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Post n°131 pubblicato il 27 Giugno 2011 da S_O_T_T_O_V_O_C_E
 

 

Burano sorge nella Laguna Veneta settentrionale, a nord-est di Murano, ed è a questa collegata tramite il percorso navigabile canale Bisatto-canale Carbonera-scomenzera San Giacomo. Attorno si estendono alcune formazioni palustri, in particolare la palude di Santa Caterina, a sud-ovest, e la palude di Burano, a sud est. A nord è lambita dal canale dei Borgognoni-canale di Burano, con cui si raggiunte Treporti (a sud) e Torcello (a nord). Subito ad ovest si trova invece Mazzorbo, alla quale è unita tramite un ponte.

 

È costituita da quattro isole separate da tre canali interni, che sono il rio Pontinello, il rio Giudecca e il rio Terranova

 

 

È nota per la lavorazione artigianale dei merletti,per i tipici dolci "Bussolai", nonché Il suo nome deriverebbe da Boreana, uno dei quartieri della città romana di Altino, o forse una delle sue porte (quella posta a Nord-Est, da dove giungeva la bora).

 Burano fu infatti fondata, come le altre isole vicine, dagli abitanti di questo centro fuggiti sulla laguna per sfuggire alle invasioni barbariche, in particolare quelle degli Unni di Attila e dei Longobardi.

 Le prime abitazioni erano poste su palafitte con le pareti fatte di canne e fango e solo a partire dall'anno Mille furono costruite case in mattoni.

Burano poteva giovare anche di un clima mite, grazie ad una certa ventilazione che allontanava la malaria. Divenuta comune autonomo, cadde ben presto sotto l'orbita di Venezia a cui rimase sempre legata

 

 

A partire dal Cinquecento, iniziò la nota lavorazione del merletto.per le sue tipiche case vivacemente colorate.


L'isola è collegata con i battelli e i vaporetti a Torcello, Murano, Treporti, e Venezia.

 Il cuore del paese è Piazza Baldassare Galuppi, realizzata interrando un canale, in cui si affaccia la chiesa di San Martino.

 È nota per la lavorazione artigianale dei merletti, nonché per le sue tipiche case vivacemente colorate, ma il perché di questa usanza non è ancora chiaro

vivacemente colorate, ma il perché di questa usanza non è ancora chiaro. Un'ipotesi dice che ogni colore sarebbe simbolo di una determinata famiglia e in effetti ancor oggi a Burano vi sono pochi ma molto diffusi cognomi.

Per questo motivo sono diffusi, come un po' in tutto il Veneto, dei soprannomi per distinguere un ramo da un altro.


 

 

Un'altra supposizione afferma che i colori vivaci servirebbero ai barcaioli per ritrovare la propria casa quando c'è nebbia, che qui è spesso particolarmente fitta


Da ricordare che per tutto il periodo del Regno d'Italia per cambiare il colore di una casa serviva chiedere il permesso ad un sovraintendente.

L'unica chiesa che si erge nell'isola è la chiesa di San Martino. Famoso il suo campanile pendente da quando i basamenti, fondati, come tutta Venezia, su palafitte, hanno ceduto.
L'unica Piazza del paese è la piazza Baldassare Galuppi.
Tipico dolce è il bussolà di biscotto a ciambella giallo di uova, farina e burro, da non confondere con l'omonimo di Chioggia, un pane tostato a ciambella.

 

CURIOSITA'

 

 

Da sabato 25 giugno 2011 Riaprirà al pubblico da sabato 25 giugno 2011, dopo un radicale intervento di restauro, ristrutturazione e riqualificazione dell’edificio, il Museo del Merletto di Burano. Una delle espressioni più alte dell’artigianato artistico locale, quell’arte del merletto così inscindibilmente legata al costume e alla storia culturale della laguna...

Fin dal 1400, sede principale di questa produzione, è l’isola di Burano e Chioggia.

 Il merletto veniva applicato negli abiti, nelle tovaglie, nelle lenzuola e nei paramenti sacri. La moda fino al 1700 ne richiedeva enormi quantità; infatti, venivano applicati anche nell’abbigliamento maschile.

Alla fine del 1500, la moglie del Doge Mariano Grimani, “Morosina Morosini Grimani” fondò una scuola per merlettaie alla Giudecca. Con la caduta della Serenissima, il merletto entrò in crisi. Oramai viene poco impiegato e, altri centri di produzione si sono sviluppati in Europa.

Si attraversa un periodo di crisi che durerà quasi un secolo fino a quando, nel 1872, per volontà del Deputato Polo Fambri e della Contessa Adriana Marcello, nasce la Scuola dei Merletti di Burano

 

 

Nel 1981 presso tale scuola apre il Museo del Merletto dove sono custoditi importanti disegni e documenti, oltre a un centinaio di importanti produzioni che vanno dal XVI° al XX° sec. Dal 1995, con l’inclusione del museo nei Musei Civici Veneziani, è possibile osservare direttamente le tecniche di lavorazione delle merlettaie.

Le tecniche del merletto veneziano sono due: la tecnica ad ago e la tecnica a fuselli. La tecnica ad ago che si sviluppò nell’isola di Burano, oramai è poco praticata. Essa viene eseguita con un filo sottilissimo di cotone o di seta senza alcun supporto tessile (per questo è detto anche ad aria).

Con questa tecnica si esprimeva totalmente la fantasia della merlettaia che riusciva a realizzare forme geometriche come: fiori ed animali. La seconda tecnica, detta fuselli, veniva praticata a Venezia città, Chioggia e Pellestrina.

 E’ una tecnica molto più veloce e, quindi, meno costosa. Questa lavorazione si esegue con un disegno fissato sul tombolo, il lavoro viene eseguito tramite un intreccio di fili i quali si svolgono da piccoli rocchetti di legno detti, appunto, fuselli, che vengono adoperati a due a due. Il numero di fuselli utilizzati poteva superare il numero di mille.

(DAL WEB)

 

 
 
 
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