Creato da: 72rosalux72 il 04/06/2004
"Confermo i miei atti e rido dei miei castighi. E adesso condannatemi".

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Post N° 355

Post n°355 pubblicato il 02 Giugno 2007 da 72rosalux72


Siccome io sono faziosa e a differenza di altri non mi vergogno a dirlo, diciamo che non piglio per oro colato tutto quel che dice “il giornale”. Già in passato, e ne ho parlato anche qui, più di un’inchiesta lanciata dal giornale come sensazionale lavoro di denuncia si risultò poi essere soltanto diffamatoria e con chiaro intento politico. Basti ricordare la letterina di scuse in prima pagina che feltri dovette scrivere a di pietro, dopo averlo bastonato per due anni.
La repubblica, che in quanto a cronaca nera è una mondezza come tutti gli altri quotidiani, si distingue invece per la bravura dei suoi cronisti politici. Già due di loro ebbero l’onore di essere spiati da renato betulla farina per le loro inchieste sul sismi, e in questi giorni carlo bonini sta intensamente scrivendo sulla faccenda visco-speciale, con toni specularmente diversi da come ce la racconta il giornale.
Oggi per esempio ha scritto quanto segue sotto.


«NELL'EPILOGO, dunque, il generale di fanteria Roberto Speciale da Petraperzia (Enna), "Ciccio il comandante", come ama farsi vezzeggiare dai suoi amici forzisti e di Alleanza nazionale, non batte i tacchi. Nella sua uscita non c'è traccia di uno di quei suoi "Ossequiosamente obbedisco", "Subordinatamente La saluto", con cui per dodici mesi ha omaggiato un nuovo padrone politico cui scavava la fossa. In trenta minuti di colloquio in via XX Settembre, comunica al ministro dell'Economia Padoa-Schioppa, che gliele chiede, che lui alle dimissioni "non ci pensa nemmeno". Si fa mettere alla porta e destituire dal comando con effetto immediato lasciandosi offrire un posticino alla Corte dei conti (che forse accetterà, o forse no).

Perché questo contemplava il format che il centro-destra aveva scritto e che con diligenza lui ha interpretato in queste due settimane. L'uscita di scena doveva essere rumorosa. E rumorosa è stata. Perché, da oggi, in un'ultima operazione di "spin", rumore possa chiamare altro rumore ("La destituzione è un golpe". "Un attentato alla Costituzione". "Un'esecuzione gappista") convincendo il Paese di essere rimasto orfano di un generale "spezzaferro", di un "civil servant", che non si è piegato all'arroganza della politica.

Roberto Speciale non è stato né l'uno, né l'altro. Roberto Speciale è un fungo cresciuto nel sottobosco in cui, per cinque anni, il centro-destra ha coltivato un disegno di controllo degli apparati che doveva avere nell'intelligence politico-militare, il Sismi di Nicolò Pollari, e nelle Fiamme Gialle, un nuovo potente e pervasivo strumento di controllo e intervento a uso politico. Un grumo di potere non più misterioso almeno da quattro anni. Di cui il governo di centro-sinistra conosceva e conosce uomini e coordinate. Di cui ha fatto le spese (la campagna sul caso Unipol, le intrusioni abusive nelle anagrafi tributarie, il sistema di spionaggio illegale in Telecom). Ma a cui sin qui non ha voluto (o potuto) mettere mano. Per insipienza, per miopia, per divisioni interne. E a cui oggi sacrifica, non a caso, il viceministro Vincenzo Visco (l'unico, a quanto pare, ad aver avvistato per tempo "criticità" che altri non hanno voluto vedere).

Eppure, non era necessario un indovino per intuire come sarebbe andata a finire. Per comprendere quale fosse la posta in gioco. Nell'autunno scorso, con l'uscita di Pollari dal Sismi, Speciale perde il suo mentore e rimane unico custode della potente macchina che, nel luglio 2003, gli era stata consegnata con ben altre e per lui più consone mansioni. E' un Carneade, "Ciccio il comandante". E, in quell'estate, quando decidono di nominarlo comandante generale della Finanza, Berlusconi e Tremonti ne ignorano persino l'esistenza. E' Nicolò Pollari, siciliano come Speciale, che garantisce per lui. Che ne sollecita e impone la nomina.

E' l'uomo giusto, al posto giusto, al momento giusto, ragiona l'allora direttore del Sismi. E' una muffa degli Stati Maggiori della Difesa che a fatica ha superato l'Accademia militare di Modena. Un burocrate furbissimo con un debole per le belle cose (arredi e orologi), la bella gente, i bei luoghi (Capri). Che in dieci anni (dal 1993 al 2003), da poltrone di nessuna visibilità, ha coltivato una fitta rete di benevolenze. Ha comandato infatti il primo Reparto dello Stato maggiore Esercito e quindi il primo Reparto dello Stato maggiore Difesa, da dove ha controllato "il personale" (avanzamenti e stato giuridico della truppa e dei quadri ufficiali. Per un periodo anche la leva).

Nell'estate 2003, Pollari ha bisogno di una testa di legno che governi per conto terzi (per suo conto) la Guardia di Finanza. Il tempo necessario al governo di centro-destra per varare la riforma che (come per l'Arma dei carabinieri) dovrebbe consentire di nominare al comando del corpo un proprio generale. Che prepari cioè a Pollari, generale di corpo d'armata delle Fiamme Gialle, il suo grande rientro quando si tratterà di lasciare il Sismi. E' un piano di cui Pollari si compiace e che Speciale racconta in giro, vantandosene. Pollari dispone. "Ciccio" esegue. Il Sismi si gonfia di ufficiali della Finanza e, va da sé, anche del figlio di Speciale, cui per qualche tempo viene affidato (con esiti disastrosi) il centro di Abu Dhabi. Speciale ridisegna i vertici del Corpo con organigrammi dettati da Pollari e dal suo delfino, il generale Emilio Spaziante, che dalla Lombardia (di cui controlla ogni ufficiale) viene portato a Roma, come capo di Stato Maggiore. Speciale fa e disfa, ritenendo di non dover neppure informare il suo comandante in seconda.

Poi, il piano Pollari va a farsi benedire. E con lui la direzione del Sismi e l'osmosi tra la nostra intelligence militare e le Fiamme Gialle. Speciale resta il solo garante, con pieni poteri di comando, di una ragnatela pazientemente tessuta per quattro anni. Di un apparato che è stato il braccio operativo dell'esecutivo di ieri, oggi opposizione. Il tentativo di Visco di cominciare a intaccarne i gangli (Milano) è troppo. Ma è anche una magnifica occasione. L'operazione può cominciare. E Speciale ne conosce l'epilogo. Si aggiusterà la fascia in vita e si farà saltare come un martire nel governo di centro-sinistra. Forse, farà qualcosa di più. Se è vero, come dicono quando ormai è notte, che oggi, da destituito, sederà ai Fori imperiali nel palco autorità della Festa della Repubblica. Se è vero che in queste ore lo accende l'idea di mummificarsi in Viale XXI Aprile ricorrendo a qualche tribunale amministrativo contro la decisione del governo».

 
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Commenti al Post:
hidrogenium
hidrogenium il 04/06/07 alle 01:28 via WEB
Viene da dire "c'è del marcio in Danimarca" e il marcio c'è ma nn bisogna arrivare fino in scandinavia basta guardarsi dentro. A sentire la destra sembra che il generale Speciale fosse una sorta di generae Clark colui che a capo degli alleati sbarcò a Salerno e risalì fino a Roma...Invece Speciale era proprio una pedina importante che il governo passato aveva messo al post giusto e che appunto serviva a gettar discredito su personaggi del governo e appunto toccava a Visco in qualità di viceministro con delega alla Finanza. Era scomodo Visco, era già pronto l'ennesimo carteggio di false notizie da dare ai giornali amici come se nei 5 anni precedenti la destra fosse stata immune da spostamenti vari. Ridcolo poi Fini nel faccia faccia con Bersani che per raccogliere consensi ha definito "porcata" la manovra di allontanamento del generale senza tener conto di quelle fatte dal governo di cui faceva parte, basti pensare alle leggi ad personam del berlusca per allungare i suoi processi per arrivare alla legge elettorale che ora tutti i suoi promotori vogliono cambiare. Peccato che il sig. Speciale per il suo allontanamento prenderà un esborso allucinante con il quale si consolerà della perdita del posto di prestigio e comando che gli era stato generosamente elargito.
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ecogipa
ecogipa il 04/06/07 alle 11:25 via WEB
quello che risulta evidente(da me da molto tempo) è che la questione morale non è mai stata di nessun partito....tanto meno per la sinistra.mi spiace che si continui a negare l'evidente, pensa solo per un istante....se il caso viscofosse successo a destra......altroche normalità.i distinguo della sinistra restano sempre, ma i fatti sono eclatanti...dalle cooprosse fino a visco.ciao
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Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 04/06/07 alle 21:39 via WEB
ehhhh...tu dici che i fatti sono eclatanti. quali? quelli che ti ha raccontato il giornale? su la repubblica ci sono altre notizie, diciamo che per par condicio mi pare corretto dirlo, A MENO CHE il solo punto di vista legittimo sia quello del giornale. per esempio oggi su la repubblica c'è un mega articolo che spiega perbene come speciale sia stato solo una pedina di pollari fino a giungere all'ultimo atto, la retrodatazione dal 2 giugno al 30 maggio di decine di nomine dentro la gdf preparate da speciale. scommetto che il giornale non ne parla. il marcio, caro mio, c'è da molto prima che visco fosse viceministro. e se stiamo a contare tutti i casi poco limpidi accaduti durante il governo del berlusca non la finiamo più, eppure mi pare che nessuno si sia dimesso, a parte storace ma lì era davvero troppo sputtanato. ciao
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ecogipa
ecogipa il 05/06/07 alle 09:45 via WEB
tu vedi marcio a destra,io a sinistra....quindi c'è del marcio in entrambi gli schieramenti. la difesa ad oltranza di Visco, di Prodi e gli amici banchieri, di fassino e gli amici banchieri e assicurativi, Dalema con i palazzi acquistati nel centro di roma a pochi soldi, di rutelli e letessere fantasma del partito, degli amici speciali del portavoce del governo. staremo a vedere come andrà a finire.Ma se nella maggioranza c'era di pietro che voleva lasfiducia di visco.....allora è meglio che siatu a rivedere la storia. ogni giorno a sinistra succede qualcosa....ma mai positiva.Berlusconi per voi è un incubo, io so solo che prodi è un fallimento,dopo sei mesi prodi bis......almeno a destra erano uniti.voi a sinistra perora restate uniti soloper le poltrone....enon dirmi l'incontrario. ora faccio un'altra esamina. G8 colpa di berlusca se i centri sociali hanno devastato genova....vediamo se anche in germania ècolpa di berlusconi oppure dei galantuomini dei centri sociali. base di vicenza colpa di brlusconi....mi sembra che prodi riceva fischi e non applausi, ma si sa ècolpa di berlusconi che manda i ragazzaci travestiti da centri sociali. nessunodei centri sociali ha i coglioni di andare in cina nell'anniversario di piazza tienamen......forti con i deboli deboli con i forti.ah dimenticavo tutto questo compreso visco è colpa di berlusconi, anche dei pedofili, di tutti gli omicidi dell'efetto serra, se piove a luglio...ecc....tristezza.
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Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 04/06/07 alle 23:07 via WEB
Il voto di mercoledì al Senato sarà un voto tutto politico. Nel mirino della destra c'è il viceministro Vincenzo Visco non perché si sospettino davvero pressioni indebite sui vertici della guardia di finanza ma perché Visco è considerato simbolo stesso della lotta all'evasione fiscale. Il voto di mercoledì sarà anche, forse soprattutto, un ennesimo momento di sconsiderata propaganda. La destra ha tutto l'interesse a consolidare l'immagine di un governo in fibrillazione permanente, sempre sull'orlo dell'abisso, assai più profondamente diviso di quanto non sia effettivamente. In sé sarebbe una strategia legittima, se pur non certo responsabile. Il punto dolente è che per ottenere questo effetto la Cdl adopera sfacciatamente le pedine che ha disseminato ovunque negli anni del governo Berlusconi. Dietro questa torbida e pretestuosa vicenda spuntano tuttavia ombre anche più allarmanti. In questi giorni sono volate parole preoccupanti, accenti temibili. Soprattutto nella levata di scudi nazional-alleata era evidente la richiesta di sottrarre i vertici militari al controllo della politica, vistoso il tentativo di solleticare l'orgoglio di casta dei militari ergendosi a paladini delle forze amate e indicando nella sinistra il loro nemico. E' un gioco tanto sporco quanto rischioso. Il controllo della politica sull'autonomia delle forze amate è un pilastro della democrazia, ma non sarebbe il primo a crollare sotto i colpi di maglio della destra e della sua cultura. Anche peggiore la tentazione di spingere le forze armate a schierarsi contro una parte politica. Certi giochi si sa come cominciano, non come finiscono, e la levata di scudi di ieri, da parte del Cocer dei Carabinieri, a favore del generale Speciale non è un buon sintomo. Si agitano anche altre ombre dietro lo scontro tra Visco e il vertice della Guardia di finanza. Il ministro Parisi si è ieri molti indignato per un articolo uscito su "Repubblica" nel quale il vicedirettore Giuseppe D'Avanzo indicava l'oscuro gioco di alleanze nel quale Speciale è coinvolto a pieno titolo, definendolo una sorta di "nuova P2". Non so se sia davvero giustificato il paragone con la loggia di Gelli, ma di certo da molti mesi si moltiplicano i campanelli d'allarme, che ormai sono piuttosto campanacci a distesa: spionaggio, intercettazioni, dossier. In questa situazione, se qualcosa si può rimproverare al governo non è l'aver rimosso il generale Speciale, ma l'averlo fatto con immenso ritardo. Nella medesima situazione un voto compatto dell'Unione, mercoledì a palazzo Madama, dovrebbe essere certo senza ulteriori discussioni. Ma l'esperienza insegna a che al Senato nulla è mai certo e il brivido accompagna per definizione ogni voto. Si vedrà. Quel che però si può dire con certezza sin d'ora è che eventuali defezioni nell'Unione si spiegherebbero con ragionamenti e calcoli che col caso Visco-Guardia di finanza non hanno proprio nulla a che spartire.
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ecogipa
ecogipa il 05/06/07 alle 09:47 via WEB
lap2 per ora è prodi bis......e non è certo meglio di gelli.
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Anonimo il 05/06/07 alle 10:10 via WEB
Non so cosa darei per avere la tua capacità di analisi. Grazie per le preziose informazioni, grazie davvero.
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carlofedele
carlofedele il 05/06/07 alle 14:55 via WEB
quello che mi colpisce di più è come mai questo governo rifugge da un dibattito pubblico sul caso Visco e decidendo le "dimissioni" di questi gli dà praticamente torto e non spiega le ragioni reali del polverone sollevato dalle destre rispetto ai fatti realmente accaduti e dove addirittura sembra che Visco avesse pienamente ragione nella controversia Milano e Lombardia. Delle due l'una: o sono rincoglioniti a tal punto di farsi ancora aizzare contro l'opinione pubblica senza profferir parola come ormai pare prassi o essi stessi hanno scheletri negli armadi ed allora è meglio tacere. L'Italia strana, l'Italia dei misteri...
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Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 05/06/07 alle 16:02 via WEB
E' noto anche ai sassi che la sinistra ama smodatamente il giochino del "complotto", soprattutto quando è interessata a distogliere l'attenzione pubblica da qualcosa di poco chiaro che riguarda la sinistra...strano che ogniqualvolta si senta odore di marcio a sinistra, la sinistra stessa, tramite i suoi altoparlanti mediatici o giudiziari, tiri in ballo la P2, la CIA, Il Papa, gli intrighi internazionali ecc ecc ecc... Per carità, ognuno si diverte con quel che può...peccato che nel caso Speciale-Visco, da una parte ci sono documenti e verbali che inchiodano Visco alle sue pressioni indebite e sospette...dall'altro ci sono solo chiacchiere. Complottarde, fantascientifiche, magari anche affascinanti...ma solo chiacchiere indimostrate e indimostrabili. Un po' come la bufala colossale di Deaglio, smascherata nella sua malafede da un giorno all'altro. In perfetto stile comunista: calunnia, calunnia, qualcosa resterà.
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pelino55
pelino55 il 06/06/07 alle 19:33 via WEB
Quando un militare, e Speciale lo è, viene rimosso, a torto o a ragione, tace e se ne va. Se obbietta viene meno al suo dovere di fedeltà allo Stato ed io comincio ad insospettirmi.
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ecogipa
ecogipa il 07/06/07 alle 16:44 via WEB
infatti egli dice obbedisco.....ma se un generale viene rimosso perchè non è fedele allo stato perchè lo si premia con un incarico? E' come se io nellamia azienda vado contro al direttore e invece di licenziarmi mi premiano in un posto in consiglio di amministrazione....bingo. e se fosse stato dato un posto perchè stesse zitto? dillemma unipol
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pelino55
pelino55 il 10/06/07 alle 00:26 via WEB
Il governo, parlo di questo, non quello di prima, non è un'azienda. Le logiche sono diverse, frutto di mediazioni interne. Anch'io non gli avrei proposto la corte dei conti. Forse uno come direttore dell'Ansa, vista l'abilità nel fare uscire notizie riservate. Ma, al suo posto, starei tranquillo: già me lo vedo come presidente di qualche ente o parlamentare alla prossima legislatura come l'altro suo collega, Berruti.
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Anonimo il 07/06/07 alle 14:33 via WEB
http://blog.libero.it/piazzaalimonda/commenti.php?msgid=2809147&id=29692#comments .....................................................................Un consiglio per un post da leggere...ciao
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ascaso1974
ascaso1974 il 08/06/07 alle 18:40 via WEB
Ho il timore, perchè piacere non farebbe rivedere certo squallore, che si stia assistendo ad una vicenda in qualche modo simile a quelle già organizzate da quest'opposizione sin da quand'era maggioranza. Lo stesso Igor Marini fu presentato come un personaggio decisivo, pronto a rivelazioni epocali che avrebbero cambiato politica e storia: pochi giorni dopo tacque asfissiato dal cumulo delle sue mistificazioni e delle sue calunnie. Le destre, che ghigno in faccia avevano presentato Marini come il loro asso nella manica, tacquero fragorosamente. A tutt'ora, incidentalmente, mi domando chi fosse il mandante politico di tutto quel ciarpame: si trattasse di invenzioni del solo Marini, non se ne capirebbe lo scopo, e l'individuo in questione verrebbe venduto a filetti a frenologi e collezionisti di tutto il mondo. S'è passati, in pochi anni, attraverso casi come quello, e come il fantomatico Dossier Mitrokin (un'arma così sprovvista di credibilità da finire, in frammenti ben imballati, nelle soffitte dei quotidiani che se ne fecero promotori), fino a Scaramella, più recentemnte: un altro personaggio che doveva destabilizzare l'italica politica (centrodestra escluso, ovviamente) e che invece tre giorni dopo l'anteprima s'era ridotto a far ridere l'ospedale inglese in cui era fuggito mascherando come agonia la sua fifa di finire davanti ad un giudice; di lui resta ai posteri l'imitazione di un contaminato con pochi minuti di vita: la performance durò fino al mattino successivo, finchè qualcuno gli fece notare che s'era dimenticato, gisutappunto, di morire contaminato (sarebbe stata una prodezza, visto che non era contaminato da null'altro se non le panzanate che Guzzanti Senior gli aveva chiesto di dire). Di tutto questo resta lo squallore, la mancanza del dovuto e legittimo pubblico disgusto, visto che si tratta di operazioni volte a falcidiare avversari politici supinamente all'opposizione, prima, e legittimamente al governo, poi. I mandanti politici s'intuiscono, quando addirittura non si sanno; la connivenza della stampa di famiglia pure. Lo sdegno s'è perso, sommerso dal fragore con cui certi personaggi vengono presentati prima che lo zelo di qualche onesto o la misericordia del caso provvedano a chiuderli dove meritano. Il caso del generale Guai-A-Chi-Lo-Tocca mi preoccupa ben di più. Se, e sono curioso di saperlo, dovesse emergere che non si tratta del martire che vorrebbe sembrare, quanto piuttosto d'un ennesimo sabotatore del quieto governare (eufemisticamente Padoa Schioppa ha detto questo, grosso modo), non solo si tratterebbe dell'ennesimo caso di questo tipo, presentato pure questa volta come un crimine da chi invece non conosce rispetto per nessuno e agisce in modo ben peggiore; in questo caso viene davvero da chiedersi quanto d'altro stia marcendo là dentro, a così alti livelli non di partiti e potentati, bensì di organi delicati e presumibilmente terzi ai politici intrighi, come per esempio la guardia di finanza. Il precedente ministro degli interni chiamava eversori perfino quelli come me, ma a questo punto l'eversione è in operazioni (mal riuscite) come il dossier Mitrokin, e nei mandanti politici di personaggi come Marini, Scaramella e (forse) Speciale. Tutto in onore della virulenza con cui certa politica cerca dell'avversario non la sconfitta ma l'eliminazione, che si tratti di governo o d'opposizione.
(Rispondi)
 
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