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Post n°230 pubblicato il 21 Gennaio 2012 da S_O_T_T_O_V_O_C_E
 

Oggi vi faccio scoprire una particolare curiosita' nel cuore di Trastevere conoscete l'excubitorium ?

L'excubitorium era la sede distaccata della VII coorte dei Vigili, incaricati di sorvegliare, soprattutto in funzione antincendio, la zona di Trastevere.

La scoperta di questa caserma avvenne negli anni 1865-1866, durante gli scavi intrapresi per recuperare delle opere d'arte in riferimento ad un muro che si trovava in una casa di fronte a piazza S. Crisogono.


Situato ad una profondità di circa otto metri rispetto al piano stradale odierno
L’ambiente è ampio e presenta una fontana esagonale, una porta ad arco che porta in una cappella dove veniva venerato il nume protettore dei Vigiles e dove sono ancora conservate parti degli affresci originali.Si conservano infatti solo le pitture sulla sommità delle pareti brevi dell'edicola, ove pannelli delimitati da fasce rosse presentano al centro un motivo architettonico di colonne sorreggenti architravi, che insieme a ghirlande ad andamento obliquo inquadrano esili figure su fondo bianco.

Queste ritornano in posizione del tutto marginale nella suddivisione geometrica del sottarco resa sempre con fascioni di colore rosso. Delle decorazioni della porta del larario realizzate tutte in mattoni è sopravvissuto soltanto il timpano movimentato da cornici di diverso aggetto, distinte anche dal diverso colore dei laterizi. Mentre del mosaico presente sul pavimento principale, raffigurante tritoni e mostri marini, si è persa traccia durante l’ultima guerra mondiale. Ancora presenti, invece, le trascrizioni dei graffiti originali lasciati dai Vigiles durante il loro servizio
La funzione di questo vano è quello di larario, cappella del Genio tutelare dei vigiles, il Genio Excubitori. Del larario sopravvive solo il timpano corredato da cornici. Intorno si aprono altri ambienti, alcuni di incerta destinazione. Altri, invece, sono stati correttamente interpretati come un bagno ed un magazzino (con un dolio interrato). La stanza alla quale è stata attribuita la funzione di bagno è dotata di un chiusino proprio al centro e da pavimentazione ad opus spicatum, solitamente utilizzato per gli ambienti di servizio a cielo aperto, proprio per la resistenza e l'impermeabilità.

 

 

A nord questo angusto ambulacro è delimitato da una soglia di marmo, perfettamente allineata con il muro perimetrale di un vano con pavimento in opera spicata, la cui destinazione a magazzino è chiaramente denunciata da un dolio interrato, tipo questo di recipiente utilizzato in genere per conservare grano, legumi, olio, vino, ecc. Sia la soglia del corridoio che l'ingresso di quest'ultimo ambiente attualmente affacciano su un'area priva di pavimentazione e circondata su tre lati da pareti ricavate nell'opera a sacco che contiene le costruzioni superiori.
Tra i graffiti molti erano saluti agli imperatori e ringraziamenti agli dei, altri indicano il nome ed il numero della coorte, i nomi ed i gradi dei vigili. Ricorre spesso il nome di sebaciaria e di milites sebaciarii, collegata al termine sebum, cioè sego, grasso solido di bue o di montone utilizzato per alimentare le torce per le ronde notturne. I graffiti risalgono tutti ad un arco temporale compreso tra il 215 ed il 245 d.C. e sono stati lasciati dai vigiles durante i momenti di riposo.

Durante lo scavo sono stati recuperati anche diversi ex voto fittili raffiguranti tutti il busto di una donna con il capo velato e con la mitra. Si è recuperato anche un busto attribuito ad Alessandro Severo, ora in Vaticano, mentre nei pressi della caserma il Comune di Roma ha individuato ed acquistato una grande fiaccola in bronzo scomponibile in quattro parti, chiusa, in alto, da un contenitore per l'olio a forma di fiamma.
l'organizzazione di Augusto assicurò pronto intervento in tutta la città, è interessante conoscere anche gli strumenti di cui disponevano i vigili per combattere il fuoco. Oltre alle pertiche, scale e corde (funes) venivano utilizzati i centones, una sorta di grandi coperte con le quali, opportunemente bagnate, si cercava di soffocare o isolare le fiamme.
.Si conoscono anche le pompe a sifone (siphones) per l'adduzione di acqua attraverso le tubature, quando non si ricorreva al più semplice sistema di passare di mano in mano recipienti (hamae) o secchi di giunchi (vasa spartea), responsabili tra l'altro del nomignolo dispregiativo di sparteoli dato ai vigili dal popolo.
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