Frammenti di...

In Italia si sta aprendo una campagna elettorale brevissima, ma densa di temi. Purtroppo i temi che saranno sviscerati non riguarderanno pensioni, salari, sicurezza sul lavoro, scuola e sanità pubblica, ma le solite tematiche che rispondono agli interessi di qualche potente lobby.
E' il tema dell'aborto, o meglio della volontà, da parte di Cei, Ferrara, e qualche altro esaltato, di rivedere una legge che, 30 anni fa, ha fatto fare un passo in avanti alla civiltà italiana.
Prima della legge 194 del 1978 l'Interruzione volontaria di gravidanza era considerata, dal codice penale, un reato. Chi voleva abortire lo faceva clandestinamente, in alcuni casi in clinica con rischi penali ma soprattutto rischi per la salute della donna.
La 194/78 ha regolamentato l'interruzione volontaria di gravidanza consentendo alla donna di poter ricorrere alla IVG in una struttura pubblica (ospedale o poliambulatorio convenzionato con la Regione di appartenenza), nei primi 90 giorni di gestazione; tra il quarto e quinto mese è possibile ricorrere alla IVG solo per motivi di natura terapeutica.

L'attacco che ormai da troppi mesi sta interessando questa legge è semplicemente scandaloso. Io non discuto dell'eticità o meno dell'aborto, ognuno ha la sua opinione in materia e chi abortisce lo fa spontaneamente, senza avere la pretesa di obbligare altre persone a farlo. Molti di coloro che invece sono eticamente contro l'aborto, vorrebbero oggi, a tutti i costi, limitare la libertà altrui, ponendosi come giudice supremo, portatore della verità assoluta.

La verità assoluta in materie così delicate non esiste. C'è invece il preciso dovere di un Paese di tutelare chi vuole esercitare le priprie libertà personali inalienabili. Fra queste la legislazione italiana da 30 anni consente la libertà di decidere se interrompere volontariamente la gravidanza o meno. Chi non lo vuole fare, non lo fa, chi invece decide di farlo, ha le sue ragioni, che a volte sono tragiche come in casi di violenze sessuali subite, o in casi, come quello di Napoli, in cui il feto è malformato. 
L'ormai celeberrimo Blitz della polizia al Nuovo Policlinico di Napoli è frutto del clima di caccia alle streghe che si sta creando in Italia, calpestando i diritti della donna ma più in generale le leggi dello stato.

L'idea di Giuliano Ferrara di creare un partito Pro life, per promuovere la moratoria sull'aborto, è quanto di più meschino si sia fatto in politica negli ultimi quindici anni. Cavalcare un tema del genere, quando si sa che molti aborti sono dolorosi e lasciano segni psicologici indelebili nelle donne che decidono di praticarlo, è aberrante.

Si sta organizzando una vera e propria crociata, cattolica e laica, contro una legge che evita la clandestinità e la criminalizzazione di quelle donne che, per varie ragioni, vogliono interrompere la gravidanza.
Io sto con le manifestanti e i manifestanti che sono scesi in piazza ieri a Napoli, Roma, Milano, Bologna, a difesa di una legge sacrosanta. La libertà di azione e di pensiero non piace a molti settori estremisti italiani, e l'estremismo non è, in questo caso, riconducibile a destra o sinistra, ma alle sacche più oscurantiste e conservatrici della chiesa cattolica seguite a ruota da certa politica che pur di racimolare voti sarebbe disposta a mettere in discussione le libertà fondamentali della Repubblica Italiana.

LA 194 NON SI TOCCA