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« TRAVIATA G. Verdi (1853) (3) | Matthauspassion (BWV 244) » |
Da alcune settimane la malattia di Violetta è peggiorata. Il dottor Grenvil cerca di farle coraggio, ma alla cameriera Annetta rivela la triste verità: non le rimangono che poche ore di vita. Violetta sente che si sta avvicinando la fine e spera di poter rivedere ancora una volta Alfredo prima di morire. Da una lettera di Germont viene a sapere che Alfredo ha ferito in duello il Barone Douphol e per questo ha dovuto fuggire all’estero. Il padre ha rivelato al figlio la vera ragione del comportamento di Violetta e lui vuole tornare dall’amata per chiederle perdono. Addio del passato (A. Gheorghiu) La Traviata, opera in tre atti di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave, vede la luce nel 1853 e viene tradizionalmente inserita nella cosiddetta “trilogia popolare” insieme al Rigoletto (1851) e al Trovatore (1853). Tre opere destinate ad una fortuna eccezionale, le cui arie e i cui duetti sono entrati prepotentemente nel sentire comune. Tre opere che si reggono anche sulla forza e sull’originalità dei loro personaggi: un buffone di corte, una zingara assassina, una prostituta d’alto bordo. Personaggi socialmente marginali. Verdi li pone sotto l’occhio di bue del palcoscenico, attraverso di loro compie una “stilizzazione melodrammatica, una concentrazione alfieriana del dramma in pochissimi eroi essenziali. […] L’eroe, snaturato da enormi e smisurate passioni, riacquista attraverso il dolore e l’amore la sua umanità” (Massimo Mila, Breve storia della musica, Einaudi 1963). |
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