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Pizzomunno con gerani rossi.

 

 
Pizzomunno

Lungo il tratto meridionale della costa viestana, ritroviamo una piccola spiaggia che deve il suo nome all’ imponente faraglione che dalle acque cristalline si erge sovrano a sorvegliare la città ed i suoi abitanti: la Spiaggia del Pizzomunno.

Qui sembra aver avuto luogo un’ interessante e fantastica vicenda che ha come protagonisti due giovani innamorati , entrambi originari di Vieste .

Pizzomunno , giovane ed attraente pescatore, e Cristalda , ragazza bellissima dai lunghissimi capelli color dell’ oro, si amavano teneramente e vivevano nella convinzione che nulla al mondo potesse intaccare un sentimento tanto forte e sincero.

Ogni sera, Cristalda scendeva in spiaggia per salutare il suo bel Pizzomunno prima che con la sua barca andasse incontro al mare aperto.

Ogni notte, in mare, Pizzomunno riceveva la visita delle sirene che cercavano di ammaliarlo con i loro canti soavi. Le regine del mare desideravano ardentemente che Pizzomunno diventasse il loro re ed amante.

Il giovane, però, non cedette mai alle avance delle sirene tentatrici , avendo già donato il suo cuore alla candida Cristalda.

I reiterati rifiuti del giovane, scatenarono la furia delle sirene .

Una sera, le sirene raggiunsero i due amanti sulla spiaggia ed aggredirono Cristalda con grande ferocia, inghiottendola nelle profondità del mare.

Pizzomunno
fu colto da un dolore devastante, talmente grande da pietrificarlo per sempre.

Il giorno seguente, i pescatori di Vieste trovarono Pizzomunno pietrificato sulla roccia che oggi porta il suo nome.

La leggenda vuole che, ogni cento anni, Cristalda riemerga dalle profondità del mare per incontrare Pizzomunno e rivivere con lui l’ emozione di una notte d’amore sulla spiaggia che li fece incontrare.

 

 

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Promontorio del Gargano

Il più delle volte si pensa che la storia antropologica ebbe inizio sul promontorio del Gargano con l'apparizione dell'Arcangelo Michele più di sedici secoli or sono quando ancora il Cristianesimo conviveva con le allora attuali religioni pagane. Ma se analizziamo le carte romane si nota che gli insediamenti sedentari sono precedenti all'apparizione dell'Arcangelo e si trovavano sulla costa e ai piedi del sontuoso monte (Ergitium ,Sipontum ,Merinum ,Teanum , ,Apulum ,Urium).
Si trovano degli insediamenti umani persino precedenti a questi ultimi, ma bisogna risalire addiritturà all'età del bronzo, tanto è vero che lungo la provinciale che collega Foggia con San Marco in Lamis, a qualche chilometro da Borgo Celano, in zona"Chiancata La Civita-Valle di Vitturo"  è stato ritrovato la necropoli più antica della intera Europa. Altre testimonianze sono date dagli insediamenti rupestri e dalla innumerevole presenza di oggetti litici e di mura megalitiche che si sono scoperti nel corso degli anni sul Gargano.
 

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Toro seduto

 

Per noi i guerrieri non sono quello che voi intendete. Il guerriero non è chi combatte, perché nessuno ha il diritto di prendersi la vita di un altro. Il guerriero per noi è chi sacrifica sé stesso per il bene degli altri. È suo compito occuparsi degli anziani, degli indifesi, di chi non può provvedere a sé stesso e soprattutto dei bambini, il futuro dell'umanità.

Toro seduto

 

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Hotel Gabbiano Vieste

 

Tutto ciò che l'uomo ha imparato

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona e il seguente testo "Tutto ciò che l'uomo ha imparato dalla storia, é che l'uomo dalla storia non ha imparato niente. Hegel"

 

Servo di Dio Don Antonio Spalatro .

 

Messaggi del 06/06/2020

Guardia Costiera Vieste/ ATTIVITA’ DI RICERCA PRESUNTI DISPERSI

Post n°26359 pubblicato il 06 Giugno 2020 da forddisseche

Guardia Costiera Vieste/ ATTIVITA’ DI RICERCA PRESUNTI DISPERSI  

  
 

Nel tardo pomeriggio di venerdì 05 giugno u.s. la motovedetta CP880 e una pattuglia terrestre della Guardia Costiera di Vieste sono state impegnate in attività di ricerca di presunti dispersi in località “Cala della Sanguinara” agro del comune di Vieste. La chiamata giunta alla sala operativa da parte di due escursionisti segnalava la presenza di una tenda divelta sull’arenile della Cala, al cui interno vi erano presenti indumenti e beni alimentari ben conservati ma senza nessuna persona nelle vicinanze.

 

Proprio per quanto riportato nella segnalazione e al fine di scongiurare eventuali problematiche sopraggiunte ai proprietari della tenda, anche in considerazione del peggioramento delle condizioni meteorologiche si decideva di effettuare un’ attività di ricerca congiunta terra-mare.

 

La pattuglia a terra, non senza difficoltà a causa della particolare morfologia del territorio e delle condizioni meteorologiche in atto che rendevano il terreno particolarmente scivoloso, riuscivano a raggiungere il luogo della segnalazione e iniziavano la ricerca di eventuali persone necessitanti di assistenza.

 

Fortunatamente i presunti dispersi venivano rintracciati dalla pattuglia terrestre che accertava come gli stessi si fossero solamente allontanati dall’accampamento e che non necessitassero di particolare assistenza.

 

I due escursionisti, una volta accompagnati all’accampamento, oltre ad essere redarguirti dai militari intervenuti per la loro condotta, venivano altresì sanzionati per violazioni attinenti le disposizioni contenute nella ordinanza balneare 2020 della Regione Puglia (che regolano le attività di campeggio o pernottamento in aree non specificatamente destinate con titolo abilitativo).

 
 
 

Il Parco Nazionale del Gargano compie 25 anni. Con Isole Tremiti, ospita 8 riserve naturali e 2 sono Unesco

Post n°26358 pubblicato il 06 Giugno 2020 da forddisseche

Il Parco Nazionale del Gargano compie 25 anni. Con Isole Tremiti, ospita 8 riserve naturali e 2 sono Unesco  

  
 

Il Parco nazionale del Gargano festeggia i suoi 25 anni proprio nella Giornata dell'Ambiente dedicata alla biodiversità. Con i suoi 120mila ettari, è il quinto Parco più grande d'Italia: gestisce l'Area marina Isole Tremiti e accoglie otto riserve naturali dello Stato, due (Umbra e Falascone) riconosciute dall'Unesco come Patrimonio dell'umanità.

 

Un gran numero di habitat ospita molte e varie specie: 162 uccelli nidificanti, 62 specie di mammiferi, 19 di rettili e 9 di anfibi. Oltre a circa 2.400 varietà di piante che fanno del parco uno dei "distretti floristici" più interessanti d'Italia: sono infatti apprezzate nel mondo le oltre 90 specie di orchidee spontanee che in primavera sorprendono i visitatori.

 

"Celebriamo questa giornata dell'ambiente esaltando il nostro immenso patrimonio naturale e culturale", sottolinea il presidente del Parco nazionale del Gargano, Pasquale Pazienza.

 
 
 

Iniziative di studio/ Turismo post pandemia: ripartiamo dalle destinazioni di benessere. La crisi sta intensificando importanti

Post n°26357 pubblicato il 06 Giugno 2020 da forddisseche

Iniziative di studio/ Turismo post pandemia: ripartiamo dalle destinazioni di benessere. La crisi sta intensificando importanti fenomeni evolutivi della domanda turistica da cui far nascere nuove offerte di valore.  

  
 

In Italia è da poco iniziata la cosiddetta “fase 2” coronavirus, che prevede la ripartenza di alcune attività economiche e che purtroppo trova il settore del turismo sull’orlo del dissesto. Gli operatori turistici devono fronteggiare perdite ingenti di fatturato e di margini di contribuzione, insufficienti a coprire i costi fissi la cui incidenza negativa impatterà enormemente sul reddito aziendale, per almeno tutto il 2020, a causa del forte sottoutilizzo della capacità produttiva dovuto al blocco delle attività ed alle misure di precauzione sanitaria (il distanziamento sociale, tra tutte).

 

Questo vale per i settori dei trasporti, della ricettività, della ristorazione, dell’intrattenimento e della cultura, dello sport, degli stabilimenti balneari e termali e per tutti i sistemi di offerta connessi al turismo, ove i rischi di contagio sono considerati particolarmente elevati.

 

Forse in modo eccessivo, almeno se confrontati con i rischi associati ai comparti manufatturieri, la cui ripartenza è avvenuta con maggiore celerità, probabilmente anche perché ritenuti settori prioritari per la competitività del Paese rispetto al terziario, assecondando una antiquata, ma ricorrente, visione industrialista di molti che spesso sottovaluta il ruolo strategico dei servizi nell’economia.

 

La buona notizia è che la crisi sta intensificando importanti fenomeni evolutivi della domanda turistica che destinazioni e imprese potrebbero cogliere in positivo per reinventarsi e proporre nuove offerte di valore. Segmenti crescenti di consumo turistico sono alla ricerca di esperienze di vacanza autentiche, sicure, volte allo star bene, finalizzate al miglioramento ed all’arricchimento personale, in cui salute, cultura, divertimento, sport, religione ed enogastronomia si integrano e si valorizzano sinergicamente nel nuovo modo di fare turismo.

 

Aumenta, cioè, il numero di persone che desiderano vacanze intese come “esperienze di benessere”, occasioni di trasformazione e di miglioramento delle proprie condizioni fisiche, psichiche, spirituali e culturali, ove l’uomo viene riconosciuto essere sociale indivisibile, alla ricerca della piena realizzazione, in una prospettiva di turismo umanizzato, volto a creare valore ai viaggiatori, alle imprese e ai residenti, senza generare inconvenienti inaccettabili a livello ecologico e sociale.

 

Tuttavia, non sempre la governance e gli operatori dei sistemi territoriali turistici sono consapevoli che le proprie risorse potrebbero trasformarsi e proporsi vantaggiosamente come prodotti per migliorare il benessere delle persone, non cogliendo a pieno le opportunità che questi asset possono generare per la competitività turistica anche in questa difficile fase emergenziale.

 

Di fronte alle diffuse aspettative di wellness e di riappropriazione della qualità di vita delle persone, le destinazioni dovranno saper integrare le tradizionali proposte di valore, parcellizzate e specializzate per specifiche nicchie di mercato, con formule di offerta nuove, ampie, tematizzate sullo star bene e rivolte a nuovi e tradizionali “turisti del benessere”.

 

Da semplici destinazioni balneari, montane, lacuali, sportive, culturali, termali, dello shopping, ecc., i territori possono evolvere e qualificarsi come “destinazioni di benessere” (Wellness Destination). A tal fine, i Destination Manager Organizer (DMO) devono sollecitare l’emersione territoriale di sistemi di offerta del benessere, coinvolgendo i molteplici comparti del wellness (sanità, terme e SPA, enogastronomia, arte e cultura, sport, ambiente e natura, intrattenimento e spettacolo) e indirizzandoli alla creazione di nuovi prodotti turistici, olistici ed integrati. Questo anche avvalendosi delle tecnologie digitali e della rete internet, in cui la connessione delle singole componenti necessarie per l’allestimento e la fruizione di esperienze turistiche risulta facilitata rispetto al passato.

 

Le destinazioni devono cogliere le opportunità digitali e puntare a divenire smart, dotandosi di infrastrutture ed applicazioni tecnologiche in grado di favorire la co-creazione di valore collegata all’esperienza di vacanza, coinvolgendo e generando benefici per i consumatori, per le imprese turistiche e per le comunità ospitanti.

 

Le risorse digitali possono facilitare uno sviluppo maggiormente sostenibile delle aree turistiche, migliorando l’accessibilità dei luoghi, favorendo processi di coesione sociale, accrescendo forme di governance partecipate, elevando la qualità della vita delle comunità locali nel rispetto dei principi di economicità del business e del capitale naturale, qualificando così le destinazioni come “smart wellness destination”.

 

In definitiva, la competitività delle nuove destinazioni di benessere dipenderà dalla capacità dei DMO e dalla vocazione collaborativa degli attori territoriali finalizzata a creare ecosistemi del turismo di benessere “smart”, con cui allestire “smart experience” per i consumatori digitali, in cui anche le strutture di informazione ed accoglienza turistica (IAT) possono approdare in rete, veicolando informazioni e contenuti aggiornati ai turisti tramite dispositivi mobili.

 

Non sfugge che le destinazioni italiane identificano piattaforme potenzialmente esemplari per realizzare offerte turistiche adatte alla ripartenza post Covid, rispondenti alle richieste di “stare bene”, di sperimentare un turismo lento, sicuro, in grado di migliorare la qualità del vivere delle persone. Molte nostre località turistiche, specie nelle aree interne o meno note, sono infatti luoghi capaci di ospitare comodamente un numero di ospiti compatibile con la sicurezza sanitaria, oltre che facilmente attrezzabili per far trascorrere ai turisti esperienze di rigenerazione fisica, mentale e spirituale, accrescendone il benessere complessivo.

 

Al riguardo, le politiche turistiche regionali richiedono anzitutto rapidità e lungimiranza, orientando gli interventi verso la salvaguardia della sostenibilità economica degli operatori, la sostenibilità sociale delle comunità ospitanti, proteggendo gli equilibri eco-sistemici ed ambientali, senza i quali il turismo non esisterebbe.

 

Inoltre, per il decollo delle destinazioni di benessere in Italia, soprattutto dopo l’emergenza Covid19, si rendono necessari massicci interventi di sostegno pubblico a tutti i comparti del turismo del benessere.

 

Ma l’emergenza sanitaria, unitamente al recente manifestarsi di terremoti, eventi catastrofici e terroristici, sottolineano l’imperativo, per i sistemi territoriali, di considerare l’ambiente, la salute e la sicurezza delle persone vincoli irrinunciabili per garantirne il benessere duraturo. Le governance regionali dovranno pertanto essere lungimiranti nel predisporre unità di crisi permanenti, pronte a cogliere i segnali deboli degli eco-sistemi e a gestire piani di emergenza per garantire alle destinazioni turistiche la maggiore protezione, capacità di adattamento e di resilienza possibile di fronte a questi rischi, imprevedibili ma, allo stesso tempo, inevitabili e da cui proteggersi per tempo.

 

 

 

Tonino Pencarelli

 

Università di Urbino e Vicepresidente SIMA

 
 
 

Vieste/ In pagamento i rimborsi buoni mensa scolastica non utilizzati per sospensione servizio

Post n°26356 pubblicato il 06 Giugno 2020 da forddisseche

Vieste/ In pagamento i rimborsi buoni mensa scolastica non utilizzati per sospensione servizio  

  
 

Si porta a conoscenza degli interessati, che presso la Tesoreria comunale, ubicata nella sede di Banco BPM, in via Madonna della Libera, 27, sono disponibili i rimborsi dei buoni mensa non utilizzati per il corrente anno scolastico.

 

Tutti coloro i quali hanno fatto richiesta di riscuotere allo sportello, per procedere alla riscossione stessa, dovranno concordare con la predetta banca giorno e ora di presentazione, al fine di non creare assembramenti e nel rispetto delle norme anticovid 19.

 

Pertanto, si invita a prendere accordi con il personale di banca, telefonando al n. 0884 – 708103. Senza prenotazione non sarà possibile riscuotere quanto dovuto. Si raccomanda di presentarsi allo sportello muniti di  documento di riconoscimento e codice fiscale. Potranno riscuotere solo gli intestatari della domanda inoltrata al Comune.

 
 
 

Eccellenza/ Atletico Vieste, dubbi sulla prossima stagione. Il presidente Spina Diana: “non è un bluff. Difficile ripartire”.

Post n°26355 pubblicato il 06 Giugno 2020 da forddisseche

Eccellenza/ Atletico Vieste, dubbi sulla prossima stagione. Il presidente Spina Diana: “non è un bluff. Difficile ripartire”.  

  
 

Serie A e serie B in rampa di lancio per la ripartenza, forse si troverà l'accor­do anche per la terza serie. Chi inve­ce non vede la luce in fondo al tunnel è tutta quella massa di società dai Dilettanti in giù. Nelle scorse ore, infatti, l'Atletico Vieste ha lanciato il primo messaggio sulle difficoltà economiche per una iscrizione in Eccellen­za nella prossima stagione.

 

"Non è un falso allarme di fine stagione - ha evidenziato il presidente del so­dalizio garganico Lorenzo Spina Diana -, con il quale si chiede aiuto per trovare nuo­vi investitori. Ma, noi che facciamo da circa 20 anni questo mestiere, sappiamo che non è con l'allarmismo che si va avanti. Dopo aver fatto il diavolo a quattro non è più pos­sibile, in questo momento, concentrarsi sul calcio, per tanti motivi.

 

Non sappiamo se e quando riprenderemo con le attività sporti­ve di squadra. Non si naviga neanche a vi­sta, ma al buio completo. In più, tre mesi di emergenza sanitaria ci hanno messo in gi­nocchio dal punto di vista lavorativo. Se stia­mo lottando per salvare le nostre aziende, come possiamo rivolgerci a quelle che ci hanno sempre sponsorizzato? Dalla fine di febbraio non abbiamo ricevuto più un cen­tesimo e parliamo di un fatturato di circa 200mila euro, che tra l'altro nella categoria sono è considerato anche un budget picco­lo, di una squadra che lotta per salvarsi o che non ha ambizioni".

 

Spina Diana ha visto che in molti hanno rea­gito al comunicato pensando che fosse un bluff, siccome le difficoltà bene o male ci so­no sempre state. "Ripeto - ha aggiunto -, noi abbiamo 18 anni di esperienza in questo campo e ho ponderato bene prima di fare un comunicato del genere: non credo che ci siano le condizioni per ripartire.

 

Se da una parte l'emergenza sanitaria sta passando, e quindi si intravede un orizzonte temporale sulla ripresa, dall'altro c'è incertezza gene­rale sugli aspetti economici che si riverbe­rano sulle società: è il sistema che non reg­ge più, perché la sponsorizzazione la può fare l'azienda che va in utile. Oggi non me la sento di chiamare gli imprenditori, anche se con molti siamo partner da anni e ci lega un rapporto di amicizia, perché mi metto al po­sto loro, in quanto anch'io sto combattendo per trovare la quadra".

 

Ritornare all'attività è una speranza che man mano prende sempre di più la forma della certezza. "Mi aspettavo che lo Stato in­tervenisse almeno sul sistema fiscale - ha evidenziato Spina Diana -. Partiamo dal pre­supposto che due/terzi dell'economia italia­na è in crisi e noi non possiamo permetterci di concentrare le nostre sponsorizzazioni in uno o due settori, è assurdo.

 

Tutte i partner sono legati al settore turistico: è stata già persa metà della stagione e si combatte, mi metto anche io perché sono titolare di un vil­laggio turistico, per non uscire con le ossa rotte e dare continuità. La sponsorizzazione dava la possibilità alle aziende di abbattere gli utili e quindi, pagando meno tasse, ci po­teva pure stare che qualcuno investisse in visibilità e per un ritorno di immagine socia­le. Una soluzione poteva essere quella di creare un credito di imposta del 70/80 per cento sulle sponsorizzazioni. Non è una cri­tica, ma una constatazione. Siamo stati i pri­mi a uscire allo scoperto, ma penso che a ruota ci seguiranno altre società sportive, non solo della zona e di altre discipline che si troveranno in difficoltà".

 

Ci sarà un incontro in videoconferen­za con presidente della Figc Puglia Vito Tisci e per l'Atletico Vieste parteciperà il di­rettore generale e il responsabile tecnico delle attività di base. "Proprio perché non ci sono orizzonti chiari per quanto riguarda i campionati delle prime squadre, forse si comincerà a parlare di come ripartire con le scuole calcio e le giovanili. Cosa si pro­spetta per l'Eccellenza? Non lo so, non è fil­trato nulla”.

 

 

 

Pietro Capuano

 

l’attacco

 
 
 

La Puglia è oggi una Terra ideale per la Felicità; essere felici però parte soprattutto da noi stessi. Come? ...

Post n°26354 pubblicato il 06 Giugno 2020 da forddisseche

La Puglia è oggi una Terra ideale per la Felicità; essere felici però parte soprattutto da noi stessi. Come? Ce lo spiega Mikhail Litvak, uno dei più grandi psicologi del mondo  

  
 

La Puglia ha tutte le caratteristiche del luogo ideale per un futuro (prossimo) in un ambiente sereno e confortevole: natura, mare, aeroporti, borghi, banda ultra larga per il digitale, clima benefico tutto l’anno. Cosa manca?

 

Questo periodo di coronavirus sta portando il mondo a riflettere, tra ansie ed incertezze, su cosa è davvero essenziale e cosa no. La clausura forzata ha fatto scattare a tutti il “cervello rettile”, quello legato alla sopravvivenza ed agli istinti primari dell’essere umano: lotta o fuga, sicurezza, famiglia, comunità. In questa logica si sta assistendo ad un ritorno, (almeno ideale) ad una vita più sana e produttiva, luoghi più naturali dove svolgere le attività principali, relazioni più qualitative, strumenti e strategie più flessibili e gestibili.

 

Insomma “alzare la qualità della Vita” ricominciando dai concetti più essenziali e fondamentali. Uno su tutti che ci sta accomunando in questo periodo è: la ricerca della Felicità. Una ricerca che l’uomo persegue sin dall’alba dei tempi. Quali sono i parametri per trovarla oggi, nel III millennio e dopo questa forzata, ma globale, “pausa di riflessione”?

 

Cominciamo dal Luogo: la Puglia ha tutte le caratteristiche del luogo ideale per un futuro (prossimo) in un ambiente sereno e confortevole: natura, mare, aeroporti, borghi, banda ultra larga per il digitale, clima benefico tutto l’anno. Cosa manca?

 

Ciò che manca in questo momento in tutto il pianeta: elevare la struttura di pensiero ad un livello superiore rispetto a prima, migliorare la nostra mente e, di conseguenza, le nostre relazioni con gli altri. Abbiamo visto come l’innovazione di una comunità passi per la qualità delle nostre frequentazioni (curva di Rogers), miglioriamo il nostro mondo e superiamo le difficoltà aggregandoci ed interagendo con persone positive e costruttive. Ma prima di poterlo fare noi stessi dobbiamo diventare positivi e costruttivi. Come? Ci dà 21 interessanti spunti dottor Mikhail Litvak, psicologo e psicoterapeuta russo ritenuto tra i più importanti e famosi studiosi del mondo, per i suoi anni di studi alle spalle, per i suoi oltre 30 libri sulla psicologia popolare e per le sue interviste internazionali.

 

Ecco le 21 regole che il dott. Litvak ci consiglia di considerare per cambiare la nostra vita e migliorare le relazioni che coltiviamo:

 

1) Non inseguire la felicità: la felicità non è un bene materiale, non la si può trovare nelle persone né tanto meno negli oggetti, è un qualcosa che risiede dentro di te. Quando leghi la tua felicità a fattori esterni (come altre persone) non sei più il regista della tua vita, dipendi da ciò che fanno gli altri. La felicità la vivrai invece percorrendo il tragitto per raggiungere i tuoi obiettivi. Impara a sviluppare le tue abilità e segui i tuoi obiettivi, allena la tua mente a trovare positività riflettendo sui tuoi risultati: la felicità è in quel percorso.

 

2) Non dipendere dai giudizi altrui: non curarti del pensiero altrui su di te, se ti senti una brava persona, intelligente e dignitosa, hai la sicurezza di te stesso e di chi sei, non hai bisogno di sentirti classificare dagli altri. La cosa importante è essere soddisfatto di te stesso e sicuro delle tue qualità.

 

3) Se vuoi qualcosa, agisci per ottenerla, non chiedere il permesso o l’approvazione degli altri. Devi avere il controllo della tua vita; se desideri qualcosa, cerca di ottenerla con tutte le tue forze. Chiediti: “Di cosa posso essere orgoglioso oggi?” “Cosa potrei fare di meglio domani?” Entrambe queste domande possono aiutarti a sentirti meglio e in armonia con te stesso senza dipendere da nessun altro.

 

4) Sii una persona matura, che ha cioè la conoscenza e sa come usarla. Gli immaturi spesso hanno la conoscenza ma non sanno cosa farsene e per questo vivono per criticare gli altri. Rifletti prima di agire e di parlare, ma soprattutto non fare del male a te stesso e agli altri. Una persona matura parlerà di una situazione in modo diretto e affronterà i problemi come un adulto. Una persona immatura sarà frettolosa o cercherà di evitare e delegare i propri problemi piuttosto che affrontarli. Quando inizi a pensare come una persona matura, puoi utilizzare la tua conoscenza e convertirla in azione.

 

5) Pianifica sempre le tue azioni e le tue priorità nella vita per raggiungere efficacemente i tuoi obiettivi. Sei tu che hai il controllo, scegli tu cosa è più importante per te e cosa non lo è. Il risultato sarà avere la felicità al tuo fianco. Assicurati che le tue azioni siano ben pianificate perché la vera felicità può essere trovata solo quando lo saranno. Più aspetti per cambiare la tua situazione in meglio, più diventa difficile cambiare. Se vuoi qualcosa, fai funzionare le azioni in modo da poterla guadagnare. Non perdere tempo ad aspettare che ciò che desideri arrivi da te.

 

6) Non si può eliminare definitivamente una persona dalla propria vita; non sforzarti di farlo, cerca di mantenere un buon ricordo e vai avanti. Le persone non buttano via un’altra persona dalle loro vite. È solo che alcune persone avanzano più velocemente e altre non riescono a tenere il passo.

 

7) Impossibile soddisfare e compiacere tutti: se cerchi di farlo ti sentirai a disagio ed emotivamente stanco. Non puoi piacere a tutti e non piacerai, quando afferrerai questo concetto, vivrai molto meglio. Spesso ti ritrovi a passare troppo tempo a cercare di compiacere gli altri e creare situazioni piacevoli sentendoti poi a disagio. Pertanto, impara che non puoi soddisfare tutte le persone per tutto il tuo tempo e accetta ciò che non puoi cambiare gli altri.

 

8) Tieniti lontano da chi ti aiuta solo in maniera interessata: chi ti ha fatto un favore e poi cerca di farti sentire ingrato o colpevole, o ti rinfaccia ciò che ha fatto per te, ringrazialo, salda il debito e tienilo fuori dalla tua vita.

 

9) Chi non ha buone qualità personali e non riesce a raggiungere i propri obiettivi non ha una vita felice e parla male degli altri, critica le azioni altrui. Costoro giudicano incessantemente altre persone, sono sempre pronti a fare un elenco dettagliato dei difetti degli altri. Possiamo concludere che le loro critiche sono in realtà dirette a una parte nascosta di sè stessi e non al nostro comportamento. Non essere così e ignora quelli che parlano male di te. Non dovresti lasciarti disturbare dalle loro opinioni. Piuttosto, dovresti cercare di concentrarti sul tuo lavoro, migliorare te stesso e prestare attenzione alle cose importanti invece che ai loro insulti e alle loro critiche.

 

10) Non reprimere i tuoi sentimenti di sconforto e tristezza: anche quelli servono a conoscerti meglio e a spingerti a raggiungere i tuoi sogni. Può essere difficile e spiacevole, ma vivendo la tua tristezza a pieno andrà via prima e ti insegnerà qualcosa di profondo, è un’opportunità per approfondire te stesso.

 

 11) Parlare con gli amici e con le persone che apprezzi è utile, ma scambiare pareri anche con chi non ti sta molto simpatico è ancora più costruttivo. Parla coi tuoi nemici: diventerai più consapevole dei tuoi difetti e delle cattive abitudini che non riesci a vedere in te. Prova a immedesimarti nel tuo nemico, immagina di diventare quella persona, usa la tua immaginazione. Vedere la situazione dalla prospettiva dell’altra persona è molto difficile, ma molto importante. Parlare con i tuoi nemici ti renderà consapevole dei tuoi svantaggi. Puoi imparare molto.

 

12) Fantastica solo su sogni realizzabili: ti aiuterà a mantenere i piedi per terra e a non perdere la concentrazione. Mantenendo realistici i tuoi sogni lo saranno anche i tuoi obiettivi ed eviterai frustrazioni. Crea una descrizione del sogno, scrivi le cose che vuoi ottenere nella tua vita e visualizzale. Ciò che sogniamo finirà per essere la nostra realtà

 

 13) Non perdere prezioso tempo con persone superficiali solo per avere compagnia, quando sei una persona utile per natura, a volte permetti alle persone di trarre vantaggio da te. Puoi essere gentile cortese ma devi mantenere i confini. Meglio investire il tempo nel leggere un buon libro anziché sprecare sprecarlo. Un libro porta sempre benefici più intelligenti e gratificanti rispetto alla superficialità.

 

14) Non concentrarti sulla vita degli altri, non è quella che devi approfondire: concentrati su cose costruttive e approfondisci materie ed argomenti che possono aiutarti nella tua, di vita.  Riflettere e studiare materie a te utili è molto meglio per il tuo benessere mentale piuttosto che scavare a fondo nella vita degli altri.

 

15) Il primo grande nemico che hai sei te stesso: prendine consapevolezza e supererai più facilmente gli ostacoli. Puoi essere il tuo più grande sostenitore o il tuo peggior nemico, perché puoi procurarti più danni di chiunque altro intorno a te. Quindi, affrontati per primo. Quando riuscirai ad affrontare te stesso non temerai altri nemici.

 

16) Ci sarà sempre qualcuno che non ti apprezza e che ti criticherà, cercando di interrompere il tuo cammino; non curarti di costoro, quando raggiungerai i tuoi obiettivi quelle critiche non avranno più senso né valore. Smetti di lasciare che cose o persone dall’esterno controllino il tuo destino. Devi rimanere calmo ed essere certo di poter sempre controllare il tuo atteggiamento, la tua attenzione e i tuoi comportamenti.

 

17) Non temere di parlare con le persone, soprattutto quelle appena conosciute: questo le porterà a pensare positivamente di te. La comunicazione è alla base della vita.

 

18) Se dopo una delusione vivi un momento di solitudine, non viverlo in maniera triste, coltiva questo momento e pensa in maniera positiva. La solitudine non è negativa anzi, spesso è davvero preziosa: è un modo per crescere mentalmente, emotivamente e spiritualmente. È naturale sentirsi soli quando viviamo un distacco. Questo stato d’essere indica una maturazione in corso ed una crescita spirituale. Tornerai presto al tuo equilibrio e, trascorso un determinato periodo di tempo, avrai migliorato le tue capacità, anche in termini di produttività.

 

19) Non esiste una logica maschile o femminile, la logica non dipende dal genere, siamo gli stessi esseri umani: semplicemente alcune persone sono sagge e altre no. Contano l’abilità di essere saggi e di pensare correttamente.

 

20) La felicità aumenta quando la condividi e rendi felici altri esseri umani. Condividi la gioia, anche con i tuoi nemici, fagli sapere che ti senti bene, è un utilissimo modo per accrescerla. Creare giusti confini è essenziale nella propria vita, tuttavia, non essere egoista della tua felicità, condividila con i tuoi amici e rivali. Vederli felici aumenterà la tua felicità.

 

21) Impara a vivere per te stesso, non per mostrarti agli altri: il bisogno di dimostrare qualcosa agli altri potrebbe farti sprecare la vita cercando solo di compiacerli.  Ama te stesso. Anziché “dimostrare” agli altri sii aperto ad accettare le cose in modo pro-positivo.

 

Bene, la Terra felice ce l’abbiamo. Riempiamola di persone serene, interattive e costruttive

 

Gino Tafuto

 

pugliapress.org

 
 
 

FRANCESCO IOVINE, LO SCRITTORE MOLISANO DI GUARDIALFIERA di Michele Eugenio Di Carlo

Post n°26353 pubblicato il 06 Giugno 2020 da forddisseche

FRANCESCO IOVINE, LO SCRITTORE MOLISANO DI GUARDIALFIERA di Michele Eugenio Di Carlo  

  

Nel raggiungere Castellino del Biferno a Febbraio, borgo di cui mi considero ormai cittadino “virtuale” grazie all’accoglienza che del carissimo sindaco Enrico Fratangelo, non ho resistito – attraversato la bellissima e panoramica strada che emerge quasi per incanto dal lago di Guardialfiera - alla tentazione di raggiungere finalmente l’omonimo borgo dominato dalla bellissima e storica chiesa di Santa Maria Assunta.

 

Non che sia stato suggestionato da Vittorio Feltri, che nel tentativo di difendersi dall’accusa di nutrire sentimenti razzistici contro i meridionali – “meridionali inferiori” è stata l’ultima sua uscita infelice – cita spesso le sue bellissime estati passate da adolescente proprio a Guardialfiera.

 

In realtà a Guardialfiera ci sono giunto spinto emotivamente da ragioni culturali. Fino al momento della proclamazione del Regno d’Italia, poeti, scrittori e letterati erano accomunati da un sentimento condiviso: quello di un Italia unificata politicamente, geograficamente, culturalmente e linguisticamente dalle Alpi alla Sicilia. Certo, una tensione ideale prerogativa di una ristretta ed elitaria classe di politici e di intellettuali, mentre i diversi popoli d’Italia al massimo si sarebbero accontentati di pane e lavoro.

 

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Chiesa di S. Maria Assunta (foto Di Carlo)

 

Giovanni Capecchi, docente di Letteratura italiana all’Università per Stranieri di Perugia, esprime al meglio questa tensione culturale: «Da Foscolo a Leopardi (il Leopardi, soprattutto, delle canzoni All’Italia e Sopra il monumento di Dante), da Manzoni al Giusti con i suoi “scherzi”, da Carducci al giovanissimo Verga (che si arruola volontario nella Guardia nazionale  pubblica a proprie spese, tra il 1861 e il 1862, il romanzo storico-patriottico I carbonari della montagna), tutta la letteratura più significativa – insieme a moltissimi testi letterari d’occasione e ai romanzi storici di letterati-uomini politici come D’Azeglio – converge verso un unico obiettivo: quello di un’Italia «una d’arme, di lingua, d’altare/di memorie, di sangue e di cor» (per dirla con Manzoni), di uno “stivale” non più frammentato e multicolore come il vestito di Arlecchino ma «tutto d’un pezzo e tutto d’un colore» (per dirla, invece, con Giusti[i]».

 

Paradossalmente, invece, con il risultato acquisito dell’Unità d’Italia, risolta con l’ingresso delle truppe italiane a Roma nel 1870 dopo quasi un decennio di guerra civile che vede barbaramente contrapposti l’Esercito Regio e i patrioti delle province dell’ex Regno delle Due Sicilie, «la letteratura, unita nell’Italia divisa, diviene divisa una volta raggiunta l’unificazione nazionale. Mentre, con il 1861, Nord e Sud della penisola si fondano in un’unica realtà politica, a partire dai primi decenni post-unitari (e sino ai nostri giorni) si assiste ad una “secessione” letteraria tra meridione e settentrione»[ii].

 

Ebbene, è proprio la “secessione letteraria”, frutto dell’amara delusione di chi aveva vissuto male lo stravolgimento di valori risorgimentali liberali e democratici risoltisi in turpi obiettivi di espansione territoriale con finalità coloniali dei Savoia, che mi ha condotto a Guardialfiera. Infatti, uno degli autori che possiamo di diritto inserire nel filone della “secessione letteraria”, Francesco Jovine, è nato a Guardialfiera nel 1902.

 

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Veduta lago da Guardialfiera (foto Di Carlo)

 

Francesco Jovine scrive nel 1942 Signora Ava, un romanzo ambientato nel paese natale e che rappresenta mirabilmente la visione dell’immutata civiltà contadina nel passaggio dai Borbone ai Savoia. Vi emerge netta la sensazione che nulla sia cambiato dopo la lunga e cruenta guerra civile: il latifondo domina incontrastato sulle strutture economico-sociali, i contadini soffrono ancora di più condizioni di miseria, la vecchia classe dirigente si ritrova quasi integralmente al potere.

 

Nel 1950, anno della sua scomparsa prematura, Francesco Jovine pubblica Le terre del Sacramento, la storia di una repressione contadina nel Molise. L’autore con questo romanzo che esce postumo nel 1950 vince il Premio Viareggio. Ancora una volta il romanzo, capolavoro della letteratura ignorato dalla scuola, è ambientato a Guardialfiera nell’arco di tempo che va dall’Unità d’Italia al fascismo. Un antico fondo ecclesiastico, passato nelle mani di un latifondista indebitato, viene coltivato da contadini in miseria con la promessa della ripartizione degli introiti al primo raccolto. A promessa non mantenuta i contadini si muovono ad una protesta pacifica, ma fascisti e carabinieri reprimeranno la protesta nel sangue.

 

Guardialfiera nel 1861 contava 1845 abitanti, oggi la popolazione è dimezzata ed è in corso uno spopolamento inarrestabile che i romanzi di Francesco Jovine non sono riusciti a frenare.

 

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Ufficio postale mobile (foto Di Carlo)

 

A questo riguardo mi ha molto colpito la vista di un furgone a lato del quale c’erano delle persone in fila: era l’ufficio delle Poste mobile. E’ così che i nostri borghi si stanno spopolando perdendo scuole, uffici postali e bancari, attività commerciali e artigianali, complici politiche governative che negli ultimi decenni hanno fortemente discriminato il Mezzogiorno spingendo ignobilmente verso l’unica amara direzione possibile: l’emigrazione.

 
 
 

BORGHI D'ECCELLENZA RISPONDE A COLDIRETTI: "TRANSUMANZA A RISCHIO? MA QUANDO MAI!"

Post n°26352 pubblicato il 06 Giugno 2020 da forddisseche

BORGHI D'ECCELLENZA RISPONDE A COLDIRETTI: "TRANSUMANZA A RISCHIO? MA QUANDO MAI!"  

  
 

Incredibile… La Coldiretti Puglia si fa paladina di una battaglia persa in partenza.

 

Lancia un monito infondato e non condiviso con la Coldiretti Abruzzo e, punta il dito contro chi ha regolamentato gli usi civici lungo il tratturo strumentalizzando il Covid che quest’anno non ha permesso il ripetersi del rito che, forse volutamente dimentica, non parte dall’Abruzzo e sino alla Puglia. Ma di seguito chiariremo il tutto, anche se davvero non avremmo vuluto per rispetto di una Confederazione d’eccellenza che in tempi passati ha garantito agricoltura ed agricoltori, animali e pastori. Uno stop dovuto ad un nemico invisibile, il Covid 19, che ha fermato il tempo e determinato una sostanziale modifica degli stili di vita in ogni parte del globo, penalizzando anche quelle tradizioni più vere che hanno segnato, ed ancor oggi, la vita di genti, di intere popolazioni senza esclusioni di colpi, ferendo anche il mondo animale.

 

E così, la Transumanza 2020, o meglio, tutte le Transumanze 2020, sono state cancellate e non certo senza colpo ferire.

 

Mina cuori, menti e riporta alla luce quello che la tradizione più vera, segnata da uomini e donne senza tempo , che nel rimirar il giorno, ponean condizione responsabile alla vita di greggi e mandrie. La voglia di esser vivi e vivere la vita nella giusta dimensione, quella che emana grazia, accomunanza , nel benefico passaggio dalla collina alla pianura e viceversa, per un benessere animale che si trasforma in benessere umano. Da millenni le nostre autostrade verdi, i tratturi, lingue di verde via che a guardar dall’alto rendon grazia a passaggi mozzafiato tra pascoli, boschi, fiumi, borghi e campi in fiore, hanno goduto di zoccoli, piedi, campanacci , sapori, umori, gioie e dolori. Han superato le insidie del tempo e le mostruosità che l’uomo nel cementificare il mondo, ha compiuto. Dopo gli anni di sostanziale abbandono dell'attività legata alla transumanza degli animali, dovuta alla fine dell'impero romano, con l'arrivo dei Normanni prima e specialmente con gli Aragonesi poi, il Tratturo riprende il suo antico ruolo nell'economia prevalentemente agricola delle regioni centro-meridionali.

 

Gli Aragonesi, soprattutto nella metà del XV secolo, decidono di costruire intorno alla civiltà appenninica un sistema complesso e fiorente dal punto di vista economico, basato prevalentemente sull'allevamento ovino e sulla commercializzazione della lana. I tratturi tornano all'antico splendore: si trasformano in vere e proprie autostrade di erba, una rete di collegamento perfettamente integrata in questo nuovo sviluppo sociale. I "Giganti Verdi" danno così slancio ad una nuova epoca d'oro dell'attività della pastorizia legata alla transumanza delle greggi, soprattutto dai monti dell'Abruzzo e del Molise verso le pianure della Puglia. Per oltre tre secoli le antiche vie delle pecore costituiranno vere e proprie miniere d'oro per tutto il meridione d'Italia, diventando testimoni e protagonisti indiscussi dello sviluppo e dell'affermazione di una vera e propria "età della Transumanza". Era nato il Tratturo moderno, così come lo conosciamo oggi, con diramazioni e collegamenti.

 

Nel 1447 si rende necessaria l'istituzione della "Dogana della mena delle pecore", con la quale il Tavoliere delle Puglie diventa un immenso pascolo a disposizione del demanio regio, da affittare, di anno in anno, ai proprietari delle greggi. Ma i tratturi non erano solo le vie delle pecore e della lana: ben presto sorsero lungo queste direttrici taverne, opifici, mulini, lanifici, chiese, edicole, fiere locali, e, di conseguenza, centri abitati.

 

Il suolo dei Tratturi, dei Tratturelli e dei Bracci (che rappresentavano le diramazioni delle vie principali e spesso le collegavano) era di proprietà della corona. La larghezza del Tratturo Regio era di 111,6 metri, e permetteva, data questa considerevole ampiezza, il transito ed insieme il pascolo di pecore, cavalli e altri animali.

 

Ai lati, per evitare discussioni con i proprietari terrieri confinanti, vennero posti i cosiddetti "limiti", costituiti da pietre lavorate piantate nel terreno con un numero progressivo e con la sigla RT, "Regio Tratturo". In mezzo ai Tratturi più importanti venne costruita anche una via lastricata, per permettere alle carrozze di viaggiare più comodamente, ed addirittura, nel corso del XVI secolo, fu istituito uno speciale corpo di polizia a cavallo che garantiva la sicurezza sull'intero percorso tratturale.

 

Cfr.” I Giganti verdi. Immagini , incontri e suggestioni lungo i tratturi molisani. Volturniaed . 2004.

 

Tutto questo oggi è in parte ancora vivo grazie all’unica transumanza orizzontale interregionale , quella dei Colantuono, diversa, fatti con bovini e non con ovini lungo un percorso che attraversa e usufruisce di più linee tratturali, e alle varie transumanze verticali che si perpetrano in Abruzzo ed in altre zone d’Italia, quali la Basilicata, la Campania, la Sardegna, l’Alto Adige e naturalmente la Puglia. Questa situazione ha obbligato le regioni, proprietarie dei fondi tratturali, ad emanare ordinanze. Di specie, la Regione Abruzzo, coerentemente con le linee guida e ad ulteriore salvaguardia dei tratturi, auspicando una legge comune tra le regioni da essi attraversate, anche ai fini dell’utilizzo e delle varie autorizzazioni necessarie a questo scopo, ha fatto di più. Ha approvato una legge che regola gli usi civici . Una legge connessa alla transumanza ma assolutamente fuori dal merito di essa. La Coldiretti Pugliese, mai puntuale sull’argomento , sempre presente in ordine alle critiche impartite da una condizione di subalternità politica che non costruisce ma mina la leale collaborazione tra enti e le stesse sedi regionali che, non la pensan allo stesso modo, entra a gambatesa e urla allo scandalo con le parole del presidente Savino Muraglia << La legge regionale dell’aprile 2020, approvata con l’alibi del Coronavirus, mina la transumanza, patrimonio Unesco . Questa legge fa saltare regole condivise che hanno garantito una pratica storica, mettendo a rischio, se non addirittura vietando, la pratica pastorale legata allo spostamento delle greggi dalle regioni contigue all’Abruzzo, come la Puglia >>. Fermo che la transumanza di ovini, lungo il citato tratturo Magno che unisce Foggia a L’Aquila è da secoli abortita, si vuol ricordare che da quando l’Agricoltura è di competenza delle regioni, anche grazie a movimenti come la Coldiretti che sposò la modifica al titolo V^, i tratturi sono di competenza proprio dei rispettivi assessorati regionali all’agricoltura. Questa discrasia, assurda e piena di buchi neri, ha permesso a queste, di dividersi sulle varie forme di “convincimento” dell’importanza dei tratturi stessi adottando strategie diverse, e per lo più dimenticando che essi hanno per natura una continuità logica che non si ferma alla Puglia, all’Abruzzo o al Molise. La stessa candidatura Unesco della transumanza, non a caso, non ha visto la partecipazione di tutte le regioni attraversate e ne tantomeno si è riusciti a candidare i tratturi, cosa che avrebbe avuto ancor più senso rispetto alla candidatura della transumanza che, speriamo, abbia aperto un corridoio privilegiato.

 

A tal proposito è assolutamente fuori luogo la “ preoccupazione “ politica della Coldiretti Puglia . Lo sottolinea, e bene, il veterinario transumante Pierluigi Imperiale , esponente di spicco, cultore e vigile indefesso del “ rito “. Egli asserisce l’importanza della legge nei termini di ampliamento dell’utilizzo e dell’effettiva considerazione della maggiore igiene. Occorre tornare ai veri pastori e non al mero convincimento che la transumanza è solo una pratica di carattere folcloristico, come purtroppo si sta cavalcando, facendone spettacolarizzazione anche a mezzo di manifestazioni canore che hanno ben poco a vedere con il rito millenario e del tutto pastorale. Questo deve essere il contorno e non la priorità. La sinergia è la vera condizione. La Regione Abruzzo, in tal ottica, ha concepito la legge e, come da protocollo firmato in Molise qualche anno addietro dai presidenti dei Consigli Regionali di Puglia, Abruzzo e Molise , poi ampliata a Lazio, Campania, Basilicata, con il placet di allevatori , esperti ed operatori economici, sta promuovendo un disegno ben più ampio che garantirebbe anche fini turistici, culturali ed ambientali non di poco conto. La transumanza non è più un’attività pastorale di massa, ormai è una attività di pochi e molto spesso solo a scopo dimostrativo. Essa può tornare ad essere il fulcro di una pratica connessa al benessere, al turismo, all’identità e quindi folcrostica, qual si voglia e, questo non lo si potrà fare con gli improperi a casa d’altri ma solo con una sinergica condivisione che quasi mai viene manifestata oltre l’ormai cantilena : facciamo rete !. La transumanza è un “rito “ , una cosa seria. Si faccia presto, insieme e non a distanza; lo si faccia con convinzione e partecipazione, al di la di schemi e fazioni. I tratturi, la transumanza, l’ambiente ed il benessere, sono la priorità anche per uno sviluppo turistico e culturale lungo le vie verdi più belle al Mondo, sono il futuro. Non dissipiamo ma costruiamo e, forse ce la faremo. La Regione Abruzzo, nelle considerazioni, rilasciate al quotidiano “ il capoluogo”, dall’Assessore al ramo, Emanuele Imprudente, ribadiscono con forza la bontà della legge, che regolamenta e rende funzionale l’uso civico anche per la pratica della transumanza. La Coldiretti Abruzzo , favorevole e partecipe ai tavoli istituzionali, nella persona del dott. Giulio Federici dichiara : << I pastori abruzzesi sono finalmente al centro dello sviluppo di un mondo, quello zootecnico che per anni è stato abbandonato. >> Si manifesta stupito delle dichiarazioni della Coldiretti Puglia , e rimarca come la legge sia stata condivisa , con tutte le organizzazioni sindacali agricole Abruzzesi , Cia, Confagricoltura, Copari e con gli agricoltori del territorio . Non si usino strumentalizzazioni per offuscare un lavoro degno di tal appellativo e si aprano le menti e non solo le bandiere a tutela e la salvaguardia del reddito di migliaia di pastori, nonché quella, di non poco conto, ambientale. Speriamo in un esame libero e sincero e, in una forte coesione senza campanili. Essi servano per guardar lontano e non per ridicolizzare chi è in basso ad essi e dall’alto si mostra piccolo ed irriconoscibile.

 
 
 
 
 

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