore in tutta la vita (a 43 anni), ma poi mi sono reso conto di come mi è stato dato! e di come poche settimane prima io avevo dato un mazzo di rose rosse a lei... un gran bel mazzo di rose rosse (di cui ho ancora le foto) comprato e impacchettato dal fioraio... poi la sera vestito più elegante che potevo mi sono presentato con il mazzo di fiori dietro la schiena e gliel'ho dato con un grande sorriso e dicendole "ti amo". Credo sia questa la differenza fra chi pensa agli altri ed è abituato a farlo e chi non è abituato a farlo e non ci pensa. Anche quando fa una cosa buona poi la fa male... perché non sa farla e non si immedesima... poi comunque era evidente che lei non mi amava e ovviamente è finita male, ma è stato emblematico quel fiore. (poi restituitole alla fine) Poi NON tutte le donne sono così! conosco donne come le mie zie, mia madre, le mie cugine... che sono di un'altra "razza"... che mai si sarebbero comportate come le ragazze in spiaggia. Come sicuramente ci sono uomini (pochi) che non si sarebbero comportati come quei ragazzi in spiaggia... Però... è innegabile che questa mia riflessione è basata su comportamenti e fatti concreti, su cose reali. Che da donna di base è "preda" e l'uomo è "cacciatore", quindi come preda (consapevole) la donna non si interessa molto al suo cacciatore (da cui vuole essere cacciata), mentre il cacciatore si deve interessare alle prede. Gentil sesso? no grazie... non ci casco più. E' preferibile il termine "sesso debole" che comunque è ironico esattamente come il termine "gentil sesso"... ma che almeno non fa credere che ci sia qualcosa che in effetti non c'è più da qualche generazione. Termine ("sesso debole") che piace poco alle donne... e che se usato (dagli uomini) poi rivendicano la loro "forza" in mille occasioni (un po' offese), come se ci fosse una guerra aperta con gli uomini che usano tale espressione... mentre la stessa ironia non viene colta ne trovata offensiva per il termine "gentil sesso", ne normalmente l'uomo si sogna di precisare che la donna NON è gentile! forse proprio perché LUI è un gentiluomo. Credo sia anche per questo che io vorrei trovare una donna che sappia avere un rapporto equilibrato con un uomo, fatto di non solo ricevere o essere guardata, ma anche di dare e saper vedere.
Alessandro de La Palme. |
"Love and Roll"
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"LoveBomb" Anni fa ho conosciuto una ragazza vergine che voleva fare sesso a tutti i costi... non era il mio tipo e anche se mi tentava io volevo una cosa molto più seria, per cui non ci ho fatto niente... ma parlando mi è capitato di dirle "attenzione... perché ora senti il bisogno di farlo ma non sai com'è, non sai quanto è bello, ne come può mancare poi il non farlo... quindi cerca una persona giusta per farlo"... Ovviamente non mi a ascoltato per niente! e normale, ma è anche una scelta. Tempo dopo l'ho rincontrata e mi ha raccontato le sue disavventure... per sotto certi aspetti molto piacevoli per lei. Era riuscita a trovare un uomo con cui fare l'amore (d'altronde non era difficile) in discoteca... ma poi ha scoperto che io avevo ragione! Dopo quella esperienza la sua voglia era terribilmente aumentata, invece di "calmarsi" la voglia di fare l'amore era enormemente aumentata. Lei continuava a non interessarmi e pur avendo voglia per ben 9 anni di astinenza... l'ho lasciata con i suoi problemi e senza crearmene di miei. Ma io ero consapevole che la mia astinenza di 9 anni pur se pesantissima mi aveva comunque reso meno dolorosa la mancanza delle due cose che (comunque) desideravo di più: L'Amore e il sesso. Lei trovava insopportabile l'astinenza dopo aver provato cosa voleva dire il piacere fisico. Dopo un lungo periodo di problemi e distrazioni varie, dopo la fine del mio matrimonio (quasi 4 anni fa) e dopo una storia d'amore di qualche mese (un paio di anni fa) da circa 3 mesi avevo una relazione che mi ha ridato (veramente) il gusto per l'Amore (sentimento) e per il sesso (pur se solo da parte mia)... e ora che la storia è finita (ma anche un po' prima) mi rendo conto che sono diventato come quella ragazza del racconto iniziale di questo post... una "LoveBomb": cioè una persona che ha riscoperto una cosa che aveva dimenticato o non sapeva apprezzare perché non la conosceva fino in fondo... in questo caso specifico mi riferisco al "sesso e all'Amore", perché dopo aver provato certe emozioni così intense, come solo il sesso con Amore ti sanno dare e un Amore vero, fatto di sentimenti fortissimi... il "dopo" è tragico! è come il vuoto d'aria che è causato dalla esplosione di una bomba. Non è il vuoto fatto di aria che riempie uno spazio, ma è la mancanza persino dell'aria... il nulla! che fa veramente sentire il "nulla". Io mi sento così... svuotato... con un enorme cratere! prima questo cratere non c'era... si c'era "un vuoto" ma non un buco nel pavimento! ora esiste il "ricordo vivissimo" di una emozione fortissima! il desiderio di riprovare quei sentimenti e quelle sensazioni... non ci sono parole più corrette del: "sento un vuoto"! Il sesso ma soprattutto l'Amore (due cose che NON riesco a separare) mi mancano da impazzire... 2 anni fa e per 2 anni non mi sono mancati così tanto... eppure ero senza, sentivo la mancanza... ma avevo anche dimenticato cosa e quanto si prova piacere. Ora purtroppo sono debole! sto male e mi rendo conto di essere in uno stato (parecchio) confusionale, fragile... Come dico spesso, uno dei miei pregi è quello di essere cosciente di me stesso nel "mentre" vivo le cose... e questo mio sfogo è anche un riconoscere questa mia debolezza a me stesso. So come sono fatto, non so come sarò... sono in evoluzione (come tutti) e mi sto monitorando... Non voglio pensare di stare bene se la cosa non è vera... non voglio stare male senza capire il perché... e se sono fragile, perché nasconderlo? perché vergognarsene? "capita"... sono umano (vale per me e per gli altri). Alessandro. |
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