L'unica economia che tiene è ancora rappresentata dalle rimesse delle pensioni. Tutto il resto è noia e disperazione.
Quanto sono importanti i nonni per le giovani mamme e i giovani papà che sempre più spesso si vedono costretti a richiedere una mano per arrivare a fine mese? Quanto incidono gli anziani sull’economia di ogni singola famiglia in Capitanata e ancor più nel Gargano? E, ancora, come fa un ottantenne con poco meno di mille euro al mese a far campare la moglie e il figlio sposato? A San Nicandro Garganico, cinquant’anni dopo il film L’Antimiracolo, sembra tornata la crisi degli anni ‘60, quando si viveva di lago e agricoltura. Se da una parte ci sono medici, avvocati, liberi professionisti o impiegati statali che non hanno nulla da chiedere, dall’altra c’è una stragrande maggioranza di persone che non riescono a portare il pane a casa tutti i giorni e, per questo, sono costretti a rivolgersi ai loro anziani genitori. Gli aiuti economici La Spi Cgil, il ramo dedicato agli anziani pensionati del noto sindacato, a San Nicandro Garganico è una realtà ben consolidata a cui aderiscono annualmente numerosi iscritti. Ieri sera, non a caso, si è tenuto un incontro a cui hanno partecipato, tra gli altri, il segretario provinciale della Spi, Franco Persiano, e quella nazionale, Lucia Rossi. Ma mentre loro hanno incontrato nonni - e non solo - in serata, noi abbiamo fatto un giro in mattinata per le vie del paese per chiedere in giro ai diretti interessati quanto aiutino economicamente i loro figli. Un numero piuttosto importante di intervistati ci ha detto di elargire, quasi come fosse una paghetta, una parte della pensione ai figli che non riescono a garantire il sostentamento alla loro famiglia. “Mio figlio è un muratore” ci racconta Antonio, che sfida la pioggia mattutina e che troviamo a piazza IV Novembre “ma attualmente è senza lavoro. Ha una moglie e due figli, uno che va alle elementari e un altro che va alle superiori. E come fa senza stipendio a pagare cibo, libri, vestiti e il resto? Un po’ prende qualcosa dalla Cassa Edile, ma il resto lo do io”. E di pensione, il signor Antonio, quanto percepisce? “Mille e centocinquanta euro”. E riesce a campare con questa somma? Quanto dà al figlio? “Non posso dire quanto dò a mio figlio, non mi pare giusto, ma io riesco a campare senza fatica. Grazie a Dio” continua Antonio “la casa è mia, non pago affitto, la casa di mio figlio pure è sua, e poi ho sempre qualcosa depositato in posta”. Come Antonio, anche Nicandro si trova nella situazione di dover dare parte della pensione al figlio. “Mio figlio, invece, è stato parecchio tempo al nord, poi è tornato, e non ha più trovato lavoro. Faceva l’idraulico, poi il muratore, insomma, quello che trovava. Perso il lavoro, non sa come fare. Lui e la moglie sono da me, con il bambino piccolo. Mia moglie è morta, e io ho comunque la loro compagnia. Per fortuna ha trovato una moglie umile che si accontenta, anche lei di San Nicandro, sennò lo vedevo male...” sorride amaro Nicandro. Così fan tutti Ci spostiamo, andiamo nei bar, e anche qui la storia non cambia. I nonni sganciano denaro, i figli ringraziano e tirano avanti. Aspettando giorni migliori. Eccoli, Antonio e Giovanni, padre e figlio, che prendono un caffè in attesa di tempi migliori. “Io facevo il muratore, mi chiamano ancora per lavorare, ma sono solo poche giornate” racconta Giovanni, che prosegue “Mia moglie se n’è tornata dai suoi genitori, ma non abbiamo divorziato o litigato. Semplicemente, qui non potevamo più stare insieme perché costava troppo. Io vado ogni weekend da lei e dai nostri bambini, e nel frattempo strappulej (è un termine dialettale, significa “faccio quel che posso”, ndr) quando c’è la possibilità. Ma è tutto fermo, in ogni settore”. Vive da suo padre, immagino. “E dove, sennò?” A papà Antonio, però, non và giù la situazione. “Non dico che lo lascio in mezzo la strada, però si deve trovare un lavoro. So pure che non è colpa sua, ma ai miei tempi chi non sapeva che fare si metteva a fare il pescatore o andava a zappare. Mo’ ‘sti giovani non ne vogliono sapere”. Se piangono pure i professionisti Ci avvicina un altro signore, che rivela: “I più danneggiati dalla crisi sono i muratori, secondo me, ma non è che gli avvocati se la passino meglio”. Cioè? “Mio figlio è avvocato, ha studiato fuori. Se non lavorasse pure la moglie, non arriverebbe a fine mese. E poi, io pago al figlio la piscina e all’altro il calcetto”. Quanto prende di pensione? “Scarsi ottocento euro, facevo il pescatore”. E riesce a tirare avanti con queste spese e con questa pensione? “O tiro avanti, o muoio. Comunque, ho conservato sempre qualcosa, non si sa mai”. Insomma, nemmeno i liberi professionisti sorridono in questo periodo di crisi. Qual è la situazione lavorativa a San Nicandro? “Tragica” ci rispondono dal Comune, dove “ogni giorno viene gente a piangere e a chidere posti di lavoro, come se avessimo la bacchetta magica. Qui non si crea lavoro né siamo in grado di regalare soldi. La gente è disperata, e sempre più giovani si danno alla delinquenza”. Quindi, la maggior parte dei delinquenti sono disoccupati? “I piccoli furti, commessi soprattutto da giovani, sono indice di una crisi economica che attanaglia in particolare i ragazzi che non vedono prospettive rosee e che non sanno come campare. A dare la mazzata finale ai ragazzi che non sono andati a scuola, è stata la crisi dell’ediliza, l’unico settore dove questi giovani trovavano facilmente impiego”. Insomma, dalle parole di impiegati comunali e assistenti sociali, pare proprio che nel centro più grande del Gargano sia la delinquenza l’attività preferita da chi altrimenti morirebbe a causa della crisi occupazionale. Cosa fare per cambiare lo stato delle cose? “Cosa fare non lo sappiamo, ma cosa andava fatto si può immaginare tranquillamente” si sfoga un altro anziano, Lino, con pensione di scarsi ottocento euro al mese che, per sua fortuna, non ha figli a carico “Sapete per cosa San Nicandro era conosciuta nel mondo? Per i fiori secchi. Possibile che mentre nel Salento hanno sfruttato l’ambiente, a San Giovanni Padre Pio, a Monte Sant’Angelo la grotta sacra, qua non siamo riusciti a sfruttare questo tesoro? Gestivamo l’80% della produzione europea, adesso stanno solo i Guerrieri che portano avanti la fama di San Nicandro”. Si potrebbe pensare di nuovo al distretto dei fiori secchi? “No, oggi non più. Sfumò con Squeo sindaco quella iniziativa, e ora non si può più fare”. Lino, ex pescatore, ha tracciato un’analisi degna di un economista di fama internazionale. Senza risorse e senza spirito d’iniziativa, forse, dalla crisi non se ne esce. g. f. ciccomascolo l'attacco |
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