Domani la Giornata Nazionale dell'Olio i consumatori potranno far analizzare l'olio in piazza e scoprire se è fresco e vero extravergine.
DOSSIER OLIO D’OLIVA/ Produzione giù i prezzi schizzano le scorte del 2017 si esauriranno. La Puglia resta la capitale italiana Ma la preoccupazione è l'import.
LA capitale dell'olio d'oliva resta in Puglia. Nonostante un crollo della produzione in tutta Italia, si conferma regina dell'oro giallo. Ma anche nei frantoi pugliesi si guarda con sospetto all'invasione del falso made in Italy e il contestuale aumento dei prezzi
LA PRODUZIONE
Le stime classificano l'Italia come secondo produttore-mondiale nel 2016/17 e, in questo contesto la Puglia ribadisce la propria leadership, davanti ad altre due regioni del Mezzogiorno, Calabria e Sicilia. Proprio come tutto il Sud, però, si registra una evidente battuta d'arresto: Unaprol e Ismea - rispettivamente Consorzio olivicolo italiano e istituto dedicato a monitoraggio, studio e analisi delle dinamiche di prezzi e indicatori delle filiere agroalimentari - hanno ora ridotto ulteriormente le previsioni produttive 2016 che, secondo i dati-più recenti, si attestano a 243rnila tonnellate, circa la metà rispetto al dato dello scorso anno (474.620 tonnellate la produzione del 2015). Dati che hanno contribuito a far suonare un campanello d'allarme, come il richiamo della Coldiretti, secondo le cui stime le scorte andranno a esaurirsi già alla metà del prossimo anno, proprio per un evidente ridimensionamento della produzione.
I PREZZI
Il calo, ovviamente, influisce anche sui prezzi e la stessa Coldiretti ha denunciato la "caccia all'olio extravergine di oliva pugliese, merce rara e preziosa nelle campagne". I prezzi alla borsa merci di Bari, la più rappresentativa a livello nazionale, sono in significativo aumento - evidenziano le recenti rilevazioni - con un balzo del 54% dai 3,70 euro al chilo della scorsa campagna fino a 5,70 euro, registrati nei giorni scorsi.
L'EXPORT
La penuria di olio pugliese fa crescere anche i rischi di frode ed inganni in una situazione in cui c'è più olio spagnolo che italiano nelle bottiglie riempite a livello nazionale che in 2 casi su 3 contengono prodotto straniero. Il flusso ininterrotto di prodotti agricoli che ogni giorno dall'estero attraversano le frontiere - denunciano da Coldiretti - serve a riempiere barattoli, scatole e bottiglie da vendere sul mercato come 'made in Italy': in Puglia le importazioni complessive di oli di oliva ammontano in media a circa 87mila tonnellate, di contro le esportazioni si aggirano sulle 38mila tonnellate. Gli oli stranieri vengono importati per oltre il 60% dalla Spagna, il 25% dalla Grecia ma per quasi il 10% - sottolineano - da un paese extracomunitario come la Tunisia. Di contro, però, nella recente vetrina parigina della fiera agroalimentare 'Sial', i vertici della Regione hanno evidenziato come - negli ultimi anni, sui mercati esteri, la Puglia dell'agroalimentare si sia - consolidata, sia sul versante dell'esportazione dei prodotti agricoli, sia su quelli trasformati (v (agroindustria). “Siamo al fianco dei nostri agricoltori e trasformatori - ha ribadito il governatore regionale, Michele Emiliano - per rafforzare il trend positivo dell'export pugliese che continua a dare buone notizie e, soprattutto, compensa le perdite in altri settori". Infatti, analizzando le serie storiche 2009-14 si nota che l'aggregazione di questa filiera passa da un valore in export di 800 milioni di euro (2009) a un quasi raddoppio (1miliardo e 200 milioni di euro nel 2014). I dati sull'ultimo periodò sono ancora provvisori - ha ribadito l'assessore regionale, Leonardo Di Gioia-, quindi non passibili di un commento scientifico. Tuttavia, è plausibile prevedere che il 2015 e il 2016 avranno confermato il trend di crescita analizzato, con risultati migliori del 2014".
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Taroccato o estero per evitare frodi c'è il test del Dna
Tra olio "lampante" di origine extracomunitaria, è prodotto proveniente per oltre il 60 per cento dalla Spagna, non resta di meglio da fare per il consumatore pugliese che affidarsi ai produttori locali. La scarsa produzione di olio pugliese fa crescere anche i rischi di frode ed inganni in una situazione in cui c'è più olio estero che italiano: le bottiglie riempite a livello nazionale in 2 casi su 3,contengono prodotto proveniente per oltre il 60 per cento dalla Spagna, il 25 dalla Grecia e il 10 per cento da un paese extracomunitario come la Tunisia. Ma non solo: da tempo, è stato accertato dai carabinieri del Nas, un'industria olearia con sede a Bari importa legalmente enormi quantitativi di olio di oliva lampante proveniente dal Marocco, che non è idoneo al consumo umano. Per questo viene sottoposto a processo di lavorazione, di "rettifica" grazie a regolari procedure chimiche, e diventa così olio di oliva. A quel punto viene commercializzato per l'impiego nell'impiego nell'industria alimentare (per esempio per la produzione di taralli e altri prodotti da forno), con una nuova "verginità" e nascita di un nuovo prodotto di origine pugliese. Ma le truffe, a volta, possono nascondersi ovunque. Per questo il presidente di Assoproli, Francesco Guglielmi, consiglia alle cooperative pugliesi: «La truffa, la mancata chiarezza sul prodotto - spiega - è sempre dietro l'angolo. Quando mi rivolgo ai consumatori, essendo io anche presidente di una cooperativa, non posso che consigliargli di rivolgersi a queste strutture, le uniche in grado di certificare la genuinità del prodotto. Acquistandolo direttamente dal produttore c'è molta più sicurezza rispetto ai brand commerciali». E il costo più elevato non dovrebbe spaventare, piuttosto rassicurare: "Certo, il costo maggiore c'è - aggiunge Guglielmi - ma il consumatore ha la sicurezza di ciò che acquista. Dietro le grandi promozioni, invece, c'è sempre un punto interrogativo». Sulla problematica legata alle contraffazioni si muove anche la Coldiretti Puglia, che organizza per domani, per il secondo anno consecutivo la Giornata nazionale dell'olio extravergine a Bari, con la molitura in diretta delle olive attraverso un frantoio mobile che produrrà olio extravergine " alla spina", degustabile con il pane di Altamura Dop. Ma non solo: i consumatori potranno portare in piazza l'olio acquistato in supermercati e negozi di vicinato per farlo analizzare e scoprire se è olio fresco e vero extravergine. A Bari dalle 9,30 sarà in azione il test del Dna dell'olio in piazza del Ferrarese, iniziativa organizzata da Coldiretti Puglia in collaborazione con Unaprol, con una dimostrazione pubblica. «Un olio extravergine di oliva di qualità - spiega il presidente Gianni Cantele - deve essere profumato, deve ricordare l'erba tagliata, e all' esame gustativo deve presentarsi con sentori di amaro e piccante, Gli oli di bassa qualità invece puzzano di aceto o di rancido e all'esame gustativo sono grassi e untuosi. Riconoscere la qualità significa acquistare oli ricchi di sostanze polifenoliche antiossidanti fondamentali per la nostra salute».
I TRUCCHI
L'olio lampante
Si tratta di prodotto tossico per il consumo umano, che arriva dal Marocco e viene lavorato a Bari, diventando olio di oliva per l'industria alimentare.
Le miscele
Spesso quel che si ritiene olio extravergine di oliva è stato miscelato con altri prodotti, vergini, e non dichiarato sull'etichetta del produttore.
L'olio colorato
I carabinieri hanno riscontrato in alcuni negozi delle province di Bari e Bat la vendita di olio di semi colorato e spacciato invece come olio di oliva.
Inviato da: forddisseche
il 25/12/2024 alle 07:37
Inviato da: GiuliettaScaglietti
il 13/06/2024 alle 16:24
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