Mi hanno sollecitato la lettura dell’articolo di panebianco, sotto riportato. Mi sono affrettata a farlo perché il tono era categorico: se lo leggi dai finalmente una chance di crescita al tuo cervellino ( il mio, eh). Se no, resti la cogliona che sei.
Correttamente e incredibilmente, mi tocca fare questa premessa: non sono una costituzionalista.
Al referendum prossimo, però, non voteranno solo i costituzionalisti e panebianco, ma voterà anche mia nonna, e addirittura anche le commesse delle librerie. Ho sentito che voteranno anche gli ingegneri, ma la notizia è ancora ufficiosa.
E siccome il mio voto conta quanto quello del supremo editorialista del corriere ( fate in modo che se ne renda conto)… cazzeggiamo un po’…
"Per decidere come comportarsi nel referendum costituzionale del 25 giugno credo si debbano immaginare gli scenari che discenderebbero, rispettivamente, da una vittoria del sì e da una vittoria del no.
non credo sia difficile immaginare cosa accadrebbe se vincesse il no, ma adesso ce lo spiega panebianco.
Pensiamo a che cosa accadrebbe se vincesse il sì. Le parti più importanti della riforma entrerebbero in vigore solo neI 2011.Ci sarebbe il tempo per intervenire sugli aspetti più insoddisfacenti del testo: in particolare, per modificare composizione e prerogative del Senato (così come è congegnato è il principale punto debole della riforma). Si noti che molti esponenti del centrodestra si sono dichiarati consapevoli della necessità di apportare modifiche su questo e altri punti.
ah ecco: prima portano in parlamento una proposta di riforma blindata, la votano con una prescia straordinaria fregandosene dell’opposizione…però adesso son disposti a trattare, se si vota sì. La logica di panebianco francamente mi sfugge.
In caso di vittoria del sì, si aprirebbe dunque lo spazio (con cinque anni di tempo per raggiungere un accordo) per una trattativa fra centrosinistra e centrodestra al fine di migliorare il testo. Una volta fatto ciò avremo finalmente la riforma costituzionale vanamente inseguita per un quarto di secolo.
lui insegue la riforma costituzionale addirittura da venticinque anni, un avanguardista insomma. E se la insegue lui, la inseguiamo tutti. Ovvio.
Avremo un nuovo ordinamento caratterizzato da un premier forte, dalla fine del bicameralismo perfetto (due Camere con uguali poteri, causa di tante inefficienze),
inefficienze?…ma il governo berlusca è stata la testimonianza che se si vuole, hai voglia a fare le leggi in fretta…panebianco si ricorda di un quarto di secolo fa e non di uno/due anni fa?!…perlomeno strano, no?
una drastica riduzione del numero dei parlamentari e una correzione abbastanza ragionevole (per lo più, in senso centralista) della pessima devolution (la riforma del titolo V) voluta dal centrosinistra nel 2001.
il centrosinistra modificò 10 ( dieci) righe della costituzione, ma per correttezza panebianco non lo dice
Immaginiamo ora che cosa accadrebbe se prevalesse il no. Accadrebbe che la Costituzione tornerebbe ad essere immodificabile per parecchi decenni a venire. È il vero punto debole del manifesto dei ¬riformatori per il no», lanciato da due costituzionalisti di cui chi scrive ha grande stima, Augusto Barbera e Stefano Ceccanti. Molte idee contenute nel manifesto, sia sui gravi difetti della Costituzione vigente sia su quelli del testo varato dal centrodestra, sono, almeno per chi scrive, condivisibili. Ciò che non è condivisibile è la conclusione, la tesi secondo cui, in caso di vittoria del no, ci sarebbe ancora lo spazio per riprendere a breve termine la strada della riforma costituzionale.
come sopra, solo se si vota sì c’è lo spazio per trattare…e io dovrei votare sì per trattare poi con la destra?!
Non e così. Per almeno tre ragioni. In primo luogo, perché, come dimostrano gli argomenti usati dai promotori del referendum, è tuttora molto forte in questo Paese l’area dei conservatori costituzionali ad oltranza, persone che (legittimamente) ritengono la Costituzione vigente la migliore delle Costituzioni possibili e che, per difenderla, non hanno neppure esitato a rispolverare l’ideologia resistenziale (sembra, ad esempio, che per costoro il premierato sia una specie di tradimento dei valori resistenziali, l’apertura delle porte al fascismo, eccetera). In caso di vittoria del no, essi si appellerebbero legittimamente al responso degli italiani per bloccare ogni nuova ipotesi di riforma.
ecco, chi vota no vota per l’intoccabilità della costituzione, punto. Non gli passa per la testa che qualcuno ( io per esempio) possa votare no a QUESTA riforma, che poi è il motivo per cui si a votare. Ma a lui i motivi reali non interessano, è appassionato di scenari futuri.
La seconda ragione e che nella maggioranza di centrosinistra ci sono molti gruppi contrarissimi al premierato e questi gruppi farebbero valere il ruolo ehe svolgono ai fini della stabilità del governo per bloccare nuovi tentativi di riforma.
io non sono favorevole al premierato perché preferisco un’equa ripartizione dei poteri e il controllo del parlamento sugli atti dell’esecutivo, a cominciare dalla fiducia. Immaginatevi il berlusca col potere di sciogliere le camere…argh!!!.. per panebianco, invece, il premierato pare la soluzione di tutto. Ma non ci spiega perché.
Da ultimo, non sarebbe più possibile nè togliere al Senato il potere di conferire la fiducia al governo nè ridurre il numero dei parlamentari. I senatori, e i parlamentari in genere, lo impedirebbero. Se queste misure sono passate con la riforma del centrodestra ciò è accaduto per una specie di miracolo, probabilmente perche molti parlamentari del centrodestra non credevano in cuor loro che la riforma sarebbe davvero andata in porto. E’ difficile che i miracoli si ripetano due volte.Due parole, infine, sulla devolution. Premesso che chi scrive trova comunque insoddisfacente qualunque intervento in questo campo che eluda gli aspetti fiscali, resta che, se si confrontano i due testi, il titolo V riformato dal centrosinistra oggi in vigore e il testo della riforma, si scopre che la devolution 1 (la riforma del centrosinistra) è assai più confusa e pasticciata della devolution 2 (quella del centrodestra). Quest’ultima, per lo meno, definisce meglio le competenze esclusive delle Regioni e ricentralizza (reintroducendo il principio dell’interesse nazionale) materie che, insensatamente, il centrosinistra aveva attribuito alla competenza congiunta di Regioni e Stato. Per queste ragioni, chi scrive voterà sì."
due parole di spiegazione, perché gli editorialisti si divertono a scrivere criptico.le competenze esclusive delle regioni, ben definite da questa riforma, riguardano in particolare la sanità e l’istruzione. Panebianco manco le cita, forse perché gli rovinano lo scenario futuro. Qui sono io a immaginarmelo, invece. Ci saranno regioni in grado di garantire un’istruzione adeguata e un servizio sanitario soddisfacente e regioni che non avranno i mezzi per farlo, e saranno costrette a trovarli. Indovinello: come faranno?…chi risponde esatto vince una copia della costituzione, dove c’è scritto (ancora) che il diritto all’istruzione e all’assistenza sanitaria è garantito dallo stato a TUTTI i cittadini. Il principio di uguaglianza, che a panebianco, in venticinque anni di lotta dura per cambiare la costituzione, deve essere passato di mente. Sarò all’antica, ma ame ‘sto principio di uguaglianza ancora mi affascina. Per queste ragioni, chi scrive voterà no.
Altro da farmi leggere?!