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Pizzomunno con gerani rossi.

 

 
Pizzomunno

Lungo il tratto meridionale della costa viestana, ritroviamo una piccola spiaggia che deve il suo nome all’ imponente faraglione che dalle acque cristalline si erge sovrano a sorvegliare la città ed i suoi abitanti: la Spiaggia del Pizzomunno.

Qui sembra aver avuto luogo un’ interessante e fantastica vicenda che ha come protagonisti due giovani innamorati , entrambi originari di Vieste .

Pizzomunno , giovane ed attraente pescatore, e Cristalda , ragazza bellissima dai lunghissimi capelli color dell’ oro, si amavano teneramente e vivevano nella convinzione che nulla al mondo potesse intaccare un sentimento tanto forte e sincero.

Ogni sera, Cristalda scendeva in spiaggia per salutare il suo bel Pizzomunno prima che con la sua barca andasse incontro al mare aperto.

Ogni notte, in mare, Pizzomunno riceveva la visita delle sirene che cercavano di ammaliarlo con i loro canti soavi. Le regine del mare desideravano ardentemente che Pizzomunno diventasse il loro re ed amante.

Il giovane, però, non cedette mai alle avance delle sirene tentatrici , avendo già donato il suo cuore alla candida Cristalda.

I reiterati rifiuti del giovane, scatenarono la furia delle sirene .

Una sera, le sirene raggiunsero i due amanti sulla spiaggia ed aggredirono Cristalda con grande ferocia, inghiottendola nelle profondità del mare.

Pizzomunno
fu colto da un dolore devastante, talmente grande da pietrificarlo per sempre.

Il giorno seguente, i pescatori di Vieste trovarono Pizzomunno pietrificato sulla roccia che oggi porta il suo nome.

La leggenda vuole che, ogni cento anni, Cristalda riemerga dalle profondità del mare per incontrare Pizzomunno e rivivere con lui l’ emozione di una notte d’amore sulla spiaggia che li fece incontrare.

 

 

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Promontorio del Gargano

Il più delle volte si pensa che la storia antropologica ebbe inizio sul promontorio del Gargano con l'apparizione dell'Arcangelo Michele più di sedici secoli or sono quando ancora il Cristianesimo conviveva con le allora attuali religioni pagane. Ma se analizziamo le carte romane si nota che gli insediamenti sedentari sono precedenti all'apparizione dell'Arcangelo e si trovavano sulla costa e ai piedi del sontuoso monte (Ergitium ,Sipontum ,Merinum ,Teanum , ,Apulum ,Urium).
Si trovano degli insediamenti umani persino precedenti a questi ultimi, ma bisogna risalire addiritturà all'età del bronzo, tanto è vero che lungo la provinciale che collega Foggia con San Marco in Lamis, a qualche chilometro da Borgo Celano, in zona"Chiancata La Civita-Valle di Vitturo"  è stato ritrovato la necropoli più antica della intera Europa. Altre testimonianze sono date dagli insediamenti rupestri e dalla innumerevole presenza di oggetti litici e di mura megalitiche che si sono scoperti nel corso degli anni sul Gargano.
 

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San Giorgio protettore di Vieste.

 

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Toro seduto

 

Per noi i guerrieri non sono quello che voi intendete. Il guerriero non è chi combatte, perché nessuno ha il diritto di prendersi la vita di un altro. Il guerriero per noi è chi sacrifica sé stesso per il bene degli altri. È suo compito occuparsi degli anziani, degli indifesi, di chi non può provvedere a sé stesso e soprattutto dei bambini, il futuro dell'umanità.

Toro seduto

 

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Hotel Gabbiano Vieste

 

Tutto ciò che l'uomo ha imparato

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona e il seguente testo "Tutto ciò che l'uomo ha imparato dalla storia, é che l'uomo dalla storia non ha imparato niente. Hegel"

 

Servo di Dio Don Antonio Spalatro .

 

Messaggi del 30/04/2019

Asd Fitness Dance Company Peschici sul palcoscenico del 16 giugno 2019!

Post n°23572 pubblicato il 30 Aprile 2019 da forddisseche

Asd Fitness Dance Company Peschici sul palcoscenico del 16 giugno 2019! 

 
Asd Fitness Dance Company Peschici sul palcoscenico del 16 giugno 2019!
 
È cominciato ufficialmente il countdown dello show di danza più atteso di questa stagione, dove Allievi e Maestri metteranno in scena amore, cuore, professionalità.Ovviamente stiamo scrivendo di "Passion For Dance 2019", il saggio-spettacolo dell'Asd "Fitness Dance Company", che si terrà domenica 16 giugno, alle ore 21.30 in P.zza Pertini a Peschici. Il Maestro, nonché anche direttore artistico dello stesso, Antonello Bonsanto, è già alle prese con l'organizzazione, coadiuvato da altrettanti Maestri-Professionisti: Emanuela Lupi, Eliana Masella, Alessandro D'Abramo. Il Progetto Artistico, di grande impatto scenico ed emotivo, vedrà il coinvolgimento di molteplici stili della Danza, Arte che appassiona ed emoziona.

 
 
 

San Severo città d’arte: arriva la conferma dalla Regione Puglia.

Post n°23571 pubblicato il 30 Aprile 2019 da forddisseche

San Severo città d’arte: arriva la conferma dalla Regione Puglia. 

 
San Severo città d’arte: arriva la conferma dalla Regione Puglia.
 
 

Con DETERMINAZIONE n. 53 a firma del DIRIGENTE SEZIONE TURISMO dott. Patrizio Giannone, in data 16 aprile 2019, la Regione Puglia ha ufficializzato l’inclusione del Comune di San Severo nell’Elenco regionale dei comuni ad economia prevalentemente turistica e città d’arte di cui alla D.G.R. n. 1017/2015.

 

Nello specifico la Regione ha determinato di implementare l’Elenco regionale dei comuni ad economia prevalentemente turistica e città d’arte approvato con atto dirigenziale n° 142 del 13/12/2017 della Sezione Turismo, includendo il comune di San Severo (FG) che conferma il possesso di cinque requisiti ai sensi dell’art.3 delle linee guida D.G.R.1017/2015.

 

“Devo ringraziare l’Assessore alla Cultura del Comune di San Severo avv. Celeste Iacovino per aver completato la pratica in breve tempo – dichiara il Sindaco avv. Francesco Miglio –: oltre tutto sono stati talmente tanti gli eventi e gli interventi in ambito culturale organizzati in questi anni che la nostra città ha esponenzialmente aumentato i requisiti per ottenere la certificazione. Nel contempo esprime la gratitudine agli uffici regionali per aver ribadito che la nostra città ha tutti i requisiti e le carte in regola per essere inserita nell’elenco delle Città d’Arte. Ringrazio anche coloro i quali, soprattutto per l’ormai imminente tornata elettorale, si sono preoccupati di evidenziare il precedente mancato inserimento nell’elenco regionale. Spiace dover constatare che la formalizzazione di un’interrogazione in consiglio sarebbe stata più opportuna, indubbiamente meno sensazionalista e politicamente più forte, e ci avrebbe consentito un’immediata risposta. Ad ogni modo, il traguardo più importante è stato raggiunto ed acquisito da quest’A.C.: SAN SEVERO E’ CITTA’ D’ARTE!”.

 
 
 

Vieste - DOPO 70 ANNI, TORNA IN CATTEDRALE UNA STATUA DEL ‘700 DELLA PROCESSIONE DI SANTA MARIA

Post n°23570 pubblicato il 30 Aprile 2019 da forddisseche

Vieste - DOPO 70 ANNI, TORNA IN CATTEDRALE UNA STATUA DEL ‘700 DELLA PROCESSIONE DI SANTA MARIA

A LUMINARIE SPENTE

VIAGGI E GUARIGIONI A VIESTE

Uniti nella grazia, profughi tra gli uomini, muti nell’attesa. È l’arcangelo Raffaele, con Tobiolo: pellegrini sbandati in una discarica di campagna, gemme incastonate in una cloaca.

Un’abituale passeggiata si è rivelata provvidenziale come poche. Saverio Sciancalepore li intravede per caso tra gli effetti della civiltà: grazie al suo occhio attento, il gruppo scultoreo viene sottratto al disfacimento definitivo. Passano gli anni, mi confida della preziosa reliquia. La osserviamo. Facile l’indagine, facile l’identikit: il piccolo relitto era uno dei simulacri del 9 maggio. Considerando il formato ridotto della statua, non è da escludersi l’ipotesi di un suo precedente utilizzo per la devozione privata, di un “borghese”, con successivo lascito alla Cattedrale: eccola in processione. Il pessimo stato di conservazione necessitava di un estremo intervento di restauro. Si decide per il recupero, ma con molta, molta calma. Era il 1999. Ciò che è accaduto dal giorno della sua scomparsa a quello del miracoloso ritrovamento è ancora avvolto nel mistero.

Con gesto encomiabile, Saverio vuol donare i due reietti alla loro antica dimora – la Cattedrale - donandoci un pezzo del nostro passato. La generosità di don Gioacchino farà il resto: accoglierli come legittimi inquilini.  In ogni caso, qualunque sarà il domicilio definitivo, a me resta il privilegio di averli guariti dalle offese del tempo e dalle ingiurie degli uomini. Dopo l’ultima discesa, gli esuli risalgono con dignità ritrovata la scalinata familiare della chiesa madre, fosse solo per un saluto, a luminarie spente.

Per duecento anni la coppia biblica aveva percorso agilmente le vie della festa patronale. Dopo due secoli di residenza consacrata, giunse l’intimo di sfratto, per logorio e fuorimoda. Arrivano i decenni 50/60, tutto si ammoderna: i canoni della bellezza vengono dettati dal mondo reclamizzato. Di lì a poco, TV e pubblicità avrebbero deciso la sorte dei tempi, bussole del gusto e del disgusto – la bulimia sarà la stella polare del web totalitario.

L’effetto disumanizzante dell’idolo tecnologico non è recente, ha già alle spalle vittime illustri: l’efficacia dei sensi e i mestieri manuali (lo spirito gode della stessa fortuna); la civiltà della macchina seppellirà l’artigianato nei musei - si cerca di riesumarlo con l’hobbistica artistoide. Delitti perfetti, archiviati per necessità.

Anche i luoghi sacri si sottomettono alle nuove tendenze e Vieste, insieme a tantissime diocesi, non può che sostenere il crimine fatuo. Le chiese si liberano del superfluo, di anticaglie e obsolescenze secolari, racchiuse tra un romanico e un barocco desacralizzati a diletto culturale. Organi a mantice, compresi di canne e ante decorate; pulpiti in legno e altari marmorei; statue e dipinti di santi, sconosciuti e venerati. Dati via, gettati o bruciati. Un’iconoclastia casereccia era in atto, e non fu certo l’unica. Rammentiamo un episodio locale, di levatura controriformista: lo smantellamento delle cinquecentesche “tavole indorate” dall’altare maggiore della Cattedrale, voluto dal vescovo Kreiter nel 1699. Si trattava sicuramente dei dipinti delle botteghe croate, profumi di Bisanzio - queste sì perdite sciagurate. Per una bizzarra fusione stilistica, l’unica traccia di quei pregevoli arredi è ancora visibile nel lunotto ogivale – totalmente contraffatto – assemblato sulla pala del Rosario (stridente l’estraneità dei due corpi pittorici).

Meno estremisti, i favolosi anni ‘60 modernizzano l’agorà mariana con statue alla moda, di serie. Insieme a Raffaele e Tobiolo, fu eliminato il piccolo San Michele, oggi sfigurato in una teca. Per forza maggiore fu sostituito anche un San Giorgio stramazzato. Fra le cause delle espulsioni cherubiche, oltre al pessimo stato di conservazione, le ridotte dimensioni delle sculture: troppo piccole per la parata. I due arcangeli vennero rimpiazzati dalle statue attuali – più grandi e funzionali, ma non affatto più belle.

Ci sembra doveroso riscattare “l’artigiano” della nostra opera, gioiellino del settecento napoletano, tra i migliori esempi del nostro patrimonio artistico. L’autore è ignoto (ma è lecito pensare ad un nome autorevole), salvo ritrovamenti di vecchie pergamene di storia patria, con annesse notizie sulla committenza e sull’origine del culto. La scultura lignea fa parte di quella fioritura di opere - poche e uniche - dovuta allo zelo di un singolo uomo, il vescovo Cimaglia, artefice illuminato e coordinatore del risveglio sia religioso che socio-culturale del paese. Alcuni decenni di metà settecento bastano per il vanto cittadino, per un’isolata ma scintillante costellazione d’arte (poche opere brillano nel cielo viestano).

Lasciamo il bel Tobiolo presepiale allo spavento ittico, e rivolgiamoci ancora al suo accompagnatore serafico, amico dei giovani, tutto avvolto da una rarissima e rinata azzurrite. Mediatore tra cielo e terra, Raffaele è il protagonista della rappresentazione. Ferito, l’inviato di Dio atterra al ricovero di Camera Cromatica con un’ala spezzata, impigliata nella vita degli uomini. Inzuppate di inquinante porporina, le ali vengono pulite per auspicabili decolli. Ci saranno spazi in cui potrà svolazzare? Vorrà ancora intercedere per noi? Messaggero ingenuo.

 

Si ricompatta il legno spolpato dai tarli, si integrano le lacune plastiche; si assemblano le membra sparse. Liberati dagli strati di ridipinture, affiorano i colori belli e luminosi. Molte sono le qualità estetiche emerse, consueto palcoscenico della retorica teatrale del secolo. Ma se teatro deve essere, che sia intimo, delicato, affettuoso, senza scadere mai nella banalità del sentimentalismo (il nostro anonimo intagliatore era un maestro). Sotto la regia dello scultore si esibiscono: le più belle ali dell’angelificio locale, merletti di legno fiammante; il panneggio abbondante e articolato, cesellato a protezione delle sacre anatomie; le linee morbide del modellato sbalzate dal  fluire del disegno elegiaco; i volumi tesi ma equilibrati, di un classicismo rivolto più alla pittura seicentesca che alla coeva scultura baroccheggiante, salvo minimi vezzi rococò e l’esuberanza cromatica. Evocazioni di un lirismo d’arcadia letteraria.

Benché mutilo di piedino destro e di alcune falangi delle mani, l’elegantissimo Raffaele incede con la leggerezza di uno spirito danzante e, come un’arpista, ci conduce silenzioso nella contemplazione del bene. Tutta la rappresentazione si sublima nel suo volto d’intelligenza estatica, testolina biondo-chiomata, armonicamente sproporzionata sul corpo slanciato di guaritore divino. È negli occhi angelici, custodi delle visioni di Dio, che l’originalità dello scultore ci lascia attoniti: palpebre di taglio orientale, bisturi celesti sulle opacità terrene.

 

Su quante spalle hanno viaggiato i due pellegrini, in quanti occhi, sospesi tra fede e folclore. E se per duecento anni la statua è stata amata e invocata dai nostri antichi concittadini, possiamo farlo anche noi, apostoli della bellezza. Per apprezzare meglio l’opera, sarebbe opportuno leggere il racconto biblico “Libro di Tobia”, un manualetto di pietà filiale, codice della carità autentica, quella fatta da chi vive in povertà, da chi non ha niente se non se stesso.

Da meta turistica ad improbabile tappa angelica. A Vieste si sono avverate le parole iniziatiche della guida alata: «sani e salvi partiamo, sani e salvi ritorneremo». Così termina il viaggio di Rafa-El e Tobhj-Yah viestani.

Ben tornati.

Francesco Lorusso (ass. Camera Cromatica)

 
 
 

30 Apr - 11:21:53 Vieste – PROBLEMI PER LA VIABILITA’, PROTESTA IL SINDACO NOBILETTI [Video] La viabilità sul Gargano

Post n°23569 pubblicato il 30 Aprile 2019 da forddisseche

 
30 Apr - 11:21:53
 Vieste – PROBLEMI PER LA VIABILITA’, PROTESTA IL SINDACO NOBILETTI [Video] 
La viabilità sul Gargano è da sempre problematica. Una frana nell’ambito del territorio di Mattinata ha creato un’interruzione sulla la SS 89 Garganica, ancora chiusa al traffico. Sulla questione è intervenuto con forza il sindaco di Vieste Giuseppe Nobiletti, intervistato dal nostro Saverio Serlenga.

 
 
 

La scuola di Vico del Gargano, vincitrice del concorso nazionale bandito dal Miur e dalla Fondazione Falcone contro le mafie

Post n°23568 pubblicato il 30 Aprile 2019 da forddisseche

La scuola di Vico del Gargano, vincitrice del concorso nazionale bandito dal Miur e dalla Fondazione Falcone contro le mafie 

 
La scuola di Vico del Gargano, vincitrice del concorso nazionale bandito dal Miur e dalla Fondazione Falcone contro le mafie
 
L’Istituto comprensivo ad indirizzo musicale Manicone Fiorentino di Vico del Gargano (FG) vince come migliore scuola secondaria di primo grado della Regione Puglia nel concorso nazionale “Follow the money da Giovanni Falcone alla Convenzione ONU di Palermo contro la criminalità organizzata transnazionale”.La Dirigente, Prof.ssa Donatella Apruzzese, sempre sensibile al tema dell’educazione alla legalità nella sua Scuola, ha fortemente voluto la partecipazione dei suoi alunni all’importante concorso, incaricando le insegnanti Cinzia Fanelli, Simona Valente, Emilia Tavaglione e Maria Fini di coordinare i 18 studenti partecipanti, delle classi II e III, cui si sono poi aggiunti i ragazzi dell’orchestra.Durante il seminario sulla legalità tenuto dall’esperta, Avv. Antonella Laganella, i ragazzi, con impegno e voglia di approfondire il fenomeno mafioso hanno seguito le lezioni tramite piattaforme digitali, video, letture, disegni, ricerche e questionari. Il lavoro multidisciplinare che ne è seguito e che è risultato vincente, è un video musicale in cui gli studenti “Legality Follower”, in composizione orchestrale diretta dal prof. Mario Manicone, con il supporto degli altri docenti di strumento, Pasquale Manobianco e Michele Pacilli, cantano su musica originale del prof. Emanuel Castelluccia un testo, divenuto un inno commemorativo, realizzato dall’avv. Antonella Laganella con le frasi celebri del giudice Falcone, selezionate dagli studenti. Il lavoro, montato da Giulia Ciccomascolo si è arricchito di fumetti realizzati da 9 alunni del ciclo primario, con il coordinamento dell’esperto dr. Marco Lepore.Il 23 maggio, dopo il saluto del Presidente della Repubblica, i vincitori saliranno orgogliosamente sulla Nave della Legalità che giungerà a Palermo, presso la Fondazione Falcone, in occasione dell’anniversario della strage di Capaci per celebrare il “Magistrato eroe” e la sua rivoluzionaria intuizione di seguire i flussi finanziari delle mafie globali attraverso la cooperazione investigativa e giudiziaria tra gli Stati, ratificata attraverso la Convenzione ONU di Palermo.La Dirigente, Prof.ssa Donatella Apruzzese ha dichiarato: “E come nelle storie più belle, di fatica e di cuore, arriva poi il lieto fine, che nel nostro caso è sì un traguardo, ma anche un’ennesima partenza, l’avvio per altre fantastiche avventure. Ci piace vivere l’esperienza scolastica, e farla vivere ai nostri ragazzi, da esploratori alla ricerca di cose nuove da conoscere e fare, di emozioni da vivere, di relazioni da costruire, di storie da raccontare… La scuola è tutto questo... e l’occasione della partecipazione al concorso per il XXVII Anniversario delle stragi di Capaci e via D’Amelio, indetto della fondazione Falcone e dal MIUR, su temi che ci sono cari, ha consentito di organizzare una squadra di alunni, docenti, collaboratori e un’esperta, appassionata e coinvolta sui temi dell’educazione e della legalità, che ha animato per alcuni mesi i nostri pomeriggi scolastici. Sono fiera e orgogliosa del fantastico risultato che ci porta sulla nave della legalità il prossimo 23 maggio e, quindi, a Palermo, per ricordare Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e le rispettive scorte, e insieme a loro chi ha dato la propria vita per la giustizia e la libertà. Sono fiera e orgogliosa di aver voluto, proposto e sostenuto fortemente la partecipazione al concorso di quest’anno, un sogno rincorso per anni e realizzatosi con grande soddisfazione per tutta la comunità scolastica. La scuola che ci piace è quella dove si impara facendo, dove ogni alunno può sperimentare se stesso con compiti sfidanti e coinvolgenti, la scuola che include anche quando è difficile “starci dentro”, che racconta e si racconta ogni giorno...Non possiamo più solo indignarci per quello che accade intorno a noi, è tempo di agire e osare di più per contrastare la cultura mafiosa, quella che si annida e si mimetizza nei comportamenti quotidiani ogni volta che si utilizza il "potere" sostantivo, invece del "potere" verbo... quello che ci piace! La speranza è là dove vi sono le voci, i colori, i pensieri di chi vuole costruire ponti... là siamo anche noi!”L’esperta referente del progetto legalità, Avv. Antonella Laganella ha concluso: “Perché il fenomeno mafioso ed ogni forma di illegalità sociale, siano debellate è fondamentale implementare la pedagogia anti mafia e l’educazione impartita nella Scuola, a partire dalla prima infanzia. La mafia non vince e non si globalizza se le Istituzioni e soprattutto la Scuola sono provvisti di quella forza suggestiva ed emozionale che educa le giovani menti, emancipandole al rispetto delle regole in ogni contesto sociale e privato. Ogni giorno, noi tutti siamo chiamati all’imperativo morale di sensibilizzare i giovani alla democrazia, all’onestà e alla libertà, per non dimenticare.”

 
 
 

Monte S. Angelo/ Sabato 4 maggio il gemellaggio con Mont Saint-Michel

Post n°23567 pubblicato il 30 Aprile 2019 da forddisseche

Monte S. Angelo/ Sabato 4 maggio il gemellaggio con Mont Saint-Michel

Si apre sabato 4 maggio con il gemellaggio internazionale con Mont Saint-Michel, e, ancora conferenze, incontri, due giorni di Festa dedicata all’apparizione dell’8 maggio di San Michele Arcangelo sul Monte Gargano e la chiusura di sabato 11 mag­gio è affidata al Maestro Nicola Piovani, a 20 anni dall’Oscar ricevuto per “La vita è bella” di Benigni. L’8 maggio, a Monte Sant’Angelo, si festeggia San Michele Arcangelo in quanto, secondo la tradizione, fu proprio in que­sto giorno che l’Arcangelo, alla metà del VII secolo, assicurò ai Longobardi la vittoria sui Bizantini nella vicina Siponto. I Longobardi fecero della Grotta dell’Arcangelo sul Monte Gar­gano il loro Santuario nazionale e di San Michele il loro pro­tettore.

 
 
 

Vieste – “LA MADONNA DI MERINO NEI CANTI POPOLARI”, UN PROGETTO DI CONSERVAZIONE DELLA MEMORIA

Post n°23566 pubblicato il 30 Aprile 2019 da forddisseche

30 Apr - 09:37:05
Vieste – “LA MADONNA DI MERINO NEI CANTI POPOLARI”, UN PROGETTO DI CONSERVAZIONE DELLA MEMORIA VIESTANA (1)
Oggi 30 aprile 2019 è una giornata tutta particolare per i viestani devoti di Santa Maria di Merino: iniziano le cerimonie religiose per la grande festa del 9 maggio. Nell’ambito di un progetto di recupero e conservazione delle tradizioni popolari e religiose, don Giorgio Trotta (rettore del Santuario di Merino), Antonio Troia e Ninì delli Santi, hanno realizzato una raccolta audio di canti relativi alla festa di…

 
 
 

A Manfredonia la celebrazione eucaristica di suffragio, martedì 7 maggio, per il primo anniversario della morte ...

Post n°23565 pubblicato il 30 Aprile 2019 da forddisseche

A Manfredonia la celebrazione eucaristica di suffragio, martedì 7 maggio, per il primo anniversario della morte di Mons. Michele Castoro 

 
A Manfredonia la celebrazione eucaristica di suffragio, martedì 7 maggio, per il primo anniversario della morte di Mons. Michele Castoro
 
“Ho amato la Chiesa più della mia vita. Mai potrò riuscire a dire compiutamente il mio grazie al Signore per la luce della maternità ecclesiale. Tutto ciò che ho fatto nel mio ministero pastorale non è stato altro che un modo per ringraziare Dio di quanto mi ha donato attraverso la Chiesa. Quanta immeritata grazia, quanti doni immeritati sono usciti dalla mano del Signore per me. Da parte mia non voglio lasciare questa vita terrena portando rancore per nessuno, e davvero posso dire di non provarne per alcuno. Continuo il mio cammino ‘in nomine Jesu’ finché Egli vorrà, pronto a servire i miei fratelli sulla terra, ma anche a far fiorire questo servizio in una lode eterna al cospetto di Dio. Il nome di Gesù mi accompagna e mi custodisce nei giorni del mio pellegrinaggio terreno” (dal Testamento Spirituale di Mons. Michele CASTORO).In occasione del primo anniversario della morte di Mons. Michele Castoro, arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo dal 19 settembre 2009 al 05 maggio 2018 (giorno del decesso), la Chiesa Diocesana si ritroverà unita nella celebrazione eucaristica di suffragio il prossimo 7 maggio alle ore 19.00 nella Chiesa Cattedrale di Manfredonia.L’Arcivescovo Mons. Franco MOSCONE, invita alla celebrazione eucaristica tutti i sacerdoti, i religiosi, le religiose, i fedeli laici e quanti lo hanno conosciuto.Nel pomeriggio del 07 maggio p.v. non si celebreranno messe in nessuna chiesa parrocchiale o rettoria o oratorio aperto ai fedeli.La coincidenza del 5 maggio, giorno della morte di Mons. Castoro, col giorno festivo di domenica ha suggerito di far slittare la celebrazione al 07 maggio 2019, giorno anniversario della solenne liturgia funebre tenutasi nella Chiesa di San Pio da Pietrelcina in San Giovanni Rotondo.

 
 
 
 
 

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