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come capire se si č pronti per sposarsi

Post n°64 pubblicato il 29 Febbraio 2016 da sognimondo

 Il consiglio dello psicologo è poi di fare tante cose insieme prima di compiere il grande passo, in particolare condividendo tante esperienze di tipo sociale insieme ad altre persone "che permettono di testare la qualità del rapporto". Insieme alla convivenza "che rappresenta un test attendibile per verificare se la relazione funziona nella quotidianità e anche in una condizione di routine". 
dieci consigli su come evitare di sposare la persona sbagliata.

1) Non pensare di poter cambiare l'altro
Molto spesso capita, specie alle donne, di pensare di poter cambiare quello che non piace del partner dopo il matrimonio. Ma si tratta di un approccio sbagliato. Non c'è garanzia, infatti, che il cambiamento avverrà e che soprattutto avverrà in meglio. Per cui, se ci sono aspetti dell'altro con i quali pensiamo di non poter convivere o che riteniamo di non poter accettare allora è meglio non sposarsi.

2) Non scegliere solo sulla base della chimica

La chimica e l'attrazione sono senza dubbio importanti, ma il carattere di una persona lo è ben di più. Un famoso detto, infatti, dice: "La chimica accende il fuoco, ma il carattere lo mantiene vivo". In altre parole, l'innamoramento non dura per sempre e nel passaggio all'amore il carattere di una persona e la reciproca compatibilità possono rivelarsi molto più importanti per il successo e la durata di un matrimonio.

3) Capire se si è attenti reciprocamente ai propri bisogni emotivi
Sia gli uomini, che le donne hanno propri bisogni emotivi che necessitano di essere ascoltati. Le donne per sentirsi amate chiedono in genere attenzione, affetto e stima, mentre gli uomini desiderano rispetto, capacità di essere rassicurati e di essere confortati. Se la vostra relazione si muove in questa direzione allora siete sulla giusta strada, in caso contrario è meglio lasciar perdere.

4) Chiedersi se si condividono passioni e progetti
Nel matrimonio si può crescere insieme oppure ciascuno percorrendo strade diverse. Condividere progetti e passioni aumenterà le chance di crescere insieme nel matrimonio. Per cui prima di sposarsi, occorre chiedersi: Cosa appassiona il partner e io rispetto le sue passioni? In questo senso, meglio si conosce se stessi, i proprio valori, le proprie passioni, il proprio stile di vita e più opportunità si avranno di trovare l'anima gemella.

5) Fare sesso prima del matrimonio
Il sesso è una parte fondamentale dell'amore. Se, però, l'intesa sessuale si rivela poco entusiasmante sin dall'inizio e il partner non sembra molto interessato al tema ed è un sostenitore della teoria secondo cui il sesso non è poi così importante, perché è il sentimento quello che conta,allora è meglio lasciar perdere.

6) Farsi alcune domande 

Ci sono alcune domande fondamentali che bisognerebbe porsi prima di sposarsi: Rispetto e ammiro il mio partner? Mi fido di lui? Posso contare su di lui/lei? Mi fido dei suoi giudizi? Mi fido delle sue parole? Posso essere me stesso? Posso esprimere liberamente la mia personalità? Mi sento sereno e tranquillo quando sono in sua compagnia? Se le risposte sono negative allora è meglio prendersi una pausa per capire realmente i propri sentimenti.

7) Prestare attenzione se non ci si sente emotivamente al sicuro

Sentirsi emotivamente al sicuro è la base per un matrimonio duraturo e felice. Se, però, all'interno della relazione non potete esprimere le vostre opinioni e i vostri sentimenti, sentendovi continuamente controllati per quello che fate o che dite, allora è probabile che siate incappati in una relazione tossica. 

8) Essere sinceri sin dall'inizio

Molte coppie compiono l'errore di non essere sinceri sin dall'inizio del rapporto. Occorre invece chiedersi: Cosa ho bisogno di sapere per essere assolutamente certo di voler sposare questa persona? E ancora: Cosa mi preoccupa del mio partner o della nostra relazione? È insomma molto importante identificare le cose che ci preoccupano e ciò su cui si è titubanti per capire se il futuro marito o la futura moglie sono quelli giusti.

9) Non sposarsi per rendere la propria vita migliore

Molte persone scelgono di sposarsi per migliorare la propria vita o l'immagine che hanno di sé a causa di una bassa autostima. Il partner però non può fungere da psicologo e se si hanno problemi con se stessi, se non ci si piace o non si è contenti della propria vita è meglio affrontare questi aspetti prima di sposarsi, senza trascinarli all'interno del matrimonio pensando che il partner potrà risolverli per noi.

10) Occhio alle persone non emotivamente pronte per il matrimonio

Infine, molte persone scelgono partner che non sono emotivamente pronti al grande passo. Ad esempio, è il caso di un uomo troppo legato alla mamma. In questo caso ci si potrebbe ritrovare ad essere in tre nel matrimonio anziché in due. Lo stesso vale per persone troppo occupate a fronteggiare i loro problemi personali, come insicurezze, pensieri negativi, depressione. Infine, consiglia l'Huffington, mai sposare una persona che soffre di dipendenza. Non solo dall'alcol o dalla droga, ma anche da un eccessivo attaccamento al lavoro, a uno sport, a un hobby, ai soldi, al potere, al materialismo, allo status sociale e così via. Chi soffre di dipendenza, infatti, non sarà mai pronto a sviluppare una relazione davvero intima con un'altra persona. 

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Come crescere un figlio di mezzo

Ma perché la ricerca di autonomia non si trasformi una crescita solitaria, ecco a cosa devono stare attenti i genitori nell'educazione del terzo figlio.

Il rapporto con il primo. Anche se il fratello maggiore è abbastanza grande per badare al secondogenito, non si dovrebbe mai lasciare che il ragazzo prenda il posto del genitore nella guida del secondo figlio, perché il più piccolo non si senta trascurato ed il grande non si trovi di fronte ad una responsabilità più grande di lui.

Evitare i paragoni. Si è già detto che il primogenito è quello al quale i genitori "chiedono di più", così che spesso diventa il figlio più responsabile, ma il fratello maggiore non deve diventare l'esempio da seguire anche per gli altri. In particolare, con il secondogenito, è importante partire dal discorso opposto, cioè valorizzando le sue differenze rispetto agli altri, le potenzialità ed il suo carattere.

Se era l'ultimo. Se il secondo è sempre stato "l'ultimo" coccolato e vezzeggiato e poi è arrivato un fratellino molto più piccolo, è naturale che si verifichi un periodo di smarrimento o anche di capricci. In questo caso, anche se il bambino è già grande va ascoltato e rassicurato, cercando di non dare troppo peso alle sue marachelle. Potrebbe essere utile affidare, inizialmente, di tanto in tanto, l'ultimo nato ai nonni o ad altri familiari, al fine di continuare a far sentire il figlio di mezzo di nuovo l'ultimo arrivato.

 

 

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Delicata la situazione dei figli di mezzo, con ad esempio il secondogenito (di tre), tenderà a sentirsi non importante, sottovalutato o messo da parte. Naturalmente, tutto dipende da come genitori hanno saputo relazionarsi coi figli e come questi hanno reagito alla situazione. Al di là della posizione in famiglia, il ruolo del genitore è fondamentale, proprio per evitare che questa, non condizioni la sua vita da adulto.

Se il primo è il figlio dalle numerose aspettative e all'ultimo viene chiesto di ricoprire il ruolo del "cucciolo di casa", i figli di mezzo sono spesso le figure "intermedie" tra i due fratelli. Ma questa posizione ha anche i suoi punti di forza. Ecco quali sono.

Se i primogeniti sono più tradizionalisti, ambiziosi e hanno uno spiccato senso della responsabilità, i secondi sono spesso più socievoli, creativi e rilassati. Si tratta di una condizione che favorisce, da grandi, scelte più libere e consapevoli, non troppo condizionate dalle aspettative di mamma e papa. Sono in parte "esenti" dal "mandato transgenerazionale" di cui sono investiti i primogeniti.

Se si è in tre, il secondogenito ricopre un doppio ruolo: è un fratello minore per il primogenito e un fratello maggiore per il terzogenito. Questa condizione favorisce le doti di diplomazia e mediazione che sono attribuite, di solito, ai figli di mezzo.

Forti delle esperienze del fratello maggiore ma non vessati dalla attenzioni che i genitori riservano sull'ultimo, i secondogeniti hanno la possibilità di fare subito le loro esperienze, vivendo meno l'ansia che è toccata agli altri due. Gli stessi genitori tendono ad offrire loro maggiore autonomia forti dell'esperienza cha hanno accumulato col primogenito, rendendosi conto che il futuro di un figlio dipende più da lui stesso che dai genitori.

Il figlio di mezzo può trovarsi tra due fuochi: poco considerato dal primo di cui è spesso geloso per la posizione che occupa; in competizione col terzo, il più piccolo, che ritiene investito di maggiori attenzioni da parte dei genitori.

Ma allo stesso tempo il figlio di mezzo può essere anche solidale col primo e col terzo: può manifestare comportamenti regressivi per essere più vicino ed identificarsi col più piccolo o al fine di essere maggiormente vicino al primogenito tende ad identificarsi con quest'ultimo assumendo atteggiamenti da più grande.

Talvolta avviene anche una competizione fra il figlio di mezzo ed il primogenito per la conquista della responsabilità o della preferenza del più piccolo. Ad esempio, quando nasce un maschietto dopo due bambine, c'è la gara a chi deve fare da mamma nei confronti del più piccolo.

Non dimentichiamo che il figlio che è di mezzo, prima di esserlo è stato per un periodo più o meno lungo, secondo ed ultimo. Sarà anche la durata ed il vissuto individuale di questo periodo ad influenzare la nuova "collocazione" familiare, unitamente anche al sesso dell'ultimo arrivato.

 

 

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Pranzo con parenti e c.? Che barba... Ma piace a tanti...
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A quanto pare li trovi tutti tu...
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dormire mantiene giovani :)
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Dormirņ tanto e poi, tempo permettendo, farņ gli ennesimi...
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