Creato da survivant il 20/06/2008

L'arte di vivere

per non sopravvivere

 

 

Il cammino

Post n°84 pubblicato il 16 Luglio 2017 da survivant

Sono un po' di giorni che mi frulla in mente quello che mi è successo per la camminata al lago come metafora della vita che sto conducendo adesso.
Se ne potrebbe trarre tre insegnamenti.
Quando ci si prefigge di raggiungere un obiettivo solo con le tue forze spesso non ci riesci.
Quando ti rassegni a non raggiungerlo sapendo che hai fatto tutto quello che potevi fare. Torni indietro senza pensarci più....è proprio quello il momento in cui succede qualcosa che ti fa raggiungere quell'obiettivo che avevi accantonato.
Che lungo il cammino le persone si incontrano. Non devi necessariamente cercarle. 
E ultimamente appaiono persone a me affini. Spuntano dai luoghi più impensabili. L'altro giorno mi sono confrontato con una persona che aveva fatto il cammino di santiago. Lei è un amica di un amica di Frida, la mia amica cinofila.
Lei ha un bellissimo blog in cui ha documentato il cammino che ha fatto nell'ultimo anno. Un cammino fatto di cose che prima non aveva neanche tentato di fare per paura. L'ho sentita molto affine a me. Stava provando esattamente quello che sto provando io. Così le ho copiato il "pezzo" del lago perchè parlava proprio di questo. E con mio grande stupore si è emozionata. Mi ha supplicato di scrivere un libro. E io ci sono rimasto di sasso. Perchè io ero li per parlare di lei....non di me.
Ma tutti questi incontri sono speciali. Le delusioni con le persone non mi scalfiscono più perchè non pianifico. E perchè per tante che mi deludono ne appaiono continuamente di nuove.
E poi ho iniziato a cambiare punto di vista. Partendo da una scoperta meravigliosa. In quelle due settimane di vacanze sono stato meravigliosamente bene con una persona: ME! In modo totalmente inaspettato direi. Ma significa che ne sono capace. Che posso rievocare nel momento del bisogno quelle sensazioni.
E sopratutto posso iniziare a pensare a quello che ho, piuttosto che a quello che mi manca.
E ho tanto. Ho persone che stanno sempre di più entrando nella mia vita. Che si stanno affezionando.
Ho la mia meravigliosa pastorina tedesca con cui stiamo facendo un cammino speciale che si chiama relazione.
Ho la mia musica, la mia pagina di canzoni suonate ed interpretate da me che con un pizzico di immodestia non è affatto male.
Ma soprattutto ho una cosa che a molte persone manca.
La libertà di essere cosa voglio e la possibilità di realizzare quello che sogno.
E' veramente tantissimo. Pensare che non me ne rendevo conto.

 
 
 

Gli imprevisti

Post n°83 pubblicato il 06 Luglio 2017 da survivant

Stanno ormai finendo questi giorni di vacanza. E' ormai lo posso dire. Niente è andato come me lo sarei aspettato. In realtà avevo solo un aspettativa nello scegliere questa meta. Di poter fare ogni tanto delle passeggiate con la mia "amica" valdostana che avevo conosciuto su fb e con cui l'anno scorso avevo fatto un sacco di passeggiate. 
Ci siamo visti una volta in due settimane. E pure quella volta ci siamo scambiati due parole. Perchè lei ha camminato un chilometro avanti rispetto a noi e quando siamo arrivati alla meta lei doveva farsi i selfie e fotografare le montagne per metterle sul suo gruppo. Insomma non proprio quello che mi ero immaginato. Eppure.....
eppure ho passato delle giornate magiche. Sospeso nel tempo. Ho visto posti meravigliosi. Ho superato i miei limiti. Come diceva Baglioni cos'è che mi fa andare avanti e dire che non è finita? Sono stato tutto il giorno in compagnia della mia fedele compagna quadrupede. E soprattutto ho fatto un sacco di incontri in queste vacanze solitarie. Tante vite hanno incrociato la loro con la mia. Anche semplicemente per pochi minuti ma sempre incontri ricchi di umanità. Perchè si sa, per i sentieri di montagna si diventa tutti un po' compagni. Nella mia vita sono sempre stati gli imprevisti quelli che hanno trasformato una giornata normale in una giornata indimenticabile.
E riguardo a questo la giornata più mitica è stata certamente l'ascesa al lago Pietra Rossa. Avevo guardato il tracciato su internet, ma non avevo mappe. Durante la parte facile del percorso avevo incontrato due anziani con cui avevo amabilmente scambiato due parole mentre li superavo. Io ammiro sempre gli anziani che si fanno le camminate in montagna. Lui aveva uno zaino degli alpini con tutti gli adesivi. Chissà...magari lo era stato. Fatto sta che arrivo al primo lago e sbaglio incredibilmente strada. Ma di brutto. E sbagliando strada mi trovo proprio di fronte ai due anziani che avevano fatto un giro diverso da quello ordinario. Ci salutiamo di nuovo. Il mio cane gli fa le feste. E parlando parlando gli dico che non sono riuscito a trovare il sentiero. E lui senza esitazione tira fuori una cartina nuova di zecca e mi fa vedere il percorso giusto. Non avevo visto proprio il sentiero al bivio. E già qui sarebbe interessante. Ma lungo la via trovo un bambino e suo nonno. Un genovese che dopo la pensione si era trasferito in Valle. E mi dice di stare attento perchè sul sentiero c'è la neve e dunque di non aver paura ma semplicemente seguire le tracce sulla neve.
Così arrivo a quel punto. E' una distesa di neve a perdita d'occhio. Sembra di stare al Polo. Però vedo le tracce sulla neve e mi dico. Vabbè che sarà mai un po' di neve......
Peccato che la neve aveva coperto i segnali e che le tracce arrivavano in cima al ghiacciaio. Poi ho scoperto che erano tracce lasciate da sciatori fuori pista che settimane prima erano andati a piedi in cima al ghiacciaio. E dunque io e il mio cane ci troviamo alle prese con crepacci, rocce da scalare, dispersi sulla montagna. Con anche attimi di panico nel non sapere come proseguire nè tornare indietro....
Così mi rassegno. Non troverò il lago ma è stata lo stesso una splendida avventura. In qualche modo riesco a tornare indietro. Mi ritrovo di nuovo sulla terra asciutta e mi avvio verso la macchina.
Ma mentre scendo incrocio un ragazzo che sta venendo su spedito. Mi chiede affabile: ma quello laggiù è il monte bianco? E io gli dico non so......può essere. Iniziamo a parlare e io gli dico: ma stai andando al lago pietra rossa? Perchè guarda che è tutto pieno di neve e io mi sono perso perchè la neve ha sepolto i segnali. E lui mi dice: ma io so dov'è. Ci sono già stato. Vuoi venire con me? Che non è così lontano. Intanto Il mio cane inizia ad abbaiargli contro. Ha percepito la sua paura per i cani. E mi dico: adesso sono fottuto. Non mi accompagnerà più. E invece andiamo su insieme. Facciamo una parete quasi verticale nella neve puntando gli scarponi come dei novelli Messner, con la mia pastorina tedesca che sembra una scalatrice da neve provetta. E che addirittura arriva a fare le feste al ragazzo. Che si scopre essere di Praga trapiantato all'estero da anni. E che da piccolo veniva in Valle, motivo per cui aveva portato lì la moglie e il figlio. Piccoli frammenti delle vite altrui. Ma che mi fanno star bene. Perchè amo le persone. Amo le loro storie. E alla fne arriviamo al lago. Ed è uno spettacolo fuori dal comune. Una cosa che non succede mai in Estate. Il lago è per metà ghiacciato creando uno scenario da banchina polare. Con lastre di ghiaccio che galleggiano e zone totalmente ghiacciate. Uno spettacolo che non avrei mai gustato senza tutta quella serie di coincidenze assolutamente impreviste.
E ripensandoci so già che questa avventura rimarrà nella mia memoria e nel mio cuore per sempre. Proprio perchè le cose inaspettate alla fine sono quelle che ti danno sempre più emozione.

 
 
 

Tra palco e realtà

Post n°82 pubblicato il 23 Giugno 2017 da survivant

E così stasera è l'ultimo giorno. Domani parto. Immerso in una dimensione magica. Ho proprio bisogno di staccare. Di ricaricarmi con i paesaggi della Valle d'Aosta. Quando il sole tramonta tardissimo e le montagne si colorano di rosa. E in quell'istante ti senti che basti a te stesso.C'è un film meraviglioso che si chiama single ma non troppo che mi sono visto di nuovo in questi giorni e che ha questa frase finale:
Il punto di essere single è che devi assaporarlo, perché in una settimana o in una vita intera, potrebbe capitare soltanto un momento……un unico momento in cui non sei legato in un rapporto con qualcuno: un genitore, un animale, un fratello, un amico. Un momento in cui basti a te stesso…e sei davvero, profondamente single. E poi…..non c’è più.
Sono stato accusato di fare vacanze solitarie invece di scegliere vacanze in villaggi turistici pieni di gente come a far pensare che non voglio stare con la gente.
E allo stesso tempo di aver un bisogno smodato della gente perchè non riesco a stare da solo.
Io credo che come al solito la verità sta nel mezzo. E che bisognerebbe avere la capacità empatica di entrare nei panni degli altri per capire davvero una situazione.
Non penso di essere un asociale e neanche di essere uno che piange dalla mattina alla sera. Credo in realtà di aver fatto dei passi enormi rispetto a un anno fa quando ero nella stessa identica casa ma con pensieri molto diversi da oggi.
E alla fine conta solo quello che penso io di me stesso. 
E penso che sono stato forte e che mi assaporerò questi giorni meravigliosi con spirito di avventura e apertura così come ho fatto in tutti questi mesi.




 
 
 

Ma tu come mi vedi?

Post n°81 pubblicato il 19 Giugno 2017 da survivant

Mi ha fatto riflettere il messaggio di una mia amica che conosco da anni e che abita lontano da me. E dunque quando non ci sentiamo si fa un idea di quello che mi capita guardando le mie foto su facebook o leggendo le cose che scrivo lì. In effetti ci sono addirittura due livelli di virtuale. Questo del blog in cui le persone possono conoscermi solo per quello che scrivo ma non mi hanno mai visto e l'altro, fb,  in cui le persone vedono chi sono e magari mi conoscono anche. Ma in entrambi i casi la realtà è spesso molto diversa da quella che può apparire.
Le dicevo che tra una settimana parto per la montagna e che naturalmente anche stavolta avrei fatto le vacanze da solo. E lei mi ha scritto: ma come mai? Vedo sempre sul tuo profilo foto tue e del tuo cane e dunque non sei solo. Qualcuno te le farà pure !!!!!
A parte che spesso sono passeggiate a 6 zampe, cioè gruppi con cui faccio educazione cinofila, ma un conto a passeggiare anche con 10, 15 persone diverse in un anno, e altro è averci un rapporto di intimità tale da farci una vacanza insieme.
E mi ha fatto pensare perchè non è la prima persona che me lo dice. Insomma mi pensano tutti con un attività sociale fuori dal normale.....
Però chissà....magari rispetto a coppie che vivono ormai da anni insieme e vedono sempre le stesse persone io posso apparire una sorta di miraggio.
E in un certo senso è anche vero. 
E mi ha fatto pensare anche un altro messaggio che mi ha mandato l'altro ieri un'altra mia amica.
Mi ha scritto: noi siamo veri....per questo siamo per pochi.
Boh....mi sorge un dubbio. Non è che tutti vedono qualcosa di cui io ancora non mi rendo conto, ma c'è?
Fatto sta che sono talmente per pochi che mi farò questa bellissima vacanza da solo. Ma il bello della solitudine è anche che è una carta bianca da scrivere......
Ma tu che mi leggi. Come mi vedi?

 
 
 

Marta

Post n°80 pubblicato il 16 Giugno 2017 da survivant

Per me il virtuale è semplicemente un mezzo come tanti altri. Non l'ho mai demonizzato e ho sempre conosciuto persone fantastiche con questo mezzo. Però una delle mie regole è sempre stata portare nella realtà il rapporto che era nato virtualmente. Perchè altrimenti si rischia di vivere in un mondo fatto di fantasia e idealizzato. L'unica eccezione era Marta. Siamo stati amici virtuali per 15 anni. Abbiamo condiviso di tutto, i segreti più intimi e le emozioni più segrete. Però non ci siamo mai sincronizzati. Lei di Verona io di Firenze. Entrambi tendenti a isolarsi quando eravamo in coppia. Per cui quando ero libero io era accoppiata lei e viceversa. L'anno scorso quando ho iniziato questo mio nuovo cammino ho deciso di incontrarla. Ed è stato meraviglioso. Siamo stati a pranzare in un bar all'aperto del centro e abbiamo parlato potendoci finalmente guardare negli occhi. E il nostro rapporto ne ha addirittura guadagnato. Perchè adesso non solo c'è la stessa intesa di prima ma ci siamo resi conto che era tutto reale e non fantasia. Ora lei è felicemente fidanzata ma ha trovato una persona che non la limita e dunque riusciamo a sentirci ogni tanto. Certo non spesso come vorrei o come probabilmente accadrebbe se abitassimo nella stessa città, ma ogni volta che ci sentiamo è come se fossimo seduti in quella piazza di Verona a guardarci negli occhi.
ieri ci siamo sentiti al telefono e le ho confidato le mie difficoltà nel socializzare, nel costruire rapporti profondi. E mi ha sollevato scoprire che per lei era stato lo stesso quando si era lasciata. La sua fortuna fu incontrare un amica che come lei si era lasciata e che quindi aveva tutto il tempo del mondo da condividere con lei. 
E si ritorna al famoso caso. Per quanto tu possa pianificare le cose saranno sempre dei singoli incontri casuali a cambiarti la vita.
Parlando è uscito un pensiero che mi ha colpito.
Viviamo in un mondo perennemente connesso. Con infinite possibilità di incontrarsi e entrare in contatto. Ma al tavolo di un ristorante preferiamo rimanere connessi al mondo esterno piuttosto che alla persona che abbiamo accanto. Perennemente con i nostri cellulari in mano. E ciononostante siamo in un epoca in cui socializzare è diventato un tabù.
Mi ha raccontato che ogni tanto esce con le sue amiche. Da un anno vanno sempre in un locale in cui ha notato che ci sono tavoli di solo maschi e tavoli di sole donne. E mi ha detto: Ma in un anno che andiamo li è mai possibile che nessun tavolo di uomo si sia avvicinato solo per scambiare due parole? Mica per fare chissà che cosa ma almeno per passare insieme una serata? Ma davvero noi donne mordiamo?

 
 
 

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