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Peschici 24/lug/2007 per non dimendicare

 

 

Pizzomunno con gerani rossi.

 

 
Pizzomunno

Lungo il tratto meridionale della costa viestana, ritroviamo una piccola spiaggia che deve il suo nome all’ imponente faraglione che dalle acque cristalline si erge sovrano a sorvegliare la città ed i suoi abitanti: la Spiaggia del Pizzomunno.

Qui sembra aver avuto luogo un’ interessante e fantastica vicenda che ha come protagonisti due giovani innamorati , entrambi originari di Vieste .

Pizzomunno , giovane ed attraente pescatore, e Cristalda , ragazza bellissima dai lunghissimi capelli color dell’ oro, si amavano teneramente e vivevano nella convinzione che nulla al mondo potesse intaccare un sentimento tanto forte e sincero.

Ogni sera, Cristalda scendeva in spiaggia per salutare il suo bel Pizzomunno prima che con la sua barca andasse incontro al mare aperto.

Ogni notte, in mare, Pizzomunno riceveva la visita delle sirene che cercavano di ammaliarlo con i loro canti soavi. Le regine del mare desideravano ardentemente che Pizzomunno diventasse il loro re ed amante.

Il giovane, però, non cedette mai alle avance delle sirene tentatrici , avendo già donato il suo cuore alla candida Cristalda.

I reiterati rifiuti del giovane, scatenarono la furia delle sirene .

Una sera, le sirene raggiunsero i due amanti sulla spiaggia ed aggredirono Cristalda con grande ferocia, inghiottendola nelle profondità del mare.

Pizzomunno
fu colto da un dolore devastante, talmente grande da pietrificarlo per sempre.

Il giorno seguente, i pescatori di Vieste trovarono Pizzomunno pietrificato sulla roccia che oggi porta il suo nome.

La leggenda vuole che, ogni cento anni, Cristalda riemerga dalle profondità del mare per incontrare Pizzomunno e rivivere con lui l’ emozione di una notte d’amore sulla spiaggia che li fece incontrare.

 

 

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Promontorio del Gargano

Il più delle volte si pensa che la storia antropologica ebbe inizio sul promontorio del Gargano con l'apparizione dell'Arcangelo Michele più di sedici secoli or sono quando ancora il Cristianesimo conviveva con le allora attuali religioni pagane. Ma se analizziamo le carte romane si nota che gli insediamenti sedentari sono precedenti all'apparizione dell'Arcangelo e si trovavano sulla costa e ai piedi del sontuoso monte (Ergitium ,Sipontum ,Merinum ,Teanum , ,Apulum ,Urium).
Si trovano degli insediamenti umani persino precedenti a questi ultimi, ma bisogna risalire addiritturà all'età del bronzo, tanto è vero che lungo la provinciale che collega Foggia con San Marco in Lamis, a qualche chilometro da Borgo Celano, in zona"Chiancata La Civita-Valle di Vitturo"  è stato ritrovato la necropoli più antica della intera Europa. Altre testimonianze sono date dagli insediamenti rupestri e dalla innumerevole presenza di oggetti litici e di mura megalitiche che si sono scoperti nel corso degli anni sul Gargano.
 

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Toro seduto

 

Per noi i guerrieri non sono quello che voi intendete. Il guerriero non è chi combatte, perché nessuno ha il diritto di prendersi la vita di un altro. Il guerriero per noi è chi sacrifica sé stesso per il bene degli altri. È suo compito occuparsi degli anziani, degli indifesi, di chi non può provvedere a sé stesso e soprattutto dei bambini, il futuro dell'umanità.

Toro seduto

 

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Tutto ciò che l'uomo ha imparato

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona e il seguente testo "Tutto ciò che l'uomo ha imparato dalla storia, é che l'uomo dalla storia non ha imparato niente. Hegel"

 

Servo di Dio Don Antonio Spalatro .

 

Messaggi del 01/11/2019

Manfredonia/ I conti del Comune sono sballati si va veloci verso il “dissesto”. Sembra inevitabile il secondo ko dopo lo sciogl

Post n°24685 pubblicato il 01 Novembre 2019 da forddisseche

Manfredonia/ I conti del Comune sono sballati si va veloci verso il “dissesto”. Sembra inevitabile il secondo ko dopo lo scioglimento per mafia 

 
Manfredonia/ I conti del Comune sono sballati si va veloci verso il “dissesto”. Sembra inevitabile il secondo ko dopo lo scioglimento per mafia
 
 

Il cielo finanziario del Comune di Manfredonia non accenna a ri­schiararsi. A provocare altri brividi sinistri è il rendiconto della gestione dell’esercizio finanziario 2018 del Comune approvato dal commissario straordinario Vittorio Pisci­telli.

 

I numeri esposti sono impressionanti: confermano e denunciano quanto e come sia stata mal amministrata la città in questi ultimi anni come del resto ampiamente ve­rificato dalla Corte dei conti. Sinteticamen­te: il fondo cassa è pari azero; l’anticipazione di Tesoreria non rimborsata ammonta ad euro 1.758.640,00; il conto economico si chiu­de con un risultato negativo di esercizio di euro 15.991.311,67; il patrimonio netto pre­senta una consistenza di euro 22.262.627,47.

 

Il conto del bilancio dell’esercizio 2018 si chiu­de con un disavanzo di amministrazione di euro 31.599.464,57. Numeri che attestano ine­quivocabilmente una situazione finanziaria ben lontana da quel risanamento dei conti comunali che si sperava di realizzare con il Piano di riequilibrio finanziario plurienna­le del comune di Manfredonia giudicato pe­raltro “velleitario” dalla stessa Corte di con­ti.

 

I fatti stanno dando ragione a questa previsione. Il disavanzo di amministrazione anziché diminuire è aumentato e, come han­no sostenuto in consiglio comunale e con­tinuano a sostenere gli ex consiglieri co­munali di opposizione, molto verosimilmente dovrà crescere. Il che porta inesorabil­mente a rendere sempre più concreta l’om­bra del dissesto finanziario del comune. L’eredità della passata amministrazione. Il documento illustrativo della gestione e dei fatti di rilievo verificatisi e dunque i criteri di valutazione del bilancio allegato al ren­diconto, è oltremodo illuminante.

 

Tra le al­tre notazioni evidenziate: le principali va­riazioni alle previsioni finanziarie; l’elenco, analitico delle quote vincolate e accantonate al 31 dicembre dell’esercizio precedente; le ragioni della persistenza dei residui con anzianità superiore ai cinque anni e di mag­giore consistenza, nonché sulla fondatezza degli stessi; gli esiti della verifica dei crediti e debiti reciproci con i propri enti strumentali e le società controllate e partecipate; l’elenco delle ga­ranzie principali o sussidiarie pre­state dall'ente a favore di enti e di altri soggetti ai sensi delle leggi vi­genti, con l'indicazione delle even­tuali richieste di escussione nei con­fronti dell'ente; l'elenco descrittivo dei beni appartenenti al patrimonio immobiliare dell'ente alla data di chiusura dell’esercizio cui il conto si riferisce, con l'indicazione delle ri­spettive destinazioni e degli even­tuali proventi da essi prodotti.

 

Il commissario straordinario ri­cordando come il 17 marzo 2019 il consiglio comunale ha approvato il Piano di riequilibrio finanziario pluriennale del co­mune di Manfredonia, rileva come “il conto della gestione reso dal Tesoriere comunale, debitamente sottoscritto, risulta parificato solo ai fini delle entrate e delle spese in termini di riscossione e pagamenti e non anche per competenza e residui”.

 

Michele Apollonio

 
 
 

Info Point Peschici: storia di un progetto felice

Post n°24684 pubblicato il 01 Novembre 2019 da forddisseche

Info Point Peschici: storia di un progetto felice 

 
Info Point Peschici: storia di un progetto felice
 
 

Si è concluso il 31 Ottobre il progetto di potenziamento e qualificazione del servizio Info Point Turistico di Peschici, che ha visto il Comune beneficiario per il terzo anno consecutivo della misura Regionale POR Puglia 2014-2020 ASSE VI AZIONE 6.8.

 

Un'esperienza felice quella dell'Info Point Turistico di Peschici, che ha alimentato in questi tre anni una rete territoriale virtuosa, con il coinvolgimento di maestranze ed artisti del territorio in attività di animazione gratuite rivolte ad un pubblico locale ed agli ospiti sia italiani che stranieri in vacanza sul Gargano.

 

Le attività dell'Info Point sono culminate in un evento finale esclusivo, il 26 Ottobre, con la riapertura al pubblico dell'antica Torre di Monte Pucci, diventata per l'occasione luogo di arte, musica e teatro, con la performance artistica di Luciano Castelluccia "L'Acquasala salverà il mondo" ed il coinvolgimento dell'attore Nazario Vasciarelli, che ha intrattenuto gli ospiti con un monologo sulla storia della torre e sul pittore Manlio Guberti, che la abitò negli anni '60.

 

L' iniziativa, è stata coordinata dall' Associazione di Promozione Sociale Amare, che da 3 anni affianca il Comune di Peschici nella gestione dell'Info Point.

 

foto di Pasquale D'Apolito

 
 
 

Puglia/ Entro fine anno il concorso per infermieri. Ne servono 1132

Post n°24683 pubblicato il 01 Novembre 2019 da forddisseche

Puglia/ Entro fine anno il concorso per infermieri. Ne servono 1132 

 
Puglia/ Entro fine anno il concorso per infermieri. Ne servono 1132
 
 

E' partito ufficialmente l’iter che porterà al­l’assunzione di 1132 infermieri in tutte le Asl e ospedali di Puglia. A breve verrà indetto il con­corsone regionale. Nei prossimi giorni l'avvi­so verrà inserito anche nel Burp e sulla Gazzetta Uffi­ciale: tutto entro fine anno.

 

In questo modo la graduato­ria che verrà prodotta dopo il concorso potrà essere uti­lizzata per reclutare nuovi infermieri per i prossimi tre anni. L'ultima, consideran­do che le norme dall’anno prossimo non lo consenti­ranno più. All’ASL Foggia spetteranno un totale di 91 unità, al poli­clinico del capoluogo an­dranno complessivamente 150 infermieri.

 

In generale il 50% dei posti saranno riser­vati alla mobilità, 25% regio­nale, 25% extraregionale, per un totale di 566 posti; la restante parte andrà a con­corso. Di questa il 40% dei posti (226) sarà riservato a chi ha maturato almeno 36 mesi di servizio nelle azien­de regionali entro la data di pubblicazione del concor­so. La domanda di parteci­pazione al concorso sarà in­formatizzata, come è ormai consuetudine per i concorsi. Nella domanda sarà possibile esprimere la preferenza dell’ASL presso cui lavorare.

 
 
 

Monte Sant'Angelo, dal 5 novembre il via alla Settimana dell'Educazione

Post n°24682 pubblicato il 01 Novembre 2019 da forddisseche

Monte Sant'Angelo, dal 5 novembre il via alla Settimana dell'Educazione 

 
Monte Sant'Angelo, dal 5 novembre il via alla Settimana dell'Educazione
 
 

Da lunedì 5 a sabato 10 novembre a Monte Sant’Angelo si terrà la prima edizione della “Settimana dell’Educazione – Storia, cultura, tradizioni tramandate alle nuove generazioni”, evento promosso dal Comune e dagli Istituti scolastici. Tra gli ospiti Sebastiano Somma, Dario Vassallo e Davide Rondoni. In programma anche le “invasioni educative” con gli storici nelle scuole e le scuole nel Museo Etnografico Tancredi. Due i protagonisti di questa prima edizione: gli storici locali Giovanni Tancredi e Cristanziano Serricchio. Palomba e d’Arienzo: “La scuola e i giovani come testimoni del presente, custodi di un immenso patrimonio storico-culturale da tramandare e consegnare al futuro”.  

 

Il programma completo: https://bit.ly/2Dfynix

 

La Settimana dell’Educazione rappresenta il quinto ed ultimo appuntamento del calendario degli eventi dedicati al brand “la Città dei due Siti UNESCO” (dopo l’ “Internazional Jazz Day” ad aprile, “Michael” a maggio, “Monte Sant’Angelo longobarda” a giugno, “Buon compleanno Faggete” a luglio). L’educazione, inoltre, insieme a scienza e cultura, è nell’acronimo dell’UNESCO che, tra i suoi obiettivi, ha “la protezione, la tutela e la trasmissione alle generazioni future dei beni culturali” […]

 

“Storia. Cultura. Tradizioni. Alle nuove generazioni. Nel sottotitolo di questa Settimana, sono descritti gli intenti e gli obiettivi che ci siamo prefissi. I nostri giovani non sono solo il futuro, sono il presente. Sono loro che già oggi possono contribuire alla promozione della nostra Città, del nostro territorio. Ma per fare questo è fondamentale che le nuove generazioni acquisiscano consapevolezza e imparino a conoscere e ad amare il nostro immenso patrimonio storico-culturale-paesaggistico” – spiegano nella presentazione congiunta l’Assessore alla cultura, turismo, istruzione della Città di Monte Sant’Angelo Rosa Palomba e il Sindaco Pierpaolo d’Arienzo.

 

Per Filippo Quitadamo, Dirigente dell’Istituto Comprensivo “Giovanni Tancredi - Vincenzo Amicarelli” – “l’educazione non può prescindere dalla conoscenza del proprio territorio e il rispetto e la salvaguardia di esso sono un fatto di cultura, di valori civili, di memoria storica”. “I luoghi del passato, luogo di incontro di persone, culture, economie, religioni, ci aiuteranno a riflettere su buone pratiche educative sviluppando il senso di appartenenza ad un’unica grande famiglia: l’umanità” – commenta la Dirigente dell’Istituto Comprensivo “Giovanni XXIII”, Enza Santodirocco. “Se il futuro è nella sfida dei territori, se lo sviluppo economico e culturale sarà sempre più ‘basato sui luoghi’ e le comunità saranno chiamate a diventare ‘ambienti di apprendimento’, allora questo è solo il primo passo per costruire un ecosistema di apprendimento permanente in questa città. Non basta, evidentemente, la ricchezza artistica, religiosa e paesaggistica che abbiamo ereditato. Occorre trasformare questo luogo ideale (così tanto amato da pellegrini e turisti) in un luogo possibile, dove i giovani possano progettare con estro e fantasia il loro futuro” – dichiara Francesco di Palma, Dirigente dell’Istituto Superiore “Gian Tommaso Giordani”.

 

In programma.

 

Lunedì 5, alle ore 9.30, nel Castello Normanno-Svevo-Aragonese, l’Inaugurazione della mostra fotografica “MONTE SANT’ANGELO, LA CITTÀ DEI DUE SITI UNESCO IN MOSTRA”, con gli scatti vincitori del contest “#LaCittàdeidueSitiUNESCO da fotografare” promosso dall’Info Point e dal gruppo Facebook “Monte Sant’Angelo da fotografare”, con la collaborazione di ilgiornaledimonte e newsgargano.

 

Giovedì 8, dalle ore 9.30, nella Sala conferenze della Biblioteca comunale “Ciro Angelillis”, il convegno “SUL FILO DEGLI ANNI”: OMAGGIO A CRISTANZIANO SERRICCHIOcon la partecipazione, tra gli altri, del poeta-scrittore-drammaturgo Davide Rondoni.

 

Venerdì 9, alle ore 17, nella Sala conferenze della Biblioteca comunale “Ciro Angelillis”, l’incontro con Dario Vassallo, fratello di Angelo, il Sindaco pescatore di Pollica simbolo di legalità e delle istituzioni che combattono la mafia. Vassallo dialogherà con la giornalista Tatiana Bellizzi.

 

Sabato 10 doppio appuntamento: alle ore 17, nella Sala conferenze della Biblioteca comunale “Ciro Angelillis”, l’appuntamento “Storia, cultura, tradizioni raccontate ai bambini fino ai 6 anni” del progetto “Nati per leggere" promosso da UDI Gargano; alle ore 20.30, invece, nell’Auditorium “Beato Bronislao Markiewicz” del Santuario di San Michele Arcangelo, la chiusura della prima edizione è affidata al reading teatrale di SEBASTIANO SOMMA che racconterà GIOVANNI TANCREDI.

 

E dopo le invasioni digitali a Monte Sant’Angelo arrivano le invasioni educative. Da lunedì 5 a sabato 10, infatti, gli storici locali invaderanno le scuole – con lezioni su storia, cultura e tradizioni locali tenute da Ernesto Scarabino, Giuseppe Piemontese, Immacolata Aulisa, Michele d’Arienzo – e le scuole invaderanno il MeTA (Museo Etnografico Tancredi).

 

La prima edizione della Settimana dell’Educazione è organizzata e promossa dall’Assessorato alla cultura, turismo, istruzione della Città di Monte Sant’Angelo, dagli Istituti Comprensivi “Giovanni Tancredi – Vincenzo Amicarelli” e “Giovanni XXIII”, dall’Istituto superiore “Gian Tommaso Giordani” con la collaborazione dell’Ente Parco Nazionale del Gargano, dell’Associazione Italia Langobardorum, della Pro Loco, del Centro Studi Cristanziano Serricchio, di Ecogargano, del gruppo facebook Monte Sant’Angelo da fotografare e dell’Udi Gargano.

 
 
 

Vieste/ Psicomachia o lotta per la sanità del servo di Dio don Antonio Spalatro

Post n°24681 pubblicato il 01 Novembre 2019 da forddisseche

Vieste/ Psicomachia o lotta per la sanità del servo di Dio don Antonio Spalatro 

 
Vieste/ Psicomachia o lotta per la sanità del servo di Dio don Antonio Spalatro
 
 

La vita santa del Servo di Dio don Antonio Spalatro si rive­la di grande attualità alla lu­ce dell’esortazione apostoli­ca “Gaudete et exultate”.

 

Don Antonio ha incarnato nel suo tempo, non tanto lontano da noi, ep­pure molto diverso, un profilo alto di quella santità che sempre splen­de sul volto della Chiesa in tutti i tempi. Egli si è posto decisamente in una prospettiva di santità stori­camente incarnata e testimoniata attraverso virtù vissute in pienezza nella quotidianità. Sosteneva infatti che i “ I Santi progrediscono nel mon­do, quando si mettono nel piano di corrispondenza” e aggiunge “ Ricor­da che la parte dell’azione umana in ogni piano divino, anche subordina­ta, è sempre necessaria" (diario di d. Antonio 24- 09-1950)

 

Il Concilio Vat. II aveva evidenziato l’urgenza della chiamata di tutti alla santità “ognuno per la sua via e sen­za scoraggiarsi”, ora l’insegnamento è ribadito dalla esortazione apostoli­ca del 19 marzo 2018 in cui si affer­ma che “ Tutti sono chiamati ad esse­re santi vivendo con amore e offren­do ciascuno la propria testimonian­za nella occupazione di ogni giorno” (n. 14).

 

Il Servo di Dio pur ponendosi di fron­te a modelli inimitabili di santità ha scelto, non senza una particolare grazia, la via che gli era più connatu­rale, quella della semplicità del bam­bino per vivere “la santità ordinaria attraverso piccoli gesti, costruendo relazioni di fraternità e comunione, suscitando segni della presenza del­lo Spirito anche in ambiti diffidenti”. (Op. cit. n.16).

 

Il mondo operaio di quel tempo era indifferente e storicamente lonta­no dalla vita della Chiesa; a questo mondo con la sua vita e dedizione lascia una scia luminosa di amore e di testimonianza come riflesso del­la presenza di Dio. Se pure ha conosciuto ed è stato con­tagiato da numerosi Santi che offri­vano diverse forme esistenziali di vi­ta, tuttavia raggiunge la convinzio­ne che la grazia si comunica a cia­scuno in modo proprio ed in certo senso irripetibile nel cammino di santità.

 

Nella spiritualità del bam­bino del regno ha consapevolezza che “ sono soprattutto i piccoli gesti che fanno crescere nella santità co­me quelli di non dire male degli al­tri, ascoltare con pazienza, fermar­si a parlare con i poveri.” ( ib. n.16) Per tal motivo è stato voluto bene, sti­mato e apprezzato attirando perso­ne di ogni genere e di ogni età che istintivamente hanno riconosciuto in lui l’uomo vero, il cristiano genu­ino, il sacerdote zelante. Riandando al suo modo di porgersi con se stes­so e con la gente dobbiamo ammira­re la sobrietà, la mitezza, l’educazio­ne, la gentilezza d’animo e il rispet­to dell’altro.

 

Egli è diventato bambi­no con i bambini, giovane con i giovani, malato con i malati, portando gioia, luce e speranza nelle famiglie specie quelle più povere e diseredate. Cosi possiamo affermare che nell’in­sieme, l’insieme la vita di d. Antonio è stato un cammino di santificazione ed in lui nella totalità della sua perso­na si è riflesso Gesù Cristo. (Ib. n. 22) Tutto questo non è solo frutto di quali­tà umane ma anche conquista mutua­ta dalla preghiera, dall’ascolto della Parola di Dio meditata, contemplata e vissuta nella ubbidienza fedele ed incondizionata alla Chiesa, al Papa e al vescovo.

 

Nel suo ministero ha av­vertito la continua chiamata di Dio a cui ha risposto con sentimenti di rin­graziamento nella celebrazione euca­ristica, nella paziente abnegazione di se, nell’attenzione ad ogni gesto e pa­rola accompagnata da uno sguardo limpido che infondeva serenità ed evi­tava dispiaceri. Perciò le relazioni in­terpersonali erano positive e cordiali sempre dirette a promuovere fiducia nell’intento di costruire in parrocchia una comunità evangelica dedita alla carità verso i bisognosi. Dopo tanti anni da quando don Antonio è vissu­to tra noi, in un contesto molto diver­so dal nostro, sorge una domanda: “Il Servo di Dio può dare un messaggio valido per i nostri giorni?’’ Conside­rando l’impronta di radicalità da cui era animato per cambiare se stesso alla luce del Vangelo, la risposta non può essere che positiva. Convinto del primato dell’interiorità e della grazia divina si rende conto che può trasformare se stesso e rendere la società più umana solo se si scon­figge la tendenza di un cristianesimo accomodante. Perciò c'è in lui l’ansia di vivere un vangelo esigente e lotta per navigare contro corrente.

 

Don An­tonio ha già vissuto quello che sugge­risce l’esortazione apostolica di Pa­pa Francesco: “I Santi sorprendono, spiazzano perché la loro vita ci chia­ma ad uscire dalla mediocrità tran­quilla ed anestetizzante” (n.138) ed ancora “Il Santo è una persona dallo Spirito orante che ha bisogno di co­municare con Dio in una sua abitua­le apertura alla trascendenza che si esprime nella preghiera e nel, adorazione”. ( n. 147) Alla nostra società del benessere, sempre in cerca di sensazioni effime­re, continuamente bruciate dal tem­po con amarezza e disorientamento, il Servo di Dio indica una strada d’in­quietudine che non lascia l’uomo e il cristiano tranquillo e a posto in co­scienza. L’inquietudine è il sale del­la fede che può a volte generare tri­stezza ma siamo ammaestrati da S. Paolo che “La tristezza secondo Dio produce un pentimento irrevocabile che porta alla salvezza, mentre la tri­stezza del mondo produce la morte”(2 Cor. 7,10.) Quel Gesù che don Antonio sperimen­ta con fede nel mistico incontro del sa­crificio eucaristico o nella preghiera silenziosa davanti al tabernacolo, lo vede pure mentre cammina e lo incon­tra nelle difficoltà della gente.

 

Le do­mande spesso urtanti e le situazioni disumane in cui vivono alcuni lo spin­gono a superare l’immobilismo di una fede superficiale e una pratica religio­sa priva di mordente. Con Gesù egli vive l’inquietudine e la vive intensamente fino alla fine con una vita che contagia chi gli è vicino e tutti quelli che incontra. Anche a noi oggi suggerisce una via al cristianesimo come paradosso e non di convenienza, n questa prospettiva scaturiva in ui l’esigenza di un combattimento Interiore alla ricerca di un continuo discernimento di strumenti poten­ti contro le insidie del Maligno che egli chiama “moloch”o mostro di una grandezza e di una bruttezza mai vi­sta. Anche l’esortazione apostolica in­vita a considerarlo non un mito, un simbolo, una figura o una idea ma realtà a cui bisogna contrapporre “lo sviluppo del bene, la maturazione spi­rituale e la crescita nell’amare”(ibid. 161-163).

 

“Ogni mattina una nuova battaglia” ( diario 6-11.1947) e in seguito ag­giungerà che è necessario “Una sola parola: Fedeltà fino a far sanguinare mani e piedi sulla roccia del monte! Non mollare. E’ l’astuzia del diavolo lo scoraggiamento, la sfiducia. Rico­minciare istante per istante, "(diario 6- 07-1948)

 

Questa convinzione lo porta ad intra­prendere quella lotta o psicomachia, unica battaglia consentita al cristia­no, per vincere la corruzione spiritua­le su “una cecità comoda e autosuffi­ciente dove alla fine tutto sembra leci­to: l’inganno, la calunnia, l’egoismo e tante sottili forme di autoreferenzialità”. (Ibid. 163)

 

Per sapere cosa viene dallo spirito o dal diavolo è necessario il discernimento, non solo nei momenti straordinari, ma anche nelle cose semplici, quotidiane e nella scelta di strumenti di lotta per seguire meglio il Signore, (ibid. nn. 166-175).

 

Don Antonio esercitava su se stesso una continua introspezione che lo portava a soffermarsi su alcune sue fragilità da lui accusate come mancanze ma considerate dal suo direttore spirituale, come turbe giovanili alimentate dalla malferma salute. In un continuo dialogo epistolare col padre spirituale, individua il lato debole del suo carattere in una punta di orgoglio nell’imperfetta umiltà che, a suo dire, lo rendevano vanitoso, impulsivo impaziente.

 

Per superare queste fragilità si impegna in un combattimento con un continuo, aspro e duro lavoro interiore fino all’uso di mortificazioni e penitenze, anche fisiche, alfine di acquistare il dominio di se per non annacquare la forza dirompente del Vangelo. (158-177). In questa lotta nascono ansie, apprensioni e angosce autodenunciate al padre spirituale che le considera, più che altro, sensazioni dovute alla sua elevata sensibilità. Gioca molto in queste sensazioni anche l’incertezza di una destinazione sicura del suo campo apostolico come pure l’incomprensione di qualche sacerdote o la fiacca risposta di alcuni fedeli alla sua azione evangelizzatrice. Questi momenti di scoramento che lo rendono triste ed abbacchiato sono oggetto di rimprovero del suo direttore che lo scuote per la poca indulgenza verso se stesso e con l’intento di fargli superare lamentele, insofferenze e marginali brontolii ritenuti dal Servo di Dio manifestazioni di orgoglio.

 

Le imperfezioni denunciate e duramente combattute trovano in lui una risposta nell’accettazione della grande legge della fecondità aposto­lica che gli fa accogliere come grazia la sua inquietudine e la trasforma in dono di amore nella carità operosa e nel sacrificio eucaristico celebrato quotidianamente unito alla sofferen­za di Cristo. Sarà un continuo richia­mo nella sua vita quello che ha scrit­to il 15 agosto 1949, giorno della sua ordinazione sacerdotale: “Fate che la mia immolazione sia effettiva, sia vera; fate Gesù, che soffra, che ogni gioia della terra mi diventi amara. ” Anticipa in tal modo una delle condi­zioni richieste nel n. 5 nell’esortazio­ne apostolica dove il sacrificio della propria vita per gli altri venga preso in considerazione come segno di eroi­cità nell’esercizio delle virtù.

 

Tra i doni dello Spirito Santo vi è l’in­trospezione dei cuori. Non so se il Ser­vo di Dio avesse tale dono nei confron­ti degli altri anche se qualcuno par­la del suo spirito profetico; è più cer­to che è stato guida illuminata nelle confessioni da cui i penitenti usciva­no pieni di indicibile gioia. Certamente l’introspezione l’aveva su se stesso ed è stata tale che gli ha per­messo di scandagliare la sua anima fino a percepire alla luce dello Spirito le piccole zone d’ombra che lo impo­verivano e gli impedivano di progre­dire nel cammino di perfezione.

 

Don Antonio entra nel suo profondo e con­sapevole che nessuno può essere au­todidatta e avventurarsi da solo nel­la via dello Spirito, si lascia guidare per mano dal suo direttore spirituale a cui sottopone se stesso in un conti­nuo esercizio ascetico con la docilità e semplicità di un bambino per un si­curo cammino. Candidamente confes­serà nel suo diario: ” Non mi so giu­dicare: farlo è una cosa difficilissima per me”. (Diario 14-02-1953)

 

La sua ansia e la sua inquietudine, come la spina che trafigge san Paolo, mostra l’umanità di don Antonio e la comprendiamo meglio alla luce della “Gaudete et exultate” quando affer­ma che “I santi non sono stati esenti da errori o da cadute; hanno le loro fragilità umane che contemplazione ed azione non escludono.”

 

Si può affermare che le cinque ma­nifestazioni dell’amore di Dio e del prossimo enumerate nella esortazio­ne apostolica hanno piena rispondenza nella vita di don Antonio. Chi si lascia contagiare dalla sua vita trova certamente nel suo impegno di pre­ghiera, pazienza, audacia, impegno di comunità ed umorismo, motivo di emulazione. Queste realtà sono con­tornate sempre da una lotta per su­perare le tentazioni e gioire nelle con­quiste della grazia in lui e nella comu­nità (ibid. nn. 110-157).

 

Don Antonio con l’aiuto della grazia ha superato se stesso e si è speso bene combattendo il male con il bene. Ave­va capito che nella società in cui vi­veva c’era bisogno di annuncio evan­gelico testimoniato in prima persona e in stretta comunione con la Chiesa per il bene delle anime.

 

La malattia e la sofferenza hanno su­blimato la sua testimonianza; si è ab­bandonato fiducioso alla volontà di Dio ed ha attinto nella fede la risorsa per essere generoso e ubbidiente po­nendosi così “quale esempio di virtù, di vita e di santità cristiana per tutti i fedeli”. L’offerta poi della sua vita per gli altri nel giorno della sua ordina­zione sacerdotale con l’accettazione della sofferenza fino alla morte rive­la la sua imitazione esemplare di Cri­sto degno di ammirazione dei fedeli. (Gaudete et exsultate n.5)

 

Georges Bernanos nel suo romanzo “Il diario di un curato di campagna”, fa trasparire un messaggio di grande attualità per i nostri giorni: combat­tere un cristianesimo accomodante e un vangelo privo di mordente. L’aspra lotta che don Antonio affronta è un in­vito per tutti noi a non addormentar­ci ed essere svegli per vivere con au­tenticità la vita cristiana. Anche alla luce dell’esortazione apostolica “Gau­dete et exsultate”possiamo capire in questo senso come sia più significati­va ed attuale la figura di don Antonio. Voglio concludere riproponendo un passo del romanzo citato anche da una teologa protestante Marion Muller- Colord.

 

“ Il buon Dio non ha scritto che dobbiamo essere il miele della ter­ra....ma il sale. Ora, il nostro povero mondo somiglia al vecchio pa­dre Giobbe, pieno di piaghe e ulcere, sul letamaio. Il sale, sulla carne vi­va, brucia. Ma la impedisce anche, di putrefarsi” (L’Inquietudine ed. S. Paolo).

 

don Pasquale Vescera

 

delegato episcopale

 

del tribunale diocesano

 
 
 

A Ischitella la Fiera di Ognissanti

Post n°24680 pubblicato il 01 Novembre 2019 da forddisseche

A Ischitella la Fiera di Ognissanti 

 
A Ischitella la Fiera di Ognissanti
 
 

Maschere, giostrine, mercatini, caldarroste e persino la pista di pattinaggio. Sarà un lungo weekend ricco di eventi quello in programma a Ischitella dal 31 ottobre al 3 novembre in occasione del Ponte di Ognissanti. Nella cittadina garganica si terrà infatti la Fiera della Festa di Ognissanti, organizzata dall’Associazione culturale “Mercanti in Piazza” A.M.I.P.” di San Severo con il Patrocinio del Comune di Ischitella.

 

La manifestazione si svolgerà nella piazza centrale di Ischitella dove per quattro giorni saranno allestiti stand con articoli natalizi, gastronomia, prodotti tipici, idee regalo, ma anche giostrine, gonfiabili e attrazioni per i bambini.

 

Per l’occasione sarà presente anche una pista di pattinaggio, per il divertimento di grandi e piccoli, collocata in piazza Cesare Battisti e accessibile durante tutti i giorni della manifestazione, dalle ore 9.30 alle ore 13.00 e dalle ore 16.00 alle ore 22.00

 

Il primo giorno dell’evento, il 31 ottobre, sarà dedicato alla notte più paurosa dell’anno, con uno “Speciale Halloween” che prevede alle ore 18.00 il raduno in piazza delle maschere, con musica, baby dance e premiazione della maschera più “paurosa”.

 

Sabato 2 novembre invece spazio ai tipici sapori autunnali con la sagra delle caldarroste, ma anche musica dal vivo e tanto intrattenimento. La fiera continuerà fino alla sera del 3 novembre con i mercatini, la pista di pattinaggio, giostrine e attrazioni per i più piccoli.

 
 
 
 
 

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