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Post N° 451

Post n°451 pubblicato il 20 Ottobre 2008 da 72rosalux72


Anche a me, quando ero più giovane, sarebbe piaciuto molto aprire una libreria. Il sogno di tanti lettori, che immaginano sia uno spasso lavorare tutto il giorno in mezzo ai libri.
Di nuovo ieri pomeriggio ho dovuto distruggere le fantasie di una ragazza sarda, cugina della mamma di un amico di ettore, venuta a farsi un giro a perugia.
Capisco l’ingenuità, pensavo pure io che i libri si pagassero una volta venduti, invece le ho dovuto spiegare che nel novantapercento dei casi devi pagare entro novanta giorni e senza diritto di resa.
Era meglio quando le case editrici facevano tutto il lavoro, e quindi anche la distribuzione. Poi si sono accorte che potevano risparmiare su costi  e personale di magazzino inviando il tutto ai grandi gruppi editoriali ( mondadori, rcs e il sole24ore), che distribuiscono la stragrande maggioranza delle edizioni.
Sono anni ormai, eppure mi fa sempre effetto vedere i libri einaudi dentro le scatole mondadori.

Per dire. Qualche anno fa le edizioni gallucci, che sono una chicca ma una piccola realtà, arrivavano in conto deposito. Ovvero, ti mando dieci copie per titolo, tra sei mesi ti chiedo di farmi una resa, da lì vedo quanto hai venduto e faccio la fattura. Intanto ti spedisco di nuovo tutti i titoli e tra sei mesi ecc…
Poi le edizioni gallucci hanno preso piega, specie queste cartonate per bambini assolutamente meravigliose. 
           
                                               
                             
C’è il cd e il testo della canzone è tutto illustrato dai migliori disegnatori, praticamente il bambino vede la canzone sfogliando il libro. I più belli sono “ci vuole un fiore” e "il leone si è addormentato" ( illustrati da altan) “i due liocorni” e “ il caffè della peppina”; su quest’ultimo è impagabile l’espressione del gatto nero della peppina mentre la guarda buttare nel caffè la marmellata, la cioccolata e un sacco di altre schifezze.
Insomma, la gallucci ha visto che il prodotto funziona e adesso si fa distribuire. Niente più conto deposito, ma pagamento entro novanta giorni. Prima la rappresentante veniva una volta al mese, ci teneva a far vedere le novità, lasciava pure in omaggio una decina di cd per noi e per i clienti.
Adesso viene due/tre volte l’anno, le novità le manda via mail e ti propone la settima e la tredicesima come fanno tutti gli altri.
Ordini sei copie e una è gratis, per i titoli più gettonati ne devi ordinare dodici e una è gratis.
Tutto il resto lo paghi, venduto o non venduto. Poi puoi fare le rese, certo, ma di solito non più di due l’anno e una sempre dopo natale.
Realisticamente, va bene quando ti mandano con la tredicesima duecento copie dell’ultimo di vespa, perché  sai che, purtroppo, da qui a natale le venderai tutte.
Ma non credo che il libro di panariello sul suo cane riscuoterà un grande successo, quindi cento copie mi sembra esagerato.
Se ne parlava giusto venerdì scorso con la moglie del titolare, perché mi ricordavo di averne ordinate trenta quando è venuto il rappresentante. Ma ne sono arrivate cento. Che per un attimo se l’è pure presa con me, poi le ho fatto vedere l’ordinativo ribadendo che iniziative di questo genere non ne prendo.
E’ il rappresentante che non si fa problemi e intanto, nonostante il numero scritto sull’ordine, manda settanta copie in più, poi dio provvede.
L’avevo visto che era scocciato dal numero ristretto, avrà detto mille volte che la mondadori ci tiene che il libro vada bene, e capirai quanto può fregare a me delle aspettative della mondadori.
Il libro non vale, se ne venderà qualche copia in più a natale e non è neanche detto perché di libri che raccontano di cani ce ne sono parecchi.
Quindi mi sono dovuta attaccare al telefono per rintracciare il rappresentante che naturalmente era introvabile.
Un rappresentante che non risponde al cellulare, non è strano?
No, non è strano, perché il rappresentante guadagna sul cumulo degli arrivi, mica sul pagato. Per cui una si spiega come mai non risponda al telefono nel caso di spedizioni spropositate mentre invece telefona lui quando ritardi a fare ordini sulle ultime megagalattiche promozioni, per le quali devi praticamente riordinare un paio di copie di tutto il catalogo.

Adesso che si sta avvicinando il natale si son fatti sotto tutti, e francamente ce ne sono due/tre che non sopporto. Una è la signora emiliana rappresentante della piemme, che per girare le librerie e fare propaganda si mette i tacchi dieci/dodici e una volta è arrivata col tacco spezzato perché la mattina era andata in una libreria del centro, gli si è infilato in un gradino della scalette di sant’ercolano- che sono tremende, io manco col tacco largo due centimetri ci proverei- e si era talmente incastrato che ha dovuto chiedere aiuto per toglierlo.
Che mica appoggiava il piede senza tacco, preferiva tenerlo in sospeso e immagino che goduria per l’altra gamba. Un’altra volta si è sistemata il trucco mentre guardavamo le novità, e si è passata la salvietta profumata sulle braccia. E’ l’unica che chiede sempre di andare un attimino in bagno e ci lascia dentro una nuvola di lacca. Insomma, è proprio il mio tipo di donna.
E non ti molla, ti vuole sfinire, e più la sento parlare con quell’accento esasperato più mi viene voglia di sbattere sul bancone i suoi cataloghi e gridarle che una che parla come lei non può vendere libri, è un’ingiustizia. Bistratta pure geronimo stilton, che già fa schifo di suo, ma sentirlo continuamente chiamare “zeronimo”…

Ecco, alla fine alla ragazza sarda è quasi passata la voglia di  aprire una libreria tutta sua, dice che non aveva pensato a questioni così pratiche… Lo so, non viene da pensare che il libro sia trattato come una merce qualunque, ma basta soltanto aprire qualche volta le spedizioni per rendersene conto. I magazzinieri si vede che cambiano in continuazione, quindi c’è il periodo di quello che impacchetta due libri in uno scatolone da venti chilogrammi e poi lo gonfia di polistirolo – così appena apri salta tutto in aria- e quello che ficca giù fino all’impossibile, e il libro lo tiri fuori a forma di onda. Subito ti poni il problema del reso, perché io un libro ridotto in quel modo non lo compro e non mi aspetto che lo facciano gli altri.

… non mi viene una chiusa adeguata, mi sembra di non aver detto tante di quelle cose…

 
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