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Biografie da cineteca :JOHN RABE

Post n°812 pubblicato il 29 Agosto 2011 da garden8
 

NELLA PROGRAMMAZIONE DEI CAPOLAVORI DI RAIMOVIE

SOTTOLINEO UN FILM ESAUSTIVO

DI UN MOMENTO TRAGICO QUELLO DELLA

TRAGEDIA DI NANCHINO!

il film dal titolo "JOHN RABE" ha tinte forti ma sintomo esaustivo dell' epoca .

La forma estetica di scenografie,circostanze,rispecchiano il terrore che incuteva

l'esercito imperiale giapponese .

Il protagonista è John Rabe un un uomo d'affari

tedesco, conosciuto per i suoi meriti umanitari nella

seconda guerra mondiale durante il Massacro di

Nanchino nel 1937/38. John Rabe ideò l'istituzione

della zona di sicurezza di Nanchino per offrire alla

popolazione cinese rifugio contro i militari giapponesi.

 

 

Il 22 novembre 1937, quando l'esercito giapponese

avanzò verso Nanchino, Rabe, e altri stranieri,

costituirono il Comitato internazionale per la

zona di sicurezza di Nanchino e impostarono

l'area di protezione di Nanchino per offrire

ai fuggitivi cinesi alimenti e rifugio contro i militari

giapponesi. John Rabe fu eletto presidente

del comitato internazionale, perché si sperò

che lui, essendo tedesco e soprattutto membro

del Partito Nazista, potesse influenzare i militari

giapponesi. Non ebbe però molto successo.

250.000 persone poterono alloggiare solo

brevemente entro un'area sicura di 4 km².

Le aree si trovarono in tutte le ambasciate estere

e nell'Università. Rabe personalmente alloggiò

più di 600 persone nel suo terreno.

Il 12 dicembre 1937, pochi mesi dopo lo scoppio

della seconda guerra sino-giapponese, la città

fu occupata da divisioni giapponesi, che in seguito

provocarono il Massacro di Nanchino. Per più di

otto settimane esecuzioni di massa furono eseguite

e circa 20.000 donne furono violentate durante

stupri sistematici. Le stime parlano di un numero

compreso tra le 200.000 e le 350.000 vittime.

Dopo aver abbandonato Nanchino nel febbraio

del 1938 per ordine di Siemens China Co, John Rabe

richiama l'attenzione sui crimini di guerra dei

giapponesi attraverso conferenze a Berlino.

Quando scrisse un rapporto ad Adolf Hitler, chiedendo a

lui di influire sui giapponesi a cessare le atrocità,

fu arrestato temporaneamente dalla Gestapo.

Intanto le sue fotografie e riprese cinematografiche

del massacro di Nanchino furono distrutte.

Dopo la guerra fu denunciato a causa della sua

appartenenza al Partito Nazista. La sua richiesta

di denazificazione fu rifiutata. Dopo un ricorso

in appello nel giugno 1946 venne denazificato

("entnazifiziert") formalmente dagli alleati grazie

ai suoi meriti umanitari durante

il massacro di Nanchino.

Impoverito, Rabe morì nel 1950 a Berlino

a causa di un'apoplessia.

 

 

Nel dicembre 1996 il suo diario esteso sul

Massacro di Nanchino fu pubblicato e venne

considerato come fonte di testo importante. Fu pubblicato

in Germania, Cina, Giappone e Stati Uniti d'America.

Nel 1997 la sua lapide fu trasportata dai cinesi

in un luogo commemorativo del Massacro

di Nanchino. Durante un viaggio del Presidente

della Germania Johannes Rau in Cina, la statua

di John Rabe ricevette ufficialmente l'omaggio

anche dallo stato tedesco. Il 13 agosto 2005

un busto commemorativo di Rabe è stato esposto

nel John Rabe Communication Centre a Heidelberg.

Nel 2005 la residenza di John Rabe a

Nanchino fu restaurata grazie a una convenzione

tra l'Università di Nanchino e il consolato

tedesco a Shanghai. La parte tedesca accordò

2,25 milioni di Yuan all'Università di Nanchino

per il restauro della residenza, per la costruzione

di una sala commemorativa di John Rabe e

dell'area di protezione di Nanchino nonché per

erigere il "centro John Rabe della pace".

Il Servizio austriaco all'estero è stato invitato

a mandare un servitore della pace.

Nell'autunno 2007 sono cominciate le riprese

per un film commemorativo sulla vita di John

Rabe a Shanghai, per la regia di Florian Gallenberger

e con Ulrich Tukur nel ruolo principale. Il film,

intitolato John Rabe, uscito in Germania nell'aprile

2009 è stato presentato alla Berlinale 2009.

 

 
 
 
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Un blog di: garden8
Data di creazione: 28/10/2006
 

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SEX CRIMES

la visione della trasmissione di stasera di Anno Zero, la fatidica puntata con la trasmissione dell'inchiesta choc della BBC.

Personalmente sono molto soddisfatto, il programma è stato equilibrato, non ha avuto paura di mostrare i casi scabrosi di pedofilia che riguardano il clero, non ha evitato di mostrare integralmente Sex Crimes and Vatican, ha usato la giusta sensibilità e prudenza nel mandare in onda il filmato solo dopo la prima interruzione pubblicitaria avvertendo più volte che si trattava di argomenti che potevano urtare la sensibilità dei minori lasciando ai genitori la scelta di far vedere o meno ai loro figli questo documento.

Sono reduce dalla visione della trasmissione di stasera di Anno Zero, la fatidica puntata con la trasmissione dell'inchiesta choc della BBC.

Gli interventi di Don Di Noto e Monsignor Fisichella sono stati garantiti nel pieno rispetto di un equo contradditorio. La presenza in studio di Colm O'Gorman, autore dell'inchiesta è stata preziosa, soprattutto per chiarire il punto più controverso e meno sostanziale della vicenda, quello riguardante il famoso documento segreto, il Crimen Sollicitationis. Non sta certo a me dire chi è risultato più credibile fra i contendenti, ma certamente il fatto che il confronto non si sia svolto essenzialmente su un'interpretazione giuridica, formale degli articoli del documento redatti in latino, bensì sul problema delle vittime, delle mancanze della Chiesa nella collaborazione con la giustizia ordinaria, sulla prassi di trasferire in altre parrocchie preti già accusati dalla polizia di abusi su minori, è innegabilmente positivo.

Credo, e resto convinto, che la bagarre politica generata prima della trasmissione di questa puntata, il fatto che politici si siano addirittura sbilanciati sostenendo in diretta tv che "il documentario non andrà in onda", che il consiglio d'amministrazione abbia tentato in ogni modo di limitare la libertà d'espressione e di censurare preventivamente Santoro e la sua redazione, resti un fatto grave. Un precedente pericoloso ed inquietante che lascia un interrogativo piuttosto deprimente: quanti giornalisti, in Rai come in Mediaset, che non hanno la "forza" e il seguito di Santoro, si sentiranno liberi di trattare argomenti tanto delicati in futuro?

Questa è la mia opinione, la parola va ora ai lettori, ovviamente sperando che coloro che votano siano anche stati spettatori della trasmissione e che il risultato - seppur dal valore relativo- non venga inquinato da quanti possono votare guidati da un semplice pregiudizio ideologico.
Cosa ne pensate?

 

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