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Cocaina in fabbrica (3)

Post n°551 pubblicato il 27 Maggio 2008 da JonathanLivingston.G
 

Inchiesta Cresce la diffusione delle droghe, da Taranto a Maranello. Terza puntata
Tra fatica e coca, operai alla catena
Il grande rimosso Le aziende oscillano tra silenzio e repressione, sindacato in difficoltà. A rischio la sicurezza sul lavoro: si svaluta il salario, si svaluta la vita

di Loris Campetti
Ancora metalmeccanici, ancora droghe. «Hai deciso di metterci in mezzo?», mi chiede con tono scherzoso ma anche preoccupato un delegato della Fiom. La verità è che va reso onore al coraggio di questa categoria, e al suo sindacato più rappresentativo: non è facile mettere in piazza problemi come questi che costringono ad aprire una discussione a tutto campo, sul rapporto con le nuove generazioni di lavoratori e di esse con il lavoro, il conflitto, il sindacato, sul ruolo stesso dei delegati sindacali, le Rsu. Non tutti sono disposti ad aprire questo libro doloroso perché parla di sofferenze dei giovani, nel lavoro come nella vita, una vita alla giornata, senza investimenti sul futuro. Parla di solitudini operaie, cioè di quella classe che liberando sé stessa avrebbe dovuto liberare l'umanità. Raramente, invece, «la classe» è apparsa incatenata come oggi, alla linea di montaggio innanzitutto. E poi a una nuova povertà, con salari che continuano a perdere valore dentro un lavoro non più riconosciuto socialmente. Prigioniera, infine, di una cultura dominante televisiva, in cui all'emancipazione individuale e collettiva si sostituisce l'emulazione dei comportamenti e consumi di chi «ce l'ha fatta», magari del padrone. E il conflitto, che «naturalmente» dovrebbe essere agito nei confronti di chi ti sfrutta, si scarica invece contro i soggetti socialmente più deboli.

La cessione del quinto
Occuparsi di droghe sul lavoro aiuta a scoprire meglio la materialità della condizione operaia. Di chi si è già mangiato il 70% del Tfr per l'acquisto della casa, di chi ha ceduto un quinto dello stipendio per attivare un mutuo, magari per comprare l'automobile nuova o la tv al plasma, commenta un vecchio operaio bergamasco. E via di quinto in quinto finché dello stipendio non resta nulla,...CONTINUA A LEGGERE

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Commenti al Post:
nadine6I
nadine6I il 27/05/08 alle 19:43 via WEB
oltre tutto questo aggiungici pure l'angosca di viver sotto il ricatto permanete di perdere il lavoro casomai pretendi troppo,tanto la fabbrica la posson sempre trasferire la dove nessuno protesta per la paga o la sicurezza..e avanti così col massacro dei diritti che i nostri padri hanno acquisito col sangue
 
archimede39
archimede39 il 29/05/08 alle 22:21 via WEB
Non solo in fabbrica, ho letto un indagine che anche molti edili ne fanno uso per reggere ai continui ritmi incalzanti dei lavori, specie quelli abituati a lavorare a cottimo!! Ciao, buona serata!
 
driver64
driver64 il 30/05/08 alle 15:50 via WEB
Che rabbia! Il nocciolo sta proprio lì,hanno fatto di tutto per distruggere la cultura operaia,le nostre idee di una società migliore,trascinando gli elementi più deboli nell'emulazione degli squallidi rituali del piccolo borghese imprenditore,arricchito,individualista,culturalmente e spirtualmente vuoto e aggressivo che può permettersi di sperperare il suo profitto in droga o in beni di consumo o speculazioni finanaziarie invece che reinvestirlo nell'attività.La vita in fabbrica,sui ponti o anche in ufficio è dura per tutti ed è alienante, e andrebbe ripensata e riscritta,ma non è certo la polvere a renderla migliore nè a renderci idealmente simili agli sfruttatori.
 
L1700s
L1700s il 03/07/08 alle 14:20 via WEB
Pensare che ho lavorato anni fa alla SEVEL e non mi sono quasi mai accorto di nulla, dico quasi mai perchè sull'autobus che ci portava in fabbrica alcuni ragazzi parlavano di coca e sniffate...ma chi si sarebbe immaginato tutto quello che Campetti ha scoperto.
 
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