Rosa Luxemburg

Post N° 392

Non si capisce perché una forza politica che dichiara di volersi staccare dagli estremi poi candida uno che dice da solo di essere fascista. Non credo che in spagna o in germania avrebbe trovato posto nei maggiori partiti di centrodestra uno che va in giro ad appendere immagini di franco o hitler.
Da un punto di vista antropologico, diciamo così, invece certe candidature del pdl sono assolutamente azzeccate; qualche volta ho provato a spiegare perché trovo la destra italiana cialtrona e cafona - mi si perdoni la sintesi - ma al cospetto dei nomi che saranno nelle liste in posizione più che rassicurante, direi che non c’è manco più bisogno di spiegare.
A parte ciarrapico, che si sapeva da un pezzo che è fascista, e comunque trovo più grave il suo passato di bancarottiere, di ombra di andreotti di azzeccagarbugli negli affari della grande editoria, ci sono nomi degni di molta più attenzione.

L’ex generale speciale viene a pigliare il suo scranno nella mia regione. Proprio oggi la posizione di visco è stata archiviata, mentre il generale continua a essere indagato per quei viaggetti di piacere in compagnia di famiglia e amici con gli elicotteri della guardia di finanza. Una volta eletto probabilmente si batterà per maggiori finanziamenti alla difesa, si sussurra da ministro. Wow! Centinaia di migliaia di euro spesi per portare amici e pesce fresco in montagna – e il pesce fresco in montagna, ammettiamo, è cafone- e poi magari si lagnerà che i finanzieri non hanno la benzina per la macchina.
E a me i militari smargiassi mai piaciuti.

Tal stefio, credo, insomma, uno dei compagni di ventura del povero quattrocchi ucciso in iraq anni fa. Ricordo che lui stesso dichiarò di non aver mai fatto politica perché troppo impegnato col lavoro, e qui mi trattengo perché fare battute su chi guadagna sui guai degli altri lo trovo osceno. Per gli altri. Resta da capire come mai adesso abbia trovato il tempo e quale contributo porterà come parlamentare uno che si faceva pagare per fare nonsocosa in un paese in guerra.
E a me i mercenari mai piaciuti.

Renato farina.
Ora, io riesco a comprendere la candidatura di ciarrapico, chè in fondo è un editore e di propaganda c’è sempre tanto bisogno; capisco anche quella dell’ex generale speciale, chè a un alto militare ribellatosi al governo di centrosinistra cui doveva prestare servizio, si può riuscire a fargli fare la figura di eroe; e alla fine riesco pure a capacitarmi del mercenario che va in iraq per guadagnare i soldi, perché mi sa che dovrebbe far presa l’idea dell’uomo coraggioso scampato al pericolo mortale.

Ma renato farina no. Renato farina non riesco a giustificarlo nemmeno se mi ci metto di punta una settimana. Non sono in grado di trovare un unico, fievole, impercettibile motivo per ammettere, pur nolente, che la sua candidatura possa in qualche modo affascinare.
Ha tradito il suo mestiere di giornalista vendendosi al servizio segreto italiano in nome di una “quarta guerra mondiale contro l’islam”, che anche nell’alto dei cieli stanno ancora sghignazzando; ha taroccato i fatti, ha truccato le interviste, perché mica sono professionali le interviste fatte con le domande che ti passa il sismi.
Ha tradito i colleghi.
Dico, ha tradito i suoi colleghi. Ha dato informazioni su due giornalisti di repubblica, ha detto a pio pompa dove andavano e cosa avevano intenzione di fare. Poi uno così sarà parlamentare, farà discorsi sulla morale, immagino, sul filone tanto in voga del “ fate come dico, non fate quel che faccio”.
E a me i traditori mai piaciuti.