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No alla censura! Basta con l'imbroglio!

Questo blog è pubblicato in base all'art. 19 della Dichiarazione Universale dei diritti dell'Uomo, all'art. 10 della CEDU, all'art. 11 della Carta di Nizza, all'art. 6 del Trattato sull'Unione Europea, all'art. 21 della Costituzione Italiana.

La libertà d'espressione fa parte del patrimonio giuridico e morale mondiale.

 
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Creato da: lunarossa.1974 il 16/02/2007
Senza nè Santi nè Eroi.

 

 

Un grido di battaglia, oltraggia la memoria dei nostri eroi.

Post n°29 pubblicato il 21 Maggio 2007 da lunarossa.1974

Strano davvero questo Paese, strani i suoi abitanti: tanto temerari da organizzare un corteo di solidarietà per degli assassini.

Un tam-tam, simile ad un grido di battaglia attraversa i centri sociali di tutta Italia: comunicati stampa, slogan incitanti la violenza come unica mossa risolutiva. Siamo tornati paurosamente nel ’68?

Volendo prendere spunto da quegli anni, dove l’intera nazione fu trasformata in un’enorme contestazione di massa, dove ogni piazza ospitava un dimostrante, potremmo senza dubbio ipotizzare l’arrivo di un nuovo fronte politico-militare. Qualcuno sta tentando di ricucire quella tela strappatasi durante gli anni della strategia della tensione.

Che le brigate rosse, siano nuove o vecchie, poco importa, dobbiamo soffermarci sulla cellula madre.

I centri sociali pullulano di ragazzi benpensanti e troppo spesso figli di una borghesia ancora ben radicata, figli degli stessi genitori che durante quell’enorme manifestazione epocale combattevano a loro dire un regime totalitario e regressivo.

La verità è che sono il frutto di una vecchia frammentazione partitica, qualcuno deve averglielo ricordato.

La democrazia rende libero il pensiero e la parola, tuttavia dinnanzi un simile affronto bisognerà usare il pugno di ferro, non possiamo permettere simili oltraggi e soprattutto non dobbiamo permettergli di credere di avere libero arbitrio.

D’Antona fu reso vittima sacrificale; lui come tutti gli altri. Un simbolo, un’icona, un atto dimostrativo. Un baluardo da eliminare.

D’Amato e Napolitano sembrano realmente preoccupati, eppure dovrebbero essere giunti alle mie stesse riflessioni: le BR sono esclusivamente di stampo politico, come tale, hanno alle spalle delle menti tutt’ora al potere, capaci di aizzare e ridare nuovo vigore ad un infame lotta. Non credo le BR, torneranno a risplendere di luce funesta come allora, cio nonostante è responsabilità dei Capi di Governo monitorare le azioni dei vari centri sociali. Primi reclutatori di giovani ignari e pieni di energia: ma anche ingenui ai quali bastano dei bei propositi proclamati dall’alto di un pulpito per capitolare e diventare agenti fedelissimi. Su un sito appare un articolo propagandistico filo-terrorista, firmato da alcuni brigatisti in carcere; Soccorso Rosso Internazionale, Comunista Politico Militare, ricordano terribilmente i fiumi di porpora che inondarono l’intero globo negli anni dedicati alla strategia della tensione.

Un gigantesco terremoto, di magnitudo impressionante, che scosse l’intero globo, e l’intera scala gerarchica mondiale. Nessuna classe venne esclusa. Dagli imperatori, ai capi di governo. Dal cattolicesimo, al buddismo. Dalla borghesia alla classe operaia. Dai rettori agli studenti. Stragi, di manifestanti, da una parte all’altra dell’equatore. Crimini che hanno per sempre buttato un’onta, indelebile,sulla coscienza di molti uomini potenti.

Appare evidente, che in ogni rivoluzione, in ogni resistenza, in ogni guerra, i personaggi son sempre gli stessi: o che si stia dalla parte del ribelle o dalla parte di chi cerca di arginarlo, sempre di popolo trattasi. Entrambi i concorrenti sono e rappresentano il popolo. Il vero colpevole risiede sopra il popolo, e gode di ogni beneficio.

Onore  emerito agli innumerevoli eroi della nostra patria, che nessuno mai possa infangarne il ricordo, infangando anche la nostra memoria.

           
 
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Rapporto Ferns

Post n°28 pubblicato il 17 Maggio 2007 da lunarossa.1974

La vergogna del Rapporto Ferns, datata, il 25 ottobre 2005  dal governo irlandese sta rivivendo l’apice di un tempo. Tale documento mostrerebbe come l’allora Cardinale Ratzinger, insabbiò e ostruì il corso della giustizia su le presunte denuncie di pedofilia a carico di 21 sacerdoti e di come  li tutelò: allontanandoli per un breve periodo dal clamore e reintegrandoli a scandalo finito, nelle stesse chiese dove abusarono dei giovani fedeli (dissacrante?).

Qualcuno si è preso la briga di mettere nel web tale documento e altri lo hanno tradotto in piu lingue in modo che tutto il globo ne sia  a conoscenza. La polemica infiamma in  molti siti  e blog.

Ad accendere gli animi è soprattutto una postilla dell’allora cardinal Ratzinger: lo stesso spiegherebbe agli altri prelati come comportarsi con le tuniche insudiciatesi di pedofilia. Come insabbiare  e sottrarli alle autorità. Noi, chi protegge un criminale lo chiameremmo banalmente complice.

Tali crimini furono perpetrati intorno al 1962: oggi qualche bambino di allora vive ancora, e forse proprio lui ha rimesso in modo la macchina della giustizia.

Di certo si tratterà di una strana congiunzione astrale, tuttavia è cronaca di questi giorni come il Cardinal Roger Mahoney di Los Angeles stia svendendo gli immobili ecclesiastici per far fronte al mezzo miliardo d’indennizzo chiesto e ottenuto dai legali delle vittime.

Guarderemmo di certo tutti con occhi diversi l’attuale Papa e tutto il Pontificio se non ci trovassimo oggi a cozzare contro le loro verità nascoste.

Potremmo definire tutto molto strategico, un duro colpo per tutto il Vaticano, fatto sta che qualcosa di vero cova sotto la brace, fatto sta che la verità fatica sempre molto e trova ben pochi sostenitori.

La Chiesa è fatta e gestita da uomini, i quali non sono esenti ne da difetti ne dall’imperfezione.

Nessuno sano di mente potrebbe mai pretendere che nella Chiesa non accadano certe cose, ma di sicuro pretendiamo che nell’attimo stesso in cui accadono, chi è sopra di essa sia dalla parte della verità e per la verità. Avremmo accettato di buon grado un Papa, o anche un Cardinale che si fosse avventato contro i criminali, lo avremmo guardato con rispetto e ammirazione, ci saremmo sentiti solidali con lui. Tutti anche i laici piu estremisti.

Anche il Santo padre sembra faticare nel riconoscere nella razza umana la capacità di atti disumani, anche la sua anima è ingabbiata.

http://video.libero.it/app/play/index.html?id=d3c8e2a13b3815589f89c1e5d0fa91c1

Guardetevi il video e imparate ad alzare gli occhi sulla verità. 

 

 
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15 maggio: aggiornamento emergenza rifiuti

Post n°27 pubblicato il 15 Maggio 2007 da lunarossa.1974

15 maggio: aggiornamento emergenza rifiuti

 

Dopo interi mesi dedicati a presidiare sull’oasi Wwf,  dopo un non indifferente dispendio di energie e di forze armate, dopo scontri, riunioni e riscontri, sembrerebbe far capolino la fine della disputa.

Notizia di poco fa, Pecoraio Scanio sembra aver dato il suo consenso per l’altra discarica, situata nella stessa provincia, ma lontana dall’oasi e soprattutto pronta ad entrare in funzione.

Mi chiedo  questa alternativa come non sia stata prima presa in considerazione, di nuovo quella sensazione di mal’affare di nuovo l’ombra di qualcuno che non solo non ha dimostrato professionalità , ma anche , forse in buona fede, forse no, alimentato traffici illeciti.

Ministro Pecoraio Scanio, se non ricordo male lei, durante la trasmissione di Santoro (anno zero) dichiarò apertamente che avrebbe tentato in ogni modo non solo, d’impedire lo scempio sull’oasi, ma anche di trovare una valida alternativa.

Il suo servizio geologico avrà anche lavorato bene, ma mai quanto i cittadini di Serre e il suo primo cittadino, visto che da loro viene l’idea dell’altra discarica.

Forse, lei come la Jervolino e il Bertolaso avevate le mani (legate): ed ora davanti questi cittadini instancabili vi siete tutti dovuti arrendere.

Peccato per lo stato d’assedio inutile, peccato per le, seppur piccoli, scene di violenza, come a dimostrare, che quando c’è collaborazione ed onestà una soluzione si trova sempre..

Continueremo imperterriti a vigilare sul vostro operato.  

 
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Basta rifiuti, basta camorra.

Post n°26 pubblicato il 13 Maggio 2007 da lunarossa.1974

Aspettavamo le  forze armate per contrastare la camorra dilagante e padroneggiante, e non per permettere l’apertura della discarica di Serre in provincia di Salerno.

Si è atteso troppo, ora gli animi di tutti i protagonisti sono accesissimi e lontani dall’esser lucidi.

Guido Bertolaso, forse spinto da cattivi consigli, lascia presagire il peggio: un incontro di forza con i cittadini presedianti l’oasi wwf.

Non contento annuncia atti di forza nelle altre 4 zone che si vedranno costruire una discarica: una addirittura nell’area protetta del Vesuvio.

Eppure il Sindaco di Serre, il giovane Palmiro Cornetta, dice di aver individuato delle discariche abbandonate che potrebbero risultare una valida alternativa allo scempio che stanno per commettere; proprio oggi una riunione in tutta fretta doveva studiarne i particolari, ma qualcuno ha fatto in modo che qualche meccanismo si inceppasse.

Lo sappiamo tutti, i rifiuti non trovano posto perche a governare non è la politica pulita, ma politici corrotti e camorristi.

Tuttavia a nessuno sembra importare, lasciando questi individui da soli e allo sbando.

Forse interessa soltanto a pochi questa notizia, forse dobbiamo davvero farcela da soli, forse si arriverà al peggio e solo allora qualcuno dall’alto scenderà a verificare la tragedia.

 

http://digilander.libero.it/lunarossa.1974/raccoltafirme.doc

ciccate e lasciate il vostro prezioso contributo.

 
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Modus vivendi

Post n°25 pubblicato il 11 Maggio 2007 da lunarossa.1974

Nulla spacca di più una società evoluta come il confronto piu prosaico che ci sia: il difficile cammino nel riconoscimento dei diritti umani.

Da sempre voci contrapposte fanno da trampolino di lancio a diatribe e contestazioni di massa, riducendoci tutti ad un cumulo di parassiti.

Non occorrono leggi, non dovrebbero servire ad una popolazione che ha fronteggiato nel corso della sua storia aberrazioni di ogni sorta: dalle esperienze vissute nessuna lezione abbiamo imparato. Noi come i nostri avi, ci ritroviamo a difendere o ad attaccare ora quella, ora l’altra minoranza sociale.

Fervono i preparativi per la giornata che dovrebbe ostentare la famiglia come bene supremo, di nuovo le piazze si tramuteranno in palchi, ospitando la frammentazione partitica di un’Italia sempre piu lontana dal riconoscere e accettare la realtà.

L’amore, non ha connotazione alcuna ne si riconosce in un determinato partito politico o fede religiosa, esso è universale e altamente democratico: non regnano distinzioni o razzismo tra le sue file.

Noi siamo riusciti anche in questo: abbiamo ingabbiato il sentimento piu liberale, in un dogma, in una dottrina. Dovremmo disertare la manifestazione sulla famiglia, lasciare certe rappresentazioni, a coloro che ne hanno fatto un inno per le elezioni, un anatema contro la persona.

Insegnare a taluni personaggi che col divino non si scherza, che son cose serie, che l’amore non ha appartenenza e che soprattutto non s’insegna, ma si attua.

La famiglia rientra in tutto e per tutto nel modus vivendi dell’Amore, in quanto non risulta essere un accordo, scritto o sottinteso, ma un vero e proprio stile di vita.

Basando ogni nostro ragionamento su di esso, verremmo colpiti da un fascio di luce intensissimo, illuminandoci una verità sepolta dal crollo generale del buon senso.

Non appoggerò in nessun modo tale manifestazione, ne accenderò nessuna candela assieme ai contestatori ufficiali: io combatto entrambi i schieramenti.

Schieramenti che si contendono l’unica cosa che è, e deve essere planetario. L’Amore indiscusso per ogni categoria sociale.

Non saranno i DICO ad ucciderci, né il pontificio racchiude la nostra salvezza.

Lo scrigno che racchiude la nostra salvezza vive nella nostra capacità di ragionare col cuore. Regna dentro di noi: è la nostra stessa coscienza.

 

 
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Napoli: i palazzi della Camorra

Post n°24 pubblicato il 08 Maggio 2007 da lunarossa.1974

Napoli sanguina copiosamente: ferita nei fianchi, al ventre. Ora ci si appresta ad infliggergli il mortal corpo.

Fermiamoci tutti.

Tanto per iniziare, puntiamo il dito contro la “cosa” che tiene l’intera Campania sotto scacco matto: la Camorra.

Sempre più forte, sempre piu feroce, sempre meno preoccupata della giustizia: ormai hanno Messo Mano Ovunque.

Napoli non ha Istituzioni, che non siano in qualche modo Gestite dai Clan: la stessa Iervolino, al suo fianco ne ha di Camorristi, o Semplici Simpatizzanti.

Impazza nel Mattone: interi cantieri edili gestiti in tutto e per tutto dalla Camorra; alcuni Clan si fanno la guerra, per vedere chi avrà il diritto di chiedere la tangente a quel Determinato Cantiere.

Infatti lo sventurato imprenditore che non si sia premunito di, Entrare Nelle Grazie del Clan piu potente della zona, dovrà sottostare, pagando il pizzo, a chi  andrà a “Bussargli”.

La Camorra nasce, cresce e si sviluppa, parallelamente al buisness  edile della Campania: a noi il primato dell’abusivismo.

Quest’ultimo, le morti bianche, l’evolversi di una camorra sempre piu ramificata e all’apparenza imbattibile, non sono altro se non le conseguenze di un popolo male educato e di una politica, da sempre incapace di garantire tra Stato e Camorra la doverosa distanza. Non meno una dura linea attua a contrastare tal fenomeno, oserei definirlo, Folcloristico. Per farla breve, in Campania, trovare un cantiere che sia a norma di legge, e priva di Criminalità Organizzata, è come tentare di cercare quel dannato ago, perso da secoli tra la paglia.

Le Licenze rilasciate dai vari comuni, sono di natura Camorristica almeno 5 su 4: difficilmente quel Cantiere di mala gente assicurerà ai suoi dipendenti la giusta sicurezza, il giusto salario, l’inquadramento come legge prescrive, e la salvaguardia all’ambiente. Il Vesuvio, pullula di mega ristoranti, zona rossa violata piu e piu volte, sotto gli occhi di guardie forestali,  e d’interi comuni con Sindaci “Distratti?”.

Tra le varie cose, e di questo ne sono piu che sicura, tutti quei lussuosissimi e sgargianti  ristoranti che costeggiano l’intero diametro del Vesuvio, sono stati per lo più, abusivamente costruiti da Camorristi che ora li gestiscono tranquillamente. Un buon modo per riciclare il Denaro Sporco: accontentando qualche Ingegnere o impiegato Comunale allungandogli generose Buste.

Questi Reati si compiono alla luce del Sole: ogni tanto il povero Carabiniere Preleva, il Piccolo Pesce, che Astutamente Qualcuno gli ha messo nella rete, per poi vederselo tirare fuori dal solito Avvocato e Magistrato. Una mano lava l’altra, insieme lavano il viso.

Invito il Ministro D’Amato, Di Pietro e Mastella, a perdere un po’ di tempo: Spulciate tra i micro-comuni e nei loro archivi, dedicate tempo nello studiare i personaggi Eletti dalla Camorra.

Uomini che dietro il nome del vostro partito d’appartenenza, compiono Reati gravissimi e Truffe allo Stato.

 

  

 

 

 

 
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Degrado nosocomi: istituire pool operativo

Post n°23 pubblicato il 05 Maggio 2007 da lunarossa.1974

La Costituzione ancora una volta schiaffeggia  apertamente i ministri inadempienti: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale Diritto del Individuo e interesse della Collettività”

 

Sta ai ministri nominati, tutelare, visionare, intercedere affinché questo diritto alla salute non resti soltanto un diritto a voce.

La sanità pubblica ha subito nel corso degli anni una dura regressione interna, ha conferma dell’incapacità ancora una volta di governare e dirigere indistintamente ogni istituzione nostrana, anche la più importante come solo la sanità lo è.

Non possiamo classificare gli ultimi fatti di cronaca come “errori umani”, qui siamo ai limiti del reato, qui la distrazione prende la forma di omicidio colposo  e premeditato: la premeditazione risiede nella stessa distrazione.

L’alternativa non può essere  la struttura privata: le normali famiglie, per accedere ai servizi privati dovrebbero andare incontro a forti spese, a volte impossibili per loro da affrontare.

Dovremmo supporre, che chi sceglie come professione quella del medico, o dell’infermiere o portantino che sia, debba fare il mea culpa, per mancato uso di coscienza  e professionalità.

Dovremmo poter pretendere da chi sceglie tale professione, faccia della stessa la sua missione di vita: quindi agire responsabilmente, coscientemente, onestamente.

Se tutti usassero queste peculiarità, oggi l’Italia non si troverebbe in tali condizioni pietose.

Quindi i Ministri devono intervenire: senza piu indugio, e senza piu buoni propositi esclusivamente verbali.

Devono istituire con la massima urgenza un Pool Operativo, organizzato da veri  e propri agenti preposti alla verificazione sul campo, che ogni legge esistente sia a sua volta adempiuta.

Passare al setaccio ogni elementare norma sulla sicurezza, controllare la contabilità degli stessi nosocomi, lo stato dei ricoveri e il mercato che celano; sale operatorie, di rianimazioni, ogni forma di igiene violata: controllare che la stessa struttura sia a norma di legge, verificare che chi ci lavori sia a norma di legge.

Noi possiamo denunciare tutto ciò che vediamo, fotografando e inviando segnalazioni ovunque vengano accolte.

Il nostro silenzio, sommato all’inadempienza di talune figure, rende precario il nostro diritto alla salute, e  quella dei nostri figli

Inviate le vostre segnalazioni in merito 

Grazie 

 
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Rignano Flaminio: fiaccolata di solidarietà per gli accusati di pedofilia

Post n°22 pubblicato il 02 Maggio 2007 da lunarossa.1974

Per il prossimo giovedi è stata indetta una fiaccolata di solidarietà fuori Rebibbia, carcere romano.

Per rafforzare questo sentimento solidale, ad oggi son state raccolte anche 600 firme.

Non sto parlando della vittima di qualche ingiustizia sociale, non sto parlando di un eroe dietro le sbarre, nessun Panagulis, o altro: si darà solidarietà ai pedofili di Rignano.

Ebbene per quel giorno la voglio istituire anche io una fiaccolata, in onore delle vittime inconsapevoli di mostri consci delle loro tremende azioni.

Protesterò a gran voce inveendo contro tutti coloro, timorosi di schierarsi tra i colpevolisti, ma dall’animo sereno nello schierarsi tra gli innocentisti: lo trovo di una immoralità pari agli stessi autori di tal crimine. Barbari tra i barbari.

Piedi di piombo, pensieri sussurrati, azioni ponderate, grandi frasi che davano vita alla piu sublime fame di giustizia di equità: eppure pronti tuttavia ad urlare solidarietà a degli assassini; non è assassino solo chi toglie la vita ad un altro essere umano, per esser definiti tali, basta uccidere l’innocenza, la dignità, i sogni di un altro essere umano.

Se è vero che non si è colpevoli prima di una condanna, è vero l’esatto opposto: non si è innocenti prima della fine delle indagini.

Se è giusto per molti, evitare di prendere posizione chiara, netta  ed decisiva; tale proposito vale per entrambe le prese di posizioni. Questa fiaccolata è un’offesa al senso di pudore.

Invierò tale trafiletto ad ogni membro del parlamento, ad ogni testata giornalistica: mi attendo riscontri e pubbliche dichiarazioni di scusa verso le famiglie che tutt’ora combattono con i gravi disagi nati nei loro figli, per colpa di chi oggi vede tra le sue fila, degni sostenitori.

 
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Pedofilia: ragione venduta, nei vicoli del piacere

Post n°21 pubblicato il 26 Aprile 2007 da lunarossa.1974

La nota invisibile giunge ad orecchi attenti, con sensori sviluppati, sofisticati: sensori che riescono ad eliminare quei terribili sottofondi che distraggono, che sviano e ci allontanano dal vero suono, sensori disinquinati dagli attriti esterni.

La sesta riga di quel pentagramma ufficiale, che tutti conosciamo, tuttavia in pochi sanno davvero ascoltare, o mettere in musica; i migliori musicisti, quelli passati alla gloria e degni di intitolare una via, di avere un posto in piazza con una statua, leggevano appunto quella sesta riga, quelle note invisibili eppure stridule, vive galoppanti. Questa riga invisibile si palesa in questa circostanza, quando ci spacchiamo non a fronte, di un fattore politico, o di vantare le virtù di quella o l’altra fede religiosa, o qualsiasi altra cosa vi venga in mente. Ci spacchiamo dinnanzi, un abuso di stampo pedofilo.

Ci spacchiamo perche restiamo fermi sulla notizia giuntaci con la violenza improvvisa di un tifone, senza scomodarci di volgere lo sguardo a posteriori.  Chi oggi ha fatto nascere in se  e negli altri il dubbio sulla veracità dell’accaduto, ha di fatto mancato di ragionamento: la sua logica deviata ha inizio nel punto in cui la notizia è stata divulgata, non tenendo conto di tutti i fattori.

Ha omesso d’inserire nel suo ragionamento la variabile dell’investigazione: infatti la notizia struggente arriva dopo circa un anno l’inizio delle indagini: sfido chiunque ad avere la temerarietà di non anteporre da parte dei magistrati o agenti, un minimo seppur fragile cenno di certezza.

Non ha menzionato nel suo falso processo mentale, l’associazione dei genitori di quella scuola. Madri, padri, nonni, stretti e schiacciati da un peso tanto orribile quanto allucinate, chiusi in casa, nel buio della loro disperazione cercano, per sfuggire all’oblio funereo un connubio capace di confortarli e dargli la forza per uscire dal baratro.

Una comunità, una Nazione,  un Governo, non possono non tenere conto di questi anteposti, e non possono nel pieno delle loro facoltà mentali, avanzare il benché minimo dubbio sulla veracità della denuncia: dobbiamo soltanto avanzare dubbi, sul numero dei mostri partecipanti.

La legge c’invita a giudicarli innocenti prima di qualsiasi verdetto: permettetemi in questo caso di dissentire con tutta la forza che ho in corpo.

 Abbiamo nomi precisi, l’ombra di un casolare palcoscenico degli orribili riti, delle violenze perpetuate: senza una certezza, chi arrischierebbe la propria carriera denunciando una maestra? Una bidella? Un regista che sembri lavorare anche per la Santa Chiesa?

In un epoca lontanissima dalle denuncie per eresia o santa inquisizione, chi è quel genio che pensa ancora ad un complotto, per di più a danno di persone che nulla centrano tra loro?

Possiamo davvero sulla base di una consapevolezza genitrice di ogni ragione domandarci nell’intimo nostro, da che parte stare?

Io sto con i bambini, e per non perderli di vista tento di rivivere nell’impossibilità di riuscirci il loro calvario.

Immaginate il pulmino che parte per la gita, ora riflettete sulla seconda, terza, quarta gita: questi bambini d un tratto sapevano nel loro cuoricino dove sarebbero andati e per fare cosa. Questo deve graffiarci l’animo: meschino animo rimasto sepolto nelle  nostre bugie, nelle nostre perplessità, nella nostra impossibilità di abbracciare una realtà che ci fa paura tanto da rifiutarla con ogni mezzo; anche con la menzogna o la volontà di coprire tutto questo fango schifoso.

Bambini sfregiati da candite mani, artigli con il volto di maestra, quella maestra che diventa un poco le loro mamme, della quale ripongono ogni fiducia, e si lasciano carezzare con meravigliosa innocenza.

Bambini che hanno urlato nel cuore della notte, un urlo stridulo, omertoso, un urlo che deve scuoterci fin nella radice dei capelli, hanno urlato nei loro disegni, diventati d’un tratto raffigurazioni mostruose e sataniche.

Questa è la realtà, una rete non di soliti canonici criminali, ma di gente comune che nei nostri cuori devono essere pure, invece son individui feroci.

Soltanto acquisendo questa consapevolezza, potremmo in futuro leggere quella sesta nota invisibile eppure reale. L’Italia ne è piena, l’Europa straripa, il mondo è invaso da queste orrende creature.

Non fatti isolati, errore gravissimo marchiarli con questa parola: isolati.

Dagli oratori ne abbiamo notizia, dalle famiglie, dove i propri padri, o madri o nonni o zii, diventato d’un tratto carnefici della loro stessa carne.

 

 
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 I nuovi assassini si chiamano: obiettori di coscienza

Post n°20 pubblicato il 15 Aprile 2007 da lunarossa.1974

Il cytotec, è un farmaco usato per contrastare l’ulcera: basta una ricetta banale, per entrarne in possesso.

Per chi non ricorderà, farò un breve riepilogo.

Finalmente l’Italia si accingeva a sperimentare l’aborto farmacologico: atto ad evitare i gravi traumi psicologici, e fisici che lo stesso comportava con i vecchi metodi; aspirazione, raschiamento e via discorrendo.

Al tempo, sotto l’ennesimo anatema Pontificio,e la difficoltà derivante dal costo dello stesso RU486, costrinsero alla resa. Il fallimento della sperimentazione.

Giusto in quel frangente, un medico dello staff sperimentale, suggerì di utilizzare il cytotec: lo stesso produceva l’interruzione farmacologia di una gravidanza indesiderata, con sole 4 pillole, e in più era a bassissimo costo.

Questa rivelazione viaggiò su molte testate giornalistiche impropriamente, nel senso che se ne vantavano le virtù, ma non gli effetti collaterali.

Infatti, con un dosaggio eccessivo, si arriva alla lacerazione dell’utero, ci si può procurare un’emorragia, o una sterilità permanente, e in casi eccezionali, la morte.

Al tempo, non si pensò di elencare questi devastanti effetti, semplicemente finita la sperimentazione, si lasciò cadere nel vuoto questo dettaglio insignificante: nostra prerogativa, non essere lungimiranti, non prevedere cosa nel futuro potrebbe determinarsi, occultando la verità, o non arricchendo le informazioni con i pro  e i contro.

Oggi in Italia, un medico può avvalersi dell’obiezione di coscienza,  rifiutandosi cosi di praticare l’aborto: la chiesa lo consiglia energicamente, le istituzioni fanno spallucce non prevedendo le tragedie.

In Veneto, c’è la piu alta concentrazione di nivei camici obiettori, circa l’80%.

Praticamente impossibile che una donna, possa farsi interrompere una gravidanza da quelle parti: liste d’attesa impossibili.

Un aborto richiede celerità: primo perche, il danno e il trauma si riducono  e poi perche la legge da un tetto massimo per praticarlo, dopodichè si va clandestinamente.

Le donne venete, sono costrette al pellegrinaggio, con tutto il peso che comporta: un peso che schiaccia l’animo, accrescendo i sensi di colpa.

Tuttavia, l’arte di arrangiarci ci viene in soccorso: qualcuna deve essersi ricordata del cytotec, e lo pubblicizza come aborto casalingo. Al solito si divulgano soltanto le virtù: molte donne hanno scoperto sulla propria pelle i devastanti effetti collaterali.

L’aborto spacca da sempre l’opinione pubblica, resta il fatto che so affaracci miei se decido di abortire, resta il fatto che la legge me lo consente, resta il fatto che da sempre il vaticano fa ostruzionismo, limitando il mio sacrosanto diritto di scegliere.

Mi chiedo perche le donne venete, non hanno fatto sentire la loro voce: non ammetto la vergogna, qui si tratta di libertà negata, di diritti inadempiuti.

Per ogni donna che patirà, ci sarà non un medico obiettore di coscienza, ma un medico colpevole, a volte assassino.

Visto che la ragione non ci aiuta, bisognerà fare in modo di regolamentare i camici bianchi: impedendogli di venire meno ai loro doveri, mascherandosi o trincerandosi dietro una fede religiosa, politica, razziale, o qualsivoglia.

Ecco cosa accade non aprendo le menti, non riflettendo su larga banda, l’empirismo da sempre ostacola l’evoluzione. Non possiamo limitarci sulla base delle nostre conoscenze.

 
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Mali estremi, estremi rimedi

Post n°18 pubblicato il 10 Aprile 2007 da lunarossa.1974

Un lamento funebre, che a detta di molti non aveva motivo di esserci, si era contrattato, avevamo dato quel che ci avevano chiesto: nessuno aveva spiegato che quel negoziare, riguardava soltanto la libertà di Mastrogiacomo, nessuno aveva dichiarato che si negoziava per le entrambi liberazioni.

Poteva essere sottinteso la duplice liberazione, per un popolo che fonda la vita su dei credo, su delle regoli civili e morali: abbiamo dimenticato che dall’altra parte v’erano uomini assolutamente incapaci di comprendere e onorare talune regole sottointese, regole sancite da una civiltà evoluta.

Non mi piace la rabbia che fuoriesce dalle pagine di molti giornali: in qualche modo offendono le migliaia di morti sconosciute. Infinite teste, rotolate sulla sabbia, senza nome, e senza volto.

Comprendo lo sfogo del giornalista  e dello stesso Strada, il primo forse un dolore nato dai sensi di colpa, il secondo un dolore diverso, tradito dalle persone che lui quotidianamente aiuta, salva, opera con le sue stesse mani: di certo simili entrambi allo sfogo di una madre che piange il proprio figlio vittima di un pirata della strada. Un dolore che viaggia sulle righe di un giornale, lungo i fili del telefono, a suon di digitazioni nervose: comprensibili, giustificabili, ammissibili.

I talebani, noti per la loro furia assassina ci fanno paura, rabbia: eppure ogni volta c’illudiamo che anche loro abbiano un limite, un confine che mai potrebbero valicare. Talebani terroristi, tuona qualcuno, scoprendo l’acqua calda.

Resta il fatto, che in un conflitto non c’è posto per l’individualità, non possiamo schierarci su questa morte si, su l’altra no.

I reportage son pericolosi, ti pagano bene, ma rischi di non raccogliere i frutti dell’impresa, se decidi di addentrarti, sai perfettamente che rischi di morire.

Così l’autista, così l’interprete, così Strada: resto fredda, appellandomi alla logica della guerra.

Uomini in trincea, uomini al fronte, un fronte lontano dalla civiltà e le sue regole sottintese.

Bieco sentimentalismo che s’infiltra in parlamento, un velo di finta meraviglia attraversa le cupole del potere.

Perdiamo tempo a dipingere un  drappo nero irriverente, che discorda atrocemente con le quotidiane stragi d’innocenti.

Si è marciato a pasqua contro la pena di morte: non è forse la stessa guerra una pena di morte? La lama di un boia dal viso invisibile?

Perdiamo tempo, perdiamo vite umane, ostinandoci a mascherare il vero volto di una realtà che fatica a restare celata sotto i nostri finti buonismi.

Potremmo far cessare quest’orda di barbari in qualsiasi momento.

Facendo cessare il business che alimenta la stessa guerra. Non parlo di sole armi, o di petrolio, o dell’oppio e qualsivoglia.

La nostra stessa indignazione produce ricavo.

Cosa accadrebbe se v’invitassi tutti, dalla Val D’Aosta, alla Sicilia, ad invadere Roma, riempire le sue strade con i nostri sacchi a pelo, restarci fin quando la nostra Nazione non esca dal conflitto: dovesse durare un mese, due, tre.

Immobilizzando la città, immobilizzeremo il sistema, bloccheremo la produzione: fermi gli uffici, ferme le fabbriche, collasserebbe l’economia.

Dubito che davanti una tale emergenza, qualcuno non decidesse di ascoltarci concretamente.

Ma ci vuole coraggio ad uscire dalla quotidianità: alienarsi dalla propria vita.

L’intera Europa, son certa ambisce ad uscire da questa guerra inutile, aspettano soltanto che qualcuno entri in pista per primo.

Estremi nei rimedi, come nei mali.

 

 

 

 
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La svolta epocale.

Post n°17 pubblicato il 05 Aprile 2007 da lunarossa.1974

È inevitabile, quando soffia il vento dell’oppressione, nasce il turbine della rivoluzione.

In questo momento, le vecchie guardie stanno fungendo da tappo nei confronti dei nuovi stili e modelli di vita: un cambio d’Era che nessuno potrà, per quanto impegno ci metterà, bloccare o anche soltanto arrestare.

La nostra società è in piena mutazione: cambiano i consumi, gli usi e i costumi; le nuove dottrine si scontrano con vecchi baluardi. Tradizioni obsolete che nessun’intenzione hanno di andare in pensione. Abbiamo bisogno di nuove regolamentazioni che investino il lavoro, la scuola, la sanità e garantiscano piena autonomia individuale: difesa sulla libertà decisionale di ognuno di noi.

Lo Stato avvinghiato ai vecchi modelli, risulta essere poco propenso nel cedere terreno e soprattutto nell’uniformarsi ad esigenze sempre piu incalzanti, di una generazione stanca di doversi difendere da sola. Ma la mutazione è tanto insita, quanto intrinseca alla stessa natura umana. Siamo figli dell’Homo Sapiens: alle mutazioni dovremmo essere avvezzi.

Tra le fila di un Governo fedele ai vecchi dispotismi, si sta aprendo un solco sempre più evidente: una scissione che tenterà di dar vita al Partito Democratico.

Adesso tutti noi dobbiamo alzare il livello di guardia.

In molti vedono in questa nascita, una semplice aggregazione tra due partiti gia esistenti: DS e Margherita. Di sicura la provenienza dal centro sinistra.

Il progetto si sviluppa sulla base di un incessante richiesta d’alternativa valida ai due attuali schieramenti. Potrei profetizzare un prossimo scontro futuro: UDC, PD.

Trovo pericolosa la proposta di molti di fondare un’associazione dei cittadini: non basta avere idee buone, bisogna soprattutto essere lungimiranti, e capaci di scindersi dalle proprie opinioni per il bene di una collettività pluralista.

La rivoluzione culturale dei giorni nostri, è l’imput che ha fatto partire questo progetto: in vista di questa metamorfosi sociale, si cerca di modificare e rinfrescare la politica.

Tuttavia non basta, stavolta dobbiamo in qualche modo far si, che la forza politica si mescoli con la forza popolare: la svolta sta proprio nell’assembrare la forza motrice( i cittadini) e la mente (il partito) in un unico corpo.

Dovremmo diventare il loro centro nervoso, i neuroni che invieranno costantemente impulsi operativi, direttamente dal campo.

Supponiamo di riuscire in questa impresa epocale, supponiamo che l’Italia sia un immensa distesa di terra sterile da riportare in piena produzione.

Bisogna disossarla, ararla, concimarla, seminarla. Per quanto forte e produttivo un partito non potrebbe da solo farcela.

Quindi si fraziona quest’immensa area in 20 pezzamenti, tante quante sono le regioni.

Ogni blocco avrà al suo interno un gruppo di contadini che svolgeranno direttamente sul campo i lavori: continuamente trasmetteranno alla centrale operativa le denuncie e le urgenze, che da soli non sarebbero in grado di visualizzare.

In ogni Governo c’è un errore sostanziale, l’arroganza di credere di poter gestire solo un impero, vasto  e proteiforme come lo siamo noi: migliaia di comuni italiani a loro sconosciuti, i quali abusano e approfittano di questa velatura per poter da vita ai loro sporchi traffici.

Potremmo definirla strategia militare, forse lo è, ma tuttavia visto lo stato nel quale versiamo noi tutti, c’è bisogno di concretezza.

Le denuncie che molti cittadini inviano, possono avere un senso soltanto, se poi ne seguiamo il decorso: urlare d’ingiustizie, di precarietà, non basta. Dobbiamo imparare a perseguire le mete.

Il male peggiore un tempo sembrava essere la disoccupazione, oggi possiamo tranquillamente definire anche chi lavora un disoccupato: del resto la precarietà, questi fittizi contratti non ci garantiscono un futuro, non ci permettono di aprire dei mutui, non ci lasciano progettare una vita.

Troppe le cose da riequilibrare, a partire dalle strade: l’attuale governo non riesce a stare al passo con i tempi. Ai vecchi problemi se ne sono aggiunti degli altri, o siamo lenti o siamo cechi.

Nessuna succursale, il cittadino-operatore dovrà avere un filo diretto con il partito, pena la mancata credibilità.

Questo operatore, e tutta la forza politica dovrà essere imparziale, e tollerare ogni minoranza sociale: l’unica intollerabilità e intransigenza si dovrà avere nei confronti di una mancata legalità territoriale.

Andrà ristrutturata l’intero collegio magistrale, il sistema lavorativo, l’assetto bancario sempre piu forte e indipendente.

Scongiurare ogni tentativo d’infiltrazione esterno: qualsiasi fede religiosa o politica dovrà essere neutralizzata.

Dovrà stabilire regole certe per gli immigrati.

Ridurre e combattere la criminalità organizzata incominciando dalle stesse istituzioni.

Ridurre la burocrazia, sfoltire le succursali, abbattere il muro dell’iter che separa il popolo dallo stato.

Il progetto è tutto d’articolare, ma nessuna forza politica potrà avere successo senza i suoi elettori.

Quindi a conti fatti, o ci facciamo udire, o diserteremo le urne. Le armi le abbiamo, dobbiamo soltanto trovare il coraggio di usarle.

O con noi, o contro di noi.

Per chi fosse interessato al progetto, o avesse idee in merito, è pregato di lasciare un recapito email.

 

 

 

 

 

 

 
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Italiani vigilanti

Post n°16 pubblicato il 31 Marzo 2007 da lunarossa.1974

Al Ministro degli Interni

On. Amato

 

Al Ministro dello sport

on. Giovanna Meandri

 

 

Vorremmo ricordarvi che il giorno ultimo utile, per far si che il decreto Bersani, sulla sicurezza degli stadi, veda luce, è il 2 aprile.

Il Commissario straordinario, Luca Pancalli, e tutti noi siamo molto perplessi e  preoccupati dal vostro perpetuo silenzio. Non vorremmo mai, che il tempo abbia involontariamente fatto calare il livello di attenzione, proposto da voi stessi.

Non vorremmo mai che la famiglia Raciti, debba sentirsi dimenticata, e con essa ogni vittima dello stadio.

Questo decreto, oltre ad essere indispensabile per ovvi motivi di sicurezza preventiva, doveva anche concretizzare la volontà di tutta Italia, rappresentata da voi, nel voler arginare la frangia più violenta degli ultras. Facendo cessare, continue e deleterie deroghe, proposte da Presidenti incuranti della sicurezza: questo decreto anzi, diventando legge, avrebbe obbligato a  mantenere alto il livello di guardia tra i Presidenti di tutti i club, facendoli sentire responsabili di futuri attacchi violenti, da parte dei loro ultrà. Con ammende serie e improrogabili.

Questo decreto, diventando legge, avrebbe materializzato ogni buon proposito iniziale: avrebbe seppur con ritardo, costituito, un buon punto di partenza per un calcio futuro all’insegna del solo divertimento.

Vorremmo sapere se le iniziative quali: stadio gratis per i minori di 14 anni, abolizione di ogni striscione volutamente razzista, o oltraggioso, cori od inni offensivi, siano ancora parte dei vostri propositi.

Vorremmo che non fosse stato tutto una utopia spinta dal sentimento del momento.

Noi non abbiamo dimenticato, noi teniamo alta l’attenzione vigilando anche su di voi, e il vostro operato, non vorremmo mai che al prossimo funerale, fossimo costretti a puntarvi contro il dito.

 

Cordiali saluti

Italiani, vigilanti.

  

 

 

 
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La camorra si deve e si può abbattere 

Post n°15 pubblicato il 28 Marzo 2007 da lunarossa.1974

Napoli è piena di sole: inonda piazze, lungomari, strade e vicoli.

Fa sbrilluccicare finestre, balconi, cornicioni: screzia le affacciate dei palazzi di sfumature porporine.

Clima caldo, mare vellutato: il sole coreografo dei suoi stessi raggi lasciati cadere sulla lunga distesa marina.

 Li lancia in balli avvolgenti, sensuali, accattivanti.

Napoli e le sue “grattachecche” estive, “zeppole e panzarotti”invernali, le scie odorose delle pizze fritte, che s’inerpicano e avvincono i vicoli piu retratti, piu desolati, piu remoti.

Nulla è lasciato al buio, tutto è terso luminoso, palese: anche la camorra lo è.

La camorra non si sussurra qui: si urla.

La camorra non fa distinzioni sessuali: le donne diventano per esigenza, Capi giovanissime.

Le donne di camorra sono bestie feroci: per rabbia  e per dovere, si tramutano in carnefici, assassine della loro, e dell’altrui vita.

Tra un ragù, e una parmigiana, organizzano missioni punitive, decidono le sorti di altri uomini.

Napoli, è la camorra: i napoletani son camorristi.

Altrimenti non mi spiego il perche li difendano: sanno, ma stanno zitti. L’omertà non è piu tollerabile.

La Forza militare, non deve essere l’unico mezzo di riscatto: il cittadino insieme ad esso ,  può rappresentare la svolta.

I napoletani devono piantarsela di puntare il dito contro uno Stato, che non può farcela da solo.

Smetterla di comprare in quel negozio che sanno essere di stampo camorristico.

Disertare i drive-in, le sale bingo, e ogni commercio palesamente gestito da malavitosi.

Abbandonare le case, quando sappiamo vicino la nostra porta esserci un killer.

Andarcene, non dalla città, ma dai loro quartieri bunker, per marcare una linea netta, facendo capire che sappiamo ma che ci rifiutiamo di omogeneizzarci.

Provare ribrezzo anche soltanto per averli incontrati sul pianerottolo.

Come faremmo con un pedofilo, o lo stupratore di nostra figlia. Schifare, disprezzare, odiare.

Senza scrupoli, perche loro son contro la vita.

 Invito le forze dell’ordine a presidiare, le zone dove sono maggiormente prolifici i delinquenti.

Sia chiaro ci sono quartieri nei quali loro,  le guardie, non entrano, o se lo fanno vengono assalite: avanti ai carri armati allora.

Dobbiamo mettere la camorra in mezzo a due fuochi: polizia a destra, cittadino a sinistra.

Evitare che gli arrestati di un clan, passino per il carcere della loro città: esiliarli abbassando i rischi di un inquinamento altresì facile e scontato.

Un camorrista, non può avvalersi dei tre gradi di giudizio: un solo processo, una sola condanna irrevocabile.

È tempo che i magistrati si adeguano e si uniscano assieme a polizia  e cittadini, diventando il terzo fuoco attivo alla lotta della destabilizzazione camorrista.

Le scuole partenopee hanno bisogno di vedersi aggiunte  una nuova materia fondamentale: i danni fisici e sociali della camorra.

La camorra non necessita di attacchi labili e incostanti, ma raffiche incrociate da piu fronti.

Questa operazione per circoscrivere la mafia di strada: per quella interna, per quella che si annida nei palazzi del potere, ci vorrà ben altro.

La camorra per essere sventrata, va fatta traballare al suo interno: nelle province, nelle regioni, nei piccoli comuni, si possono leggere nomi di sicura provenienza malavitosa.

La magistratura, aiutata dalla guardia di finanza dovrà istituire un eccezionale pool, addetto esclusivamente alla ricerca di camorristi all’interno delle istituzioni: trovarli, accerchiarli, arrestarli.

La polizia dovrà battere strada, ripulirla senza aspettare nuove faide: lo Stato deve dare carta bianca agli agenti qualificati affinché possano sentirsi autorizzati ad un arresto preventivo.

I cittadini affiancando le divise, abbandoneranno ogni luogo inquinato: anche la gelateria gestita da questi maledetti dovranno lasciar vuota, anche se fa il miglior gelato della città.

Non va sgominata una banda, ma una cultura, una educazione sbagliata ma pur sempre radicata: per questo le scuole, già dalle elementari dovrebbero poter barattare un ora di matematica con un ora di educazione civile. Fatta da agenti avvezzi all’argomento che hanno visto e combattuto la mafia: generali in pensione. Nonni eccellenti, per una rieducazione globale.

Riaffermando un sano vivere sarà, negli anni avvenire piu semplice questa lotta, e piu difficile ri-conclamarla legge napoletana.

Ripulendo le istituzioni, tartassando gli arrestati con mano inclemente e impietosa, ghettizzando i restanti malavitosi nei propri casermoni, unendo forza attiva a forza passiva, rieducando i bambini, Napoli potrebbe rinascere.

Non possiamo lasciare che a combattere la camorra, siano gli stessi affiliati: ed oggi per fare il politico, o il magistrato, qui, è dura; senza lasciarsi corrompere si rischia la vita.

Bisogna insorgere non con manifestazioni, ma una vera e propria presa di distanza da chi sta affossando la città. Non più mischiarsi, nemmeno durante la fila alla posta: i buoni insieme in un lato, i cattivi accerchiati e evitati come lebbrosi.

Napoli si sta sempre piu allontanando dai confini Nazionali; sembrerebbe uno stato a parte: forse un giorno durante una riunione sulla politica estera, sentiremo menzionare il caso partenopeo.

La mafia, è diventata nobile ha imparato le buone maniere, veste da Prada: la camorra è rimasta popolare, contadina, arcaica. Eppure entrambe son vive, e uccidono, devastano, umiliano: polverizzano ogni buon proposito.

Diamoci da fare, realizziamo progetti, riflettiamo sul da farsi e in questo mi rivolgo a tutti coloro che da campani, son stufi di sentirsi dare dei camorristi.

 

 

 
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I lord scendono in campo.

Post n°14 pubblicato il 28 Marzo 2007 da lunarossa.1974

Vestiti glamour, scarpe laccate, acconciature hollywoodiane: abiti pregiati dal taglio inconfondibile.

Meravigliosi orologi scintillanti ai polsi. Parure principesche ad ornare le splendide dame.

Velluti seducenti, profumi invocanti, vocii ininterrotti, luci come riflettori: ad un tratto mi è parso di vedere tra i banchi, il ragazzo dei pop-corn; forse mi son sbagliata.

O forse tanto la sfarzosità quasi fanatica di questa rappresentazione, che m’è parso davvero di assistere ad una commedia teatrale.

D’incanto odo parlare di Mastrogiacomo, di guerra ai Telebani, di Afghanistan, mi sorge un dubbio e mi guardo intorno.

Non sono sulla poltrona di un teatro, ma su quella di casa mia, nessuna rappresentazione teatrale, ma il voto al senato.

Gli orpelli, fronzoli e merletti vanno bene quando si raccontano le fiabe ai bambini, o quando vogliamo far capitolare un amore impossibile, non, quando si trattano tematiche d’indubbia rilevanza Nazionale. Troppe Mary Poppins con le ventiquattrore in mano in giro per l’Italia.

La facondia di taluni personaggi, è notevole, in altre sedi sarebbe meritevole di ogni ovazione. Ma non nel parlamento, li si necessita essere seri.

La maggioranza è salva, tuttavia vedere tanta magnificenza mi ha disturbata.

Parlare di guerra, parlare se sia  o meno il caso di finanziare armature più consone alla “missione di pace” per  ragazzi che vivono costantemente sotto gli anatemi dei Talebani, appellandosi a discorsi minuziosamente preparati, preconfezionati chissà quando, soltanto per apparire, belli come il Re Sole, bèh, non lo posso accettare.

Il più sprovveduto aveva 15 fogli in mano, paroloni per di più inutili, frasi vuote come le loro teste.

Sapendo della diretta, avranno voluto rendersi presentabili.

Consiglieri come costumisti, politici come prime donne: l’Italia dei valori incontrastati, dei cattolici praticanti, dei proibiti, sta tutta in quei frak.

Coloro che hanno voluto appoggiare il governo Prodi, lo hanno fatto palesando quasi dolore, una fatica Ercoliana. Un SI, a suggellare l’impegno preso.

Non avevo dubbi stavolta della riuscita del voto: adesso son curiosa di vedere cosa s’inventerà la controparte.

Tenete presente, che il governo eredita una guerra appoggiata  e voluta da chi ieri, ha votato contro la propria creatura.

Ricordatevi che chi, ieri ha cercato di stendere un nuovo sgambetto, è lo stesso che ha dato e dà disponibilità illimitata al padre della guerra in atto.

Non serve a Napolitano sgolarsi, l’opposizione non appoggerà mai nulla che provenga dalla sponda opposta: loro guardano soltanto alla possibilità di ritornare a governare.

Bisogna analizzare, scorporare, immergersi come sub in profondità buie, per poter poi decidere dove o con chi schierarsi.

A primo sguardo, è indubbia la differenza di un uomo seppur con mille difetti ma volto ad un unico orizzonte, con la sua controparte, immischiato in mille diversi disegni, con mille processi alle spalle, conflitti d’interessi, proteiforme fino al midollo.

No, non sono per principio di sinistra: io sto con chi ci prova.

Del resto il coraggio di un governo sta proprio nel darsi in pasto ai lupi: senza smussare angoli lontani dai consensi.

Questo governo ha questo coraggio: la perfezione non appartiene  a questo mondo, ma ci stanno provando.

Sembrano passati anni, eppure è solo da poco che governano: se vengono continuamente tartassati, evidentemente vanno nella direzione giusta.

Diamogli fiducia, non ci costa nulla.

Non sentitevi traditi da questo governo, una politica non può nel giro di una notte cambiare radicalmente, spazzare con un colpo anni di mal gestione.

La nostra Repubblica l’abbiamo affidata a chiunque, lasciamo che ci provino anche loro, non potranno peggiorare le cose.

Per chi penserà che gia una volta ci hanno provato, rispondo che non sono gli unici.

Un consiglio ai politici per apparire piu credibili: lasciate  a casa la foggia regale, vestitevi con abiti tradizionali, parlate come vi suggerisce l’anima, vomitate il garzanti.

 

 

 

 

 

 

 
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