PENITENTIAGITE...

TEST

Che amante sei?

http://www.magnaromagna.it/test/amante.php

Io sono risultato:

AMANTE OSTRICA
Ti piace farti corteggiare.. e ti piace anche farti scoprire piano piano, insomma non ti lasci scoprire subito
Attenzione però a non rimanere troppo chiuso/a nel tuo guscio rendendo difficile l avvicinarsi a te delle persone veramente interessate...

Entomologo

Ah se fossi stato un entomologo!
Mi dicevi: “sono una farfalla dubbiosa” e ti ho risposto, ti ho spiegato, ti ho lasciato capire.
Mi dicevi: “sono una farfalla indecisa” e ti ho lasciavo svolazzare senza fretta
Mi dicevi: “sono una farfalla spaventata” e ti ho preso nelle mie grandi mani e rassicurato.
Mi dicevi: “sono una farfalla preoccupata” e mi sono seduto, ti ho ascoltata, incoraggiata.
Mi dicevi: “sono una farfalla curiosa” e ti ho portato con la voce e con le mani ad esplorare l'altrove.
Mi dicevi: “sono una farfalla atipica” e ti ho presa naif come sei.
Mi dicevi: “sono una farfalla monogama” e ho sgombrato il campo da inciampi o equivoci.
Mi dicevi: “sono una farfalla sensuale” e ho riempito le tue notti di ansiti e di passione.
Mi dicevi: “sono la tua schiava farfalla” e ti avrei inchiodato per sempre sul mio cuore.
Ah se fossi stato un entomologo!
Avrei saputo che eri un Emittero e non un Lepidottero…

La prima volta che feci del BDSM

La mia prima esperienza BDSM

Era una serata di fine primavera, avevamo preso alloggio in un curioso alberghetto ubicato al quinto piano di un palazzo nel centro di Torino: Hotel Solferino, credo si chiamasse.
L’ambiente era abbastanza ignobile, gestito da due signore che non mi stupirei se in gioventù si fossero dedicate al mestiere più vecchio del mondo, ma, tutto sommato, il prezzo era buono e i letti puliti.
Era la seconda o la terza volta che ci venivamo e cominciavamo a sentirci quasi a casa.
Buongiorno signori!
Ci apostrofò garrula la maitresse vedendoci entrare
Siamo un po’ a disagio per via della ristrutturazione dell’albergo, ma una camera per voi c’è sempre!
Sorrise, ammiccando laidamente…
La camera era un po’ meno che decorosa: un armadio fine ‘800 frutto di qualche recupero, con all’interno delle grucce di legno, di quelle che da bambino usavo per farmene una spada, un paio di comodini eterogenei, il letto a sommier con una testatina in falsa radica appoggiata contro il muro.
La condizione generale era piuttosto deprimente, ma la voglia di stare assieme superava di gran lunga qualsiasi considerazione estetica.
Finalmente a letto! Baci carezze abbracci, e via via, progressivamente, fino a fare all’amore.
Per quel che mi è dato ricordare, tutto procedeva le nostre consolidate e piacevoli abitudini quando lei, improvvisamente e senza alcuna ragione plausibile, si inarca, si divincola, cerca di “sgropparmi. Di norma, in un simile frangente, mi sarei immediatamente fermato per capire cosa le fosse preso. Di norma, l’avrei sicuramente fatto, ma non quella sera.
Non saprò forse mai cosa mi prese, ma ricordo perfettamente che le afferrai i polsi, la costrinsi a rimettersi giù e continuai a “fotterla”, disinteressandomi totalmente delle sue reazioni. All’inizio lo stupore per quel mio comportamento così inusuale, la bloccò un poco, ma quando si rese conto che non avevo alcuna intenzione di fermarmi, tentò in tutti i modi di reagire. Peccato che la mia mole e la posizione rendessero vani tutti i suoi sforzi: la mia stretta e il mio peso l’avevano immobilizzata al letto in un modo così totale da impedirle qualsiasi tentativo di ribellione.
Eppure…i suoi tentativi di divincolarsi invece di preoccuparmi o inibirmi, aumentavano vieppiù la mia eccitazione.
Fu come un flash, una sorta di illuminazione: che mi piacesse fare sesso era un dato di fatto innegabile, ma il disporre a proprio piacere del corpo di una donna che si ribellava, o che tentava di farlo, era immensamente più coinvolgente ed eccitante.
E più eccitante ancora erano le sue reazioni che la facevano rispondere in modo molto più travolgente ed appassionata del solito.
La presi così, a lungo, senza darle modo di reagire, adottando i miei tempi e i miei ritmi e venni, cosa inconcepibile per me, senza aspettare il suo orgasmo, venni esclusivamente per il mio piacere, incurante del suo.
La sua reazione fu un pianto dirotto e silenzioso, di cui, solo più tardi, capii la ragione,quando ci confrontammo su ciò che era successo, e mi rivelò che quel pianto era un la rabbia per aver dovuto ammettere che tutte le sue convinzioni di femminista arrabbiata, erano state travolte dal piacere di essere usata e di sognarsi schiava.
Ci confidammo le reciproche fantasie, i sogni segreti e ricorrenti e scoprimmo, con mia enorme gioia che erano il medesimi e complementari.
Da quel giorno il nostro rapporto cambiò: eravamo entrati nel fantasmagorico mondo del BDSM.

Che sarà mai il BDSM?

Cos’è per te il BDSM?
Quante volte mi è stata rivolta questa domanda e quante volte mi sono messo a spiegare pazientemente cosa significhi per me questa esperienza.
Alla lunga ho scoperto che so dire cosa NON sia per me il BDSM molto più di quando sia in grado di definirne i contorni.

Di certo per me il BDSM:
NON è prevaricazione
NON è violenza
NON è tentativo di annullare un’altra persona
NON è uno sgabello che mi faccia sentire più alto
NON è un modo semplice di scopare (al contrario è molto più complicato)
NON è rituale (sebbene la forma abbia la sua importanza)
NON è modalità (sebbene differisca sostanzialmente dagli altri rapporti sentimental/erotici)
NON è solo testa (anche se senza la componente mentale non si va da nessuna parte)
NON è solo fisico (anche se senza la componente fisica non si va da nessuna parte)
NON è un gioco
NON è una filosofia di vita…

L’unico modo nel quale riesco a descrivere in positivo il mio modo di vivere il BDSM è attraverso allegorie:

Non so se qualcuno di voi abbia mai fatto un gioco che facevamo da bambini: a turno ci si metteva in posizione si aprivano le braccia a croce si chiudevano gli occhi e ci si lasciava cadere all’indietro col corpo rigido SAPENDO che, alle nostre spalle, qualcuno ci avrebbe afferrato e accompagnati a terra un attimo prima si sbattere contro il suolo. Ecco per me affidarsi a me è questo: sapere che ti prenderò sempre un attimo prima che tu cada.

Un'altra immagine che uso spesso è quella del Poker: il poker è un gioco molto interessante ed emozionante ma: A) nessuno ti obbliga a giocarci B) se decidi di giocare, però, devi fare sul serio e rispettare le regole che il gioco impone. C) almeno per me giocare a poker ha senso solo se la posta in gioco è sufficientemente alta da rendere comunque rilevante il fatto di vincere o di perdere…giocare pochi spiccioli non mi diverte piuttosto non gioco.

Masters

MASTER GENETICO: si riconosce sin dalle prime battute il suo approccio è deciso, brutale direi, probabilmente vi dirà "in ginocchio cagna!" o qualcosa sul genere "presentati e dimmi cosa pensi di fare per compiacermi!" A questa categoria appartengono, in genere, frustrati ed insoddisfatti, con scarsissime capacità di gestione dell’imprevisto, i quali operano una selezione molto rigorosa sulle loro potenziali "vittime" scartando a priori tutte quelle (e sono moltissime) che potrebbero mettere in crisi la loro fragile psiche e concentrandosi sulle poche decerebrate che assicurino loro una ragionevole probabilità di successo.

MASTER STRISCIANTE: si approccia con nonchalance, spesso ti informa che non sta cercando nulla, che ha già tutto quello che gli serve, anzi, forse più di quanto gli serva. Però, caso strano, tu lo interessi molto, sempre senza secondi fini, o, al limite, si una cosa così tanto per provare, l’importante è che non si sappia in giro. A questa categoria appartengono gli accasati (di moglie fidanzata o slave) che non potendo fare ciò che vogliono a casa loro provano a farlo a casa altrui… ma con discrezione.

MASTER INQUIRENTE: fa mille domande su ciò che fai su cosa sei su perché lo sei. Domanda tipica: "raccontami la cosa più estrema che hai fatto". A questa categoria appartengono i curiosi, gli indecisi, segaioli, i "famolostransti", quelli pronti a cambiar bandiera ad ogni refolo di vento fedeli all’unico motto "con la franza o con la spagna purchè se mangna"

MASTER APPARENTE: non hanno un approccio codificato, possono manifestarsi utilizzando gli strumenti di ognuna delle tipologie precedenti, ma presto o tardi si appalesano per quel che sono quando pronunciano la fatidica frase: "secondo me tu non sei una schiava, hai mai pensato di fare la Mistress?". Come è facile intuire a questa categoria appartengono coloro che si definiscono Master, si fingono switch ma in definitiva sono schiavi travestiti alla ricerca di ignare pulzelle da asservire ai propri disegni di sottomissione...

MASTER DOUBLE FACE: di primo acchito è facile confonderlo col Master Genetico in quanto il suo approccio è spesso il medesimo. Basta però che la preda gli risponda per le rime, per ritrovarsi al messaggio successivo (massimo due) tra le mani un agnellino belante che si scusa della precedente protervia, e si dice disposto a negoziare una resa incondizionata, gettandosi in ginocchio e tentando di leccare se non i piedi, almeno i tacchi di colei che poco prima aveva apostrofato come troia cagna schiava ecc…

MASTER MISSIONARIO: fattispecie piuttosto diffusa in natura anche se difficilmente la si può trovare "pura" di norma è incrociata col Master double face o con quello genetico. La loro peculiarità è quella di voler spiegare alle Mistress che sono vittime di una mistificazione. Che la loro VERA natura di schiave è stata conculcata per chissà quale cazzo di motivo e che, per loro fortuna, è finalmente arrivato qualcuno che ha la sensibilità, l’autorevolezza, e l’esperienza, per guidarle fuori da quella infelice condizione in cui si dibattono da troppo tempo.

MASTER CICLOSTILATORE: elemento quanto mai diffuso in natura. La sua caratteristica fondamentale è quella di elaborare un pistolotto, buono, a suo avviso, per ogni occasione, e di spararlo nella mailboxes o nelle messaggerie di tutte le schiave che incontra. Sono fastidiosi, ma non pericolosi, proprio per la loro riconoscibilità e per la ovvia inadeguatezza del messaggio che risulta falso e posticcio. Non di rado sono vittime di comicità involontaria, ma spesso i Master lo sono…

MASTER BENEFATTORE: categoria nella quale, ammetto, di riconoscermi anch'io un poco. Trattasi di Master che si dedica alla schiava di turno come se fosse una missione, che utilizza tutte le sue arti seduttorie (e spesso sono molte) per convincere la malcapitata di turno della fortuna che ha avuto ad incontrare proprio Lui, Lui che sente di doverla "aiutare" a esprimere la sua intima natura. Tutto questo, ovviamente, senza alcun interesse personale, quasi come un dovere etico.