TE LO DICO SOTTOVOCE
Un viaggio nelle Regioni della bella Italia
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Post n°373 pubblicato il 21 Dicembre 2016 da paperino61to
Sto passeggiando per le vie del centro, gente che va e viene, una cosa ci accumuna: il freddo pungente di oggi. I negozi sono addobbati a festa, la musica ad alto volume esce dalle casse poste in alto agli angoli della strada; in mezzo alla piazza l’albero di Natale svetta come sempre in questo periodo dell’anno, a fargli compagnia c’è un gigantesco calendario dell’avvento.
I bambini danno la mano ai genitori, la magia del Natale la si intravede nei loro occhi. Ricordo che da bambino avevo il naso incollato alla vetrina di un negozio di giocattoli e sognavo Babbo Natale che mi portasse ciò che avevo scritto nella letterina a lui spedita, iniziava sempre con un: Caro Babbo Natale, quest’anno ho fatto il bravo..
Passo davanti alla chiesa dove c’è il Presepe meccanico e qualcosa mi spinge ad entrare. Come sempre rimango affascinato da questa sorta di meraviglia: le pale del mulino che girano, l’acqua che scorre, le luci delle casette che si accendono, alcune statuine che si muovono. Se chiudo gli occhi per un attimo sento ancora le voci dei miei nonni, quando uscendo dal cinema andavamo a vedere questo bellissimo presepe. Esco e percorro la via che porta in una delle piazze principali della città, un gruppo di ragazzi ride, colgo qualche frase: “ Sembra una mummia talmente è coperto”, “ Chissà come puzza, secondo me non sa cosa sia l’acqua”.
Qualche metro dopo capisco a chi si riferivano con quei commenti. C’è un uomo avvolto nelle coperte, di lui si intravedono solo gli occhi, accanto a lui un cagnolino dallo sguardo triste, dentro a una ciotola pochi centesimi, nonostante la gente esca da negozi di lusso con borse piene di regali.
Vicino all’uomo disteso per terra noto un bar e decido di entrare, ordino due cioccolate calde e delle brioches, prendo anche un paio di biscotti. Un cliente entra e domanda quando il proprietario del locale deciderà di cacciare via quel barbone pieno di zecche. Lo guardo e mentre pago alla cassa gli rispondo: “ Quando la mamma dei cretini non partorirà più, il mondo sarà un posto migliore”. Esco e vado dall’uomo, domando se posso sedermi accanto a lui. Mi osserva stupito. “ Buongiorno, non ho fatto colazione, gli andrebbe di farmi compagnia? Ho preso anche dei biscotti per il suo cane”.
Con un gesto della mano mi fa capire che posso sedermi accanto a lui: “ Purtroppo non ho una sedia” esclama con voce rauca. Rispondo che non c’è problema e gli porgo la cioccolata calda e la brioche. Mangiamo in silenzio, ognuno assorto nei suoi pensieri mentre la gente che passa ci osserva scuotendo la testa. “ Direi che non è male la cioccolata”. Fa cenno di si con la testa, poi mi domanda perché ho voluto condividerla. “ Penso che condividere piccole cose possano dare gioia sia a chi le riceve sia a chi le offre. Cosa ne pensa?”. “ Sa che lei è la prima persona che non mi da del tu? Questo è segno di rispetto”. Pienamente d’accordo, al giorno d’oggi molte persone si rivolgono con il tu a gente che non conosce, come se fossero parenti o amici e soprattutto anche a chi ha la sfortuna di chiedere l’elemosina. Iniziamo una conversazione, mi racconta della sua vita e ogni volta mi domanda: “ Se la annoio me lo dica…”. Una vita come tante, la crisi ha portato via tutto: lavoro, casa, la moglie se ne è andata portando con sé i figli, i parenti che gli hanno girato le spalle e insieme ha perso anche la dignità di essere una persona. Mentre racconta la sua storia il cane si avvicina e si accuccia vicino alle mie gambe, ha finito i suoi biscotti. Domando cosa farà la vigilia di Natale, se ha un posto dove dormire.
“ La mia camera da letto è qui, in questa via. Mangio alla Caritas insieme ad altre persone: un pasto caldo al giorno lo trovo sempre”. Immagino questi poveri sfortunati in fila per avere quello che ognuno di noi dovrebbe avere per diritto. “ Ho un’idea, sempre che gradisca, può venire da noi per qualche giorno? I figli sono sposati e la loro camera è vuota, ci farebbe piacere”.
Rimane interdetto, poi scuote la testa, non vuole disturbare. “ Mia suocera diceva sempre che un piatto in più non è di nessun disturbo, la prego, ci farebbe piacere”. Una monetina cade nella ciotola e l’uomo ringrazia la mano benefattrice. “ Perché fa questo per me? Non ci conosciamo”. “ Non è vero, entrambi apparteniamo al genere umano, credo sempre che se tutti noi facessimo la nostra parte il mondo sarebbe migliore, non trova?”. “ Lei è gentile, è una specie rara di questi tempi! Ma sua moglie cosa dirà nel vedere arrivare un barbone con cane al seguito?”. “ Lei è un uomo non un barbone e poi mia moglie ama i cani e la compagnia. Deduco accetti l’invito?”. Lo aiuto ad alzarsi e a raccogliere la sua coperta e lentamente ci avviamo verso casa. Dal bar l’uomo del commento sulle zecche ci osserva disgustato mentre io sorrido, e penso che la speranza possa ancora prevalere in questo mondo dove l’egoismo e l’ignoranza la fa da padrona. Ci allontaniamo mentre la banda dei Babbi Natale intanto continua a suonare la sua musica natalizia.
Un Augurio di Buon Natale e Buone Feste a tutti voi e ai vostri cari.
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quanto è dolce questo tuo racconto, in netto stridore con l'indifferenza verso i fratelli più sfortunati! Siamo persi nel nostro guscio solitario di certezze e le riteniamo valide per sempre, ma la nostra principale caretteristica è la finitudine, mentre ci crediamo eterni e ci giriamo di spalle davanti alle disgrazie altrui..e come dice una canzone..giustamente..gli altri siamo noi! Per quella freatellanza tradita, che non è solo religiosa ma potrebbe essere anche laica, dovremmo avere comportamenti diversi, opporci a tutte le atrocità che riempiono le pagine della storia contemporanea..e anche quelle passate, ma ciò denota che non abbiamo compreso il senso vero della vita, che ci fa essere qui, presenti al nostro tempo e ci bendiamo gli occhi. Sarà questa la nostra prerogativa per sempre? Mi auguro e spero ardentemente che si possa cambiar condotta..e spero di non morire disperata.
Nel ringraziarti ulteriormente per questa fiaba che contiene una grande riflessione, ti mando i miei più sinceri e fervidi auguri per un Natale che sappia di sapore diverso, di autenticità e con tutti i migliori sentimenti..a te ed estendo l'augurio ai tuoi cari. Un abbraccio grande con affetto..smack e buona serata.
Non a caso dicevo nel commento precedente..gli altri siamo noi! Bacioni a te Paperino..dolce serata..
mentre lascio un caldo abbraccio alle mie carissime amiche, nonchè, padrone di casa...
e che la gioia del donare
alberghi in tutti noi.
Con tutto il mio affetto,
Buon Natale...Liliana