Creato da ambroseb il 12/10/2007

Il Lampione

"far lume a chi brancola nelle tenebre"

 

 

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Televisione, proroghe, regali

Post n°25 pubblicato il 05 Dicembre 2007 da ambroseb
 

Vi ricordate il tanto vituperato programma dell’Unione alle elezioni politiche del 2006? Si, quel libricino di 281 pagine molto semplici che avrebbe dovuto essere la garanzia della tenuta della coalizione di centro-sinistra qualora avesse vinto le elezioni? Quel fondamentale testo aveva come titolo “Per il bene dell’Italia”. Il primo capitolo trattava de “Il valore delle Istituzioni Repubblicane”. A pagina 18 di esso c’era un paragrafo intitolato “Risolvere il conflitto d’interessi”. Nella premessa di quel miliare scritto così si enunciava: “Da quando Berlusconi è entrato in politica il conflitto di interessi ha costantemente segnato la vita pubblica italiana. Ogni settore dell’iniziativa di Governo è stato viziato dal conflitto di interessi: dall’informazione alle assicurazioni, dalle opere pubbliche alle società sportive. Un opaco intreccio tra politica e affari. Anche gli osservatori internazionali hanno segnalato, a più riprese, questa grave anomalia della democrazia italiana. Il governo (quello Berlusconi ndr) ha risposto con una legge-simulacro sul conflitto di interessi che concretamente non modifica nulla, lasciando che il conflitto di interessi venga affrontato con le estemporanee uscite di Berlusconi dal Consiglio dei Ministri al momento dell’ennesimo voto su questioni di suo personale interesse.” Si continuava formulando le proposte per risolvere il problema. “Dobbiamo quindi colmare una profonda lacuna, adeguando l’ordinamento italiano a quello di altre grandi democrazie occidentali, attraverso un modello di provata efficacia e di sicuro equilibrio che mira a prevenire l’insorgere di conflitti di interessi tra gli incarichi istituzionali (sia nazionali che locali) e l’esercizio diretto di attività professionali o imprenditoriali o il possesso di attività patrimoniali che possano confliggere con le funzioni di governo. Gli strumenti che utilizzeremo sono: la revisione del regime delle incompatibilità; l’istituzione di un’apposita autorità garante; l’obbligo di conferire le attività patrimoniali a un blind trust. Sarà fonte di conflitto di interessi il possesso, diretto o per interposta persona, di partecipazioni rilevanti in alcuni specifici settori economici nei quali tale possesso determina di norma e quasi inevitabilmente un condizionamento del libero svolgimento della funzione pubblica.
Finalmente avevamo sospirato, noi poveri elettori di centro-sinistra! Stavamo per seppellire il predominio del Cavaliere nell’intero panorama dell’informazione televisiva. C’era già stato il vergognoso editto bulgaro che cacciò dalla RAI Biagi, Santoro e Luttazzi. Lontani ci sembravano gli inciuci della bicamerale al sapor di crostata. Finalmente si intendeva metter mano ad una seria riforma del settore radio-televisivo che desse anche attuazione alla sentenza della Corte Costituzionale, la
n. 420 del 1994, la quale aveva sancito il divieto ad uno stesso soggetto di irradiare più del 20% dei programmi televisivi su frequenze terrestri in ambito nazionale.

Comincia la storia infinita.
Il primo governo Prodi (strane coincidenze) approvò la legge n. 249 del 1997, cosiddetta legge Meccanico, che demandava all’ Autorità per le garanzie nelle comunicazioni di fissare un termine transitorio per una valutazione di congruità tecnica dei tempi di passaggio al regime definitivo del digitale terrestre. L’Autorità, nel 2001, fissava tale termine nella data del 31 dicembre 2003. Nel novembre del 2002 si pronuncia ancora la Corte Costituzionale con la sentenza n. 466/2002. Essa sancisce l’illegittimità costituzionale dell’art. 3, comma 7, della legge n. 249/1997, (regime transitorio), nella parte in cui non prevede la fissazione di un termine finale certo, e non prorogabile, che comunque non oltrepassasse il 31 dicembre 2003, entro il quale i programmi, irradiati dalle emittenti eccedenti i limiti di cui al comma 6 dello stesso art. 3, devono essere trasmessi esclusivamente via satellite o via cavo. L’ultimo governo di centro-sinistra prima dell’era di Silvio II, quello presieduto da Giuliano Amato (ancora coincidenze), fa approvare la legge 20 marzo 2001, n. 66 che prevede che “Le trasmissioni televisive dei programmi e dei servizi multimediali su frequenze terrestri devono essere irradiate esclusivamente in tecnica digitale entro l'anno 2006.
Vabbene, avremo finito. Invece No. Stavolta interviene il governo Berlusconi che, con la legge
23 febbraio 2006 n. 51, proroga il termine (originariamente fissato come improrogabile nel 2003) al 2008.
Bene. O meglio, male. Ma almeno è finita. Stavolta noi poveri comunisti vogliamo risolvere il conflitto di interessi, introdurre elementi di competizione nel sistema televisivo, applicare una sentenza dell’Alta Corte vecchia di 13 anni! E finalmente io potrò finirla di occuparmi di televisione e tornare a studiare le norme del settore in cui lavoro, ossia quelle economiche.
Il primo dicembre 2007 è entrata in vigore la legge 29 novembre 2007, n. 222 "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159, recante interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale". All’art. 16 ritrovo “Disposizioni in materia di sistema digitale terrestre” ed in particolare “4. All'articolo 2-bis, comma 5, del decreto-legge 23 gennaio 2001, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 marzo 2001, n. 66, come modificato dall'articolo 19, comma 1, del decreto-legge 30 dicembre 2005, n. 273, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 febbraio 2006, n. 51, le parole: «entro l'anno 2008» sono sostituite dalle seguenti: «entro l'anno 2012»”.
Parafrasando l’assurdo bizantinismo legislativo si stabilisce che il passaggio della terza rete della Rai e di Rete 4 sul satellitare viene spostato al 2012. L’attuale maggioranza ha approvato, infilandolo in una legge che avrebbe dovuto recare
interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale, il quarto rinvio, addirittura di quattro anni (quindi il più lungo), garantendo all’universo Mediaset un quadriennio di incontrastata ed illegale esistenza nell’etere di Rete 4.

PS: Mi scuso con i lettori per l’eccessiva citazione di decreti, commi, leggi e leggine che hanno oltremodo appesantito la trattazione. Ma ho ritenuto opportuno dare una dettagliata rappresentazione di questo scandalo passato quasi inosservato. 

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Commenti al Post:
bil37
bil37 il 05/12/07 alle 09:08 via WEB
Ciao, ti faccio i complimenti per il lungo e dettagliato articolo. Conosco in linea generale il problema del "conflitto di interesse", ma non sapevo tutta la storia e l'iter legislativo. Proprio perché non sono molto preparato in materia, mi piacerebbe sapere se, a tuo avviso, l'anomalia italiana riguarda solo Berlusconi in particolare oppure può coinvolgere altri esponenti parlamentari delle diverse forze politiche (ad es. chi è socio o ha interessi diretti o indiretti in aziende, banche e società per affari, etc.). Argomento cmq di grande interesse. Ciao e a presto!
 
 
ambroseb
ambroseb il 05/12/07 alle 16:09 via WEB
Il conflitto di interesse è questione oltremodo generale. In Italia è stata resa famosa dal Cavaliere perché, diventando un leader politico, egli si è venuto a trovare nell'inusuale condizione di usare il suo impero mediatico ed economico per condizionare ed influrie sull'opinione pubblica. Ma di conflitto si deve parlare tutte le volte che una persona che ricopre incarichi di governo e di influenza politica, è in grado di abusare della prorpia posizione per tutelare, favorire, condizionare la vita politico-amministrativa a favore dei propri interessi. Gli esempi nel panorama politico Italiano non mancano. Né a destra né a sinistra. La moglie di Lamberto Dini possiede intere piantagioni ed imprese agricole negli stati del centro Amerca; Stati con i quali suo marito, da Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri si trovò ad intrattenere relazioni diplomatiche. Il precedente Ministro dei Trasporti Lunardi era titolare di uno studio di progettazione di infrastrutture e si trovò ad emanare e proporre norme che certamente interessavano il settore nel quale il suo studio operava. Giulio Tremonti fu Ministro delle Finanze ed al tempo stesso titolare del più grosso studio di consulenza fiscale. Lo stesso dicasi per Marongiu (sottsegretario alle Finanze durante il primo governo Prodi) anch'egli socio di uno dei più grossi studi di consulenza tributari d'Europa con sede a Lugano. Questi solo quelli che mi vengono in mente ora, ma ti assicuro che, se facessimo uno studio un po' più approfondito, la lista si allungherebbe a dismisura, in tutti gli schieramenti. Gli Stati occidentali hanno tutti una legge seria sul conflitto di interessi. In Italia la questione è sempre stata "drogata" dalla presenza di Berlusconi.
 
makavelika
makavelika il 05/12/07 alle 16:53 via WEB
La stessa osservazione di Bill avrei voluta proporla io, il conflitto d'interessi non riguarda solo Berlusconi e il settore radiotelevisivo. A parte il fatto che la "sinistra" italiana come solito promette di risolvere il problema quando invece ha tutto l'interesse politico a lasciare le cose come stanno, io mi domando come mai nessuno abbia mai pensato di sollevare la questione del conflitto d'interessi nei confronti degli ultimi presidenti degli USA, dai Bush ai Kennedy, provenienti da famiglie che hanno fatto dello sfruttamento dei giacimenti petroliferi la loro principale fonte di guadagno.
 
 
ambroseb
ambroseb il 05/12/07 alle 18:08 via WEB
In USA esiste una legge sul conflitto di interessi il cui impianto è stato approvato sul finire dell'ottocento e poi con alcune modificazioni ha resistito sino ad oggi. Essa prevede che chi ricopre cariche di governo conferisca i titoli azionari in un blind trust, gestito da persone indipendenti; in virtù di ciò, non sapendo dove sono andati a finire i propri titoli, i governanti non dovrebbero favorirli. Recentemente, però, è scoppiato uno scandalo perchè il trust del vice presidente Cheney tanto cieco non è poi risultato. Dimostrando qualche crepa in un sistema che, dall'esterno, sembrava funzionare. Comunque quel sistema ha delle peculiarità che nel tempo sono state la sua fortuna e, adesso, rischiano di metterlo in crisi. Esso si adatta bene ad economie standardizzate, la cui proprietà è molto fluida, con mercati finanziari abbastanza liberisti e deregolamentati. L'avvento della globalizzazione sfrenata e l'individualismno di maniera imperante nel mondo anglosassone ha messo in crisi tale assetto.
 
semprepazza
semprepazza il 06/12/07 alle 00:18 via WEB
Tu hai conservato, almeno, i tuoi ideali politici e, nonostante tutto, se intuisco da quanto scrivi, ci credi ancora e attribuisci le delusioni a singoli o pochi personaggi e circostanze disgraziate. Personalmente, quando vado alle urne (e continuo ad andarci, nonostante tutto, perchè è un diritto a cui non desidero rinunciare), pur consapevole di sapere da quale parte sto, appongo il mio voto tappandomi idealmente le orecchie, il naso e gli occhi ed ho la sensazione di infilare una scheda in un baratro, un buco nero che risucchierà le mie speranze di cambiamento. E questo avviene puntualmente da tutta la vita. Dici che c'è ancora qualche speranza?
 
 
ambroseb
ambroseb il 06/12/07 alle 00:57 via WEB
Speranza? SI! Sempre e comunque. Magari lo ripeto più a me stesso che a te! Io sto da una certa parte soprattutto per ciò che è stato, per i nostri padri, per coloro che hanno perduto la vita per la speranza di un futuro migliore. Adesso questo futuro, ignari figuri tendono a farlo apparire sbiadito, sminuito, alterato nella sua essenza prospettica. Comunque sempre e comunque si deve andare a votare, turandosi il naso, ingoiando olio di ricino, bendandosi gli occhi.... troppo importante la posta, immensamente doloroso il processo che ci ha portato ad avere questo diritto.
 
lafatadelmare
lafatadelmare il 06/12/07 alle 21:48 via WEB
Ti va di passare da me e leggere una cosa importante? grazie...ciaoooo
 
 
ambroseb
ambroseb il 07/12/07 alle 05:22 via WEB
Letto! Vedrò di provvedere domani. Bella iniziativa
 
PeterGunn
PeterGunn il 07/12/07 alle 03:01 via WEB
Io ti auguro solamente buona notte, vedi che non sparisco? :) Ciaooooooooo!
 
 
ambroseb
ambroseb il 07/12/07 alle 05:23 via WEB
Grazie! E' sempre piacere "vederti" da queste parti...
 
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