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USA & ITALIAPolitica e Antipolitica

Post n°416 pubblicato il 06 Febbraio 2008 da JonathanLivingston.G

Obama batte Clinton 13-8. Il Senatore nero che sfida la Senatrice donna moglie dell'ex President Clinton, vince in più stati ma ottiene meno delegati.
In totale la Clinton ne ha ora 699, Obama 598. la quota nomination per i Democratici è 2025. In campo Repubblicano il vetusto veterano del Vietnam McCain stacca i rivali Romney (223 delegati) e Huckabee (142 delegati) con i suoi 522 delegati conquistati finora a fronte di una quota nomination di 1191.

Se per i repubblicani quindi i giochi sembrano quasi fatti, i candidati Democratici ancora se la giocheranno ancora fino alla fine. Quello che colpisce però, oltre ai numeri e ai colpi di scena in campo Repubblicano soprattutto (il ritiro di Giuliani dato inizialmente per favorito e la netta supremazia di McCain che invece i sondaggisti ritenevano spacciato) è la forte partecipazione popolare che stanno registrando le primarie USA. Mai prima d'ora gli statunitensi avevano partecipato così massicciamente alle elezioni primarie con percentuali medie di votanti del 15% degli aventi diritto. Secondo un sondaggio pubblicato dal Chicago Tribune, il 77% dell'intera popolazione si dice «molto interessata» all'appuntamento elettorale, e l'85% si dice «assolutamente convinta» che il voto individuale «conti molto». Affluenze record si sono registrate in Illinois e California.
Percentuali che fanno sbiancare i sondaggisti italiani che oggi registrano uno scollamento dei cittadini dalla politica mai visto da anni.

Si deve notare infatti un inversione di tendenza oltre oceano. Se nel nostro Paese gli elettori che diserteranno le urne il prossimo aprile saranno molti, a causa della sfiducia determinata da una gestione scellerata della cosa pubblica e dalla presa di coscenza che la classe politica italiana si sta facendo sempre più "CASTA", negli USA c'è invece un forte interesse al voto, determinato dalla repentina voglia di voltare pagina, di cacciare finalmente lo scriteriato Bush Jr dalla Casa Bianca, dove ha fatto danni irreparabili all'economia, all'immagine e alla credibilità americana, per non parlare della politica estera fatta di assurde quanto cruente guerre.

C'è voglia di cambiamento sia in Italia che in Usa ma la nostra voglia è quella di spazzare via un'intera classe politica corrotta e soprattutto non fedele agli elettori riguardo agli impegni presi. Gli statunitensi invece si stanno riversando alle urne perchè vedono nel voto una liberazione da quello che verrà ricordato come uno dei peggiori presidenti americani.

In passato si criticava la teatralizzazione della politica americana, ma non ci siamo resi conto che la nostra politica stava diventando peggio di quella che criticavamo.
Oggi ci troviamo di fronte ad una scelta dura: andare a votare e farsi ancora una volta complici di questi schifosi politici corrotti, oppure disertare lasciando che gli altri decidano per noi? In Usa, in condizioni chiaramente diverse, hanno deciso di votare, in Italia sapremo tra pochi mesi cosa ne sarà della nostra fatiscente democrazia...

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Commenti al Post:
speien
speien il 06/02/08 alle 12:16 via WEB
Il voto è una grande responsabilitá da non lasciare ad altri per noi....e mi sento male al pensiero di ritrovarmi quella scheda davanti…è tutto paurosamente triste e preoccupante quello che sta succedendo in Italia…ma non vorrei essere patetica..ora scriverei per ore…di Bush poi non ne parliamo proprio…ho giá scritto di mio…Ciao Jonlì
 
giampi1966
giampi1966 il 06/02/08 alle 12:20 via WEB
In USA hanno un'apparente alternativa, mentre noi siamo costretti ad andare a votare per la stessa classe politica che ci ha mandato al disastro con le magliette colorate diversamente. Comunque temo che anche questa volta la voglia di cambiamento degli americani sbatterà il muso contro la dura realtà di una politica conservatrice, liberista e guerrafondai che trascende gli schieramenti, non dimentichiamoci come hanno agito i democratici una volta al potere e come hanno votato quando sono stati all'opposizione. Il sistema bipolare è la morte della democrazia.
 
 
kaoxing
kaoxing il 06/02/08 alle 12:49 via WEB
Ricordo che la seconda elezioni di Bush vide una massiccia partecipazione al voto.
Certo, le primarie americane sono un momento di democrazia se ci limitiamo alle sensazioni di primo impatto. Ma, se guardiamo alla sostanza, i candidati che possono presentarsi sono solo quelli che alle spalle hanno i rifornimenti in dollari delle grandi corporations. Certo voglia di novità e di cambiare, di dire addio ad una pitica estera che si è sconfitta da sola, ma gli interessi rappresentati sono sostanzialmente gli stessi.
in questo senso sono d'accordo con giampi: tra le bombe all'uranio su belgrado e l'occupazione in iraq non vedo differenze sostanziali. Il progetto di Usa come unica superpotenza è condiviso da entrambi gli schieramenti e la differenza mi pare limitata alla maggiore o minore dose di unilateralismo.
 
JonathanLivingston.G
JonathanLivingston.G il 06/02/08 alle 17:07 via WEB
@ Speien: certo che il voto è una responsabilità, e la scheda davanti questa volta saràdavvero dura riempirla. @ giampi e Kaoxing: L'alternativa è apparente davvero, avete fatto un'analisi che fotografa la situazione americana dove a decidere non sono semplicemente i presidenti, ma le lobby (assicurazioni e industria bellkica su tutti). La differenza fra italia e usa è che noi siamo disincantati, registreremo una affluenza alle urne minore nettamente a quella passata, la gente è stanca e disillusa, non crede nei politici nostrani. in america invece sono ancora speranzosi checacciando finalmente bush la politica statunitense migliori. Loro ci creddono, noi non più...
 
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