Creato da mdd_m il 09/06/2007
La Campania è la nostra terra, è le nostre radici ma è anche i nostri veleni:CONTRO L'INDIFFERENZA
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IL CONTRIBUTO DELLE IDEE
BLOG A QUATTRO MANI
notizie,informazioni,materiale,tutto ciò che riguarda l'ecologia ma in maniera più specifica vogliamo puntare l'attenzione sulla questione 'Rifiuti',per approfondire mezze verità,per capire cosa si cela dietro tanto caos,per far luce su un problema ormai diventato insostenibile. L'emergenza in Campania, lo smaltimento illegale dei rifiuti, le discariche abusive, la minaccia degli inceneritori, l'inquinamento da diossina e l'aumento di nanopatologie e forme tumorali che da questi fattori dipendono...Noi sentiamo il dovere di capire cosa succede; Dobbiamo agire, e vogliamo farlo a partire dall’informazione.
CHIUNQUE DESIDERI PARTECIPARE CON NOI, FORNIRCI INFORMAZIONI, FARE DOMANDE O DARCI SUGGERIMENTI, E’ IL BENVENUTO.
14 luglio 2009
Martedi 14 luglio ore 20.00 - Cinema Modernissimo, via Cisterna dell’Olio 59 (Napoli)
la prima proiezione pubblica del docutrash:
Una Montagna di Balle (72 min., colore, giugno 2009)
Un’autoproduzione di InsuTv, telestreet dei movimenti campani (www.insutv.it)
Regia: Nicola Angrisano
Soggetto: Maurizio Braucci, Nicola Angrisano, Sabina Laddaga
Musiche originali: Marco Messina
Voce narrante: Ascanio Celestini
Ingresso libero fino a esaurimento posti (per prenotare balle@insutv.it )
APPELLI E SEGNALAZIONI
Storie contro. Per un archivio del conflitto ecologico in Campania:Un appello a raccontare/raccontarsi
info point ecologico
Avvertiamo che un martedì si, ed uno no, a partire da martedì 25 marzo, ci sarà un info point ecologico presso Manitese dalle ore 18,30 fin alle 20. aperto a tutti
MANITESE
piazza Cavour 190, interno giardini nei pressi dell´uscita metropolitana linea 1, Museo- 80137 Napoli. Tel. 081/456868 - 320/6197995 - napoli@manitese.it
INFO LOGISTICHE
Apertura Sede: Lunedì 16.30-19.30 \Da martedì a venerdì 10.00-13.30 e 16.30-19.30
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Intervistato dalle tv locali napoletane (video a fine articolo pubblicato da Napoli Blogolandia), il Generale dell'Esercito Franco Giannini, collaboratore del commissariato per l'emergenza rifiuti, si lascia sfuggire ai microfoni il segreto di Pulcinella, più volte qui evidenziato in passato: "tra inceneritore e discariche riusciamo a smaltire più di quel che viene prodotto, siamo abbondantemente al di sopra della produzione giornaliera di rifiuti".
Dopo questa dichiarazione sfuggita al Generale nel silenzio.... generale, anche coloro i quali per via della disinformazione o per limitate capacità mentali o perchè accecati dalla fede politica (di entrambi gli schieramenti, uniti nel magna magna dei rifiuti) non hanno ancora capito i gravissimi danni alla salute provocati dagli inceneritori, nè l'enorme business (con soldi pubblici, quindi a nostre spese) che c'è dietro gli inceneritori (numerosi gli articoli a riguardo di entrambe le cose nella sezione "Ambiente e salute" di questo sito), verrà facile facile (si spera) la domanda:
Se si riesce già a smaltire più del necessario, a cosa servono altri 4 inceneritori? E la differenziata?
da Pressante
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28/04/2009
C’è un processo che si sta celebrando in questi giorni a Napoli, nell’aula bunker di Poggioreale, che sta tentando di stabilire la verità, almeno quella giudiziaria, su quanto è accaduto in Campania negli ultimi 15 anni di Emergenza Rifiuti. E’ un processo importante, che dovrebbe accertare le responsabilità di politici, amministratori e imprenditori che in questi anni hanno determinato o anche solo consentito che Napoli e la Campania sprofondassero sotto migliaia di tonnellate di rifiuti e le fertili campagne dell’entroterra venissero invase da discariche più o meno “illegittime” e da milioni di ecoballe putrescenti.
Forse è la più grande truffa della storia del nostro paese.
Eppure solo uno sparuto gruppuscolo di giornalisti sta documentando la fase dibattimentale di un processo che vede coinvolti gli ex vertici di FIBE - Impregilo, la società che avrebbe dovuto gestire i rifiuti in Campania in questi anni, il governatore della Campania Antonio Bassolino e altre 27 persone.
Manca tutta o quasi l’informazione che conta. Probabilmente impegnata nelle veline di palazzo, a “rassicurare” il popolo campano che, dopo che il centro di Napoli è stato ripulito, l’emergenza è finita e che l’inceneritore di Acerra è bello, inquina poco e funziona a pieno ritmo.
Ma la verità è un’altra. Ed è compito dei giornalisti raccontarla.
E allora, come CO.RE.Ri. Coordinamento Regionale Rifiuti della Campania, rivolgiamo un appello a tutti i giornalisti campani.
Domani mercoledì 29 aprile alle ore 9.30 presso l’aula bunker del carcere di Poggioreale riprende l’udienza del Processo FIBE Bassolino con la testimonianza del consulente della Procura della Repubblica Ing, Paolo Rabitti che sta ricostruendo l’intera vicenda dell’appalto FIBE. Si tratta di un passaggio fondamentale di tutto l’iter processuale, dal quale potrebbero scaturire gli elementi di prova necessari ad accertare le responsabilità. Noi ci saremo perché ci aspettiamo che sia fatta finalmente giustizia ma è necessario che ci siate anche voi perché i cittadini italiani, e campani in particolare, hanno il diritto di sapere cosa è accaduto in questi 15 anni e di chi sono le responsabilità.
CO.RE.Ri.
Sito: www.rifiuticampania.org
Email: contatti@rifiuticampania.org
Tel: 334-6224313
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A seguito delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere la Guardia di Finanza di Caserta ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 23 persone di cui 14 in Campania, 4 in Lazio, 3 in Emilia Romagna e 2 in Lombardia per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa in danno della regione Campania, alla corruzione di pubblici ufficiali, alla rivelazione di segreti di ufficio ed alla realizzazione di falsità in atti pubblici. La complessa attività investigativa dei finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria Caserta ha consentito di smascherare un sodalizio criminoso nel’ambito del quale due imprenditori laziali (Bracciali Renzo e Tombolillo Giampiero) hanno costituito tre società (Biopower spa, Natural Energy srl ed Energethic srl) aventi ad oggetto la costituzione di centrali per la produzione di energia derivanti dalle biomasse, intessendo una fitta rete di rapporti di favoritismo e di corruttela con funzionari e amministratori pubblici appartenenti: al comune dove sarebbe stata eretta la centrale (Pignataro Maggiore), alla regione Campania-assessorato alle Attività Produttive- incaricata di adottare i provvedimenti autorizzatori e di indire le conferenza di servizi per definire i procedimenti amministrativi per la realizzazione delle suddette centrali; il Genio Civile di Caserta incaricato di esprimere le autorizzazioni antisismiche sui lavori di costruzione della centrale biotermica di Pignataro Maggiore; di altre pubbliche ammkinistrazioni interessate terriotorialmente per l’istruttoria di procedimenti riguardanti imprese a loro ricondubili.
GLI ARRESTATI
- Vincenzo Guerriero, dirigente del settore attività produttive della Regione;
- Fulvio Scia, funzionario incaricato del pubblico servizio presso la Regione Campania;
- Eugenio Di Santo, coordinatore della segretaria particolare dell’assessorato regionale alle attività produttive;
- Giovanni Verazzo e Tommaso Verazzo, imprenditori dell’agro aversano le cui ditte sono impegnate nei lavori di rifacimento di piazza Dante e corso Trieste a Caserta, nonchè soci della cosietà sportiva Eldo Juvecaserta;
- Francesco D’Alonzo, amministratpre del comune di Pignataro;
- Francesco Capobianco, amministratore della provincia di Caserta ed ex assessore provinciale alle Attività Produttive di Caserta;
- Michele Testa e Mario Pasquariello, funzionari del Genio Civile di Caserta
- Giuseppe Esposito, direttore dei lavori presso la centrale Biopower
- Italo Verzillo, Gianluigi Fregosi (Lecco), Giacomo Scacciante (Vimodrone), tutti firmatari dei progetti;
- Giovanni Bassi, Marco Pietro Stella, Alessandro Salvini (professionisti della società incaricata di eseguire la progettazione);
- Silvia Fiorani (consulente contabile del Gruppo Bracciali), Margherita Di Vincenzo (dipendente di una società riconducibile a Bracciali), Giuseppe Ragucci (funzionario del settore attività produttive della Regione Campania, Gerardo Befi (progettista);
dal blog 'La Voce dell'Emergenza'
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In anteprima assoluta, allego la lettera che il sindaco di San Francisco ha inviato al sindaco di Parma, in merito alla scelta della città del prosciutto di incenerire i propri rifiuti. Questa lettera è stata sollecitata da un gruppo di cittadini parmensi in visita alla città di San Francisco che, grazie ad un porta a porta diffuso su tutta la città, ha raggiunto il 70% di raccolta differenziata e non ha inceneritori.
"Caro sindaco di Parma,
sono profondamente preoccupato nell'apprendere che Parma sta valutando di incenerire gli scarti dei suoi concittadini, come sistema per la gestione dei materiali post consumo.
Come sindaco di una grande città, complessa...dal punto di vista geografico e difficile dal punto di vista fisico, desidero portare alla Sua attenzione il successo raggiunto da San Francisco: noi ricicliamo e compostiamo il 70% dei materiali post consumo che produciamo.
Dai nostri scarti vegetali e dai nostri scarti di cibo produciamo un compost organico che ha una grande richiesta. Questo compost arricchisce i nostri terreni, ci fa risparmiare acqua per l'irrigazione, riduce l'uso di pesticidi e fertilizzanti e nel contempo sottrae carbonio dall'atmosfera e fa crescere grandi raccolti!
Tutto questo è ottenuto con scarti che in precedenza erano mandati a discarica.
Mentre l'incenerimento ha un grave impatto negativo sull'atmosfera.
Parma è il centro della Emilia Romagna, una importante regione italiana, patria di cibi deliziosi, famosi in tutto il mondo. Questo ben di Dio, prodotto dai vostri agricoltori è un patrimonio per i vostri campi e le vostre aziende agricole.
Analogamente, San Francisco è il centro della produzione agricola ed alimentare degli USA. E proprio qui, i nostri scarti organici, oggi producono uno dei più ricchi compost biologici, utilizzato per i nostri ortaggi, la nostra frutta, i nostri vini, tutti prodotti della più alta qualità biologica.
Sollecito il sindaco di Parma a venire a visitare San Francisco, come più di 100 altri sindaci hanno già fatto nel 2005, in occasione della Giornata Mondiale per l'Ambiente. Gli mostrerò personalmente in che modo recuperiamo, per fini utili, il 70% dei nostri materiali post consumo.
Ciao
Gavin Newsom"
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È di scena l’emergenza rifiuti: sacchetti dell’immondizia, cassonetti, nano particelle e pm10 e inceneritori prendono vita e si ribellano contro gli esseri umani, organizzando un processo che fa emergere innumerevoli aspetti sulle questioni ambientali. Tante le questioni che trovano spazio in questa messinscena: discariche abusive, verità sulle nano particelle, inceneritori, raccolta differenziata e non solo. Un tappeto di comicità contorna una parentesi sul valore e il rispetto per la vita, allentando il grido di rabbia e d’accusa.
Sakketti in rivolta è una rappresentazione teatrale che si propone come mezzo per stimolare le coscienze e condurre lo spettatore ad una riflessione sul senso della vita e sul rispetto per se stessi e per l’ambiente.
lo spettacolo è del tutto inedito, rappresenta una denuncia sociale; originale nell’allestimento sfiora varie forme di sperimentazione teatrale ma soprattutto è un forte mezzo di comunicazione in materia ambientale.
TEATRO ACACIA – NAPOLI – DA VEN. 8 A DOMENICA 10 MAGGIO 2009
Presenta
In
…balle ed ecoballe!
commedia musicale di Antonio Diana
Con
Franco Castiglia
e Adriano Mottola, Matteo Mauriello, Antonio Diana, Pasquale Regina, Umberto Esposito
Sakketti ballerini : Nancy Colucci, Tonia Carbone, Raffaele D’alessio, Alessio Spirito,Giancarlo Grosso, Alessandro di Fusco, Marco di Nardo,Roberto Esposito, Angela Agrillo, Teresa di Guida, Alfonso Greco
Regia: E. Castaldo - A. Diana
Coreografie : Enzo Castaldo
Assistente coreografo: Alessio Spirito
musiche originali: P. D’ario – G. Fierro – A. Diana
arrangiamenti musicali: S. Pisano
arrangiamenti vocali: Franco Castiglia
Info e contatti:
segretaria di produzione:
Tiziana Beato 3206814096 - www.laboratoriartflegrei.it
Accademia MadreArte:
Antonio Diana 3389082596 – info@madrearte.it , www.madrearte.it
Ufficio stampa Carmine Bonanni info carbona@libero.it – 333.4927606
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da Pressante
Situazione ambientale e sanitaria drammatica nella città di Bacoli, a pochi chilometri da Napoli e da Pozzuoli. Dal 1967 si scarica nell'area compresa fra Baia e il Lago Fusaro senza sosta, nell'indifferenza più indegna della classe politica locale.
Ritorniamo per l'ennesima volta sulla questione ambientale nelle zone di Napoli e Caserta. Da luoghi decantati per la loro amenità dagli antichi e denominati Campania Felix, in trent'anni sono diventati uno dei luoghi più devastati d'Europa.
Cos'è oggi questa terra?
Alcune condutture idriche sono risultate inoltre contaminate da ingenti quantità di sostanze tossiche, soprattutto da amianto. C'è stato un periodo in cui l'acqua del Paese non è risultata potabile, costringendo la cittadinanza ad "armarsi" di bottiglie d'acqua minerale.
Bacoli, una situazione oltre l'inverosimile come tanti altri posti in Campania e in Italia. Ma nonostante ciò la classe politica italiana preferisce scagliarsi contro Vauro. Mah!
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diffondiamo.
I RIFIUTI CHE POTRANNO ESSERE SVERSATI NEL PARCO DEL VESUVIO
Legge n. 123 del 14-07-2008
Cod. C.E.R.
20.03.01– rifiuti urbani non differenziati
19.05.01 – parte di rifiuti urbani e simili non compostata
19.05.03 – compost fuori specifica
19.12.12 - altri rifiuti (compresi materiali misti) prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti diversi da quelli di cui alla voce 19.12.11
19.01.12 - ceneri pesanti e scorie
19.01.14 – ceneri leggere
19.02.06 – fanghi prodotti da trattamenti chimico-fisici, diversi da quelli di cui alla voce 19 02 05
20.03.99 – rifiuti urbani non specificati altrimenti; a questi sono associati i rifiuti urbani oggetto di incendi dolosi o colposi;
19.01.11* - ceneri pesanti e scorie, contenenti sostanze pericolose
19.01.13* - ceneri leggere contenenti sostanze pericolose
19.02.05* - fanghi prodotti da trattamenti chimico-fisici contenenti sostanze pericolose, nonche' 19.12.11* per il solo parametro «idrocarburi totali», provenienti dagli impianti di selezione e trattamento dei rifiuti urbani, alla stregua delle previsioni derogatorie di cui all'articolo 18.
Presso le discariche è autorizzato inoltre il
Il tutto avviene, come recita la legge 123, “In deroga alle disposizioni relative alla valutazione di impatto ambientale (VIA) di cui al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, come modificato dal decreto legislativo 16 gennaio 2008, n. 4, nonche' alla pertinente legislazione regionale in materia”.
E inoltre: la certificazione del tipo di rifiuto viene fatta da chi porta i rifiuti in discarica o, in subordine, da chi gestisce la discarica.
Andresti a visitare un Parco così?
Berresti il vino prodotto nei pressi delle discariche?
Mangeresti frutta e verdura prodotte vicino alla discarica?
Comitato civico per Terzigno
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domani ancora mangeranno merda
e cacheranno oro nella mani
di chi spera di bruciarci l'imbruciabile
(Marco Palasciano) [1]
Siamo ad Acerra, area Pantano, in pieno “Triangolo della morte”: «375 milioni i metri cubi di terreno ormai avvelenato» (fonte Sogin), campi devastati da tonnellate di rifiuti tossici intombati, incendiati, sversati ovunque ad opera del “sistema” locale (la camorra), con istituzioni silenti o impotenti. Tutto grazie ad un patto scellerato tra la più cruenta malavita campana (con i Casalesi da apripista), cinici "fratelli di loggia" massonica e immancabili politici collusi: l'obiettivo è fare affari milionari al servizio di una criminale industria nordica, che necessita ogni giorno di smaltire a basso costo i micidiali prodotti di scarto delle proprie fabbriche, richiedendo che la salute umana venga sacrificata in nome della “competizione”.
La pressione ambientale è tale che una campagna di monitoraggio effettuata da Apat e Arpac induce nel 2008 il Comune di Acerra a porre sotto sequestro 150.000 metri quadri di terreno agricolo nella terrificante località di Calabricito (a poca distanza dalla Montefibre e dall'inceneritore) e Frassitelli (nei pressi del depuratore consortile) a causa della presenza del tossicissimo piombo e del cadmio, che avevano contaminato cavolfiori ed ortaggi. La diossina? Quella “solo” trecento volte al di sopra dei valori consentiti.
C'è di più: una inchiesta degli scorsi anni, a carico del Gruppo Pelini, parla di "diossina, mercurio e amianto che viaggiavano di notte, sui Tir che dal Veneto, dalla Toscana e dal Lazio attraversavano l’autostrada del Sole diretti a sud, verso una destinazione sicura. La corsa terminava ad Acerra, dove a smaltirli ci pensava un’impresa che aveva collaudato un sistema sicuro quanto spregiudicato: le sostanze tossiche finivano come fertilizzante agricolo".
Lo scenario descrive una agghiacciante e perversa guerra di sopravvivenza, dove le conseguenze disastrose ricadono sempre e solo sulla salute umana: una ricerca dell'Organizzazione Mondiale della sanità, a cui hanno collaborato l'Istituto superiore della sanità, il CNR e l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente, parla di consistenti incrementi di malformazioni neonatali e tumori nelle zone interessate da questo disastro.
Quanto alle bonifiche, di quelle neppure l'ombra. Oltre dieci anni di commissariamento, serviti solo a dilapidare un immenso fiume di soldi, alimentando per lo più carrozzoni inefficienti, come la Recam, senza che alcun risultato fosse minimamente visibile. Bonifica probabilmente impossibile, dati i costi paragonabili a quelli di intere finanziarie; probabilmente impossibile anche ricorrendo alle più moderne tecnologie “massive”, a causa dello stato di inquinamento ormai irreversibile in cui versa l'intera zona. Dunque l'ennesimo miraggio, ovvero un nuovo succulento affare all’orizzonte, per ingrossare ulteriormente le tasche di camorra e malapolitica.
Qui indifferenza e rassegnazione dei cittadini, di fronte all’assenza totale dello stato, lasciano campo libero alla criminalità che, con sistematicità certosina, prosegue nella quotidiana devastazione di un territorio ormai stremato, producendo una vera e propria discarica sociale dalla quale non resterebbe che fuggire.
Oggi lo stato è tornato e ha inteso avviare l’inceneritore, un mostro nato male e cresciuto storto, tra vere e proprie truffe di una lobby finanziaria e inceneritorista travestita da imprenditoria.
La commissione di Valutazione di Impatto Ambientale del Ministero dell'Ambiente, ad inizio 2005, aveva evidenziato che il sito di Acerra era stato scelto male, in quanto già troppo inquinato, e aveva prescritto che: “poteva essere utilizzato unicamente CDR rispondente alle caratteristiche indicate nel DM 05/02/98“.
Purtroppo i circa 7 milioni di ecoballe, disseminati sul territorio campano, oggi sotto sequestro grazie all’intervento della Magistratura, non rispondono minimamente a quelle caratteristiche, essendo totalmente fuori norma, a causa della clamorosa truffa consumatasi ai danni dei cittadini campani.
Ne parla Rabitti nel suo “Ecoballe”. Sette impianti di Combustibile da Rifiuto per alimentare l'inceneritore, costati ben 270 milioni di euro, pagati con i fondi strutturali dell’UE e che, se ben realizzati ed utilizzati come vagliatori, avrebbero risolto o almeno alleviato da anni il problema campano, portando a recupero gran parte dell'indifferenziato ottenuto dalla raccolta. Ma tali impianti non sono stati mai realizzati come da progetto, presentando varie difformità già tra il progetto di gara e quello esecutivo.
Incenerimento da realizzare ovviamente a partire dall’ecomostro di Acerra, uno dei più grandi d’Europa: tecnologia vecchia di 30 anni; 27 prescrizioni VIA, a cui non si sa quanto si sia ottemperato e soprattutto riservate ad un impianto che non avrebbe dovuto bruciare tal-quale, di ignota provenienza (e magari condito di altri rifiuti tossici), come viene viceversa imposto nelle ennesime deroghe previste dall’ordinanza governativa 2754 del 2009 ; una Autorizzazione Integrata Ambientale ignota e priva della possibilità osservazioni da parte del pubblico, a partire dalla evidente quanto irrisolta omissiva questione del conferimento delle ceneri tossiche prodotte dalla combustione ; una analisi dei rischi assolutamente lacunosa; un avvio del mostro “nelle more del collaudo”, con un sistema di monitoraggio ancora in realizzazione; la militarizzazione della struttura, quale "sito di interesse nazionale”, come mezzo coercitivo per imporre che nessuno indaghi, nessuno sappia.
In sintesi una vergogna nazionale, che ignora le più elementari normative italiane ed europee di tutela ambientale e che dunque corre il rischio di aggiungere morte su morte.
Quale beffa finale, l’impianto verrà finanziato grazie all’adozione del truffaldino meccanismo del CIP6, sostenibile prelevando una percentuale dalle bollette Enel pagate da tutti gli Italiani e col rischio di una ennesima grave infrazione europea che verrà risolta, anche questa, ricorrendo alle tasche degli italiani.
Eppure, secondo il premier, i cittadini campani dovrebbero plaudere all’Impregilo, ll gruppo che, tramite la Fibe, si è occupato di realizzare l’Inceneritore e gli impianti CDR e che continua ad essere imputato per frode dopo aver gestito e portato al collasso il sistema di rifiuti campano.
In tale contesto assai discutibile appare la discesa in Campania di Ganapini, quale nuovo assessore all'ambiente per la Regione, cui era stato affidato da Bassolino il ruolo di uomo camomilla, per sedare le resistenze della società civile, organizzatasi nei cosiddetti comitati sparsi per l'intera regione e sempre più coordinati tra di loro.
La prima brillante proposta di Ganapini, presentata alle Assise in un incontro con alcune associazioni ambientaliste locali, parlava di riattare sì igli impianti di CDR, ma non per avviare un ciclo completo di recupero della materia, quanto per incendiare il prodotto ottenuto, alimentando direttamente i forni dei cementifici campani, a cominciare da quelli decrepiti del casertano, che andrebbero chiusi all'istante per la nocività delle loro emissioni a ridosso dei centri abitati. Ad oltre un anno dall'insediamento, l'operato dell'assessore non si è tradotto in un solo impianto di compostaggio in esercizio e le linee guida programmatiche per il piano rifiuti regionale non hanno fatto altro che avallare le follie dei recenti decreti governativi che si sono occupati del caso rifiuti campano.
A fronte di un simile squasso democratico e ambientale, Bertolaso dichiara con fierezza ai giornali che “abbiamo vinto contro tutti”, riferendosi alle lecite resistenze e obiezioni dei cittadini ed alle indagini giudiziarie che hanno sistematicamente messo in evidenza e ostacolato gli abusi in essere. Il Sottosegretario all'emergenza rifiuti e capo della Protezione Civile è d’altra parte indagato dalla procura di Napoli nell'ambito dell'inchiesta denominata 'Rompiballe', che vede già 25 rinvii a giudizio, con accuse che vanno dal traffico illecito di rifiuti, al falso ideologico e la truffa ai danni dello Stato.
Questo ambiguo Commissario ai rifiuti tenta oggi di rassicurare i napoletani sul buon funzionamento dell’inceneritore di Acerra; ma anche un ebete capirebbe che le “emissioni zero” sono un concetto ascientifico, che i motori delle auto (il cui inquinamento si vorrebbe paragonare a quello del mostro di Acerra) non funzionano a spazzatura tal-quale di ignota provenienza o che il particolato ultrafine non scompare magicamente per il semplice fatto che la comunità scientifica “sta ancora studiando il problema”.
Il Piano nazionale degli inceneritori viene promosso con un colpo di mano che ha il sapore di un colpo di stato militare. L'intento è disseminare l'Italia intera di impianti nocivi, finalizzati a distruggere materie prime (il rifiuto) e salute umana, dopo aver sperimentato con la Campania le scaltre modalità operative per il conseguimento di tale obiettivo: dall'immondizia fatta arrivare fin dentro casa per indurre la gente all'esasperazione, lasciando nel frattempo languere qualsiasi raccolta differenziata, alla imposizione militare di immense discariche di indifferenziato e all'avvio del mostro di Acerra, col ricorso a decreti che calpestano la costituzione e le normative ambientali nazionali ed europee.
Il presidente Napolitano, nel frattempo, ringrazia.
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Ricavare energia rinnovabile e materiali chimici dai rifiuti. Questo è quello che i ricercatori dell'Università di Torino sostengono sia possibile fare. Almeno in parte. Il progetto si chiama "Biochemenergy".
Il professor Enzo Montoneri, uno dei responsabili della ricerca, dichiara: "al momento stiamo portando avanti le prove tecnologiche di prodotti usati per il lavaggio delle automobili e per tingere capi di abbigliamento". Il segreto sta nell'utilizzare tecnologie maggiormente avanzate rispetto a quelle odierne.
"In Italia vengono prodotti 46 milioni di tonnellate all’anno di biomassa che va in discarica o non viene utilizzata, di questa il 50% è potenzialmente riciclabile per il mercato chimico. Al momento la tecnologia di trattamento dei rifiuti (incenerimento o produzione di metano e fertilizzanti) può trattare solo il 25% della biomassa di scarto" fanno sapere dall'Università di Torino.
Teoricamente gli stabilimenti, sia pubblici che privati, che lavorano con i rifiuti potrebbero diventare impianti di prodotti riciclati utili per l'industria chimica. Ciò potrebbe tranquillamente contribuire a una calo dell'utilizzo del petrolio, e questo andrebbe chiaramente a vantaggio del ciclo ecologico. Tra i prodotti che si possono ottenere, secondo i ricercatori dell'Università di Torino, detergenti industriali, prodotti per la bonifica ambientale e agenti fertilizzanti.
Il problema dello smaltimento dei rifiuti è senz'altro di primaria importanta in Italia e per questo le ricerche degli studiosi di Torino potrebbero essere quanto mai utili. Non solo alla Campania.
Giovanni Carzana
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fonte: L'Espresso
Undici milioni e mezzo di metri cubi di fumi, 600 tonnellate di ceneri e scorie pericolose, 550 milioni di picogrammi di diossine.
Ad Acerra ogni giorno il nuovo inceneritore spargerà nell'aria dosi di veleno. Silvio Berlusconi lo ha inaugurato una settimana fa, come simbolo concreto della sua operazione pulizia, che ha fatto sparire i sacchetti neri dalle strade campane. Ma il sistema avviato è ancora lontano dalla normalità. E l'impianto che brucia le presunte ecoballe (in realtà matasse compresse con rifiuti d'ogni genere) secondo gli ambientalisti rischia di trasformarsi in un ecomostro. "Anche se l'inceneritore dovesse davvero emettere diossine per la metà del limite previsto dalla normativa, nell'aria di Acerra dove risiedono 50 mila persone ogni giorno ci sarà un quantitativo di diossina considerato tollerabile per una popolazione di 4 milioni di individui adulti", spiega Ornella Capezzuto, presidente del Wwf Campania. Un dato allarmante per un'area già ammorbata da anni di roghi indiscriminati di rifiuti. "Il danno alla salute sarà mille volte inferiore di quello già provocato in Campania da discariche abusive e rifiuti tossici", ha replicato Bertolaso. Perché tutto si fa in nome dell'emergenza, inclusa la road-map del governo che punta a fare della Campania, per anni 'pattumiera d'Italia', l'inceneritore del Paese. Dopo Acerra, di impianti per bruciare i rifiuti ne sono previsti altri quattro, ma per le esigenze della regione ne basterebbero due.
Ma questo è un business che appare sicuro anche in tempi di crisi: dai 300 ai 400 milioni di euro per la costruzione di un impianto, con introiti che superano i 100 milioni all'anno, soprattutto grazie agli incentivi per la produzione di energia da fonti rinnovabili, finanziati dagli italiano nelle bollette. Soldi che arriveranno solo quando Acerra, oltre a bruciare i detriti, comincerà a produrre energia elettrica: non prima di nove mesi, si stima. Intanto le discariche attive si stanno per esaurire e presto tutto il peso potrebbe ricadere sulla sola Chiaiano, dove si continua a sversare. In estate dovrebbero entrare in funzione gli impianti di San Tammaro e Terzigno per garantire lo spazio necessario fino a dicembre 2009: almeno un milione e mezzo di tonnellate di rifiuti che non saranno bruciati. Perché ad Acerra fino ad allora saranno smaltite al massimo 200 mila tonnellate di monnezza, un terzo del quale finirà comunque in discarica sotto forma di ceneri e scorie.
Non servono aree speciali: la legge varata dal governo Berlusconi prevede che in Campania oggi si possa davvero seppellire di tutto. Ad Acerra, i primi rifiuti che si sarebbe dovuto bruciare sono le 80 mila balle ancora ammassate nell'area militare di Persano, metà di quelle prodotte in Campania da giugno a dicembre 2008.
Lo avevano promesso ai militari della Brigata Garibaldi, impegnati nelle missioni estere più pericolose. Ma la montagna di balle dorme tranquilla, al sicuro di una caserma. Anche se entrare nella piattaforma di stoccaggio non è difficile: basta aspettare il passaggio quotidiano del pastore che vive col suo gregge nel casolare accanto ai silos per la raccolta del percolato.
Un buco nella rete già c'è, esattamente di fronte al piazzale dove da mesi sono abbandonate decine di roulotte della Protezione civile. Chiunque può entrare, smaltendo in mezzo ai rifiuti ogni genere di detrito che poi finirà dritto ad Acerra.
Se succede in un'area militare, figurarsi cosa sia possibile fare a Ferrandelle, nel sito di stoccaggio sorto sui terreni del boss 'Sandokan' Schiavone e trasformato per decreto in discarica. A controllarlo ci sono solo due pattuglie di vigilantes privati, ferme all'ingresso. Un sito al collasso, secondo i tecnici dell'Arpa Campania, che a metà febbraio hanno anche denunciato che le coltivazioni dei campi circostanti sono "invase da percolato affiorante in superficie". Ma alla lettera-appello inviata dall'assessore comunale all'ambiente a Bertolaso nessuno ha risposto.
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NAPOLI -
Doveva diventare lo spot per celebrare la vittoria da parte del governo sull'emergenza rifiuti in Campania, invece a parte il messaggio demagogico e palesemente di parte espresso dal contenuto, tutto a favore di una ipotetica vittoria del governo attuale, oggi arrivano anche le critiche da parte dell'Udi, l'Unione Donne in Italia. Secondo l'Associazione, infatti, lo spot interpretato da una donna che reclamizza i grandi risultati ottenuti in Campania, interpretato da un'attrice sepolta tra i sacchetti dell'immondizia, che immobile ed ignara aspetta i salvatori, offre un'immagine assolutamente negativa di donne che invece hanno garantito sempre la vivibilità facendo nelle piazze e materialmente la raccolta dei rifiuti, spesso vanificata dalle ditte appaltatrici. Così L'Udi oltre a denunciare il messaggio lesivo per il "gentil sesso", mette in luce anche l'ingannevolezza del messaggio voluto dal premier Silvio Berlusconi e dal sottosegretario Guido Bertolaso. "Le donne hanno vigilato, instradato e pubblicamente fatta la loro parte: altro che sepolte e salvate" - ha sottolineato l'Udi. - "Chi salva le donne della Campania sono le donne: coi loro gesti responsabili, ripetuti con caparbietà nelle situazioni più difficili".
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da Liberonews
MILANO - Un vasto traffico illecito di rifiuti è stato scoperto dal nucleo operativo ecologico dei carabinieri di Milano che sta eseguendo dieci provvedimenti restrittivi emessi dalla magistratura di Busto Arsizio (Varese). Nel blitz, scattato alle prime ore di oggi, e coordinato dal Gruppo Tutela ambiente di Treviso, sono impegnati oltre 150 militari dell'Arma della regione Lombardia e del secondo nucleo Elicotteri di Orio al Serio (Bergamo), che stanno eseguendo anche 28 perquisizioni tra le province di Brescia, Milano, Como, Alessandria, Pavia e Varese. L'indagine che segue quella chiamata "Grisù" del 2005 (19 arresti e 21 denunce), è iniziata nel giugno 2008 ed ha accertato un traffico illecito di rifiuti pari a 2.700 tonnellate. Al centro dell'inchiesta uno dei principali protagonisti di Mani Pulite degli anni '90.
ARRESTI CC NOE: IN CARCERE MARIO CHIESA, UOMO DI TANGENTOPOLI
MILANO - Mario Chiesa e' uno dei dieci destinatari dei provvedimenti restrittivi emessi dalla magistratura di Busto Arsizio per un vasto traffico di rifiuti. Chiesa, 65 anni, di Milano, e' considerato dagli inquirenti il collettore delle tangenti nella gestione del traffico illecito di rifiuti. L'ex presidente del Pio Albergo Trivulzio, secondo gli investigatori e' l'uomo del 10%. Il nome di Chiesa e' fortemente legato all'inchiesta di Mani Pulite della magistratura di Milano degli anni '90: e' con il suo arresto, avvenuto il 17 gennaio 1992, fatto in flagranza di reato subito dopo avere intascato una busta con sette milioni di lire, una rata di quella che doveva essere la tangente per concedere l'appalto a una impresa di pulizia, che e' iniziata la piu' nota inchiesta di Tangentopoli. Con l'arresto di Chiesa e' emerso un vasto retroscena di concussione e corruzioni a largo raggio che ha poi coinvolti numerosi esponenti della politica, della finanza e dell'imprenditoria.
Mario Chiesa, ingegnere, allora presidente del Pio Albergo Trivulzio, casa di riposo nota anche come 'Baggina', fu il primo arrestato dell'inchiesta passata alla storia come Mani Pulite, che porto' a galla il sistema delle tangenti e che rivoluziono' la vita politica italiana. Era il 17 febbraio 1992 e a tradirlo fu una mazzetta da sette milioni di lire. Esponente del Psi, era diventato presidente del Trivulzio nel 1986, acquisendo potere e meriti in ambienti politici, anche se alla fine si era legato soprattutto a Craxi. Quello che fu definito 'mariuolo' proprio dal leader socialista, apri' la strada all'inchiesta dei magistrati milanesi - che a quel tempo avevano in primo piano l'allora pm Antonio Di Pietro - quando decise, dopo cinque settimane di carcere, di spiegare il sistema delle tangenti per la spartizione degli appalti. Le indagini si estesero a migliaia di persone, fra politici, amministratori, imprenditori. E Tangentopoli divenne un pezzo di storia d'Italia. Mario Chiesa rimedio', attraverso i riti alternativi - mai fu giudicato pubblicamente - condanne per 5 anni e 4 mesi, restitui' sei miliardi e, otto anni e mezzo dopo quel febbraio '92, nell'agosto 2000 usci' definitivamente dalla scena di Tangentopoli, dopo aver passato un periodo in prova ai servizi sociali, occupandosi di assistenza ai disabili. Da tempo sembrava ormai ai margini della cronaca.
Oggi, invece, torna protagonista con l'arresto disposto dalla magistratura di Busto Arsizio (Varese) nell'inchiesta sul traffico di rifiuti.
CHIESA 'CONTROLLAVA' GARE APPALTI
MILANO - Tanto era il potere di Mario Chiesa che sarebbe riuscito a far annullare una gara d'appalto, gia' vinta, rifare il bando ed imporre come vincitrice una ditta della 'societa''. Per gli investigatori era il 'gran burattinaio' del sistema al centro del quale c'era la Servizi ecologici Milano (Sem), la societa' di cui e' amministratirice unica la sua seconda moglie, A.E., della quale fa parte il figlio avuto da Chiesa dalla prima moglie e coadiuvata dal cognato. Il secondo figlio e' invece dipendente di un'altra societa', la Solarese, anch'essa al centro dell'inchiesta. Chiesa sarebbe stato il grande elargitore: dava buoni benzina, buoni pasto e buoni d'abbigliamento facendo triplicare lo stipendio di chi partecipava al sistema. Lui avrebbe 'controllato' le gare d'appalto vincendo al ribasso. Poi avrebbe 'recuperato' con gli interessi facendo figurare quintali di smaltimento di rifiuti molto al di sotto di quelli reali; certificando servizi erogati, ma mai effettuati. Cosi' il costo finale sarebbe 'lievitato' del 10%. Chiesa e' stato prelevato stamani nella sua casa di Milano e portato in caserma, dove ha bevuto un caffe' con l'ufficiale che gli ha notificato il provvedimento restrittivo prima di entrare a San Vittore. E' accusato di associazione per delinquere finalizzata all'attivita' organizzata per il traffico e la gestione illecita di rifiuti, truffa aggravata ai danni di societa' pubbliche e private.
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da Pressante
Il megainceneritore di Acerra, inaugurato stamattina, avvelenerà l'aria ed il suolo attraverso le sue emissioni contenenti nanopolveri, diossina ed oltre 250 sostanze chimiche nocive che vanno dall’arsenico al cadmio al cromo al mercurio al benzene.
Farà aumentare l’incidenza dei tumori, delle malformazioni fetali e di una lunga serie di altre gravi patologie, fra la popolazione di un territorio già oggi conosciuto come “triangolo della morte” alla luce di una percentuale di patologie tumorali fra le più alte al mondo.
Produrrà energia in maniera assolutamente antieconomica, potendo sopravvivere economicamente solo grazie ai contributi Cip6 che tutti gli italiani... dovranno continuare a pagare sotto forma di addizionale sulla bolletta elettrica. Produrrà energia in maniera assolutamente antiecologica, emettendo in atmosfera (oltre ai veleni) quantitativi di CO2 doppi rispetto ad una centrale a gas naturale di uguale potenza.
Distruggerà qualunque prospettiva di realizzare un moderno circolo virtuoso dei rifiuti, annientando la raccolta differenziata ed il riciclo, dal momento che i materiali più facilmente riciclabili, plastica, carta e cartone, sono anche quelli con più alto potere calorifico, indispensabili all’inceneritore per funzionare.
Ha già distrutto ogni anelito di democrazia, essendo stato costruito contro la volontà dei cittadini, attraverso l’uso della forza. Va ricordato che dal 2004 ad oggi si sono contate a decine le manifestazioni popolari contro la costruzione dell’impianto, spesso represse dalle forze dell’ordine con l'uso dei manganelli, mentre nel corso dell’ultimo anno l’inceneritore è stato portato a compimento militarizzando l'area con l’uso dell’esercito.
Ha contribuito a rimpinguare oltre alle casse del malaffare, prima i profitti di Impregilo ed ora quelli di A2A che si sono avvicendate nella realizzazione dell’impianto che oggi ha iniziato a dispensare veleni.
Non possiede alcuna peculiarità che lo renda un impianto moderno, poiché l’incenerimento dei rifiuti è una pratica anacronistica che tutti i paesi moderni stanno abbandonando, indirizzandosi verso la raccolta differenziata, il riciclo, il riutilizzo ed il riuso.
Nonostante tutto ciò che ho scritto fino ad ora rappresenti una realtà incontrovertibile, documentata attraverso centinaia di libri e centinaia di studi epidemiologi, suffragata dall’opinione di un grandissimo numero di medici ed esperti e accessibile a chiunque, solamente attraverso un click del mouse o una visita in biblioteca, i mestieranti dell'informazione e della politica hanno oggi rappresentato in TV e sui giornali una commedia di fantasia per molti versi antitetica, destinata a diventare l’unica realtà per la stragrande maggioranza degli italiani che proprio dai media tradizionali suggono le proprie informazioni.
Il Corriere della Sera ha esordito con il titolo “parte l’inceneritore verde”, coniando un ossimoro privo di senso, al quale si spera non faranno seguito in futuro gli “omicidi giusti”, “l’inquinamento pulito”, i “licenziamenti dal volto umano” e altre amenità sui generis. Quasi tutti i TG hanno presentato l’evento con grande enfasi commista a soddisfazione, mentre le telecamere spaziavano sul presidente del Consiglio, abbarbicato al disopra di un palco sul quale campeggiava la scritta “termovalorizzatore di Acerra” quasi anziché un dispenser di veleni e di morte, si stesse inaugurando un nuovo ospedale all’avanguardia o un’università. Ad assistere all’evento, consistente nell’apertura di un tendone blu con tanto di telecomando, che svelava una montagna di rifiuti maleodoranti, destinati a trasformarsi in miasmi venefici veicolati dal fumo dei camini, sono state invitate oltre 400 “personalità” come si trattasse di una prima della Scala.
Guido Bertolaso ha parlato della “realizzazione del sogno di una Napoli pulita”, speculando sull’emergenza rifiuti dello scorso anno, creata ad arte per addivenire allo scopo. Inoltre ha aggiunto che il nuovo impianto emetterà il 75% di diossina in meno rispetto agli impianti più vecchi, dimenticando di dire che questo abbattimento si tradurrà nel raddoppio delle emissioni di nanopolveri, ben più pericolose della già ferale diossina.
Gianni Letta ha insistito sul ritorno dello Stato in Campania, per quanto sia mortificante il fatto che lo Stato ritorni non per porre rimedi, ma per avvelenare ulteriormente una popolazione già duramente provata da decenni di sversamenti di sostanze tossiche di ogni genere. Sulla stessa linea di pensiero anche Antonio Bassolino che il ritorno dello Stato avrebbe dovuto teoricamente temerlo.
Catenacci: «Ci sono almeno due milioni e mezzo di balle in tutta la Campania... Per quanto riguarda gli importi, secondo me sono circa 400 miliardi di lire».
Bertolaso: «Perché loro bruciandoli ricavano energia elettrica, no?».
Catenacci: «Gliela pagano a tariffa agevolata, tutto uno strano movimento che hanno fatto loro».
Diciotto minuti dopo, alle 19.17, il prefetto richiama.
Catenacci: «Ho fatto i conti con Turiello, viene una cifra mostruosa, 1.325 miliardi di lire».
Bertolaso: «Mortacci ragazzi...»
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(ANSA) -
NAPOLI, 27 MAR -
Otto anni di reclusione per il costruttore Leopoldo Carandente e a Ciro Stranges, 2 degli imputati al processo per gli incidenti a Pianura. Avvenuti nel gennaio dello scorso anno durante le manifestazioni contro la riapertura della discarica. La sentenza e' stata emessa, a conclusione del processo che si e' svolto con rito abbreviato, dal gup del Tribunale di Napoli che ha accolto le richieste del pm della Dda. Altri imputati sono stati condannati a pene minori.
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Intanto Letizia Moratti, sindaco di Milano, in un'intervista al 'Mattino' riferendosi alla possibilita' che la A2A, la public company che riunisce le ex municipalizzate di Milano e Brescia, possa gestire oltre ad Acerra, anche gli altri tre termovalorizzatori che si realizzeranno in Campania,così afferma:
"La Milano che c'e' qui a Napoli - aggiunge il sindaco Moratti - e' la Milano che porta le sue tecnologie e le sue competenze in materia di innovazione. Perche' crede nel Sud e con le migliori energie del Mezzogiorno crede si possa lavorare al meglio. Una bella sfida vinta e lo Stato, grazie all'ottimo lavoro di Berlusconi, ha dimostrato di esserci".
da Libero news
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Eppure i dati del 2007 fotografati dall’Undicesimo rapporto sui rifiuti dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) dicono chiaramente che la raccolta differenziata in Campania è cresciuta!!L’Ispra rileva che la percentuale egionale di rifiuti differenziati passa dall’11,3 per cento del 2006 al 13,5 per cento del 2007. L’incremento più sostanzioso si registra nella provincia di Avellino, che cresce dal 19,3 per cento al 25,3 superando la provincia di Salerno (25,2 per cento) alla guida delle province campane virtuose.
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SEZIONE VIDEO
* ALLARME CIBO AVVELENATO- 12° PUNTATA di "EXIT" su LA7
* IL CANCRO DI NAPOLI, LA7 16/12/07
* REPORTAGE CONTROCORRENTE SKY TG24 RIFIUTI UMANI
* VIDEO DELLA CONFERENZA STAMPA AD ACERRA, CONTAMINAZIONE DA DIOSSINA: ANALISI DI 9 CAMPIONI INDIVIDUALI AD ACERRA E NOLA
QUARTO E PIANURA:LA NAPOLI CHE PROTESTA CIVILMENTE
I SITI PROPOSTI DAL GEOLOGO DE' MEDICI E IGNORATI DAL COMMISSARIATO
*IN QUESTA PAGINA I VIDEO DA TAVERNA DEL RE: IL PRESIDIO, LA PROTESTA, ECOBALLI E TAMMORRE, ALEX ZANOTELLI
*I VIDEO DELLA TAVOLA ROTONDA SULLA EMERGENZA RIFIUTI IN CAMPANIA
SVOLTASI IL 23 OTTOBRE 2007
DISCARICA LO UTTARO: RACCONTO PER IMMAGINI
AMICI DI BEPPE GRILLO NAPOLI:MANIFESTAZIONE NAZIONALE 19 MAGGIO
SERRE: CARICA DELLA POLIZIA
CASERTA, CAPITALE DELL'IMMONDIZIA
LO SPAZZATOUR
BEPPE GRILLO AD ACERRA,4GIUGNO2007
INTERVISTA A PAUL CONNET
MARCO TRAVAGLIO, ANNO ZERO 21.02.08
INTERVISTA A WALTER GANAPINI
* I VIDEO DELLA MANIFESTAZIONE CONTRO LA DISCARICA NEL FORMICOSO (DAL SITO DELLA COMUNITA' PROVVISORIA)
EMERGENZA RIFIUTI AFRAGOLA
EMERGENZA RIFIUTI?EMERGENZA DEMOCRAZIA!
COLONNA SONORA
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