TE LO DICO SOTTOVOCE
Un viaggio nelle Regioni della bella Italia
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OGGI PARLIAMO DI....
Post n°46 pubblicato il 23 Febbraio 2011 da mina_1954
Quando la notizia ti arriva …. sulla punta di un dito !!! digiti un Nome esce una storia... e le sue leggende ( Se avrete la pazienza di leggere troverete interessanti notizie... sul nostro Bel Paese ) Nell'anno 1801 cominciò a funzionare a Fiumelatte una soffieria di vetro, nel 1808 la fabbrica occupava 36 operai, tutti stranieri per mancanza di maestranze locali. Le famiglie di questi operai si stabilirono in paese, provenienti dall' Alsazia e dalla Germania, vi rimasero e le troviamo nei cognomi di Tilgher, Derflingher, Gresly; Schneider, Heffler, Stengher, Brunner, Lainingher. Questi operai erano obbligati ad un lavoro molto gravoso, soprattutto a causa del fuoco ardentissimo della fornace, tanto che il parroco di Varenna, don Giuseppe Curioni, dovette intercedere nel 1820 presso l'arcivescovo per dispensarli dal mangiar di magro al venerdi. Dai primi anni del ' 900 fino all'anno 1946 la filanda di Fiumelatte poi TAF (Torcitura Anonima Fiumelatte) lavorò la seta naturale poi inserì la lavorazione della seta artificiale a partire dall'anno 1947. Sotto la conduzione Bosone Romeo e poi Bosone Vittorio la filanda ebbe momenti di grande prosperità, alternati ad altri faticosi. Poi venne trasferita a Fano sempre sotto il Gruppo Bosone. Oltre ai nostri concittadini, a Fiumelatte vennero anche cremonesi, mantovane ed altre donne padane che avevano i dormitori negli stanzoni (i camerott) dell'ultimo piano. La filanda di Fiumelatte lavorava duramente undici mesi all'anno. Per un mese era chiusa in occasione della raccolta dei bozzoli che avveniva sia in paesi del lago e della brianza sia anche molto più distante, grossi quantitativi ad esempio provenivano da Fano. FESTA PATRONALE IL 25 marzo FESTA DELL'ANNUNCIAZIONE, gli abitanti di Fiumelatte attendono l'arrivo del fiume. Le sere precedenti la festa della Madonna, che pure è la festa della frazione, c'è lungo la stradina che attraversa il borgo un via vai di gente che, senza darlo a vedere, e con malcelata indifferenza va' sino al ponticello che attraversa il fiume per accertarsi della presenza di un rivolo d'acqua, o fino alla Samaritana, una fontana che con lo sgorgare della sua acqua preannuncia che il torrente tornerà a scendere tra breve, con la solita bianca irruenza. Questo per poter dire "el fiùm l'è ruàa". I quagitt, (cosi' sono chiamati quelli di Fiumelatte) anche se sembrano non dare importanza all'avvenimento, in reltà sono orgogliosi di avere di nuovo il fiume, il fiume delle due Madonne. Nel 2001 nessuno ha potuto annunciare l'arrivo del fiume perchè, cosa insolita, non ha mai cessato di scendere per per tutto l'inverno. Nessuno ricorda un fatto del genere.Anche i vecchi del paese, che sono quelli più legati alle tradizioni, sono stupiti da questo fatto. Ma il fiume, anche quest'anno c'è, la festa si farà, e come vuole la tradizione, oltre ad onorare la S.Vergine, si mangeranno i gustosi "turtej de la Madona". Pochi, ormai, sanno come preparare questi deliziosi dolci. Per chi volesse cimentarsi mettiamo a disposizione "la ricetta della nonna Teresa" che è ancora in uso dopo più di cent'anni. Occorrono: 7 uova 3 etti di farina bianca 1/2 litro di latte 2 cucchiai di zucchero un pizzico di sale Lavorare i tuorli con lo zucchero, a parte montare gli albumi a neve ferma. Unire il tutto, aggiungere la farina e un pizzico di sale. Continuare a mescolare per almeno 15 minuti fino ad ottenere il fiocco, quindi aggiungere il latte. Ungere di burro una teglia, versarvi il composto e farlo rapprendere in forno per circa un quarto d' ora evitando che si formi la "crosta". Far raffreddare la torta e tagliarla a dadi. Mettere i pezzi in una pentola con olio a temperatura ambiente, tenere il fuoco basso per permettere ai tortelli di gonfiarsi e dorarsi. Gustarli spolverati di zucchero a velo. Una raccomandazione, non immergere i quadratini di pasta in olio bollente, lasciarlo sempre intiepidire; è consigliabile perciò l'uso di due padelle. ED ORA DUE BELLE LEGGENDE IL FIUMELATTE È conosciuto praticamente da sempre. Tra i primi visitatori e studiosi spicca perfino il nome di Leonardo da Vinci che lo ricordò nel «Codice Atlantico»,col nome di “Fiumelacio”. . Una stupenda fanciulla, corteggiata da tre giovanotti e non sapendo decidere fra loro, decise di affidarsi al Fiumelatte come al mezzo più efficace per scegliere l’uomo della sua vita. E i tre si inoltrarono nella grotta. Passò un giorno, due, tre, dieci… e i pretendenti non tornavano. La ragazza,convinta che i tre fossero ormai morti, si disperò. Ma dopo un periodo di tempo i giovani comparvero all’imbocco della grotta, invecchiati,e inebetiti,balbettando le più incredibili avventure. Disse il primo che una sirena lo prese per mano subito dopo il suo ingresso e lo condusse in una sala sfarzosa, gli offerse da bere, gli sembrò di essere in paradiso, ma quando la coppa fu vuota la magia svanì ed egli si ritrovò nel fondo tenebroso d’una voragine senza uscita. Un giorno — dice l’altra leggenda — giunsero a Fiumelatte, mentre il torrente era asciutto, muniti di compassi, incartamenti e strumenti vari, tre frati che — decisi a chiarire la origine del fiume — si portarono alla grotta della sorgente e, nonostante gli scongiuri degli abitanti, vi entrarono con tutta sicurezza scomparendo nell’ oscurità. Tutti gli astanti fremettero al rischio corso dai monaci. Che avrebbero potuto fare, si dicevano l’un l’altro quei tre fraticelli, umili servi di Dio, contro i satanassi, i demoni e le streghe che certamente li attendevano al varco negli antri del fiume? In tutti si radicò la certezza che non li avrebbero più visti ritornare vivi. Infatti cosi fu. Dopo tre giorni di angoscia, mentre le campane di Varenna suonavano l’Angelus di mezzogiorno, il fiume, improvvisamente arrivato poco prima, restituì fra l’ orrore di chi ancora attendeva e sperava, i corpi esamini dei tre animosi. .....................VI LASCIO e grazie della pazienza di avermi letto.....e ricordati di votarmi......kiss da Mina |
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