La recita di Bolzano

che amore assoluto sia!

Creato da fugadaipiombi il 24/11/2013

 

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Marley e la 'piccola mela'

Post n°50 pubblicato il 03 Dicembre 2015 da fugadaipiombi

Come al solito aspettava la notte per rivedersi all'interno della sua profondità più oscura. Era già molto tardi, controllò l'orologio prima di iniziare a scrivere, a fare scorrere velocemente le dita sulla tastiera del pc illudendosi, a volte, che si trattasse di un pianoforte, parole e note, note e parole, dai tasti di un pianoforte nascono note musicali, dalla tastiera di un pc parole come musica, pensò. Il fine è lo stesso, per comunicare di sè ogni modo si rivela utile, tra realtà e fantasia, senza mai dover sottolineare in quale punto si tratti di fantasia, di immaginazione e in quali altri punti di realtà, quella realtà che è percezione, della quale i matematici, gli studiosi, non riusciranno mai a spiegarne chiaramente il significato, la differenza che facciamo fatica ad afferrare. Stava trascrivendo i proprio pensieri mentre Marley non la lasciava in pace, le si era accucciata ai piedi, sembrava agitata e non le riusciva di farla stare a cuccia. Si arrese e smise di redarguirla. Rivolse la propria attenzione al pc, doveva scrivere prima che il flusso dei pensieri e delle sensazioni perdesse energia e volontà. Riprese da dove aveva interrotto. Fenomeni, comunque, fenomeni che contengono in sè, spesso, l'ordine ancestrale della ricerca del piacere, del benessere, di quel qualcosa che ci ricongiunga all'universo. E in certi frangenti la mente gioca con noi, si diverte attirandoci, richiamati da quell'ordine, per farci addentrare in codesti fenomeni, all'interno dei quali è meraviglioso farsi risucchiare. Può capitare di dover cambiare percorso, il percorso abituale che si ricopre tra il lavoro e casa, è casuale, voluto? chissà! Stamane ho dovuto recarmi dall'altro capo della città, una zona che frequento molto poco, anzi, oserei dire che non mi ci reco mai. Come siamo abitudinari. Firenze, una delle città più belle al mondo, non viene conosciuta a fondo da chi ci è nato e ci abita da sempre. Capita cosi di scoprire che ci sono quartieri della tua città che non conosci, di cui ignoravi l'esistenza, perchè niente ti può portare lì, tranne una motivazione importante, quartieri che ti suscitano atmosfere del passato, come se la modernità non fosse mai giunta lì, come se tutto fosse rimasto fermo nel tempo, come per un incantesimo, quartieri dai quali, per uscirne, ti devi liberare dell'incantesimo malvolentieri, perchè tutto era cosi bello, cosi magico, cosi accogliente e sicuro. Rientrando nella percezione della mia realtà, ho dovuto fare uno sforzo e, per ritardarne il momento il più possibile, ricerco la stessa atmosfera dentro la mia testa, cerco di ricordare cosa più si possa avvicinare a quella sensazione. Cosi, dal nulla, nasce la melodia di una vecchia canzone, che comincio a cantare sottovoce, mentre mi guardo intorno, per non urtare la sensibilità altrui. Davanti ai miei occhi si materializza il ricordo della copertina, la foto di una donna, quasi un dipinto, all'interno di una cornice ovale, una donna il cui stile richiama sia la moda che l'acconciatura degli anni venti, una foto che mi ha sempre scatenato l'immaginazione, una foto sulla quale ho costruito storie, provando a fantasticare su chi fosse, se avesse fatto da modella a qualche artista, magari per guadagnare qualche soldo. Un viso dolce, dai lineamenti delicati, quasi da maestrina, si, come la protagonista della canzone che risuonava nella mia mente, alla quale piaceva ripassare tre volte, ogni mattina, tutti i 'libri di Omero'. E poi c'era la voce di Francesco De Gregori il quale, dolcemente, sussurra che gli piace 'quel suo modo di fare' e che forse un giorno farà all'amore con lei. C'è tutto il senso dell'intimità eterna, in quella frase, in quelle parole pronunciate, anzi, cantate come un sussurro, il senso dell'universo in tutta la sua interezza, dentro quel suo sguardo ancora puro, in cui leggo la sua voluttuosa volontà di sollevarle le sottane, districarsi tra trine e merletti, per raggiungere la felicità dello smarrimento più assoluto, abbandonandosi e fondendosi proprio perchè rimanesse eterno l'essere amore. Mi ci sono sempre persa in questa immagine, col desiderio più agognato di provare quelle sensazioni, nell'accoglienza di quelle mani che troveranno la strada della completezza. Ne conosco il significato, di questa sensazione, eppure la rifuggo, la temo, cosi come la desidero. Forze contrarie, che posseggono la stessa intensità, ora mi richiamano a sè, ora mi respingono. Forse perchè non ritrovo più quel senso di purezza dentro gli sguardi? Forse perchè tutto si è perduto e il dolore mi lacera, davanti a questa ineluttabile verità? Mi trascina lentamente nel baratro, questa notte, ma quanta poesia in poche parole, in una foto, dentro una melodia che ti avvolge per appena pochi minuti, quanto universo si spalanca per chi lo vuole ricercare. In questo giorno, in me, l'universo si è spalancato, ancora una volta ho affondato dentro la vita con il corpo, l'anima, la mente e il cuore. Rilesse ciò che aveva scritto e si sorprese di essere stata proprio lei a esprimere in quel modo ciò che sentiva. Marley alzò la testa, come per ricordarle di esserci e che aveva bisogno di lei. Spense il pc e si infilò tra le lenzuola, accanto a lei quel batuffolo enorme di morbidezza che le avrebbe impedito di affondare totalmente dentro una voragine. Marley e la sua 'piccola mela'
 

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Commenti al Post:
channelfy
channelfy il 04/12/15 alle 01:43 via WEB
Firenze...ahahha sono stata bandita poiche ho rifiutato qualcuno secoli fa..calabrese,come me,lui se ne andò lì,ora lui è ancora single,ma tanto ricco..beh buon per lui..Tre anni fa mi chiama e mi dice,"io soffro ancora"...li rispondo..."tu l'amore non sai dove è di casa"..
 
calleguadiana
calleguadiana il 06/12/15 alle 18:40 via WEB
Ma che bello...veramente avvincente!Mille complimenti ^-^
 
 
fugadaipiombi
fugadaipiombi il 06/12/15 alle 20:37 via WEB
Grazie...
 
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